venerdì, marzo 28, 2008

Biennale dell’Artigianato, rifare il bando per dare spazio ai sardi

Rifare il bando di gara per l’organizzazione della XIX Biennale dell’Artigianato Sardo, modificando i criteri per la partecipazione in modo da garantire che i manufatti esposti siano davvero opere di artigianato sardo, dare spazio all’artigianato artistico e tradizionale e consentire la partecipazione degli artigiani ai diritti commerciali sulle opere: lo chiedono i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, in un’interrogazione all’Assessore regionale all’Artigianato, Luisanna Depau.

La Biennale dovrebbe tenersi a Sassari, nel Museo Masedu, il prossimo autunno, stando a quanto riportato dal disciplinare di gara e da una successiva rettifica dettata dal cambio della sede, che in precedenza era stata indicata in quella storica del Padiglione dell’Artigianato. Con il trasferimento della rassegna sono stati posticipati i termini per la presentazione delle domande di partecipazione alla gara per la sua organizzazione: dal 7 gennaio al 28 febbraio. Il disciplinare di gara fa riferimento all’esposizione di oggetti che abbiano il fine di “reinterpretare le esigenze del quotidiano” ma anche di “produzioni più squisitamente artistiche”, garantendo in ogni caso “la conservazione degli elementi stilistici coerenti con la tradizione dell’artigianato sardo”. Non è prevista, però, la possibilità di esporre manufatti ideati dagli stessi artigiani realizzatori: il disciplinare prevede che ciascun concorrente presenti almeno 150 manufatti, con l’indicazione separata dei designer che li hanno progettati e degli artigiani che li realizzeranno. Ciò, si legge nell’interrogazione, “di fatto sembra escludere del tutto l’artigianato artistico e tradizionale dalla partecipazione alla rassegna”. Inoltre, non sonno previsti criteri che permettano di identificare cosa può essere considerato artigianato sardo e cosa no, e non è prevista neppure l’attribuzione di un punteggio basato sull’attinenza dei manufatti con gli elementi stilistici propri dell’artigianato sardo.

Secondo il disciplinare, l’Amministrazione regionale diventerà proprietaria di tutte le opere e dell’esclusiva per lo sfruttamento dei diritti su di esse. L’intento della Regione “di ricavare un tornaconto economico” è “da apprezzare”, secondo i due consiglieri, ma la mancata partecipazione dei designer e degli artigiani sardi a tali diritti sottrae al sistema economico isolano “importanti risorse che potrebbero essere destinate a creare sviluppo ed occupazione”. Infine, Diana e Liori fanno notare come lo slittamento dei termini per la presentazione delle domande non sia coinciso con un analogo slittamento dei tempi della mostra che, stando all’avviso di rettifica, resta fissata per il prossimo autunno, dovrebbe durare almeno 45 giorni e concludersi entro il 31 dicembre.

I due consiglieri chiedono alla Depau perché l’organizzazione della Biennale non è stata affidata all’agenzia Sardegna Promozione, tra i cui compiti tale attività dovrebbe rientrare, e sollecitano l’intervento della Giunta regionale affinché lo svolgimento della gara sia interrotto e il disciplinare modificato prevedendo l’istituzione di un’apposita sezione riservata all’artigianato artistico e tradizionale, una clausola di esclusione che imponga di affidare la progettazione e la realizzazione dei manufatti a designer ed artigiani nati oppure residenti ed operanti in Sardegna e la rimodulazione del sistema di calcolo del punteggio di gara, in modo da premiare chi presenterà i manufatti più attinenti allo stile proprio dell’artigianato sardo. Inoltre, Diana e Liori chiedono la partecipazione di designer ed artigiani allo sfruttamento dei diritti commerciali sui manufatti e che la quota di tali diritti spettante alla Regione sia affidata a Sardegna Promozione. Infine, si chiede di posticipare la rassegna “per un tempo congruo per la sua organizzazione”, “anche e soprattutto alla luce della riapertura dei termini per la presentazione delle domande di iscrizione”.



INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sul bando di appalto per lo studio, la progettazione e la realizzazione della XIX Biennale dell’Artigianato Sardo


I sottoscritti,


PREMESSO che

  • Con Determinazione del Direttore del Servizio Artigianato dell’Assessorato regionale al Turismo, Artigianato e Commercio n. 2061 del 29 ottobre 2007 è stata indetta una procedura aperta per l’affidamento in appalto dei servizi relativi allo studio, alla progettazione e alla realizzazione della XIX Biennale dell’Artigianato Sardo, con un importo a base d’asta di Euro 1.200.000;

  • Il disciplinare di gara relativo al bando di cui sopra prevedeva originariamente che la Biennale dovesse svolgersi nel Padiglione dell’Artigianato di Sassari e che i termini per la presentazione delle domande di partecipazione alla gara scadessero il 7 gennaio u.s.;

  • Con Determinazione del Direttore del Servizio Artigianato dell’Assessorato regionale al Turismo, Artigianato e Commercio n. 2446 del 22 dicembre 2007, il disciplinare di gara è stato rettificato per quanto concerne il luogo di svolgimento della mostra e i termini per la presentazione delle domande: la Biennale si terrà nel Museo Masedu di Sassari e la scadenza per la presentazione delle domande è stata posticipata al 28 febbraio u.s.;


CONSIDERATO che

  • Si riporta dal testo del disciplinare di gara: “La Regione [omissis] indice una procedura [omissis] con l’intento di stimolare le imprese artigiane ad ampliare le proposte produttive utilizzando le competenze acquisite, anche per offrire, laddove compatibili con la natura delle attività e dei loro manufatti, coerenti risposte alle esigenze della vita quotidiana. Infatti, nel corso del tempo si è andata affievolendo la principale caratteristica e funzione sociale dell’artigianato e dell’artigiano che, nel corso della storia, è stata quella di contribuire in maniera rilevante a risolvere i problemi concreti del vivere quotidiano per il singolo e per la comunità. In ogni caso, sia che il fine sia quello di reinterpretare le esigenze del quotidiano o che sia di offrire produzioni più squisitamente artistiche, la biennale dovrà assicurare una rappresentazione sinergica di arte e funzionalità associata ad alta qualità dei manufatti, garantendo al contempo la conservazione degli elementi stilistici coerenti con la tradizione dell’artigianato sardo”;

  • Se ne deduce che nell’organizzazione della Biennale dovrebbe essere previsto uno spazio adeguato non solo per gli artigiani che operano come meri realizzatori di oggetti ideati da terzi ma anche per l’artigianato artistico e tradizionale;


VERIFICATO che

  • Il disciplinare di gara prevede, tra i servizi in affidamento, la progettazione e la realizzazione di almeno 150 manufatti inediti destinati all’esposizione, progettati da designer qualificati, con l’indicazione degli artigiani cui sarà affidata la realizzazione delle opere;

  • Non è invece prevista la possibilità che alla Biennale siano esposti manufatti ideati dagli stessi artigiani realizzatori, il che di fatto sembra escludere del tutto l’artigianato artistico e tradizionale dalla partecipazione alla rassegna;

  • Non sono inoltre previsti criteri che consentano di definire per mezzo di parametri oggettivi se i manufatti possono essere considerati opere di artigianato sardo oppure no, dal momento che né ai designer, né agli artigiani indicati dai concorrenti è richiesto che risiedano ed operino stabilmente in Sardegna o che vi siano nati, così come nell’attribuzione del punteggio di gara non è prevista la valutazione dell’attinenza dei manufatti proposti con gli elementi stilistici propri dell’artigianato sardo;


VALUTATO che

  • Si riporta dal testo del disciplinare di gara: “L’Amministrazione diverrà proprietaria esclusiva di tutti i beni e servizi che verranno posti in essere in attuazione del contratto, ivi inclusi i diritti di sfruttamento in esclusiva delle opere e loro diffusione, senza che la ditta esecutrice possa vantare alcunché in merito”;

  • Si riporta inoltre: “La Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, acquista la proprietà esclusiva di tutto il materiale utilizzato per l’esecuzione del servizio e dei risultati del servizio stesso, di tutti i diritti che ne derivano, nonché la piena ed esclusiva proprietà delle opere stesse. L’aggiudicatario riconosce alla stazione appaltante il diritto pieno ed esclusivo allo sfruttamento delle proprietà come dianzi indicate”;

  • Sebbene sia da apprezzare l’intento perseguito dall’Amministrazione regionale di ricavare un tornaconto economico attraverso lo sfruttamento dei diritti sui manufatti esposti alla Biennale, è da rilevare come la mancata partecipazione dei designer e degli artigiani sardi a tali diritti sottragga al sistema economico isolano importanti risorse che potrebbero essere destinate a creare sviluppo ed occupazione;


ATTESTATO che

  • Il periodo di svolgimento della Biennale indicato nel disciplinare di gara è il prossimo autunno, per un periodo non inferiore a 45 giorni e con conclusione entro il 31 dicembre;

  • La rettifica apportata al disciplinare di gara, sebbene posticipi di oltre un mese e mezzo i termini per la presentazione delle domande di partecipazione, non sembra comportare un conseguente slittamento nel periodo di svolgimento della rassegna;


SOTTOLINEATO che

  • L’art. 7, comma 1, della L.R. 11 maggio 2006, n. 4, ha istituito l’agenzia governativa regionale Sardegna Promozione, con finalità di coordinamento e gestione delle attività di promozione economica e di sostegno della capacità di esportazione e penetrazione dei prodotti sardi nei mercati esterni;

  • L’art. 7, comma 3, della L.R. n. 4/2006 ha soppresso l’Istituto Sardo per l’Organizzazione del Lavoro Artigiano, affidandone a Sardegna Promozione le funzioni di promozione e commercializzazione dei prodotti dell’artigianato tipico, tradizionale ed artistico;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale al Turismo, Artigianato e Commercio

affinché riferisca

  • Per quali ragioni l’organizzazione della XIX Biennale dell’Artigianato Sardo non è stata affidata all’agenzia governativa regionale Sardegna Promozione;

  • Per quali ragioni nel disciplinare di gara per l’affidamento dei servizi di organizzazione della Biennale non è stata prevista una sezione appositamente dedicata all’artigianato artistico e tradizionale;

  • Per quali ragioni non si è previsto di limitare la partecipazione alla rassegna esclusivamente ai manufatti progettati e realizzati, rispettivamente, da designer ed artigiani nati in Sardegna o ivi residenti ed operanti;

  • Per quali ragioni non si è previsto di attribuire una quota del punteggio di gara sulla base dell’attinenza dei manufatti proposti con gli elementi stilistici propri dell’artigianato sardo;

  • Per quali ragioni non si è ritenuto di far partecipare i designer e gli artigiani sardi realizzatori dei manufatti allo sfruttamento dei diritti sugli stessi;

  • Se si è ritenuto, in considerazione del cambio della sede espositiva, di prevedere lo slittamento della rassegna, in modo da consentire al soggetto aggiudicatore della gara un tempo congruo per la sua organizzazione;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di interrompere lo svolgimento della gara di appalto in oggetto e consentire la riapertura dei termini per la presentazione delle domande di partecipazione in seguito all’inserimento delle seguenti modifiche nel disciplinare di gara:

    a) istituzione all’interno della mostra di un’apposita sezione riservata all’artigianato artistico e tradizionale;

    b) clausola di esclusione che imponga ai concorrenti di affidare la progettazione e la realizzazione dei manufatti proposti, rispettivamente, a designer ed artigiani nati in Sardegna o ivi residenti ed operanti;

    c) rimodulazione del sistema di calcolo del punteggio di gara, con previsione di una quota di punteggio da assegnarsi in base all’attinenza dei manufatti proposti con gli elementi stilistici propri dell’artigianato sardo;

    d) partecipazione dei designer e degli artigiani sardi realizzatori dei manufatti allo sfruttamento dei diritti sugli stessi;

    e) affidamento all’agenzia Sardegna Promozione della quota di sfruttamento dei diritti sui manufatti spettante alla Regione;

    f) posticipazione della rassegna per un tempo congruo per la sua organizzazione, anche e soprattutto alla luce della riapertura dei termini per la presentazione delle domande di iscrizione.

mercoledì, marzo 26, 2008

La Giunta snobba il Consiglio: ecco i numeri dello scandalo

Sono 673 le interrogazioni rimaste senza una risposta nella tredicesima legislatura regionale”: la denuncia è dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori. “I dati forniti dalla Presidenza del Consiglio parlano chiaro: nonostante il comma 1 dell’articolo 107 del Regolamento Consiliare imponga alla Giunta regionale di dare una risposta scritta entro 15 giorni dalla loro presentazione, ci sono interrogazioni depositate subito dopo l’insediamento dell’Assemblea, quasi quattro anni fa, che ancora non sono state prese in considerazione dall’esecutivo”.

“Il recordman dello snobismo nei confronti dei consiglieri”, proseguono i due, illustrando i dati riassunti nella tabella allegata, “è il governatore Renato Soru. Il fatto non stupisce più di tanto, visti gli atteggiamenti che è solito assumere nei confronti dell’Istituzione rappresentativa del popolo sardo. Stupiscono semmai le dimensioni della sua indisponibilità al confronto democratico: sono ben 307, infatti, le interrogazioni cui Soru si è guardato bene dal rispondere in questi quattro anni, comprese quelle riguardanti i conflitti di interessi propri e dello stuolo di super-consulenti introdotti in Regione, enti, agenzie ed Asl. Ai posti d’onore – si fa per dire – si piazzano l’Assessore all’Ambiente, Ciccitto Morittu, e quello alla Sanità, Nerina Dirindin, rispettivamente con 101 e 67 interrogazioni senza risposta. Per il primo verrebbe quasi da sorridere, visti i proclami ambientalisti sbandierati sempre ed ovunque (ma soltanto a parole) dal governatore. Per la seconda, invece, ci sarebbe da piangere, viste le condizioni di degrado in cui versa la sanità sarda anche a causa di una guida politica per nulla disponibile a confrontarsi con le esigenze di cittadini ed operatori che vengono espresse dai consiglieri in qualità di loro rappresentanti democraticamente eletti. Il che non sarebbe neppure il male peggiore, confronto a quello che fanno altri assessori che, nel rispondere alle interrogazioni di esponenti dell’opposizione, invece di fornire le spiegazioni e i dati richiesti si limitano a insultare sprezzantemente gli interroganti”.

“Senza contare”, concludono Diana e Liori, “che i dati non tengono conto delle tante interpellanze e mozioni che non vengono messe in discussione in Aula. Evidentemente, sono questi gli ideali di democrazia di Soru e del centrosinistra: nessun confronto, nessun dialogo ma solo una gestione monocratica del potere che costringe i cittadini a subire decisioni calate dall’alto in risposta a interessi che poco hanno a che vedere con quelli della collettività”.



Interrogazioni che non hanno ricevuto risposta al 21 marzo 2008



Presidente della Regione

307

Assessorato alla Difesa dell’Ambiente

101

Assessorato alla Sanità

67

Assessorato all’Agricoltura e Riforma Agro-pastorale

56

Assessorato agli Enti Locali, Finanze e Urbanistica

28

Assessorato ai Lavori Pubblici

25

Assessorato al Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale

20

Assessorato alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

16

Assessorato ai Trasporti

14

Assessorato alla Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio

13

Assessorato all’Industria

13

Assessorato agli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione

6

Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio

5

Giunta regionale

2



Totale

673

venerdì, marzo 21, 2008

Un’altra Pasqua amara per la Sardegna. Grazie a Soru

La Sardegna si prepara a celebrare un’altra Pasqua amara grazie alle scelte irresponsabili della giunta Soru. Anche il governatore, però, non potrà trascorrerla in tutta serenità, visto che sulla sua testa incombe l’ennesima impugnazione del bilancio regionale da parte del governo”, dichiarano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori. “Mentre cresce il numero dei disoccupati nell’Isola senza che Soru dia l’impressione di preoccuparsene più di tanto, la Regione batte tutti i record quanto a dubbi di legittimità rilevati dall’Avvocatura dello Stato nel suo bilancio per il 2008”.

“Giova far notare che i rilievi di legittimità costituzionale individuati dall’Avvocatura sono stati ampiamente segnalati dal centrodestra durante la discussione della finanziaria in Consiglio regionale”, proseguono i due consiglieri. “I nostri emendamenti, però, che avevano lo scopo di riportare il bilancio regionale nei binari della legalità eliminando l’anticipazione delle entrate fiscali future, abrogando le tasse sul lusso e cassando lo scioglimento dei consorzi industriali, sono stati sdegnosamente respinti da una maggioranza di centrosinistra che ha scelto consapevolmente di farsi complice del suo leader nell’ennesima operazione legislativa spericolata che mette a rischio la tenuta delle casse pubbliche”.

“Come si può pensare, in un quadro simile, di dare all’economia sarda le risposte di cui necessita per uscire dalla stagnazione e riprendere a generare ricchezza e posti di lavoro?”, concludono Diana e Liori. “Fintanto che Soru e la sua maggioranza saranno impegnati a inventarsi operazioni di finanza creativa per fingere di risanare il bilancio della Regione, le risorse per l’economia sarda resteranno soltanto sulla carta, come dimostrano i dati drammatici sull’aumento della disoccupazione in Sardegna. Davanti a uno scenario come questo, possiamo solo augurarci che al governatore sia rimasto ancora quel briciolo di dignità necessario, preso atto della sua incapacità a dare delle risposte ai problemi dell’Isola, a indurlo a rassegnare immediatamente le dimissioni”.

martedì, marzo 18, 2008

Soru non si dimette? Peccato...

Apprendiamo con rammarico l’annuncio che il governatore Renato Soru non si dimetterà”: lo dichiarano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, in seguito alla risposta data da Soru stamani, durante la presentazione dei candidati del Partito Democratico sardo per le elezioni politiche, alla domanda di un cronista sulle sue possibili dimissioni all’indomani delle elezioni. “Un rammarico”, spiegano, “dovuto soprattutto alle cose dette questa mattina dal segretario regionale del Pd, Antonello Cabras”.

“Secondo Cabras”, proseguono i due consiglieri, “sono tre le principali questioni su cui il governo Prodi ha dato alla Sardegna delle risposte concrete: le entrate fiscali, la costruzione del metanodotto Galsi e la riduzione delle servitù militari. E’ pertanto doveroso precisare alcune cose. L’effimero aumento delle entrate fiscali ottenuto dalla giunta Soru è insufficiente a compensare le risorse necessarie per le spese sanitarie e per il finanziamento dei trasporti, che la Regione si è impegnata ad accollarsi per intero in cambio delle maggiori entrate. Il gasdotto è nato grazie al governo Berlusconi e a una Giunta regionale di centrodestra. Quanto alla riduzione delle servitù militari, vorremmo capire a cosa si riferisce Cabras. Si tratta forse dell’addio degli americani a La Maddalena, deciso autonomamente dalla marina statunitense senza alcun intervento né di Soru, né di Prodi o del Ministro della Difesa sardo, Arturo Parisi? O si tratta forse del recente trasferimento alla Regione di immobili inutilizzati di proprietà del Demanio Militare, un atto dovuto secondo quanto recita lo Statuto speciale?”.

“Se è questo tutto ciò che la Sardegna è riuscita a ottenere in venti mesi di governo Prodi e in quasi quattro anni di giunta Soru”, concludono Diana e Liori, “c’è ben poco da stare allegri. Per questo ci rammarichiamo di venire a sapere che il governatore non si dimetterà: per la Sardegna si prospetta un altro anno gramo”.

giovedì, marzo 13, 2008

Sospensione del blocco del trasporto merci su rotaia, soddisfazione e cautela

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, esprimono una cauta soddisfazione per l’impegno che Trenitalia avrebbe assunto a sospendere il blocco del servizio di trasporto merci su rotaia da e per la Sardegna in attesa dell’esito del confronto con la Regione. “Se è vero che l’azienda si è impegnata a mantenere in funzione il servizio a pieno regime, e non soltanto in proroga per i trasporti già prenotati, fino al raggiungimento di un accordo con la Regione, si tratta senza dubbio di una notizia positiva”, commentano i due consiglieri, “anche se sarebbe utile sapere se la sospensione è da intendersi a tempo indeterminato o se è previsto un termine temporale trascorso il quale il blocco sarà confermato”.

“Intanto, sollecitiamo che venga messa subito in discussione la mozione presentata dai gruppi consiliari del centrodestra”, proseguono Diana e Liori, “in modo tale che il Consiglio regionale prenda una posizione, che auspichiamo unanime, su questa vicenda e dia alla Giunta i necessari indirizzi politici per la trattativa con Trenitalia. Sarà anche l’occasione per verificare come si è mosso finora l’esecutivo, visto che apprendiamo oggi dalle agenzie di stampa che sarà attivato immediatamente un tavolo di lavoro sulla condizione del servizio di trasporto merci, sulla sua riorganizzazione e sulla necessità del suo rilancio, il che sembra dimostrare che fino a oggi non è stato fatto nulla per tentare di scongiurare il blocco”.

“Speriamo che l’attivazione, per quanto tardiva, della Giunta regionale”, concludono i due consiglieri, “possa servire a impedire che sull’economia sarda, già sufficientemente disastrata, si abbatta l’ulteriore catastrofe della fine del trasporto merci su rotaia. Nel frattempo, vigileremo affinché il servizio sia prontamente ripristinato e mantenuto nella piena operatività intanto che procedono le trattative tra Trenitalia e la Regione”.

mercoledì, marzo 12, 2008

La Regione intervenga per salvare il gruppo Ortofrutticola Sarda

11 milioni di euro di fatturato annuo, 75 dipendenti e un indotto di 400 persone: sono i numeri del gruppo Ortofrutticola Sarda-Cooperativa Agronatura di Terralba, oggi sull’orlo della chiusura per l’impossibilità a riprogrammare i debiti con le banche. “Una realtà industriale come quella del gruppo Ortofrutticola Sarda”, dichiarano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, “non può essere abbandonata a se stessa. La Regione deve intervenire con la massima urgenza per evitare un danno senza precedenti che si abbatterebbe non solo sul personale delle due aziende ma anche su un vasto indotto che va dagli agricoltori che ad esse conferiscono agli autotrasportatori che operano sul territorio”.

Le due aziende hanno contratti principalmente con la grande distribuzione, metà dei quali nel continente e all’estero, e per il 6 per cento circa con tre negozi al dettaglio aperti nell’ultimo anno. “Il gruppo”, spiegano i due consiglieri, “si trova a fare i conti, oltre che con le conseguenze delle varie calamità che si sono susseguite nel corso degli anni (siccità, virosi, aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi di trasporto), con le rigide direttive Basilea 2 sul credito che rischiano di affossarlo definitivamente”. L’erogazione di un mutuo bancario di 1.400.000 euro, concesso a fronte di una richiesta di 2.400.000 euro dopo un’istruttoria durata un anno, ha dato il via a una reazione a catena da cui sembra impossibile uscire: i programmi delle due aziende sono saltati, il rating è drasticamente peggiorato e le banche hanno cominciato a trattenere i bonifici a loro favore e a chiedere il rientro dalle linee di credito. L’intervento del consorzio di garanzia Sardafidi ha consentito la contrattazione di un piano di rientro nei confronti di uno degli istituti di credito, ma restano i problemi con tutti gli altri.

“Il gruppo Ortofrutticola Sarda è a un passo dal non riuscire più a onorare i propri impegni con le banche e dunque dal dover cessare l’attività, il che comporterebbe un danno gravissimo per l’agricoltura sarda in generale e dell’Oristanese in particolare”, concludono Diana e Liori. “Per salvarlo basterebbe che la Regione intervenisse presso gli istituti di credito per agevolare la riprogrammazione dei debiti sul lungo periodo. Siamo certi che l’Assessore regionale all’Agricoltura, Franco Foddis, non farà mancare il suo impegno per salvare due aziende di un territorio che vede nell’agricoltura l’unica fonte di sviluppo immaginabile allo stato attuale”.

Lettera al presidente Fini sulle elezioni politiche

Caro Gianfranco,


nonostante i vari tentativi di contatto telefonico andati a vuoto, sento il dovere di rappresentarti con la presente il profondo rammarico per il trattamento che si sta riservando alla Federazione che ho il piacere di rappresentare. Quando parlo di Federazione, parlo di una Federazione che negli ultimi dieci anni – da quando, cioè, io decisi di abbandonare il mondo dell’impresa per dedicarmi alla politica – ha stravinto tutte le competizioni elettorali eleggendo me a presidente della Provincia nel quinquennio 2000-2005 (unico presidente eletto al primo turno in Italia) ed eleggendo successivamente Antonio Barberio a sindaco di Oristano – risultati che sono stati confermati nelle elezioni successive, sia alla Provincia che al Comune ed eleggendo inoltre me come consigliere regionale. Oltre il 50 per cento dei Comuni della Provincia è amministrato da coalizioni di centrodestra in cui Alleanza Nazionale ricopre un ruolo determinante. Alle ultime elezioni politiche del 2006, Alleanza Nazionale ha ottenuto il risultato più alto tra tutte le Province della Sardegna e il quinto assoluto in Italia. Tutto ciò non è stato evidentemente sufficiente per far sì che la Provincia di Oristano, ma la Sardegna intera, potesse essere rappresentata da un esponente del territorio. Se tale situazione può apparire comprensibile per me, altrettanto non posso garantire per quanto riguarda i nostri elettori, i quali ricorderanno con quale veemenza ci siamo e mi sono opposto a che il governatore Renato Soru importasse assessori e alti dirigenti dal continente quando si troveranno a dover scegliere delle liste in cui figurano esponenti di indiscutibile valore ma privi di alcun legame con la Sardegna. Dispiace certamente tale trattamento, che riteniamo di non meritare soprattutto perché non motivato; spero non sia da ricondurre al fatto che io non ho seguito la via delle componenti interne.


Con immutata stima personale, ti saluto

Is Arenas, sulla stampa indiscrezioni inesatte e dannose

Ho letto con grande preoccupazione le indiscrezioni apparse oggi sui quotidiani in merito al progetto residenziale-alberghiero in corso di realizzazione nel campo di golf di Is Arenas”, dichiara il consigliere regionale Mario Diana, presidente della Federazione di Oristano di Alleanza Nazionale. “La preoccupazione è dovuta soprattutto alle gravissime inesattezze riportate dalla stampa, tali da generare un’immagine distorta dei fatti trattati fino al loro totale travisamento. I presunti scoop giornalistici su Is Arenas sembrano quasi celare la volontà di stroncare sul nascere lo sviluppo turistico dell’Oristanese, mettendo in fuga gli investitori a tutto vantaggio di altri territori della Sardegna pronti ad accoglierli a braccia aperte”.

“Dopo aver visionato l’intera documentazione relativa ai fatti riportati sui quotidiani, ritengo necessario”, prosegue Diana, “chiarire gli aspetti più marcatamente inesatti. Innanzi tutto, l’area in cui sorgono le ville in fase di realizzazione risulta totalmente al di fuori del Sito di Interesse Comunitario e i lavori sono stati regolarmente autorizzati in seguito al mancato accoglimento del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica presentato da due associazioni ambientaliste. Non vi è stata alcuna sospensiva decretata dal Consiglio di Stato nel dicembre del 2004, come riportato sulla stampa: il 9 dicembre, per la precisione, su richiesta del presidente Carlo Azeglio Ciampi, il Consiglio di Stato ha espresso parere negativo sul ricorso, che il Presidente ha rigettato il 6 maggio del 2005. Trovo a dir poco stupefacente che, a distanza di quasi tre anni, il decreto del Presidente non sia stato ancora notificato ai ricorrenti. La procedura di valutazione di impatto ambientale è stata effettuata dalla Regione nel 2002 e ha dato esito positivo. Si parla poi di una presunta “mannaia della Commissione Europea” contro la Regione che non è stata capace di tutelare il Sic (non interessato dai lavori, ribadisco): come è possibile che gli ambientalisti, cui le Istituzioni italiane non notificherebbero neppure gli atti relativi ai loro ricorsi, siano in possesso di informazioni di prima mano dalla Commissione Europea non ancora in possesso né della Regione, né del Governo nazionale?”.

“Tanto interesse intorno al progetto immobiliare della Travel Charme Hotels & Resorts, che prima di scegliere Is Arenas ha preso in considerazione altre zone dell’Isola senza però riuscire ad accordarsi con le Istituzioni locali, rischia di far naufragare un’opportunità su cui l’Oristanese concentra gran parte delle sue aspettative di sviluppo turistico”, conclude Diana. “Non vorrei che dietro i presunti scoop si nascondesse la volontà di indurre la Travel Charme a riconsiderare i propri progetti, magari per convincerla ad accasarsi altrove. Spero, e sono certo che lo sperano anche i cittadini del territorio, che si tratti soltanto di un’incredibile coincidenza di grossolani errori da parte della stampa e che la vicenda possa essere chiarita nel più breve tempo possibile. A tal fine mi impegno a mettere a disposizione di chiunque fosse interessato i documenti in mio possesso, che sono comunque di dominio pubblico”.

martedì, marzo 11, 2008

Genoni, continua la protesta per l’inclusione nel Sarcidano

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, hanno presentato una nuova interrogazione all’Assessore regionale agli Enti locali, Gianvalerio Sanna (ne era stata presentata una analoga nello scorso mese di giugno), per chiedere che il Comune di Genoni, nelle more del Piano per il riordino degli ambiti territoriali ottimali che potranno costituirsi come Comunità montane o Unioni di Comuni, sia incluso nell’ambito del Sarcidano, come la Regione aveva inizialmente previsto, e non in quello dell’Alta Marmilla, come prevede invece l’ultima stesura del Piano.

L’interrogazione ricorda quanto sancito dalla L.R. n. 12 del 2005, secondo la quale “i Comuni individuano autonomamente gli ambiti territoriali e le forme, tra quelle previste dalla legge, per l’esercizio associato delle funzioni e dei servizi”, mentre il Piano “individua i caratteri territoriali degli ambiti adeguati per l’esercizio delle funzioni in forma associata, in considerazione della memoria storica e culturale dei territori e della conformazione delle regioni storiche della Sardegna”.

L’iter del primo schema di Piano si è concluso positivamente con l’inserimento di Genoni nell’ambito del Sarcidano, ma nel dicembre del 2006, in sede di approvazione definitiva del Piano, il Comune è stato invece inserito nell’Alta Marmilla. Nella risposta alla precedente interrogazione, l’Assessore ha spiegato che la decisione è dovuta alla volontà di mantenere gli ambiti territoriali ottimali entro i confini amministrativi delle Province, inserendo di conseguenza Genoni nell’ambito territoriale dell’Alta Marmilla, ricadente nella Provincia di Oristano, anziché in quello del Sarcidano, ricadente nella Provincia di Cagliari. Sanna ha inoltre puntualizzato che “al momento non si profila nessuna volontà modificatrice di tale Piano”. La risposta, secondo i due consiglieri, “risulta palesemente inadeguata a soddisfare le esigenze del territorio, oltre che antieconomica”, sia perché Genoni gestisce già diversi servizi in forma associata con gli altri Comuni del Sarcidano che perché tale territorio, con l’esclusione di Genoni, vedrebbe ridotta la sua popolazione e dunque “si troverebbe svantaggiato nei bandi per l’assegnazione di contributi regionali e fondi comunitari”.

“La protesta del territorio non accenna a venir meno”, riferisce l’interrogazione, “coinvolgendo sia le amministrazioni comunali dei centri del Sarcidano che la popolazione e i sindacati. Ciononostante, durante un incontro tenutosi nei giorni scorsi ad Ales, l’Assessore avrebbe confermato la volontà di non modificare il Piano, annunciando anzi agli amministratori comunali dell’Alta Marmilla l’imminente ingresso del Comune di Genoni nella loro Unione di Comuni”.

Diana e Liori chiedono dunque a Sanna che la Giunta regionale coinvolga maggiormente le amministrazioni comunali nella definizione degli ambiti territoriali ottimali “attraverso un processo di concertazione nel quale si tenga conto delle esigenze espresse dai territori” e che sia modificata la delibera di adozione del Piano, escludendo Genoni dall’Alta Marmilla e inserendolo nel Sarcidano.



INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sull’inserimento del Comune di Genoni nell’ambito territoriale ottimale dell’Alta Marmilla


I sottoscritti,

PREMESSO che

  • L’art. 1, comma 1, della L.R. 2 agosto 2005, n. 12, in materia di comunità montane e unioni di Comuni, prevede che “i Comuni individuano autonomamente gli ambiti territoriali e le forme, tra quelle previste dalla legge, per l’esercizio associato delle funzioni e dei servizi”;

  • L’art. 2 della medesima legge stabilisce la procedura per l’adozione del Piano per il riordino degli ambiti territoriali ottimali, la cui approvazione definitiva spetta alla Giunta regionale in seguito a una procedura che dà ai Comuni l’iniziativa propositiva e che prevede l’espressione di pareri da parte del Consiglio delle Autonomie locali e della Commissione consiliare competente;

  • L’art. 2, comma 2, lettera a), della legge specifica che il Piano “individua i caratteri territoriali degli ambiti adeguati per l’esercizio delle funzioni in forma associata, in considerazione della memoria storica e culturale dei territori e della conformazione delle regioni storiche della Sardegna”;


CONSIDERATO che

  • Il 28 luglio 2006, l’Assessorato agli Enti locali ha comunicato al Comune di Genoni, in sede di predisposizione del Piano di cui sopra, la sua inclusione nell’ambito territoriale ottimale del Sarcidano, apparentemente accogliendo la richiesta unitaria presentata in tal senso da tutti i sindaci del Sarcidano, nella quale era evidenziato il percorso storico, culturale, sociale ed economico comune dei loro centri e dunque il soddisfacimento dei criteri di cui all’art. 2, comma 2, lettera a) della L.R. n. 12/2005;

  • Con Del. n. 42/18 del 4 ottobre 2006, la Giunta regionale ha adottato lo schema di Piano da sottoporre al parere del Consiglio delle Autonomie locali e della Commissione consiliare competente, confermando l’inclusione del Comune di Genoni nell’ambito territoriale ottimale del Sarcidano, quest’ultimo identificato anche come in possesso dei requisiti necessari per la costituzione in comunità montana;

  • Il 20 ottobre 2006 si è tenuta l’assemblea generale dei sindaci e dei Presidenti di Provincia per l’illustrazione dello schema di Piano, nel corso della quale non è stata mossa alcuna obiezione verso l’inserimento del Comune di Genoni nell’ambito territoriale del Sarcidano;


VALUTATO che

  • Con Del. n. 52/2 del 15 dicembre 2006, la Giunta regionale ha adottato in via definitiva il Piano per il riordino degli ambiti territoriali ottimali, inserendo il Comune di Genoni nell’ambito dell’Alta Marmilla;

  • Il 3 gennaio u.s., il sindaco del Comune di Genoni ha inviato una lettera all’Assessore regionale agli Enti locali, nella quale si chiedeva di rivedere la decisione della Giunta alla luce dei criteri previsti dalla L.R. n. 12/2005 per gli ambiti territoriali ottimali, nonché del fatto che i Comuni del Sarcidano già gestiscono in forma associata numerosi servizi quali la raccolta integrata dei rifiuti, lo sportello unico delle attività produttive, lo sportello unico catastale e il sistema bibliotecario, nell’ambito della disciolta comunità montana del Sarcidano-Barbagia di Seulo;

  • L’estromissione del Comune di Genoni dall’ambito territoriale del Sarcidano comporterebbe la sua esclusione dalla gestione associata dei servizi di cui sopra, con conseguenti maggiori spese a carico delle casse comunali e mancato rispetto del dettato e dello spirito della L.R. n. 12/2005;

  • Con deliberazione n. 2 del 25 gennaio 2007, approvata all’unanimità, il Consiglio comunale di Genoni ha richiesto, in deroga alla Del. n. 52/2 di cui sopra, l’inserimento del Comune nell’ambito territoriale ottimale del Sarcidano;

  • Con deliberazione n. 8 del 7 marzo 2007, approvata all’unanimità, il Consiglio comunale di Genoni ha aderito alla ricostituenda comunità montana del Sarcidano-Barbagia di Seulo;


SOTTOLINEATO che

  • Una precedente interrogazione, presentata dagli interroganti il 15 giugno 2007, ha ricevuto risposta il 6 settembre 2007;

  • Nella risposta all’interrogazione, l’Assessore regionale agli Enti locali ha confermato l’inserimento del Comune di Genoni nell’ambito territoriale del Sarcidano nella prima stesura del Piano e che successivamente si è ritenuto di mantenere gli ambiti territoriali ottimali entro i confini amministrativi delle Province, inserendo di conseguenza il Comune di Genoni nell’ambito territoriale dell’Alta Marmilla, ricadente nella Provincia di Oristano, anziché in quello del Sarcidano, ricadente nella Provincia di Cagliari;

  • Nella risposta, l’Assessore precisa inoltre che “al momento non si profila nessuna volontà modificatrice di tale Piano”;

  • Tale risposta risulta palesemente inadeguata a soddisfare le esigenze del territorio, oltre che antieconomica per le ragioni precedentemente esposte e per l’ulteriore conseguenza che ne deriverebbe con il decremento della popolazione residente nell’ambito territoriale del Sarcidano, il quale si troverebbe svantaggiato nei bandi per l’assegnazione di contributi regionali e fondi comunitari;

  • La protesta del territorio non accenna a venir meno, coinvolgendo sia le amministrazioni comunali dei centri del Sarcidano che la popolazione e i sindacati;

  • Ciononostante, durante un incontro tenutosi nei giorni scorsi ad Ales, l’Assessore regionale agli Enti locali avrebbe confermato la volontà di non modificare il Piano, annunciando anzi agli amministratori comunali dell’Alta Marmilla l’imminente ingresso del Comune di Genoni nella loro Unione di Comuni;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale agli Enti locali

affinché riferisca

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di coinvolgere maggiormente le amministrazioni comunali nella definizione degli ambiti territoriali ottimali attraverso un processo di concertazione nel quale si tenga conto delle esigenze espresse dai territori;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di modificare la Del. n. 52/2 del 15 dicembre 2006, escludendo il Comune di Genoni dall’ambito territoriale ottimale dell’Alta Marmilla e includendolo in quello del Sarcidano, in ottemperanza a quanto stabilito dalla L.R. n. 12/2005.

lunedì, marzo 10, 2008

Sicurezza sul lavoro, anche la Regione faccia la sua parte

La Regione ha la possibilità di operare concretamente nella sicurezza sul lavoro, adottando azioni di contrasto agli incidenti sempre più gravi e frequenti che riempiono le pagine della cronaca. Per questo, i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, hanno presentato un’interrogazione all’Assessore regionale alla Sanità, Nerina Dirindin, per chiedere che ai tecnici dei servizi Spresal delle Aziende sanitarie locali siano riconosciute, come sta avvenendo nelle altre Regioni italiane, le opportunità previste dal nuovo Contratto collettivo nazionale del comparto Sanità, che prevede la possibilità di accedere a posizioni dirigenziali che oggi non sono accessibili. Scopo della proposta è motivare il personale, che svolge una funzione di primaria importanza nella prevenzione degli incidenti sui luoghi di lavoro.

I Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, nati con la riforma sanitaria che ha attribuito alle Asl le competenze in materia di promozione e tutela della salute dei lavoratori, operano con personale sanitario e tecnico; i tecnici effettuano ispezioni nei luoghi di lavoro per verificare il rispetto delle normative in materia di sicurezza, in forza della qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria che viene loro rilasciata dai Prefetti. L’azione di prevenzione dei tecnici Spresal si traduce nell’apertura, nei confronti delle aziende che risultano non in regola, del procedimento penale e nella contestuale comminazione di una prescrizione che prevede gli interventi da effettuare per regolarizzare l’ambiente di lavoro e il termine temporale entro cui realizzarli: se allo scadere del termine l’azienda risulta in regola, il procedimento penale è automaticamente archiviato.

A fronte di una simile responsabilità, si legge nell’interrogazione, “da anni i tecnici lamentano un inquadramento contrattuale del tutto inadeguato”, situazione che “ha già portato a conseguenze tangibili, come il disagio e la disaffezione degli interessati, con il conseguente venir meno del coinvolgimento e del contributo dei tecnici alle elaborazioni che gli Spresal richiedono”. “Si tratta”, prosegue l’interrogazione, “di un patrimonio che l’Ente sta disperdendo, tenuto conto che oggi gran parte delle conoscenze e delle esperienze relative alla sicurezza sul lavoro, disciplina relativamente nuova e tuttora priva di referenti certi nelle istituzioni scolastiche ed universitarie, si trovano proprio nella Pubblica Amministrazione”. Negli Spresal “operano figure tecniche laureate inquadrate nel ruolo dirigenziale che, in molti casi, svolgono gli stessi compiti dei tecnici diplomati percependo, però, una retribuzione ben superiore”. Il nuovo Contratto “offre l’opportunità di garantire un idoneo riconoscimento professionale a tali operatori”.

Per questo, i due consiglieri chiedono alla Dirindin il riconoscimento ai tecnici “di nuove posizioni organizzative corrispondenti alle responsabilità che il lavoro da essi svolto implica”, come prevede il Contratto nel caso di “svolgimento di funzioni con assunzione diretta di elevata responsabilità”, aprendo così nuove prospettive di progressione di carriera. Infine, si chiede di ricollocare il personale Spresal in categorie dirigenziali “corrispondenti alla rilevanza, all’autonomia e alla complessità delle mansioni svolte” (nell’interrogazione si propone l’inserimento nella categoria DS) e di riconoscere, così come prevede la normativa nazionale, la funzione di direzione in materia di prevenzione.



INTERROGAZIONE LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sul riconoscimento delle funzioni e delle responsabilità dei tecnici dei servizi Spresal delle Aziende sanitarie locali della Sardegna


I sottoscritti,


PREMESSO che


  • I Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (di seguito Spresal), nati con la riforma sanitaria che ha attribuito alle Aziende sanitarie locali le competenze in materia di promozione e tutela della salute dei lavoratori, operano con personale sanitario e tecnico;

  • L’attività dei tecnici Spresal consiste essenzialmente nell’analisi e nella ricostruzione dei cicli produttivi, nella valutazione degli ambienti di lavoro, nell’individuazione delle situazioni di rischio e nelle misure di prevenzione e protezione più idonee, nella verifica del rispetto delle leggi in materia e nell’effettuazione di inchieste per infortunio, il tutto anche attraverso funzioni di polizia giudiziaria esercitate in forza della qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria (di seguito Upg) che essi ricevono dai Prefetti ai sensi dell’art. 21, comma 3, della L. n. 833/1978;

  • La qualifica di cui sopra comporta una duplice serie di attribuzioni:

a) attribuzioni di polizia giudiziaria ordinarie, condivise con tutte le altre categorie di Upg: si tratta dell’attività vera e propria di polizia giudiziaria, così come prevista dal Codice di Procedura Penale, che consiste sostanzialmente nell’accertamento di fatti costituenti reato e nella segnalazione dei presunti colpevoli all’Autorità giudiziaria, all’interno, quindi, dell’ambito repressivo-penale;

b) attribuzioni di polizia giudiziaria speciali, caratteristiche ed esclusive dell’Upg in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, volte a privilegiare non tanto la repressione dei reati e la punizione dei colpevoli quanto il raggiungimento di obiettivi di sicurezza, ritenendo questi ultimi l’interesse prioritario della collettività;


VALUTATO che

  • Il sistema, delineato dal D.Lgs. n. 758/1994, prevede in sintesi che l’organo di vigilanza, accertata la violazione, impartisca al contravventore un’apposita prescrizione, fissando il termine per la regolarizzazione e contestualmente, tramite notizia di reato, dando avvio al procedimento penale, il quale rimane obbligatoriamente sospeso e viene archiviato dal Pubblico Ministero, con estinzione automatica del reato, se il contravventore si attiene alle prescrizioni impartite e procede al pagamento di una sanzione amministrativa;

  • Il tal modo, il legislatore valorizza gli aspetti preventivi delle funzioni di Polizia Giudiziaria, innescando un processo fortemente segnato dalla capacità e dalla professionalità del singolo operatore, cui sono affidati non solo la discrezionalità tecnica del rilievo della contravvenzione ma anche quella dei contenuti della prescrizione, della definizione delle modalità dell’adempimento, dell’assegnazione di un termine temporale e dell’imposizione di eventuali misure urgenti per l’eliminazione o la riduzione del rischio in attesa della definitiva regolarizzazione;

  • Punto nodale del sistema è la ‘prescrizione’, istituto del tutto particolare nel nostro ordinamento giuridico: infatti, tra tutti gli organi di Polizia Giudiziaria dello Stato, è facoltà esclusiva degli Upg di nomina prefettizia operanti negli Spresal (neppure i Pubblici Ministeri possono impartirla) e chiamati a svolgere le funzioni di cui al D.Lgs. n. 758/1994;

  • Ne consegue per gli Spresal una struttura organizzativa anomala rispetto agli altri uffici e servizi delle Asl, in cui, parallelamente a un impianto organizzativo/gestionale di tipo gerarchico classico, convivono centri di autonomia decisionale rappresentati dai singoli operatori con qualifica di Upg, titolari di funzioni che costituiscono l’essenza stessa di gran parte dell’attività di prevenzione svolta dai Servizi;


SOTTOLINEATO che

  • I tecnici di vigilanza e ispezione operanti negli Spresal costituiscono una figura professionale con caratteristiche uniche all’interno del personale del comparto, in quanto:

a) adottano in piena autonomia atti a rilevanza esterna che incidono sulla sfera economica, giuridica e sociale dell’organizzazione produttiva della società, atti di cui si assumono la piena responsabilità;

b) in base al nuovo Testo Unico sulla Sicurezza nel Lavoro, il personale ispettivo vede inoltre riconosciuta la possibilità di adottare provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale in caso di accertate violazioni in materia di prevenzione; è da sottolineare il potere discrezionale che il personale vede riconosciuto dalla norma nell’applicazione del provvedimento di sospensione dell’attività, provvedimento che costituisce un’assunzione di responsabilità non indifferente nella valutazione degli elementi che sottendono all’atto;

c) assumono la qualifica di Upg solo a seguito di nomina da parte dei Prefetti;

d) ai sensi del D.Lgs. n. 758/1994, assumono funzioni e competenze specifiche: ricerca dei responsabili delle violazioni, elevazione delle prescrizioni con l’induzione a comportamenti atti a rimuovere le situazioni di rischio;

  • A fronte di tutto ciò, da anni i tecnici lamentano un inquadramento contrattuale del tutto inadeguato rispetto al ruolo ricoperto e all’attività svolta;

  • Tale situazione ha già portato a conseguenze tangibili, come il disagio e la disaffezione degli interessati, con il conseguente venir meno del coinvolgimento e del contributo dei tecnici alle elaborazioni che gli Spresal richiedono;

  • Si tratta di un patrimonio che l’Ente sta disperdendo, tenuto conto che oggi gran parte delle conoscenze e delle esperienze relative alla sicurezza sul lavoro, disciplina relativamente nuova e tuttora priva di referenti certi nelle istituzioni scolastiche ed universitarie, si trovano proprio nella Pubblica Amministrazione;

  • In una fase di tumultuosi cambiamenti nel mondo del lavoro, sia sul versante tecnologico e produttivo che su quello normativo (si veda, ad esempio, la continua produzione normativa a livello comunitario), non valorizzare il proprio personale significa operare una scelta di ridimensionamento del ruolo presente e futuro dei Servizi, nonché più in generale della qualità e del livello delle prestazioni che la Regione eroga attraverso le Asl;


CONSIDERATO che

  • Gli Spresal sono direttamente coinvolti nel raggiungimento degli obiettivi regionali assegnati alle Asl e costituenti base di valutazione per l’operato dei direttori generali;

  • Per il perseguimento dell’obiettivo di promozione e sicurezza negli ambienti di lavoro, così come recentemente richiamato dal Presidente della Repubblica, occorre un consistente sforzo organizzativo e culturale, così da giungere a realizzare, superando la sola azione repressiva, un modo nuovo di rapportarsi alle organizzazioni imprenditoriali e sindacali, alle imprese e ai lavoratori, impegno che ricade principalmente sui tecnici Spresal;

  • All’interno degli Spresal operano figure tecniche laureate inquadrate nel ruolo dirigenziale che, in molti casi, svolgono gli stessi compiti dei tecnici diplomati percependo, però, una retribuzione ben superiore;

  • Il nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Sanità offre l’opportunità di garantire un idoneo riconoscimento professionale a tali operatori;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale alla Sanità

affinché riferisca

  • Se non ritiene ingiustificato, sia dal punto di vista giuridico che da quello economico, il mancato riconoscimento ai tecnici Spresal di nuove posizioni organizzative corrispondenti alle responsabilità che il lavoro da essi svolto implica;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare affinché ai tecnici Spresal siano riconosciute:

a) nell’immediato, l’attribuzione della posizione organizzativa, in relazione al ruolo svolto e alle competenze acquisite, anche alla luce delle prospettive di progressione di carriera, soprattutto verticale, previste dal Ccnl del comparto vigente; il campo di applicazione del D.Lgs. n. 758/1994 sembra ben corrispondere allo “svolgimento di funzioni con assunzione diretta di elevata responsabilità” che caratterizza le posizioni organizzative di cui all’art. 20, comma 1, del Ccnl;

b) la ricollocazione del personale in oggetto in categorie contrattuali corrispondenti alla rilevanza, all’autonomia e alla complessità delle mansioni svolte, che si individuano specificamente nelle categorie DS di cui al Ccnl;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare, ai sensi dell’art. 7, comma 2, della L. n. 251/2000, al fine di emanare norme di attribuzione della funzione di direzione relativamente alle attività specifiche dell’area professionale della prevenzione.

venerdì, marzo 07, 2008

Asl 8, continuano le ‘deportazioni’ dei sindacalisti non allineati

L’Azienda sanitaria locale n. 8 di Cagliari continua a mettersi in luce per i rapporti conflittuali con le organizzazioni sindacali. L’Unione Generale del Lavoro, insieme ad altri sindacati autonomi, ha proclamato una giornata di sciopero per il 17 marzo, per protestare contro il trasferimento di alcuni suoi rappresentanti dall’Ufficio Sau (che si occupa della scelta e della revoca dei medici di medicina generale) appena sei giorni dopo una richiesta di incontro che il sindacato ha inoltrato alla dirigenza aziendale per discutere i problemi dell’Ufficio. I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, hanno presentato al riguardo un’interrogazione all’Assessore regionale alla Sanità, Nerina Dirindin.

La vicenda ha preso il via il 21 febbraio, quando la segreteria provinciale dell’Ugl Sanità ha chiesto al direttore generale della Asl n. 8 un incontro sui problemi organizzativi dell’Ufficio Sau, dovuti principalmente alla carenza di personale, che non hanno consentito di chiudere i conteggi per i pagamenti relativi al mese di gennaio. In tutta risposta, il 26 febbraio, il direttore del Servizio Medicina di Base, cui fa capo l’Ufficio Sau, ha dato il via alla riorganizzazione dell’Ufficio, inserendo un nuovo dipendente proveniente dall’Ufficio Rapporti Internazionali, affidando l’incarico di referente a un dipendente arrivato pochi giorni prima da un ente nazionale in liquidazione e perciò privo di qualsiasi esperienza, e trasferendo quattro dipendenti ad altri uffici. Tra questi ultimi figurano dei rappresentanti sindacali dell’Ugl.

Il 27 febbraio, Adelino Marrocu, segretario provinciale dell’Ugl Sanità e presidente dell’Assemblea delle Rsu della Asl, ha inviato al direttore generale, al direttore sanitario, al direttore amministrativo e al direttore del Servizio Medicina di Base una lettera con cui ha segnalato quanto accaduto il giorno prima. Poche ore più tardi, a Marrocu è stato comunicato il trasferimento dall’Ufficio Sau, in cui era anch’egli inquadrato, all’Ufficio Rapporti Internazionali. “La riorganizzazione”, si legge nell’interrogazione, “ha l’effetto di indebolire l’Ufficio Sau, dal momento che rimangono in organico due soli dipendenti in grado di svolgere l’attività di sportello, i quali dovrebbero anche occuparsi di formare il personale di nuova acquisizione”. L’Ufficio, inoltre, si trova abitualmente a svolgere una grande mole di lavoro, dal momento che si occupa delle pratiche per la scelta e la revoca dei medici di medicina generale, sia all’interno della stessa Asl che per gli utenti provenienti da altre Asl, e delle scadenze relative ai cittadini extracomunitari. Ma c’è di più. Perché, denunciano i due consiglieri, “la tempistica della riorganizzazione, unitamente al fatto che tra i dipendenti trasferiti figurano rappresentanti della medesima organizzazione sindacale che ha segnalato alla dirigenza aziendale i problemi dell’Ufficio, lascia supporre un intento punitivo volto a colpire chi, nello svolgimento delle proprie funzioni di rappresentanza dei lavoratori, ha richiamato alle proprie responsabilità il direttore del Servizio di Medicina di Base”.

Liori e Diana chiedono dunque all’Assessore “se è a conoscenza del fatto che nella Asl n. 8 si ricorre al metodo dei trasferimenti punitivi nei confronti dei rappresentanti sindacali che, svolgendo le loro funzioni nell’interesse dei lavoratori e degli utenti, segnalano le disfunzioni e i problemi degli uffici”, se condivide tale pratica e cosa la Giunta regionale intende fare per annullare i trasferimenti, per potenziare l’organico dell’Ufficio Sau “in modo da riportarlo alla piena operatività” e affinché “vengano ristabiliti dei rapporti corretti e proficui tra la dirigenza aziendale e le organizzazioni sindacali”.



INTERROGAZIONE LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulla riorganizzazione dell’Ufficio Sau dell’Azienda sanitaria locale n. 8 di Cagliari


I sottoscritti,


PREMESSO che

  • Il 27 febbraio u.s., il direttore del Servizio Medicina di Base dell’Azienda sanitaria locale n. 8 di Cagliari ha comunicato al sig. Adelino Marrocu, assistente amministrativo nell’Ufficio Sau dell’Azienda e responsabile del procedimento di scelta e revoca del medico di medicina generale, il trasferimento all’Ufficio Rapporti Internazionali della stessa Asl;

  • Il sig. Marrocu è Segretario provinciale del comparto Sanità dell’Unione Generale del Lavoro, nonché presidente dell’Assemblea delle Rappresentanze Sindacali Unitarie della Asl n. 8;


CONSIDERATO che

  • Nell’Ufficio Sau sono stati recentemente inseriti due nuovi dipendenti provenienti da un ente nazionale disciolto;

  • Il 26 febbraio u.s., nel corso di una riunione con i dipendenti dell’Ufficio Sau e dell’Ufficio Rapporti Internazionali, il direttore del Servizio ha manifestato l’intenzione di riorganizzare l’Ufficio Sau, inserendovi un dipendente trasferito su base volontaria dall’Ufficio Rapporti Internazionali, affidando l’incarico di referente a uno dei nuovi dipendenti e trasferendo ad altri incarichi quattro dipendenti dell’Ufficio Sau;

  • Tra i dipendenti trasferiti dall’Ufficio Sau figurano altri rappresentanti sindacali dell’Ugl Sanità;

  • Il 27 febbraio u.s., poco prima di ricevere la comunicazione del suo trasferimento, il sig. Marrocu ha inviato, nelle sue funzioni di presidente dell’Assemblea delle Rsu, una lettera indirizzata al direttore generale, al direttore sanitario, al direttore amministrativo e al direttore del Servizio Medico di Base della Asl n. 8, segnalando quanto avvenuto il giorno prima;



VALUTATO che

  • La riorganizzazione ha l’effetto di indebolire l’Ufficio Sau, dal momento che rimangono in organico due soli dipendenti in grado di svolgere l’attività di sportello, i quali dovrebbero anche occuparsi di formare il personale di nuova acquisizione;

  • L’Ufficio Sau si trova abitualmente a svolgere una grande mole di lavoro, dal momento che si occupa delle pratiche per la scelta e la revoca dei medici di medicina generale, sia all’interno della stessa Asl che per gli utenti provenienti da altre Asl, oltre che delle scadenze relative ai cittadini extracomunitari;

  • Il 21 febbraio u.s., la segreteria provinciale dell’Ugl Sanità ha richiesto al direttore generale della Asl n. 8 un incontro sui numerosi problemi organizzativi dell’Ufficio Sau, tra cui una precedente decurtazione del personale dovuta a pensionamenti e trasferimenti, che hanno determinato l’impossibilità a fare fronte alla chiusura relativamente ai conteggi per i pagamenti delle quote del mese di gennaio per la scelta e la revoca dei medici di medicina generale e dei pediatri di base;


SOTTOLINEATO che

  • La tempistica della riorganizzazione dell’Ufficio Sau, unitamente al fatto che tra i dipendenti trasferiti figurano rappresentanti della medesima organizzazione sindacale che ha segnalato alla dirigenza aziendale i problemi dell’Ufficio, lascia supporre un intento punitivo volto a colpire chi, nello svolgimento delle proprie funzioni di rappresentanza dei lavoratori, ha richiamato alle proprie responsabilità il direttore del Servizio di Medicina di Base;

  • In risposta alla ‘riorganizzazione punitiva’, l’Ugl Sanità ha proclamato lo stato di agitazione insieme agli altri sindacati Fials e Cisna Sanità e l’astensione dal lavoro per il 17 marzo p.v.;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale alla Sanità

affinché riferisca

  • Se è a conoscenza del fatto che nella Asl n. 8 si ricorre al metodo dei trasferimenti punitivi nei confronti dei rappresentanti sindacali che, svolgendo le loro funzioni nell’interesse dei lavoratori e degli utenti, segnalano le disfunzioni e i problemi degli uffici;

  • Se condivide la pratica di cui sopra;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare presso la Asl n. 8 al fine di annullare i trasferimenti del personale dell’Ufficio Sau e di potenziarne l’organico attingendo dalla graduatoria regionale in modo tale da riportarlo alla piena operatività;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare affinché nella Asl n. 8 vengano ristabiliti dei rapporti corretti e proficui tra la dirigenza aziendale e le organizzazioni sindacali.

mercoledì, marzo 05, 2008

Casa di Cura ‘Città di Quartu’, prestazioni non accreditate nel silenzio della Regione

La Casa di Cura ‘Città di Quartu’ eroga prestazioni sanitarie non accreditate senza che la Regione intervenga per impedirlo. E’ quanto è emerso dall’esame degli atti dell’Assessorato regionale alla Sanità effettuato dai consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, che sull’argomento hanno presentato un’interrogazione all’Assessore regionale alla Sanità, Nerina Dirindin. I due consiglieri fanno riferimento alla disciplina di Oculistica, per la quale la clinica non risulta in possesso dell’accreditamento provvisorio. Ciononostante, si legge nell’interrogazione, “la Casa di Cura ‘Città di Quartu’ ha erogato, nel corso dell’anno 2007, prestazioni di Oculistica quali interventi chirurgici per cataratta”.

Liori e Diana chiedono all’Assessore “se è a conoscenza del fatto che la Casa di Cura ‘Città di Quartu’ ha erogato prestazioni sanitarie in assenza del necessario accreditamento”, “in conseguenza di quale provvedimento” la clinica ha potuto erogare le prestazioni e perché l’Assessorato non ha diffidato la clinica affinché interrompesse l’erogazione delle prestazioni non autorizzate. Inoltre, i due consiglieri chiedono alla Dirindin “in capo a chi è posta la funzione di controllo e vigilanza sull’erogazione delle prestazioni sanitarie in regime di accreditamento e quali provvedimenti intende adottare nei confronti di tale soggetto per l’omissione di cui si è reso responsabile”. Infine, si chiede “quanti interventi di Oculistica sono stati effettuati presso la Casa di Cura ‘Città di Quartu’ nell’anno 2007”, “a quanto ammonta il rimborso erogato dall’Azienda sanitaria locale n. 8 alla struttura per ciascun intervento” e cosa la Giunta regionale intende fare “al fine di ottenere il rimborso delle somme indebitamente erogate dall’Asl n. 8 a favore della Casa di Cura ‘Città di Quartu’, nonché al fine di segnalare l’accaduto alla magistratura competente per gli illeciti di natura amministrativa, contabile e penale che fossero stati eventualmente commessi”.



INTERROGAZIONE LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sull’erogazione di prestazioni sanitarie non accreditate da parte della Casa di Cura ‘Città di Quartu’


I sottoscritti,

PREMESSO che, a seguito di una richiesta di accesso agli atti dell’Assessorato regionale alla Sanità formulata dagli interroganti, è emerso che la Casa di Cura ‘Città di Quartu’ non è in possesso dell’accreditamento transitorio per la disciplina di Oculistica;

CONSIDERATO che, pur in carenza dei necessari atti giuridici, la Casa di Cura ‘Città di Quartu’ ha erogato, nel corso dell’anno 2007, prestazioni di Oculistica quali interventi chirurgici per cataratta;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale alla Sanità

affinché riferisca

  • Se è a conoscenza del fatto che la Casa di Cura ‘Città di Quartu’ ha erogato prestazioni sanitarie in assenza del necessario accreditamento;

  • In caso affermativo, in conseguenza di quale provvedimento autorizzativo la Casa di Cura ‘Città di Quartu’ ha potuto erogare prestazioni per le quali non esistono né autorizzazione sanitaria, né accreditamento;

  • Qualora non risultasse alcun provvedimento autorizzativo, per quali ragioni l’Assessorato non ha provveduto a inviare prontamente alla Casa di Cura ‘Città di Quartu’ una diffida al fine di interrompere l’erogazione di prestazioni non autorizzate;

  • In capo a chi è posta la funzione di controllo e vigilanza sull’erogazione delle prestazioni sanitarie in regime di accreditamento e quali provvedimenti intende adottare nei confronti di tale soggetto per l’omissione di cui si è reso responsabile;

  • Quanti interventi di Oculistica sono stati effettuati presso la Casa di Cura ‘Città di Quartu’ nell’anno 2007 e a quanto ammonta il rimborso erogato dall’Azienda sanitaria locale n. 8 alla struttura per ciascun intervento;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di ottenere il rimborso delle somme indebitamente erogate dall’Asl n. 8 a favore della Casa di Cura ‘Città di Quartu’, nonché al fine di segnalare l’accaduto alla magistratura competente per gli illeciti di natura amministrativa, contabile e penale che fossero stati eventualmente commessi.

lunedì, marzo 03, 2008

Chiusura Università di Nuoro, Soru chiarisca i suoi interessi privati

A quanto ammontano i maggiori guadagni per il governatore Renato Soru in qualità di azionista di riferimento di Tiscali con la chiusura dei corsi universitari decentrati di Nuoro? Lo chiedono in un’interrogazione i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori. I due consiglieri ricordano la chiusura dei corsi organizzati nel capoluogo barbaricino dall’Università degli Studi di Cagliari, dovuta alla riduzione dei finanziamenti regionali, e fanno notare che “i corsi soppressi a Nuoro figurano tra quelli erogati dal raggruppamento di imprese Unisofia, aggiudicatario del bando regionale per un progetto integrato per servizi di orientamento e formazione universitaria online finanziato con fondi Por”. Un finanziamento che ammonta a 8.850.000 euro, contro i 6 milioni stanziati dalla finanziaria regionale per il 2008 a favore dei corsi universitari decentrati, “insufficienti a garantire la ripresa dei corsi soppressi a Nuoro”.

I posti disponibili nei corsi erogati da Unisofia, però, non sono sufficienti a garantire una ricollocazione a tutti gli studenti nuoresi (il tetto massimo dei corsi a distanza è di 200 unità, contro i 500 iscritti del solo corso di Scienze dell’Amministrazione soppresso a Nuoro) e inoltre i costi di iscrizione sono decisamente più alti: il corso di Scienze dell’Architettura ha un costo complessivo di oltre 3.000 euro, mentre quelli di Scienze dell’Amministrazione e di Scienze della Comunicazione hanno un costo superiore a 2.000 euro. Diana e Liori fanno poi notare che del raggruppamento Unisofia fa parte Tiscali, con una quota del 24,56 per cento, che a sua volta ha per socio di riferimento Soru, il quale possiede il 25 per cento delle azioni. “La chiusura dei corsi universitari con sede a Nuoro e il conseguente, prevedibile incremento delle iscrizioni ai corsi erogati da Unisofia”, sottolineano Diana e Liori, “si tradurrebbe, per via indiretta, in un aumento degli introiti derivanti al Presidente della Regione attualmente in carica dalla partecipazione azionaria che egli possiede” in Tiscali.

I due consiglieri chiedono al governatore “a quanto ammontano i potenziali maggiori guadagni derivanti, rispettivamente, a Unisofia, a Tiscali S.p.A. e al Presidente della Regione attualmente in carica dalla chiusura dei corsi universitari con sede a Nuoro e dal trasferimento degli studenti che vi erano iscritti ai corsi a distanza erogati da Unisofia”. Inoltre, Diana e Liori chiedono che la Giunta intervenga per “garantire l’immediata ripresa dell’attività didattica e degli esami relativi ai corsi universitari con sede a Nuoro recentemente soppressi” e che Soru risolva “il conflitto di interessi che lo vede coinvolto in qualità di Presidente della Regione e di azionista di riferimento di Tiscali”.



INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione dei corsi universitari con sede a Nuoro e sugli interessi personali del Presidente della Regione nel progetto per l’università a distanza Unisofia


I sottoscritti,

PREMESSO che, in seguito alla riduzione dei finanziamenti regionali, sono stati recentemente soppressi i corsi universitari aventi sede a Nuoro organizzati dall’Università degli Studi di Cagliari;

CONSIDERATO che i corsi soppressi a Nuoro figurano tra quelli erogati dal raggruppamento di imprese Unisofia, aggiudicatario del bando regionale per un progetto integrato per servizi di orientamento e formazione universitaria online finanziato con fondi Por;

VERIFICATO che i posti disponibili nei corsi universitari erogati da Unisofia sono insufficienti a garantire una ricollocazione a tutti gli studenti iscritti ai medesimi corsi con sede a Nuoro (il tetto massimo dei corsi a distanza è di 200 unità, contro i 500 iscritti del solo corso di Scienze dell’Amministrazione soppresso a Nuoro);

SOTTOLINEATO che l’iscrizione ai corsi erogati da Unisofia comporta costi assai più elevati rispetto alla frequenza dei normali corsi universitari: il corso di Scienze dell’Architettura ha un costo complessivo di oltre Euro 3.000, mentre quelli di Scienze dell’Amministrazione e di Scienze della Comunicazione hanno un costo superiore a Euro 2.000;

VALUTATO che fa parte del raggruppamento Unisofia, con una quota del 24,56%, la società Tiscali S.p.A., di cui risulta socio di riferimento, con una quota del 25%, il Presidente della Regione attualmente in carica;

RILEVATO che la chiusura dei corsi universitari con sede a Nuoro e il conseguente, prevedibile incremento delle iscrizioni ai corsi erogati da Unisofia si tradurrebbe, per via indiretta, in un aumento degli introiti derivanti al Presidente della Regione attualmente in carica dalla partecipazione azionaria che egli possiede nella società Tiscali S.p.A.;

RAMMENTATO che il bando Por per i servizi di orientamento e formazione universitaria online ha messo a disposizione di Unisofia complessivi Euro 8.850.000, mentre la legge finanziaria approvata dal Consiglio regionale nei giorni scorsi prevede un finanziamento di Euro 6.000.000 circa a favore dei corsi universitari decentrati, insufficienti a garantire la ripresa dei corsi soppressi a Nuoro;


CHIEDONO DI INTERROGARE

il Presidente della Regione

affinché riferisca

  • A quanto ammontano i potenziali maggiori guadagni derivanti, rispettivamente, a Unisofia, a Tiscali S.p.A. e al Presidente della Regione attualmente in carica dalla chiusura dei corsi universitari con sede a Nuoro e dal trasferimento degli studenti che vi erano iscritti ai corsi a distanza erogati da Unisofia;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di garantire l’immediata ripresa dell’attività didattica e degli esami relativi ai corsi universitari con sede a Nuoro recentemente soppressi;

  • Quali misure intende adottare al fine di risolvere il conflitto di interessi che lo vede coinvolto in qualità di Presidente della Regione e di azionista di riferimento di Tiscali S.p.A.

sabato, marzo 01, 2008

Santa Giusta, la Regione blocchi l’asta per lo stabilimento Co.ri.sa.

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, presenteranno all’inizio della prossima settimana un’interrogazione urgente all’Assessore regionale all’Agricoltura, Francesco Foddis, per chiedere l’intervento della Regione affinché si eviti la vendita all’asta dello stabilimento di trasformazione del riso della cooperativa Co.ri.sa. di Santa Giusta. La vendita è fissata per il 15 e per il 22 aprile, rispettivamente senza e con incanto.

Il complesso industriale della Co.ri.sa., che sorge in località Cirras, comprende diversi edifici tra uffici e capannoni industriali e sarà venduto con una base d’asta di 2.300.000 euro, “pari a circa la metà del suo valore reale”, si legge nell’interrogazione. La sua realizzazione è stata finanziata al 75 per cento con contributi regionali. La Co.ri.sa. è “attualmente in liquidazione su suggerimento che sarebbe stato avanzato ai soci dall’Assessore regionale all’Agricoltura, il quale avrebbe promesso l’impegno concreto della Regione per contribuire alla soluzione della crisi industriale che interessa la cooperativa”.

Sottolineato che l’Amministrazione regionale in carica, e in particolare l’assessore Foddis, “ha sin dal suo insediamento rivolto una grande considerazione al comparto cooperativistico”, i due consiglieri chiedono alla Giunta di intervenire per contribuire alla soluzione della crisi industriale della Co.ri.sa e affinché lo stabilimento non venga messo all’asta “ma resti nella disponibilità della cooperativa, anche a tutela degli investimenti regionali che ne hanno consentito la realizzazione”.



INTERROGAZIONE URGENTE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sull’imminente vendita all’asta di un fabbricato industriale nel Comune di Santa Giusta


I sottoscritti,

PREMESSO che risultano fissate rispettivamente per il 15 e per il 22 aprile pp.vv. le vendite, senza e con incanto, di un complesso industriale per la lavorazione del riso e di altri prodotti dell’agricoltura sito nel territorio del Comune di Santa Giusta in località Cirras;

CONSIDERATO che il complesso risulta composto da diversi edifici: una palazzina per uffici a due piani, un corpo comprendente il servizio di pesatura e il relativo ufficio, due capannoni essiccatoi, un capannone stoccaggio, un capannone riseria, capannoni selezione sementi, una cabina elettrica di trasformazione, una vasca di accumulo idrico;

VERIFICATO che il prezzo a base d’asta del complesso industriale di cui sopra è fissato in Euro 2.300.000, pari a circa la metà del suo valore reale;

VALUTATO che il complesso è di proprietà della cooperativa a mutualità prevalente Co.ri.sa. di Santa Giusta, attualmente in liquidazione su suggerimento che sarebbe stato avanzato ai soci dall’Assessore regionale all’Agricoltura, il quale avrebbe promesso l’impegno concreto della Regione per contribuire alla soluzione della crisi industriale che interessa la cooperativa;

SOTTOLINEATO che l’Amministrazione regionale attualmente in carica, e in modo particolare l’Assessore regionale all’Agricoltura, ha sin dal suo insediamento rivolto una grande considerazione al comparto cooperativistico;

SOTTOLINEATO INOLTRE che la realizzazione del complesso industriale di cui sopra è stata finanziata per il 75 per cento con fondi regionali;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale all’Agricoltura

affinché riferisca

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di contribuire alla soluzione della crisi industriale che interessa la cooperativa Co.ri.sa. di Santa Giusta;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di evitare che il complesso industriale descritto in premessa venga messo in vendita ma resti nella disponibilità della cooperativa, anche a tutela degli investimenti regionali che ne hanno consentito la realizzazione.