lunedì, dicembre 29, 2008

Di Pietro e Soru: cosa non si fa per una poltrona

E’ a dir poco sorprendente la decisione assunta ieri da Italia Dei Valori di appoggiare la ricandidatura alla Presidenza della Regione di Renato Soru, indagato per abuso d’ufficio e turbativa d’asta relativamente ad un appalto regionale da quasi 60 milioni di euro”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana. “Ma ciò che è ancora più sconcertante sono le motivazioni con cui Antonio Di Pietro ha cercato di spiegare tale scelta”.

“L’ex Pm di Mani Pulite ha candidamente ammesso che la situazione in cui è coinvolto Soru è la medesima che si è presentata in diverse Giunte della Campania ma che, a differenza di quanto accaduto oltre Tirreno dove Idv ha lasciato gli esecutivi in cui sono presenti esponenti del Partito Democratico sottoposti ad indagini dalla magistratura, in Sardegna il suo partito non negherà l’appoggio all’ex governatore semplicemente perché Soru è ‘diverso’”, prosegue Diana. “Viene da chiedersi se i suoi elettori la penseranno allo stesso modo, soprattutto se l’indagine sul caso Saatchi dovesse avere ulteriori sviluppi durante la campagna elettorale, ma questo lo si scoprirà soltanto ad elezioni avvenute”.

“Di certo”, conclude il consigliere, “con la sua visita in Sardegna, Di Pietro non ha rimediato una bella figura. Il campione della legalità ha dimostrato ancora una volta che basta poco per convincerlo a mettere da parte i suoi principi: la promessa di qualche poltrona ed ecco che, come per magia, Soru diventa improvvisamente un candidato presentabile. Se può bastare questo per seppellire la questione morale che si è aperta nella tredicesima legislatura regionale, saranno i sardi a deciderlo il 15 e il 16 febbraio”.

martedì, dicembre 23, 2008

La Regione faccia chiarezza sui suoi rapporti con il Gruppo Romeo

Anche la Regione Sardegna e la Asl n. 8 di Cagliari figurano tra le amministrazioni pubbliche che hanno rapporti di collaborazione con le società del Gruppo Romeo, finito recentemente nell’occhio del ciclone per le inchieste giudiziarie che vedono coinvolte alcune amministrazioni locali tra cui il Comune di Napoli. Per fare chiarezza sui rapporti tra la Regione e le società del Gruppo, il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, ha presentato un’interrogazione al Presidente della Regione, Renato Soru, e all’Assessore regionale alla Sanità, Nerina Dirindin.

L’interrogazione fa riferimento in particolare alla Romeo Gestioni S.p.A., che fornisce servizi immobiliari integrati come la gestione, la manutenzione, il censimento, la progettazione, la costruzione e la compravendita di immobili. La società fa parte del Gruppo Romeo, il cui fondatore, Alfredo Romeo, è stato recentemente arrestato su mandato della Procura della Repubblica di Napoli per presunti atti di rilevanza penale commessi nell’ambito dei suoi rapporti con le pubbliche amministrazioni. Sul sito Internet della Romeo Gestioni, tra i clienti della società figurano la Regione Sardegna e l’Azienda Sanitaria Locale n. 8 di Cagliari.

Diana chiede a Soru e alla Dirindin “quali rapporti sussistono tra la Regione Sardegna, la Asl n. 8 e le società del Gruppo Romeo”, “se le società del Gruppo Romeo hanno svolto o stanno svolgendo lavori di qualsiasi genere per conto della Regione Sardegna o della Asl n. 8 e per mezzo di quali procedure tali lavori sono stati affidati loro” e “a quanto ammontano i finanziamenti stanziati per i lavori”. Infine, il consigliere chiede ai due “se non ritengono opportuno, a seguito di quanto accaduto di recente al fondatore del Gruppo Romeo, interrompere qualsiasi rapporto di collaborazione in essere tra la Regione Sardegna, la Asl n. 8 e le società del Gruppo”.



INTERROGAZIONE DIANA, con richiesta di risposta scritta, sui rapporti esistenti tra la Regione Sardegna, la Asl n. 8 di Cagliari e l’imprenditore Alfredo Romeo


Il sottoscritto,

PREMESSO che la Romeo Gestioni S.p.A. è una società che fornisce servizi immobiliari integrati, nei quali sono comprese la gestione, la manutenzione, il censimento, la progettazione, la costruzione e la compravendita di immobili;

CONSIDERATO che la Romeo Gestioni S.p.A. è una società facente parte del Gruppo Romeo, il cui fondatore, l’imprenditore Alfredo Romeo, è stato recentemente arrestato su mandato della Procura della Repubblica di Napoli per presunti atti di rilevanza penale commessi nell’ambito dei rapporti esistenti tra le società del Gruppo Romeo ed alcune amministrazioni pubbliche;

VERIFICATO che, sul sito Internet della Romeo Gestioni S.p.A., tra i clienti della società figurano la Regione Sardegna e l’Azienda Sanitaria Locale n. 8 di Cagliari;


CHIEDE DI INTERROGARE

il Presidente della Regione e l’Assessore regionale alla Sanità

affinché riferiscano

  • Quali rapporti sussistono tra la Regione Sardegna, la Asl n. 8 e le società del Gruppo Romeo;

  • Se le società del Gruppo Romeo hanno svolto o stanno svolgendo lavori di qualsiasi genere per conto della Regione Sardegna o della Asl n. 8 e per mezzo di quali procedure tali lavori sono stati affidati loro;

  • A quanto ammontano i finanziamenti stanziati per i lavori eventualmente affidati dalla Regione Sardegna o dalla Asl n. 8 alle società del Gruppo Romeo;

  • Se non ritengono opportuno, a seguito di quanto accaduto di recente al fondatore del Gruppo Romeo, interrompere qualsiasi rapporto di collaborazione in essere tra la Regione Sardegna, la Asl n. 8 e le società del Gruppo Romeo.

sabato, dicembre 20, 2008

Formazione professionale, no al piano della giunta Soru che sopprime gli enti

Il piano annuale di formazione professionale 2008/2009, adottato dalla giunta Soru lo scorso 16 dicembre, è la tomba della formazione professionale in Sardegna”, denuncia il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, che il prossimo lunedì presenterà in Consiglio regionale un ordine del giorno sull’argomento. “I 20 milioni di euro stanziati in finanziaria per la realizzazione dei corsi sono destinati interamente ai Centri regionali di formazione professionale, mentre per gli enti di natura privatistica non è previsto alcun ruolo”.

“Gli enti”, sottolinea Diana, “hanno gestito il sistema della formazione professionale in Sardegna fino all’elezione a governatore di Renato Soru e oggi si trovano in una condizione di impossibilità ad operare proprio a causa delle scelte politiche della Giunta. A differenza dei Centri regionali, però, possiedono un importante patrimonio di attrezzature e personale da utilizzare per lo svolgimento dei corsi, mentre i Centri regionali dovranno partire da zero per realizzare il piano adottato dall’esecutivo, dal momento che non possiedono il personale, l’esperienza operativa, le attrezzature e neppure i locali necessari per i corsi”.

Il consigliere, infine, ricorda che “decine di dipendenti degli enti sono attualmente in regime di cassa integrazione straordinaria in deroga con scadenza al 31 dicembre. Pertanto, l’attuazione del piano annuale di formazione comporterà l’apertura di una gravissima crisi occupazionale in tutta la Sardegna, oltre ad un inaccettabile scadimento qualitativo dei corsi”. Diana proporrà la discussione del suo ordine del giorno subito dopo il dibattito consiliare di lunedì mattina sull’esercizio provvisorio di bilancio.

venerdì, dicembre 19, 2008

Università diffusa, manca all’appello un milione di euro

Le proteste che si stanno levando in questi giorni dagli ambienti universitari nei confronti della Regione sono pienamente sensate e condivisibili: nella ripartizione del fondo per le sedi universitarie decentrate, infatti, l’Amministrazione regionale ha praticato un taglio di quasi un milione di euro rispetto allo scorso anno”, denuncia il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana.

“Nel 2007, su 8 milioni di euro stanziati in finanziaria, 6.130.000 sono andati a finanziare i corsi delle sedi universitarie decentrate”, spiega Diana. “Nel 2008, invece, su 6 milioni stanziati, per i corsi di laurea di Oristano, Nuoro, Olbia e Iglesias ci sono appena 5.140.000 euro. Il taglio, come si può vedere, è di 990.000 euro, più che sufficienti a motivare le proteste del mondo accademico. Davanti alla riduzione di 2 milioni di euro del fondo per le sedi universitarie decentrate, salvato soltanto grazie alla battaglia svolta in Consiglio regionale dall’opposizione, visto che il governatore Renato Soru voleva azzerarlo, non si capisce come si possa persistere nel sottrarre fondi a realtà accademiche radicate nel territorio per assegnarle all’Associazione per la Libera Università Nuorese e al consorzio Forgea International, dal momento che la prima organizza soltanto master post lauream e che il secondo si occupa della formazione di dirigenti e tecnici provenienti da paesi in via di sviluppo. Si tratta di due realtà che svolgono funzioni importanti e unanimemente riconosciute, ma che nulla hanno a che vedere con le finalità del fondo per le sedi universitarie decentrate. Tra l’altro, mentre esistono disposizioni di legge che impongono di dirottare all’Ailun una parte del fondo, il contributo concesso al Forgea è un’iniziativa della Giunta regionale, della quale non si sentiva certo la mancanza vista la riduzione delle risorse imposta dalla finanziaria”.

“Il fatto che l’esecutivo non abbia mosso un dito per cercare di individuare altre risorse con cui integrare quelle andate perse a favore di Ailun e Forgea dimostra quanto sia scarso l’interesse della giunta Soru nei confronti dell’università diffusa e, più in generale, delle esigenze delle zone interne della Sardegna, che il governatore vorrebbe abbandonate al degrado e allo spopolamento”, conclude il consigliere. “Per questo è necessario dare battaglia, affinché la Giunta si impegni a individuare altre risorse per recuperare il milione di euro tagliato alle sedi universitarie decentrate, già gravate dai tagli patiti negli anni passati e oggi a rischio di chiusura per l’impossibilità a garantire la copertura dei costi di funzionamento e dell’attività didattica”.

mercoledì, dicembre 17, 2008

Pd e questione morale, su Soru intervengano i vertici locali

Dice bene il senatore Maurizio Gasparri quando rileva lo sconcertante silenzio del segretario nazionale del Pd, Walter Veltroni, sulle vicende giudiziarie in cui è coinvolto il governatore Renato Soru: ogni qual volta il massimo leader democratico si sofferma sull’argomento, evita accuratamente di citare l’inchiesta sull’appalto da 60 milioni di euro per la pubblicità istituzionale della Regione che si è conclusa di recente e per la quale sono attese a breve le richieste di rinvio a giudizio”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana. “In Sardegna, però, ci preme soprattutto che siano i vertici locali del Pd, ed in particolare il segretario regionale del partito, Francesca Barracciu, a prendere una posizione chiara sulla questione”.

“La Barracciu non fa che ripetere ad ogni pie’ sospinto che Soru è l’unico candidato del Pd sardo alle prossime elezioni regionali, anticipate o meno che siano”, prosegue Diana. “Essendo, in qualità di segretario regionale del partito, il primo e principale responsabile della scelta del candidato che il Pd sosterrà alle regionali, è ora che la Barracciu dica chiaramente come si pongono i democratici isolani nei confronti della situazione giudiziaria del governatore dimissionario, che non è certo meno delicata di quella di tanti altri esponenti del partito di ogni parte d’Italia che riempiono le cronache di questi giorni. E magari sarebbe interessante sapere se anche i vertici regionali di Italia Dei Valori, movimento che della questione morale si è sempre fatto portabandiera, intendono continuare a sostenere Soru”.

“Cosa accadrebbe, ad esempio”, conclude il consigliere, “se Soru confermasse le dimissioni e, incassata la ricandidatura alle elezioni anticipate, dovesse essere raggiunto in piena campagna elettorale dall’eventuale richiesta di rinvio a giudizio per il caso Saatchi? Il Pd si sbarazzerebbe di lui in quattro e quattr’otto e lo sostituirebbe con un altro candidato? Appare a dir poco improbabile. E’ assai più credibile, invece, che il centrosinistra si ritrovi a dover sostenere Soru fino all’ultimo anche in presenza di un procedimento giudiziario. Sarebbe il successo della strategia del governatore: dimettersi ora per anticipare il voto e costringere la sua coalizione ad appoggiarlo, volente o nolente, un po’ per mancanza di alternative pronte all’uso e un po’ perché ancora la sua immagine non è del tutto compromessa”.

sabato, dicembre 13, 2008

Is Arenas, ancora inesattezze e falsi scoop giornalistici

Dispiace vedere che intorno al progetto residenziale-alberghiero in corso di realizzazione a Is Arenas continuano ad apparire sulla stampa, anche nazionale, presunte indiscrezioni del tutto destituite di ogni fondamento che hanno quale unico effetto quello di mettere a rischio la più importante occasione di sviluppo turistico che l’Oristanese abbia mai conosciuto”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana.

“E’ necessario precisare per l’ennesima volta che le ville in costruzione sorgono interamente al di fuori del perimetro del Sito di Interesse Comunitario”, prosegue Diana, “come dimostra l’intenzione, annunciata dall’Assessore regionale all’Urbanistica, Gianvalerio Sanna, di estendere i confini dell’area in maniera tale da ricomprendere il progetto di sviluppo all’interno del Sic e poterlo così bloccare come vuole, per evidenti ragioni di natura ideologica, l’attuale Amministrazione regionale. Appare pertanto quantomeno bizzarro che l’Unione Europea possa aver aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per non aver tutelato un’area Sic che è totalmente estranea all’intervento. Stupisce, inoltre, che si continuino a sbandierare dettagli relativi a tale presunta procedura di infrazione quando nessuna notifica al riguardo è stata fatta pervenire né al governo nazionale, né alla Regione”.

“Si continua, purtroppo, a montare un caso sul nulla”, conclude il consigliere, “a tutto vantaggio di chi, anche negli ambienti istituzionali, vorrebbe bloccare lo sviluppo turistico nell’Oristanese, magari per dirottarlo altrove”.

Elezioni anticipate, impraticabile la data del 22 febbraio

La data che da più parti viene prospettata come quella in cui dovrebbero tenersi le elezioni regionali anticipate è impraticabile per la concomitanza con i festeggiamenti per il Carnevale”, rileva il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana. “Il 22 febbraio è infatti l’ultima domenica di Carnevale, quella in cui si tengono importanti sfilate in tutta la Sardegna e, ad Oristano, la Sartiglia”.

“Far coincidere le elezioni con i festeggiamenti è impossibile”, spiega Diana. “Da un lato, le manifestazioni carnevalesche terrebbero gli elettori lontani dai seggi, non soltanto distraendoli ma anche limitando la circolazione stradale. Dall’altro, i divieti che accompagnano le operazioni di voto, come quelli relativi alle manifestazioni pubbliche e alla vendita di alcolici, condizionerebbero pesantemente una ricorrenza che, con il passare degli anni, va assumendo un’importanza sempre maggiore per la destagionalizzazione dell’industria turistica”.

“L’unica data utile per il voto resta dunque quella del 15 febbraio”, conclude il consigliere, “a meno che non si voglia deliberatamente limitare l’affluenza alle urne per un qualche calcolo strategico dell’attuale maggioranza. Inutile aggiungere che il centrodestra farà tutto il possibile per contrastare una simile eventualità”.

giovedì, dicembre 11, 2008

Parificazione bilancio 2006, il giudizio della Corte dei Conti non risolve i nodi politici

L’ex maggioranza di centrosinistra ha poco da esultare per il via libera alla parificazione del rendiconto 2006 da parte della Corte dei Conti”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, vicepresidente della Commissione Bilancio. “Al di là del dato tecnico rilevato dai magistrati contabili, restano irrisolti i problemi politici sollevati dal ricorso alla finanza creativa voluto dal governatore Renato Soru”.

“Il fatto che una parte del centrosinistra si sia schierata apertamente contro l’anticipazione delle entrate fiscali future, ripetute nei bilanci degli anni seguenti, e che proprio le divergenze su tale decisione siano tra le ragioni che hanno portato alle dimissioni dell’allora Assessore regionale alla Programmazione, Francesco Pigliaru, dimostra che la vicenda non si può dichiarare chiusa con un sospiro di sollievo una volta incassato il giudizio positivo della Corte dei Conti”, prosegue Diana. “Non si può infatti negare che la pratica dell’anticipazione, impegnando risorse delle annualità a venire, lasci agli esecutivi che governeranno la Regione nei prossimi anni una sorta di ‘sovranità limitata’ sul bilancio, su cui i debiti già maturati continueranno a gravare finché le anticipazioni non diventeranno moneta sonante. Il deficit regionale non viene affatto risanato, dal momento che i debiti che l’Amministrazione soffre oggi non possono essere materialmente pagati con risorse che arriveranno nel futuro. Pareggiare i numeri nella partita doppia della contabilità non comporta l’automatica soluzione del problema, che anzi così viene solamente occultato lasciando a chi verrà dopo l’attuale governatore il gravoso compito di risanare per davvero le casse della Regione, pagando i debiti con soldi veri anziché con entrate virtuali”.

“Infine”, conclude il consigliere, “resta il problema di capire come la Giunta ha effettuato le correzioni nel bilancio 2006 e se aveva il potere per farlo, essendo il bilancio una legge regionale e pertanto competenza esclusiva dell’organo legislativo, vale a dire il Consiglio regionale. Questo non è certo un aspetto che possa essere chiarito dai magistrati contabili, dal momento che non ricade nelle loro competenze, ma è necessario che si faccia piena luce sul perché sono state scavalcate le prerogative dell’Assemblea. Incassato il giudizio positivo di parificazione resta da dimostrare che le modifiche sono state apportate in modo legittimo: la partita del rendiconto 2006 è ancora tutta da giocare e non è detto che Soru oggi abbia davvero incassato una vittoria”.

martedì, dicembre 09, 2008

Esercizio provvisorio in deroga, presentata la proposta di legge

E’ stata presentata oggi la proposta di legge per l’autorizzazione all’esercizio provvisorio di bilancio in deroga del consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana. La proposta prevede che l’esercizio provvisorio autorizzi la spesa in dodicesimi del bilancio 2008, anziché del disegno di legge di bilancio 2009 come prevede la legge regionale di contabilità vigente. Due sono le motivazioni. La prima, di carattere tecnico, è che, se il governatore Renato Soru dovesse confermare le dimissioni, il disegno di legge presentato dalla Giunta non potrebbe essere approvato prima della fine della legislatura ed è pertanto destinato a decadere. Non avrebbe dunque senso autorizzare l’esercizio provvisorio sulla base di una proposta che non potrà mai diventare legge.

La seconda ragione è invece di natura più politica. Quanto accaduto in Aula durante l’esame della legge urbanistica ha dimostrato che la Giunta non gode più dell’appoggio della maggioranza dei consiglieri; pertanto, se il disegno di legge di bilancio dovesse essere votato oggi, presumibilmente sarebbe bocciato. Diana, con la sua proposta, vuole sottoporre al Consiglio la scelta più prudente possibile, evitando di dare il via libera alla spesa sulla base di un disegno di legge di bilancio che non potrà mai essere approvato e che, comunque, non rappresenta l’orientamento politico della maggioranza consiliare.

sabato, dicembre 06, 2008

Crisi, necessario approvare esercizio provvisorio in deroga

Il prossimo martedì, il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, vicepresidente della Commissione Bilancio, presenterà una proposta di legge urgente per consentire l’esercizio provvisorio di bilancio in deroga, affinché, a partire da gennaio, la Giunta regionale possa spendere in dodicesimi del bilancio regionale 2008. “La legge regionale di contabilità consente l’esercizio provvisorio solo in presenza di un’apposita legge di autorizzazione approvata dal Consiglio regionale”, spiega Diana. “Tuttavia, l’attuale situazione politica rende impraticabile quanto previsto dall’art. 29, comma 2, della legge di contabilità, secondo cui, con il disegno di legge di bilancio già presentato, l’esercizio provvisorio è consentito in dodicesimi della spesa complessiva proposta nel disegno di legge”.

“In questo momento, infatti”, prosegue il consigliere, “ci troviamo davanti ad un esecutivo regionale che non gode più dell’appoggio di una maggioranza politica e pertanto non si può pensare di autorizzare l’esercizio provvisorio sulla base di un disegno di legge di bilancio che presumibilmente, se venisse messo ai voti oggi, non sarebbe approvato. Per questo, la prossima settimana presenterò una proposta di legge per autorizzare l’esercizio provvisorio in deroga, in dodicesimi del bilancio 2008, così come avveniva con la precedente legge di contabilità e come avverrebbe con la legge attuale se il disegno di legge per il bilancio 2009 non fosse stato ancora presentato”.

“L’auspicio”, conclude Diana, “è che la proposta di legge possa essere approvata in tempi rapidi nonostante lo stallo istituzionale che è seguito alle dimissioni del governatore Renato Soru, per non rischiare che con l’arrivo del mese di gennaio, anziché in esercizio provvisorio, la Regione si ritrovi con la spesa bloccata fino, in caso di elezioni anticipate, all’insediamento della nuova Giunta. Inutile sottolineare che, con l’attuale situazione di crisi economica, una simile eventualità sarebbe a dir poco tragica e rischierebbe di ridurre sul lastrico l’intera Sardegna. Perciò si rende necessaria un’assunzione di responsabilità da parte dell’intero Consiglio, che non può sottrarsi ai suoi compiti istituzionali in un momento così drammatico”.

Polo caprino a rischio per il disinteresse dell’assessore Foddis

Davanti al pericolo che il polo caprino di Villagrande possa ‘emigrare’ in un’altra regione italiana, lasciando l’Ogliastra priva di una risorsa fondamentale per una delle aree più trascurate dalle politiche della giunta Soru, stupisce l’atteggiamento di chiusura dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, dal quale finora si sono sentite soltanto parole di autodifesa invece delle necessarie assunzioni di responsabilità”: è il commento del consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, alle notizie sul possibile trasferimento del polo nazionale caprino con sede a Villagrande in una delle quattro regioni italiane che si sono dette interessate a sviluppare il progetto.

“Il rischio che il polo caprino prenda la via del continente è conseguenza diretta del disinteresse mostrato dall’assessore Francesco Foddis”, sottolinea Diana, “il quale non ha fatto nulla per sostenere il comparto caprino, a partire dall’intervento più urgente e necessario: la separazione tra i comparti ovino e caprino nella gestione dei contributi regionali alle imprese zootecniche. Le imprese del comparto caprino, infatti, per dimensioni e redditività non sono in grado di competere con quelle del comparto ovino e si ritrovano così tagliate fuori nelle graduatorie. Il fatto che il Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013 non citi neanche una volta l’allevamento delle capre, limitandosi a generici riferimenti ad un inesistente ‘comparto ovicaprino’, non fa ben sperare in prospettiva futura, qualora Foddis dovesse continuare a ricoprire l’incarico fino alla scadenza naturale della legislatura. Un atteggiamento che fa a pugni con lo sbandierato interesse della Giunta regionale nella tutela delle produzioni locali e dell’ambiente e nel rilancio delle zone svantaggiate, attività nelle quali l’allevamento caprino potrebbe avere un ruolo fondamentale: si pensi, ad esempio, alla funzione che possono avere le capre nello sfoltimento del sottobosco e dunque nella riduzione del pericolo di incendi. Il comparto ovicaprino ha infatti il suo punto di maggior forza nella multifunzionalità che gli permette di integrarsi perfettamente nel territorio, soprattutto nelle zone interne, e di operare come fattore di rilancio su più fronti”.

“Tutto ciò, ovviamente, serve a ben poco se, a fronte dell’impegno profuso dagli allevatori, dagli industriali, dai sindacati e dal governo nazionale, ci si deve scontrare con la totale inerzia dell’Assessore regionale”, conclude Diana. “I rischi che corre oggi il comparto caprino sardo sono lo specchio del disimpegno dell’esecutivo regionale nei confronti dell’agricoltura e della zootecnia e, più in generale, del fallimento dell’assessore Foddis nel rilanciare un settore di importanza capitale per lo sviluppo dell’economia sarda”.

venerdì, dicembre 05, 2008

Crisi, il governo vigili sulle procedure e se necessario commissari la Regione

Il governo nazionale deve vigilare sulla gestione della crisi politica in atto e tenersi pronto a commissariare la Regione Sardegna”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana. “La mancata nomina del vicepresidente della Regione e l’ostinazione con cui il governatore dimissionario, Renato Soru, continua a presiedere la Giunta regionale nell’adozione di atti che niente hanno dell’ordinaria amministrazione rendono necessario, in caso di conferma delle dimissioni, il commissariamento della Regione per la gestione della fase di transizione verso la prossima legislatura”.

“A tutt’oggi, Soru è fuori tempo massimo per la nomina del vicepresidente”, spiega Diana. “Un governatore già dimissionario, che sta sfruttando il periodo di trenta giorni che precede la conferma delle dimissioni per adottare gli atti che fanno più comodo a lui ed al suo schieramento politico senza doversi confrontare con un Consiglio regionale di fatto paralizzato dalla crisi, non può procedere con una nomina che non può certo essere considerata un atto di ordinaria amministrazione. Soru ha avuto quattro anni e mezzo di tempo per nominare il suo vice; se tale nomina non è avvenuta prima delle dimissioni, non si vede alcuna ragione per cui debba avvenire dopo, per mano di un governatore che non è sorretto da una maggioranza politica e che dunque non ha più il sostegno necessario per continuare a guidare la Regione e che per giunta non potrà ricandidarsi per un secondo mandato. La legge statutaria in vigore, infatti, non consente al proprietario di un quotidiano nazionale come L’Unità, che Soru non ha mai ceduto alla fondazione che aveva promesso di costituire e che ancora oggi nessuno ha mai visto, di candidarsi alle elezioni regionali, né alla carica di consigliere, né tanto meno a quella di governatore”.

“Pertanto”, conclude il consigliere, “in assenza di un vicepresidente della Regione e con un governatore dimissionario impossibilitato a nominarne uno, il commissariamento diventa l’unica strada possibile per garantire che lo svolgimento delle elezioni avvenga nel pieno rispetto dei diritti civili del popolo sardo. Il governo deve vigilare affinché i passaggi istituzionali della crisi avvengano nel pieno rispetto delle leggi, in particolare di quella legge statutaria che lo stesso Soru ha voluto e che oggi sta apertamente violando”.

mercoledì, dicembre 03, 2008

Aiuti per acquisto caseifici dismessi, procedura da rifare

Una strana procedura priva di evidenza pubblica per un provvedimento che rischia di essere considerato aiuto di Stato e di non superare le forche caudine della Commissione Europea: è ciò che sta accadendo con gli aiuti agli enti locali per l’acquisto di stabilimenti agroalimentari dismessi, principalmente caseifici e cantine, per i quali la finanziaria regionale ha stanziato la somma di 5 milioni di euro. Lo denuncia il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, in un’interrogazione all’Assessore regionale all’Agricoltura, Francesco Foddis.

La finanziaria ha stanziato i 5 milioni “per la concessione di contributi a favore degli enti locali per l’acquisizione e riconversione a fini istituzionali o, comunque di pubblica utilità, di aree, stabilimenti e impianti di lavorazione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agro-alimentari dismessi”, stabilendo che “il relativo programma d’intervento è approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’Assessore dell’agricoltura e riforma agro-pastorale previo parere della competente Commissione consiliare che deve essere espresso entro quindici giorni decorsi i quali il parere si intende acquisito”.

Con una delibera del 14 novembre scorso, la Giunta ha approvato la ripartizione della somma sulla base delle richieste presentate all’Assessorato all’Agricoltura dagli enti locali interessati all’acquisto. La procedura sembra rientrare nella tipologia prevista dalla legge regionale 40 del 1990, la quale prevede che l’esecutivo adotti in prima battuta i criteri e le modalità di concessione degli aiuti e ne dia poi notizia tramite il Buras, consentendo così la partecipazione a tutti i soggetti interessati, e che solo in un secondo momento si proceda all’effettiva ripartizione con criteri trasparenti e verificabili. L’interrogazione ricorda inoltre che l’“acquisizione di un bene immobile al patrimonio di un Comune o di una Provincia prevede una deliberazione da parte del consiglio comunale o, rispettivamente, provinciale”.

Diana chiede a Foddis se nella procedura di ripartizione degli aiuti è stato rispettato il dettato della legge 40, per mezzo di quale atto la Giunta ha adottato i criteri e le modalità di ripartizione degli aiuti ed in quale data l’atto è stato pubblicato sul Buras. Inoltre, chiede quante sono state le manifestazioni di interesse, come sono stati selezionati gli enti locali beneficiari degli aiuti, da quale soggetto e sulla base di quali criteri gli immobili oggetto degli aiuti sono stati classificati come dismessi e se esiste un elenco regionale degli stabilimenti agroalimentari dismessi. Il consigliere chiede poi se i consigli comunali e provinciali degli enti beneficiari degli aiuti hanno deliberato l’acquisizione degli immobili, se l’Assessore ritiene che la sovvenzione possa costituire aiuto di Stato nei confronti dei titolari degli immobili che vengono dismessi e, in caso affermativo, cosa l’esecutivo intende fare per richiedere le necessarie autorizzazioni alla Commissione Europea. Infine, Diana chiede l’annullamento della delibera ed una nuova procedura da attuarsi ai sensi della legge 40.



INTERROGAZIONE DIANA, con richiesta di risposta scritta, sugli aiuti agli enti locali per l’acquisizione di stabilimenti agroalimentari dismessi


Il sottoscritto,

PREMESSO che l’art. 7, comma 5, della L.R. 5 marzo 2008, n. 3 (Legge regionale finanziaria per il 2008), stanzia la somma di Euro 5.000.000 “per la concessione di contributi a favore degli enti locali per l’acquisizione e riconversione a fini istituzionali o, comunque di pubblica utilità, di aree, stabilimenti e impianti di lavorazione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agro-alimentari dismessi” e che, ai sensi del medesimo comma, “il relativo programma d’intervento è approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’Assessore dell’agricoltura e riforma agro-pastorale previo parere della competente Commissione consiliare che deve essere espresso entro quindici giorni decorsi i quali il parere si intende acquisito”;

CONSIDERATO che, con Del. n. 62/16 del 14 novembre 2008, la Giunta regionale ha provveduto ad approvare in via preliminare, nell’attesa di acquisire il parere della Commissione consiliare competente, la ripartizione della somma di cui sopra, sulla base delle richieste pervenute all’Assessorato all’Agricoltura da parte degli enti locali interessati;

SOTTOLINEATO che l’art. 19, comma 1, della L.R. 22 agosto 1990, n. 40, recita quanto segue: “La concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti di qualsiasi natura, sono subordinate alla predeterminazione ed alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, da parte dell’amministrazione procedente, dei criteri e delle modalità cui l’amministrazione stessa dovrà attenersi. Per l’Amministrazione regionale criteri e modalità sono deliberati dalla Giunta regionale su proposta dell’Assessore regionale competente”;

VERIFICATO che la procedura di acquisizione di un bene immobile al patrimonio di un Comune o di una Provincia prevede una deliberazione da parte del consiglio comunale o, rispettivamente, provinciale;


CHIEDE DI INTERROGARE

l’Assessore regionale all’Agricoltura

affinché riferisca

  • Se nella procedura di assegnazione degli aiuti di cui alla premessa è stato rispettato il dettato dell’art. 19, comma 1, della L.R. n. 40/1990;

  • Per mezzo di quale atto la Giunta regionale ha adottato i criteri e le modalità di ripartizione degli aiuti ed in quale data tale atto è stato pubblicato sul Buras;

  • Quante sono le manifestazioni di interesse recapitate all’Assessorato all’Agricoltura a seguito dell’avviso pubblico di cui sopra e come si è pervenuti alla selezione degli enti locali riconosciuti beneficiari degli aiuti;

  • Da quale soggetto e sulla base di quali criteri i beni immobili la cui acquisizione è oggetto degli aiuti sono stati classificati come dismessi;

  • Se esiste un elenco dei beni immobili dismessi rientranti nelle tipologie oggetto degli aiuti sull’intero territorio regionale;

  • Se risulta che i consigli comunali e provinciali dei Comuni e delle Province riconosciuti beneficiari degli aiuti abbiano deliberato l’acquisizione al patrimonio dei beni immobili oggetto degli aiuti stessi;

  • Se non ritiene che gli aiuti possano costituire aiuto di Stato nei confronti dei soggetti titolari dei beni immobili oggetto dell’alienazione e, in caso affermativo, quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di richiedere le necessarie autorizzazioni alla Commissione Europea;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di annullare la Del. n. 62/16 del 2008 e di procedere all’approvazione del programma di intervento di cui all’art. 7, comma 5, della L.R. n. 3/2008 con i relativi criteri e modalità per la concessione degli aiuti, cui dare rilevanza pubblica ai sensi dell’art. 19, comma 1, della L.R. n. 40/1990 al fine di raccogliere le manifestazioni di interesse degli enti locali intenzionati a procedere con le acquisizioni.

lunedì, dicembre 01, 2008

Università diffusa, torna l’incubo chiusura

La mancata programmazione dei 6 milioni di euro stanziati in finanziaria a favore delle sedi universitarie decentrate mette in pericolo i corsi già avviati per l’anno accademico 2008/2009, che presto potrebbero chiudere per mancanza di risorse. Potrebbe andare persino peggio al corso di laurea in archeologia subacquea con sede ad Oristano, se dovessero essere confermate le voci che vogliono la Regione orientata alla sua soppressione. Lo denuncia il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, in un’interrogazione urgente all’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Maria Antonietta Mongiu.

L’interrogazione riprende quanto disposto dall’art. 4, comma 1, lettera c) della finanziaria regionale che, nello stanziare i 6 milioni di euro per l’università diffusa, affida alla Giunta, su proposta dell’assessore competente, la ripartizione delle risorse “in modo da assicurare la prosecuzione ed il completamento dei corsi già avviati”. “Nonostante dall’approvazione della norma siano trascorsi quasi nove mesi e sia ormai iniziata l’attività didattica relativa all’anno accademico 2008/2009”, precisa l’interrogazione, “la Giunta regionale non ha ancora provveduto alla ripartizione del fondo per il finanziamento delle sedi universitarie decentrate”. La conseguenza è che “le sedi universitarie decentrate della Sardegna hanno terminato le risorse finanziarie a loro disposizione e, allo stato attuale, non sono in grado di fare fronte neppure alle spese necessarie per il funzionamento ordinario, come la retribuzione del personale docente e non”, per cui “sussiste il concreto ed immediato pericolo che gli atenei sardi si vedano costretti ad interrompere l’attività didattica dei corsi già avviati nelle loro sedi decentrate, con conseguenti gravi danni per gli studenti”.

Diana chiede perciò all’assessore Mongiu cosa l’esecutivo intende fare per approvare con la massima rapidità la ripartizione del fondo, se è vero che da parte dello stesso Assessore sussisterebbe “l’intenzione a non procedere al rifinanziamento del corso di laurea in archeologia subacquea dell’Università di Sassari, con sede ad Oristano, e, in caso affermativo, per quali ragioni”.



INTERROGAZIONE URGENTE DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata programmazione del fondo a favore delle sedi universitarie decentrate


Il sottoscritto,

PREMESSO che l’art. 4, comma 1, lettera c) della L.R. 5 marzo 2008, n. 3 (Legge regionale finanziaria per il 2008), recita quanto segue: “La dotazione del fondo a favore delle sedi universitarie decentrate di cui alla legge regionale n. 1 del 2006 è determinata, per l’anno 2008, in Euro 6.000.000; alla ripartizione del predetto fondo provvede, verificate le effettive esigenze, la Giunta regionale, su proposta dell’Assessore competente in materia di istruzione, in modo da assicurare la prosecuzione ed il completamento dei corsi già avviati”;

CONSIDERATO che, nonostante dall’approvazione della norma di cui sopra siano trascorsi quasi nove mesi e sia ormai iniziata l’attività didattica relativa all’anno accademico 2008/2009, la Giunta regionale non ha ancora provveduto alla ripartizione del fondo per il finanziamento delle sedi universitarie decentrate;

SOTTOLINEATO che le sedi universitarie decentrate della Sardegna hanno terminato le risorse finanziarie a loro disposizione e, allo stato attuale, non sono in grado di fare fronte neppure alle spese necessarie per il funzionamento ordinario, come la retribuzione del personale docente e non;

VERIFICATO che sussiste il concreto ed immediato pericolo che gli atenei sardi si vedano costretti ad interrompere l’attività didattica dei corsi già avviati nelle loro sedi decentrate, con conseguenti gravi danni per gli studenti;


CHIEDE DI INTERROGARE

l’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione

affinché riferisca

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di approvare con la massima rapidità la ripartizione del fondo a favore delle sedi universitarie decentrate per l’anno 2008;

  • Se risponde al vero che sussisterebbe, da parte dell’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, l’intenzione a non procedere al rifinanziamento del corso di laurea in archeologia subacquea dell’Università di Sassari, con sede ad Oristano, e, in caso affermativo, per quali ragioni.