mercoledì, dicembre 23, 2009

Porcu attacca il centrodestra per coprire i disastri della giunta Soru

L’incredibile attacco mosso oggi dall’on. Porcu ai danni della Giunta regionale e della maggioranza di centrodestra lascia sorpresi, più che per la tempistica natalizia che sa tanto di strenna per una minoranza sempre più in crisi di idee e di identità, per la dose di faccia tosta profusa nel tentativo di difendere l’indifendibile”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, in replica al comunicato stampa diramato oggi pomeriggio dal consigliere regionale del Partito Democratico, Chicco Porcu.

“Non si può certo pensare che il centrodestra potesse, in appena dieci mesi di governo, far sparire i disastri fatti dalla giunta Soru in quattro anni e mezzo”, sottolinea Diana. “Eppure, per rimediare ai danni, molto è già stato fatto. In dieci mesi sono state approvate due leggi finanziarie ed un collegato. E’ in grado, l’on. Porcu, di indicarci quando il centrosinistra è riuscito a fare qualcosa di simile? E’ stata conquistata la certezza dei finanziamenti per la realizzazione della Sassari-Olbia, non certo per merito di un centrosinistra che sembra non saper far altro che gridare al presunto scippo del Fondo per le Aree Sottoutilizzate, che in realtà non c’è mai stato. Le più gravi emergenze industriali, Alcoa e Vinyls su tutte, sono in via di risoluzione”.

“Per contro”, conclude il capogruppo, “ci ritroviamo con un’opposizione che continua a difendere a spada tratta il feticcio del Piano Paesaggistico Regionale, il mostro creato ad uso e consumo del governatore Renato Soru che tanto danno ha arrecato ai sardi e all’economia isolana. Se sono tutti qui gli argomenti su cui può puntare il centrosinistra, allora l’on. Porcu farebbe bene a preoccuparsi per lo stato di salute dell’opposizione, piuttosto che pensare ad attaccare la maggioranza”.

martedì, dicembre 22, 2009

Nucleare, no a facili allarmismi

Come era ampiamente prevedibile, l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dello schema di decreto legislativo per il ritorno dell’Italia all’energia nucleare ha dato il via a una serie di reazioni strumentali e dai toni allarmistici da parte del centrosinistra”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana.

“Ben prima di aver letto i contenuti dello schema di decreto adottato dal Governo, numerosi esponenti dell’opposizione dotati di poteri di chiaroveggenza vogliono far credere di conoscere già i siti in cui saranno realizzate le centrali e i depositi di stoccaggio delle scorie”, prosegue Diana, “sebbene, a quanto è dato sapere, di tali siti nel decreto non vi sia alcuna traccia. E, come al solito, nella ‘lista nera’ diffusa dal centrosinistra non manca la Sardegna, o più precisamente l’Oristanese. Sa tutto di già sentito: le località individuate dall’opposizione sono sempre le stesse su cui, da mesi e mesi, a cadenza regolare si scatenano ridde di voci che hanno come unica finalità quella di terrorizzare i cittadini”.

“Sarebbe quantomeno opportuno che il centrosinistra abbandonasse la strategia del terrore”, conclude il capogruppo, “e assumesse atteggiamenti più responsabili. Solo così sarebbe possibile avere un confronto politico serio, ma soprattutto si eviterebbe di giocare cinicamente sulla pelle delle persone la partita della caccia al consenso elettorale”.

giovedì, dicembre 17, 2009

Lettera Pisanu a sindacati, utile contributo al dibattito sulla crisi

La lettera inviata dal senatore Beppe Pisanu alle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil può rappresentare un utile contributo al dibattito sul superamento della crisi economica e sulla ripresa dello sviluppo in Sardegna”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana. “La preoccupazione mostrata dal Senatore per l’emergenza occupazionale è senza dubbio condivisibile, sebbene certi toni allarmistici sembrino adombrare qualche limite nella fiducia nei confronti dell’esecutivo regionale”.

“Il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, il suo esecutivo e la maggioranza che li sostiene si stanno adoperando quotidianamente per cercare di risolvere le emergenze che investono la Sardegna”, sottolinea Diana. “La finanziaria regionale approvata entro i termini stabiliti dalla legge è una risposta importante in un momento che richiede una maggiore efficienza nella spesa pubblica. Ma non solo, perché l’impegno della Regione nei confronti del Governo nazionale per la rinegoziazione del patto di stabilità, per lo sblocco delle risorse necessarie per la realizzazione di opere pubbliche fondamentali come la Sassari-Olbia e per il salvataggio delle industrie in crisi è sotto gli occhi di tutti e i risultati stanno cominciando ad arrivare. E’ la dimostrazione che il lavoro paga, che concentrare le energie su obiettivi concreti anziché disperderle nelle solite polemiche può rappresentare la chiave per risolvere i problemi dell’Isola”.

“Davanti ai primi risultati riportati nel confronto con il Governo”, conclude il capogruppo, “non mi sembra si possa dire che la Regione parla con voce flebile sullo scenario politico nazionale, grazie anche all’impegno dei parlamentari sardi ed in particolare di quelli del centrodestra, la cui fattiva collaborazione alle iniziative portate avanti dalla Regione fa sì che il loro ruolo di rappresentanti del territorio si traduca in un contributo concreto per uscire dalla crisi e rilanciare lo sviluppo in Sardegna”.

mercoledì, dicembre 16, 2009

Chiesto intervento della Regione per impianto climatizzazione Tribunale Oristano

Il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, ha presentato un’interrogazione all’Assessore regionale ai Lavori Pubblici, Angelo Carta, per chiedere che la Regione realizzi un nuovo impianto di climatizzazione nel Palazzo di Giustizia di Oristano, che da anni deve fare i conti con il malfunzionamento del vecchio impianto, risalente agli anni Novanta.

L’impianto attuale, realizzato con tecnologie ormai obsolete, non è esteso all’intero edificio: il vano scala, i corridoi e le aule per le udienze sono privi di climatizzazione e ciò ha determinato, nel corso degli anni, un sovraccarico dell’impianto ed il suo conseguente deterioramento. Oggi, l’impianto è funzionante solo per il 40 per cento, il che comporta gravi disagi per i magistrati, il personale e l’utenza. Nei mesi estivi, in particolare nelle aule per le udienze, si raggiungono temperature superiori ai 30° e spesso si verificano malori causati dal caldo. I ripetuti interventi di riparazione effettuati non hanno portato a nulla. “Lo stato di obsolescenza e la capacità di funzionamento ridotta”, si legge nell’interrogazione, “rendono inutili interventi parziali e appare pertanto improcrastinabile la realizzazione di un nuovo impianto di climatizzazione, in linea con l’attuale livello tecnologico, prevedendo il ricorso alle energie rinnovabili quali pannelli solari da installare sul tetto dell’edificio”.

Diana chiede perciò all’assessore Carta, come ha già fatto con una lettera il sindaco di Oristano, Angela Nonnis, nel luglio scorso, che la Giunta regionale “disponga la somma necessaria, stimata in circa 700 mila euro, e provveda alla realizzazione di un nuovo impianto di climatizzazione nel Palazzo di Giustizia di Oristano, eventualmente considerando la possibilità di affidare in concessione la progettazione esecutiva, la realizzazione dei lavori e la successiva gestione funzionale dell’impianto”, così come previsto dalla normativa regionale sugli appalti pubblici.



INTERROGAZIONE DIANA Mario, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di funzionamento dell’impianto di climatizzazione del Palazzo di Giustizia di Oristano



Il sottoscritto,


PREMESSO che l’impianto di climatizzazione del Palazzo di Giustizia di Oristano è stato realizzato intorno alla metà degli anni Novanta con tecnologie oggi obsolete e che detto impianto non è esteso all’intero edificio: il vano scala, i corridoi e le aule per le udienze sono privi di climatizzazione, situazione che ha determinato, nel corso degli anni, un sovraccarico dell’impianto ed il suo conseguente deterioramento;


CONSIDERATO che, allo stato attuale, solo il 40 per cento dell’impianto di climatizzazione è funzionante e che ciò comporta gravi disagi per i magistrati, per il personale e per l’utenza, limitando di fatto l’efficienza del servizio offerto dagli uffici giudiziari;


SOTTOLINEATO che, nei mesi estivi, in modo particolare nelle aule per le udienze, si raggiungono temperature superiori ai 30° e che sovente si verificano casi di malori causati dal caldo;


VALUTATO che, nel corso degli anni, l’impianto è stato sottoposto a ripetuti interventi di riparazione senza che ne sortisse alcun risultato;


VERIFICATO che, come è stato puntualmente segnalato dal sindaco di Oristano all’Assessorato regionale ai Lavori Pubblici nello scorso mese di luglio, lo stato di obsolescenza e la capacità di funzionamento ridotta ad appena il 40 per cento rendono inutili interventi parziali per il ripristino dell’impianto e che appare pertanto improcrastinabile la realizzazione di un nuovo impianto di climatizzazione, in linea con l’attuale livello tecnologico, prevedendo il ricorso alle energie rinnovabili quali pannelli solari da installarsi sul tetto dell’edificio;



CHIEDE DI INTERROGARE

l’Assessore regionale ai Lavori Pubblici

affinché riferisca


Se non ritenga opportuno valutare che la Giunta regionale disponga la somma necessaria, stimata in circa Euro 700.000, e provveda alla realizzazione di un nuovo impianto di climatizzazione nel Palazzo di Giustizia di Oristano, eventualmente considerando la possibilità di affidare in concessione, ai sensi dell’art. 34 della L.R. 7 agosto 2007, n. 5, la progettazione esecutiva, la realizzazione dei lavori e la successiva gestione funzionale dell’impianto.

martedì, dicembre 15, 2009

Solidarietà al presidente Berlusconi per l'aggressione subita sabato sera

L’offesa fisica arrecata nella serata di sabato al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi, ha suscitato la condanna del mondo politico e della pubblica opinione. È opportuno significare - senza se e senza ma - la condanna unanime per un evento che, ancorché isolato, suscita viva preoccupazione, specie alla luce di talune dichiarazioni che di certo non fanno onore a chi - ritenuta esecrabile l’offesa - poco dopo si abbandona a spiegazioni e dietrologie che legittimano ed avallano de facto quanto è accaduto.

Quando il bersaglio della polemica è una persona, quando l’obiettivo è quello di distruggere l’interlocutore, la polemica cessa di essere una manifestazione della dialettica. L’imbarbarimento dei toni sfocia in una gestualità inaccettabile, che non appartiene alla civiltà democratica. Occorre segnare marcatamente questo confine, per evitare manifestazioni che rimanderebbero alle stagioni più tristi dei decenni trascorsi.

Un gesto gravissimo ed incivile, sinonimo d’intolleranza: quanto è avvenuto rappresenta un disvalore che non appartiene al popolo italiano e che è totalmente estraneo a chi è chiamato a rappresentarlo nella massima istituzione autonomistica. In qualità di consigliere regionale e di capogruppo del partito di maggioranza relativa, sento dunque l’obbligo morale – e non solo formale – di manifestare al Presidente del Consiglio dei Ministri la più profonda solidarietà unendo a ciò fervidi auguri di pronta guarigione.

Quanto è accaduto è motivo di riflessione per tutti. Mi rammarica che le vicende nazionali rimbalzino sulle prime pagine e nei titoli dei network mondiali per fatti di tale gravità. Non di meno mi rattrista pensare che il gesto di uno squilibrato - come affermano analisti e commentatori – appaia o sia l’effetto, in questo caso incidentale, di un clima di violenza verbale e concettuale, percepito facilmente anzitutto dalla sensibilità del comune cittadino.

Una nota dell’Osservatore Romano avverte il pericolo che «tutto possa riprendere allo stesso modo, e che il pesante souvenir del Duomo scagliato sul viso del Presidente del Consiglio sia considerato, tutto sommato, un fenomeno fisiologico del confronto politico». Questa lettura, la si consideri valida o meno, chiama ciascuno di noi ad uno sforzo dialettico ed una collegiale assunzione di responsabilità.

Ora più che mai – nel linguaggio, nel commento, nella difesa tenace ma non oltraggiosa delle rispettive posizioni politiche – è auspicabile che si cerchi di non superare il livello di guardia. Non di meno mi persuade quanto affermato dal Ministro della Giustizia a proposito del fatto che il gesto di un folle non possa né debba essere derubricato come una semplice azione di demenza: la complessità dell’avvenimento ci vincola a leggere con maggiore intelligenza il segnale di un sillogismo che, d’altro canto, rischia di apparire pervicace e pericoloso.

Una lettura manichea della lotta politica sembra avallare l’idea che il nemico ha un nome, l’avversario ha un volto: il passo è breve perché a ciò segua l’emulazione dell’offesa, prima verbale, poi addirittura fisica. Rifiutare e condannare la violenza significa creare le condizioni per ristabilire con immediatezza il clima di civiltà politica e di sociale rispetto verso l’altro.

È invece disprezzabile motivare l’offesa fisica e l’insulto sistematico e personale collegando queste manifestazioni d’odio con la congiuntura sociale. Vi è chi non ha avuto la forza di sottrarsi a questa lettura. La cosa si commenta da sola ma spiace che ciò abbia affermato addirittura chi ha maturato una rodata esperienza politica e di gestione della cosa pubblica. Ognuno - del resto - sa in coscienza quanto ha fatto e fa per alimentare l’estremizzazione del confronto. Dispiace perciò udire talune affermazioni che da un lato manifestano la solidarietà al premier e dall'altro annoverano tra gli artefici di questo clima il Capo del Governo, pregandolo di non fare la vittima.

Episodi come quello accaduto a Milano richiedono l’impegno di tutte le Istituzioni democratiche. La sensazione che questa triste pagina arrechi danno alla convivenza democratica obbliga ad operare affinché si contrasti tenacemente il ripetersi di questi accadimenti. Disinnescare con fermezza l’accentuarsi di un’eccitazione - dovuta ad atteggiamenti talora non estranei alla politica - ammonisce tutti e ciascuno ad un maggiore e più solerte controllo.

La solidarietà al Presidente del Consiglio porta ad affermare energicamente la condanna di un attacco alla persona e l’offesa al ruolo istituzionale che essa rappresenta, ripudiando l’intolleranza che mette a repentaglio il confronto civile e contrastando risolutamente forme di violenza che, come ha affermato il Capo dello Stato, in un passato non lontano l’Italia ha conosciuto, pagando un prezzo salatissimo per tutelare la conquista della libertà e della democrazia.

Da polo universitario Sardegna Centrale occasione di sviluppo per le zone interne

Con la futura istituzione del polo universitario della Sardegna Centrale, le istanze di sviluppo delle zone interne dell’Isola avranno una prima, importante risposta”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana.

“L’impegno profuso dai consiglieri regionali del territorio, di entrambi gli schieramenti politici, ha fatto sì che l’Aula facesse proprio un concetto di capitale importanza: che la conoscenza è alla base dello sviluppo economico”, sottolinea Diana. “Per questo era necessario che l’Assemblea desse il via libera alla nascita del consorzio universitario unificato di Oristano e Nuoro: non soltanto per difendere l’esistenza di corsi di laurea, anche di eccellenza nazionale come quello in Archeologia subacquea con sede ad Oristano, perennemente a rischio chiusura, ma affinché l’Università possa rafforzare la sua presenza nel territorio, potenziando la propria offerta formativa in un’ottica di razionalizzazione e contenimento dei costi”.

“Con l’istituzione del polo universitario della Sardegna Centrale”, conclude il capogruppo, “sarà più agevole l’accesso ai corsi da parte degli studenti ed in particolare di quelli meno abbienti, ed il sistema produttivo locale potrà contare su un maggiore bagaglio di conoscenze. L’Università potrà così rivelarsi un elemento fondamentale per lo sviluppo economico e la lotta allo spopolamento”.

venerdì, dicembre 11, 2009

Bilancio, da Corte dei Conti chiarezza su politiche della giunta Soru

L’udienza di parificazione dei bilanci regionali 2007 e 2008, che si è svolta stamani davanti alla sezione di Cagliari della Corte dei Conti, ha fatto chiarezza sulla reale portata delle cosiddette ‘politiche di risanamento’ portate avanti nella scorsa legislatura dalla Giunta regionale presieduta da Renato Soru”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana. “La Corte dei Conti ha dimostrato quanto l’allora opposizione di centrodestra ha sempre denunciato: per risanare il bilancio non bastano i proclami, servono azioni concrete”.

“I dati messi in luce dalla relazione della Corte, in particolare il peggioramento del saldo di bilancio e la crescita della spesa corrente superiore all’incremento delle entrate, mostrano l’insuccesso delle politiche messe in atto dal centrosinistra”, prosegue Diana. “Non soltanto il tanto sbandierato risanamento non c’è stato, ma le condizioni di salute delle casse regionali sono andate progressivamente peggiorando, lasciando in eredità al centrodestra una situazione che necessita di interventi decisivi per evitare che il bilancio della Regione continui ad essere ingessato dai debiti e dall’enorme mole di residui. Il dato delle risorse disponibili dalle entrate finali a copertura delle spese per investimenti, fermo al 45 per cento nel 2007 e sceso addirittura al 20 per cento nel 2008, è a dir poco drammatico se valutato alla luce dell’attuale situazione di crisi economica, che richiede interventi finanziari rapidi ed efficaci da destinare soprattutto al superamento del gap infrastrutturale”.

“La presentazione e l’ormai certa approvazione della finanziaria 2010 entro i termini stabiliti dalla legge sono un primo passo verso il recupero della capacità di spesa, indispensabile per ridurre il formarsi di nuovi residui”, conclude il capogruppo. “Le indicazioni della Corte dei Conti, però, ci dicono che c’è ancora molto da fare per risanare la situazione debitoria e per accelerare l’erogazione delle risorse. La revisione dei residui e la rinegoziazione del patto di stabilità, già avviate dall’esecutivo, sono risposte importanti, soprattutto se affiancate a misure finalizzate a snellire ed accelerare le procedure di spesa”.

martedì, dicembre 08, 2009

Nucleare, dai Verdi vecchie notizie e solite strumentalizzazioni

Ancora una volta assistiamo all’ennesimo tentativo di riesumare la vecchia lista di siti deputati ad ospitare le centrali nucleari italiane, redatta dall’Enea negli anni Settanta, spacciandola come una notizia nuova di zecca per utilizzarla come arma politica da usare contro il Governo nazionale e la Giunta regionale di centrodestra”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, commentando il presunto elenco di possibili siti nucleari reso noto oggi dal Presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli.

“Il maldestro tentativo di fomentare la paura del nucleare in Sardegna, indicando Oristano tra i siti che potrebbero ospitare le nuove centrali nucleari, è un’arma che la sinistra ambientalista tira fuori all’approssimarsi di ogni tornata elettorale, con quali risultati è sotto gli occhi di tutti”, sottolinea Diana. “La verità è che il terrorismo psicologico non funziona più. A furia di gridare: ‘Al lupo!’, i Verdi hanno finito per giocarsi la loro credibilità. Chiunque può facilmente rendersi conto che le località che vengono sbandierate a cadenza regolare sono sempre le stesse da anni e che coincidono in massima parte con quelle individuate dall’allora Cnen, poi divenuto Enea. L’idea che un elenco stilato negli anni Settanta possa essere ritenuto valido ancora oggi, senza bisogno di alcun nuovo studio, fa quantomeno sorridere”.

“La verità è quella con cui l’Enel ha smentito la nota dei Verdi”, conclude Diana, “vale a dire che l’iter per l’individuazione dei siti candidati ad ospitare le centrali è ancora molto lungo e che al momento non è possibile alcuna indiscrezione, dal momento che ancora non esiste alcuna ipotesi. Qualsiasi tentativo di indicare la Sardegna tra le località in cui saranno costruite le centrali va pertanto liquidato come pura disinformazione di chi cerca di recuperare consensi tra gli elettori fomentando paure ingiustificate”.