giovedì, giugno 28, 2012

Manifestazione Cgil-Cisl-Uil, la ricostruzione dei sindacati è totalmente inventata

“La ricostruzione di quanto accaduto stamani in Consiglio regionale fatta dalle segreterie sindacali è totalmente destituita di qualsiasi fondamento: i fatti si sono svolti in maniera ben diversa da come è stato riportato nell’ultimo comunicato stampa di Cgil, Cisl e Uil, come tutti i capigruppo presenti stamani in via Roma possono testimoniare”, dichiara il capogruppo di Sardegna E’ Già Domani in Consiglio regionale, Mario Diana.
“L’incontro con le organizzazioni sindacali era previsto per le 12 nella sala riunioni del gruppo del Popolo Della Libertà”, riferisce Diana. “Cinque minuti più tardi, su delega dei capigruppo che, già riuniti, attendevano una rappresentanza dei manifestanti, sono sceso nell’atrio insieme ai colleghi Giampaolo Diana, Luciano Uras e Giulio Steri al fine di favorire l’ingresso della delegazione nel palazzo. Appreso che i tre leader sindacali non intendevano partecipare a un incontro nella sala riunioni di un gruppo politico, dove era stata organizzata stante il carattere non istituzionale della loro richiesta di convocazione, ho provveduto personalmente a chiedere alla Presidente dell’Assemblea, Claudia Lombardo, la disponibilità dell’aula della Terza Commissione. La Presidente ha dato immediatamente risposta favorevole, nonostante le organizzazioni dei lavoratori non avessero manifestato l’intenzione di coinvolgerla nel confronto. Alle 12 e 20, i capigruppo attendevano la delegazione sindacale nell’aula della Terza Commissione, ma i tre segretari (cui non è stato chiesto neppure di esibire i documenti all’ingresso, a dimostrazione che non sono stati affatto fermati dalle ‘rigorose maglie’ della vigilanza) hanno inspiegabilmente deciso di sottrarsi al confronto, convocando una conferenza stampa improvvisata sotto i portici di via Roma per lanciare accuse assolutamente inventate mentre i manifestanti si producevano in cori e slogan irridenti e ingiuriosi nei confronti degli organi istituzionali. E’ bene precisare ancora una volta che nessuno ha lasciato i rappresentanti dei lavoratori ad aspettare per un’ora: l’attesa mentre ci prodigavamo per risolvere il malinteso causato dai ripetuti cambi di orientamento dei leader sindacali si è protratta in tutto per poco più di un quarto d’ora”.
“Appare dunque frutto di fantasia anche l’accusa secondo cui dai quattro capigruppo che si sono impegnati per rimuovere ogni possibile ostacolo all’incontro tra i rappresentanti politici e quelli sindacali sarebbero venute ‘pesantissime provocazioni’”, conclude Diana. “Infine, non si capisce come mai i sindacati dichiarino di non essersi voluti intromettere in uno ‘scontro tra istituzioni’ quando il medesimo scontro, appena la scorsa settimana, non ha creato loro alcun imbarazzo nel richiedere alla Presidente e ai capigruppo un incontro per sollecitare l’approvazione della legge sugli ammortizzatori sociali, che è stata approvata a tempo di record nel giro di ventiquattro ore. Davanti a tanta disponibilità e a tanto prodigarsi da parte dell’istituzione consiliare e dei suoi rappresentanti, le critiche che vengono mosse dai leader sindacali appaiono ingiuste e immeritate, oltre che totalmente inventate”.

lunedì, giugno 25, 2012

Ballottaggi, punita l’azione amministrativa e politica di Cappellacci

“L’esito dei ballottaggi a Oristano e ad Alghero, unito a quello del primo turno della tornata comunale, è un evidente pronunciamento negativo degli elettori nei confronti dell’azione amministrativa della Giunta regionale guidata da Ugo Cappellacci e delle posizioni politiche assunte negli ultimi tempi dallo stesso governatore, guarda caso in due Comuni che sono arrivati al voto commissariati a causa delle divisioni nello schieramento che li amministrava entrambi”, dichiara il capogruppo di Sardegna E’ Già Domani in Consiglio regionale, Mario Diana, commentando i risultati elettorali odierni.
“Gli elettori hanno reagito così, punendo la coalizione di centrodestra, alle mancate risposte alle istanze provenienti dai territori”, sottolinea Diana. “E’ emblematico il caso di Alghero (ma Oristano non è da meno), il cui sindaco uscente si è visto respingere da Cappellacci ogni richiesta di incontro istituzionale. Il coordinatore regionale del Popolo Della Libertà, Settimo Nizzi, ha rilevato puntualmente il nocciolo della questione: il centrodestra ha perso senza diritto ad alcuna giustificazione e, se non vuole andare incontro ad altre e ben più cocenti umiliazioni, deve rifondarsi, ripartendo dal dialogo e dalla collegialità nelle decisioni. Il governatore, invece, non sembra avere ben chiare le ragioni della sconfitta, visto che, nella sua analisi, non compare alcun riferimento alla sua autosospensione dal Pdl (poi rientrata), ai cambi nell’esecutivo decisi senza consultarsi con i partiti, alle nomine disposte d’imperio, quasi per dispetto, solo per affermare una pretesa supremazia sulla coalizione che lo sostiene”.
“Il risultato dei ballottaggi, inoltre, dimostra che, passata la sbornia referendaria, gli elettori tornano a chiedere soluzioni concrete ai loro problemi più immediati: la disoccupazione, la povertà, la crisi di tutti i comparti produttivi”, conclude il capogruppo. “Pur con tutto il rispetto per l’esito dei referendum e per la stagione riformatrice che ne sta scaturendo, che non può certo essere accantonata, ora è necessario non commettere l’errore opposto, cioè mettere da parte le priorità per il rilancio della Sardegna. Il Consiglio e la Giunta devono tornare subito ad occuparsi del sostegno alle imprese di tutti i settori economici, dall’agricoltura al turismo passando per l’industria, della continuità territoriale, della questione energetica, delle vertenze aperte con lo Stato per il versamento dei crediti erariali e per la rimodulazione del patto di stabilità: solo producendo in tempi rapidi dei risultati concreti su tutti questi punti, anziché sbandierare slogan autopromozionali che gli elettori hanno dimostrato di non apprezzare affatto, sarà possibile salvare il centrodestra dalla scomparsa dalla scena politica sarda cui sembra condannato”.

venerdì, giugno 22, 2012

Carbosulcis, Lorefice ancora in sella. Cappellacci revochi immediatamente la nomina


“Il governatore Cappellacci revochi immediatamente l’incarico di presidente della Carbosulcis ad Alessandro Lorefice e smetta di prendere in giro il Consiglio regionale e tutta la Sardegna”, dichiara il capogruppo di Sardegna E’ Già Domani in Consiglio regionale, Mario Diana. “Non è possibile tollerare oltre un simile atteggiamento di denigrazione dell’Istituzione che rappresenta il popolo sardo”.
“Questa mattina”, riferisce Diana, “Lorefice si sarebbe presentato nella sede della società controllata dalla Regione e, dopo aver ritirato le dimissioni, avrebbe ripreso come se niente fosse a svolgere le funzioni di presidente, il tutto in barba alla sollevazione con cui l’opinione pubblica ha reagito alla sua scandalosa nomina e soprattutto al pronunciamento del Consiglio regionale, che ha riconosciuto tale nomina come inopportuna e ne ha chiesto la revoca al governatore. Se ciò è davvero accaduto, dobbiamo dedurne che quest’ultimo non solo non ha ancora ottemperato alla revoca decisa dall’Assemblea, ma che addirittura non avrebbe alcuna intenzione di farlo”.
“Non avrei mai immaginato che Cappellacci potesse portare a un tale livello, che mai si è visto nella storia dell’Autonomia, lo scontro in atto con l’organo legislativo”, conclude il capogruppo, “ma sappia che non gli permetteremo di continuare ad insultarci in questo modo. Il Consiglio si è pronunciato in modo chiaro e inequivocabile: l’incarico di Lorefice deve essere revocato senza tergiversare oltre. Il 4 luglio, nella sede dell’Assessorato all’Industria, ci sarà un vertice tra Regione e sindacati per discutere del futuro della miniera di Nuraxi Figus. Entro quella data, la Carbosulcis dovrà avere un presidente vero, in possesso delle capacità professionali necessarie per svolgere un ruolo così delicato. Il tempo di Lorefice alla guida della società, che non sarebbe dovuto durare neanche un giorno, è abbondantemente concluso. Ora sta a Cappellacci decidere se tornare sui suoi passi o legare indissolubilmente il destino della sua avventura alla guida della Regione a quello del suo illustre pupillo”.

martedì, giugno 19, 2012

Da Bankitalia dati preoccupanti sulle azioni della Giunta per il rilancio dell’economia sarda


“Non avevamo alcun dubbio sul fatto che la Corte dei Conti avrebbe confermato, per l’ennesima volta, l’entità del credito che la Regione vanta nei confronti dello Stato: sono cifre ormai arcinote, più volte riconosciute, che costituiscono un diritto che ormai si dà per acquisito. A preoccupare, invece, sono i disastrosi ritardi che la Sardegna continua ad accumulare in tutti i comparti della sua economia, che l’azione della Giunta regionale non sembra riuscire in alcun modo ad arginare”, dichiara il capogruppo di Sardegna E’ Già Domani in Consiglio regionale, Mario Diana, commentando la relazione della Corte dei Conti sul rendiconto di bilancio della Regione per il 2011.
“Le centinaia di milioni di euro stanziati dalla Regione, di cui parlano nel loro comunicato stampa il governatore Cappellacci e l’assessore La Spisa, non sembrano in grado di incidere sul tessuto economico isolano, come dimostra il rapporto della Banca d’Italia sulla situazione economica della Sardegna, diffuso oggi”, sottolinea Diana. “La disoccupazione giovanile, il blocco delle esportazioni, la riduzione dei consumi e dei risparmi delle famiglie sono segnali gravi, che né il Fondo di Garanzia per l’accesso al credito, né le risorse sbloccate per le infrastrutture e quelle stanziate per l’innovazione, la ricerca e la competitività sembrano riuscire in qualche modo ad invertire”.
“I casi sono due: o le misure su cui l’esecutivo sta investendo non funzionano, oppure le risorse stanziate non riescono ad arrivare nel tessuto economico isolano, vale a dire che la loro spesa è lenta e inefficace”, conclude il capogruppo. “In entrambi i casi, le responsabilità della Giunta sono evidenti e, a fronte di un così profondo e perdurante stato di crisi, non è più possibile giustificarsi con i rigidi vincoli del patto di stabilità, problema noto ormai da anni e verso la cui soluzione, finora, non è stato fatto alcun passo avanti”.

giovedì, giugno 14, 2012

Beni pubblici, la Regione avvii un serio piano di dismissioni immobiliari


“Anziché prodursi in superflui appelli preventivi per il rispetto dei nostri diritti già costituzionalmente tutelati, il governatore Cappellacci potrebbe approfittare dell’occasione offerta dal piano di dismissioni immobiliari attualmente allo studio da parte del governo Monti per mettere in campo un’iniziativa analoga, che consentirebbe di immettere nelle casse regionali ingenti risorse”, dichiara il capogruppo di Sardegna è già Domani, Mario Diana, replicando al comunicato stampa del Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, sulla possibile cessione di beni immobili di proprietà dello Stato siti in Sardegna.
“Per quanto riguarda gli immobili oggetto di dismissione, vale a dire non più utilizzati da parte dell’Amministrazione statale”, spiega Diana, “non penso sia il caso di preoccuparsi: l’art. 14 dello Statuto parla chiaro, devono essere obbligatoriamente trasferiti nel patrimonio della Regione e non vedo per quale ragione il Governo non dovrebbe rispettare il dettato costituzionale. Viceversa, sono dell’avviso che la Regione dovrebbe guardare con molto interesse a ciò che lo Stato intende fare con gli immobili tuttora in uso, per i quali non è previsto il passaggio automatico nella disponibilità di viale Trento. Come già hanno fatto, con ottimi risultati, i grandi gruppi industriali italiani, la Regione, previa un’approfondita ricognizione del proprio patrimonio immobiliare, dovrebbe adottare un rigoroso piano di razionalizzazione che preveda l’eliminazione delle sedi in locazione, i cui affitti gravano pesantemente sulle casse pubbliche, e la cessione a privati, laddove possibile, degli immobili di proprietà regionale”.
“Una simile operazione”, conclude il capogruppo, “permetterebbe di incassare, con buona approssimazione, non meno di un miliardo di euro che potrebbero essere utilizzati per interventi finalizzati a favorire il rilancio produttivo delle imprese isolane. Anziché combattere le solite battaglie di retroguardia, potremmo, una volta tanto, cogliere l’occasione per una seria iniziativa di risanamento del bilancio regionale, una di quelle riforme che i sardi ci chiedono e che porterebbero innegabili vantaggi al nostro sistema economico”.

domenica, giugno 10, 2012

I dati sulla spesa della Regione confermano: Cappellacci sta portando l’Isola verso il baratro


“I dati sull’andamento della spesa della Regione trasmessi dalla Ragioneria alla Commissione Bilancio del Consiglio regionale”, dichiara il capogruppo di Sardegna Domani, Mario Diana, “dimostrano quali drammatici effetti si possono generare sull’economia sarda quando sono chiamate ad amministrare persone cui importa assai poco di tentare di far uscire l’Isola dalla crisi ma che preferiscono usare gli incarichi di governo per risolvere questioni interne ai partiti di appartenenza, lanciare improbabili carriere di giovani rampolli senza arte, ma con una parte di riferimento ben conosciuta, rafforzare posizioni di potere senza rendersi conto che il terreno su cui posano i piedi delle poltrone si sta inesorabilmente sgretolando”.
“E’ a dir poco tragico constatare”, sottolinea Diana, “come siano proprio i settori strategici su cui la Sardegna ha bisogno di puntare per rilanciare il proprio sistema produttivo quelli in cui la spesa regionale risulta maggiormente bloccata. Formazione professionale, istruzione, politiche attive del lavoro, infrastrutture, trasporti e – sembrerebbe incredibile se non ci fossero i dati ad evidenziarlo – turismo sostenibile. Davanti a una situazione del genere, viene da chiedersi: in quale direzione la giunta Cappellacci sta conducendo l’Isola? L’unica che viene in mente, leggendo i dati della Ragioneria, è quella che porta dritti verso il baratro: ci sono settori in cui, a maggio, la Regione non aveva speso ancora un solo euro. Continuando di questo passo, si riuscirà a peggiorare la pessima performance fatta registrare lo scorso anno, il che non stupisce, visto il progressivo allontanamento del governatore dai problemi della Sardegna per occuparsi prioritariamente della propria personalissima carriera politica”.
“In tutto questo, c’è ancora chi, anche sulla stampa, pur riconoscendo gli effetti deleteri della trasformazione della Regione in un ‘poltronificio’ per la sistemazione di trombati più o meno illustri e di giovani di altrimenti scarse speranze, magari alla guida di aziende da cui territori oppressi da pluridecennali ritardi di sviluppo si aspettano – ahiloro – iniziative concrete per il rilancio produttivo, si ostina a dipingere Cappellacci come la gallina dalle uova d’oro nel ‘pollaio’ del Consiglio regionale”, conclude il capogruppo. “E il tentativo di trasformare veramente l’Assemblea in un recinto di polli da spennare a piacimento appare chiaro se a nulla serve che i consiglieri si impegnino, lavorino, scrivano e approvino le leggi per intervenire sui vari settori dell’economia sarda perché queste rimangono inattuate da un esecutivo cui il patto di stabilità sembra precludere qualsiasi spesa tranne quelle relative alla pubblicità istituzionale, con cui si sta finanziando una campagna elettorale permanente a vantaggio di una sola persona. Il tutto per far credere ai sardi che le uova d’oro esistano davvero. Ma, dal ‘pollaio’ del Consiglio regionale, ci sentiamo di assicurare: qui, queste leggendarie uova d’oro, nessuno le ha mai viste”.

giovedì, giugno 07, 2012

Presentato il gruppo consiliare Sardegna Domani, Mario Diana capogruppo


 E’ stato presentato stamani, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta al termine della seduta del Consiglio regionale in cui si sarebbero dovute discutere le due mozioni dell’opposizione sulle nomine ai vertici della Carbosulcis, il nuovo gruppo consiliare Sardegna Domani, di cui fanno parte la Presidente dell’Assemblea, Claudia Lombardo, Mario Diana, che ha annunciato in Aula le dimissioni dalla carica di capogruppo del Popolo della Libertà, Nanni Campus, Roberto Capelli e Massimo Mulas.
“Il gruppo nasce con una composizione variegata”, ha spiegato Diana, riferendosi alla diversa estrazione politica dei cinque aderenti, “e si propone un’opposizione non di maniera ma, nei limiti del possibile, costruttiva. Il nostro ruolo sarà quello di non condividere ciò che sta accadendo in Sardegna ma di proporre soluzioni alternative, di avvicinare la gente, di incontrare le amministrazioni locali, di fare tutte quelle cose cose che nessun partito in questo momento sta facendo”. “Non lascio, per il momento, il Pdl”, ha poi precisato. “Sarà una scelta, eventualmente, successiva, anche alla luce di quanto sta accadendo a tutti i livelli, anche nazionali”.
“Sul piano politico è importante far notare che figure eminenti del Pdl, che hanno sostenuto il partito nella campagna elettorale per le regionali del 2009, abbiano dovuto arrendersi e prendere atto che così non si poteva continuare”, ha commentato Campus, che si è detto “sconcertato” per il comunicato stampa in cui il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha parlato del Consiglio come di “un pollaio”. “Siamo disponibilissimi a riaffrontare il confronto con la Sardegna: non si può aggiungere danno a danno”, ha aggiunto, riferendosi all’eventualità di elezioni anticipate.
“Quella di Sardegna Domani è una scelta che mi ha appassionato da subito”, ha raccontato Mulas, “perché vi ritrovo ciò che manca in questo momento alla politica sarda: il coraggio, il pudore e la passione. Io non ho niente contro Cappellacci ma ho tanto contro la guida della Regione, perché non sta dimostrando né coraggio, né rispetto per le istituzioni”.
“Questo gruppo è la dimostrazione che l’indignazione c’è anche dentro il Palazzo, non soltanto fuori”, ha sottolineato Capelli. “Abbiamo scelto una linea politica trasparente, sobria. Vogliamo essere parte attiva nelle riforme, anziché cercare posti di governo”. In merito alla possibilità di nuovi ingressi nel gruppo, Capelli ha aggiunto: “Credo che noi possiamo essere un’avanguardia, penso che potremo contare su altri che non hanno avuto il coraggio per fare questo passo in un primo momento”.
Entrando nel merito delle scelte di governo, Diana ha attaccato: “La pastorizia e l’agricoltura sono abbandonate dalla Giunta regionale. Non è possibile che le misure del Por siano parcheggiate, che i pagamenti avvengano con otto mesi di ritardo. Ci sono centinaia di milioni di euro che rischiano di essere persi”. “Quello relativo alla pubblicità istituzionale è l’unico capitolo di bilancio totalmente impegnato, 42 milioni di euro gestiti discrezionalmente dalla Presidenza della Regione”, gli ha fatto eco Capelli.
I consiglieri di Sardegna Domani hanno indicato Diana come capogruppo, in attesa di completare la definizione dell’organigramma della nuova compagine consiliare.