lunedì, novembre 19, 2012

Visita Cappellacci in Qatar, investimenti non solo in Costa Smeralda e nel Sud Sardegna

“La visita del presidente Cappellacci in Qatar non sia l’ennesima occasione per attirare investimenti nei soliti territori ma serva per favorire lo sviluppo di quelle zone dell’Isola rimaste finora ai margini dell’industria turistica”, dichiara il capogruppo di Sardegna E’ Già Domani, Mario Diana, commentando la visita a Doha del Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, per incontrare il Capo di Stato qatariota che ha recentemente rilevato la titolarità delle strutture ricettive della Costa Smeralda. “La Sardegna non è solo il Nord-Est e il litorale meridionale ma ha altre zone meritevoli di considerazione che si candidano per gli investimenti che l’emiro Al Thani ha annunciato di voler realizzare nell’Isola”.
“La Provincia di Oristano, ad esempio, potrebbe ospitare il centro per l’allevamento di cavalli di razza araba che, stando a quanto riportano le cronache, la Regione sembra voler dirottare dalla Costa Smeralda nella zona di Pula”, argomenta Diana. “Un’idea, quest’ultima, del tutto incomprensibile, da un lato perché non si farebbe altro che trasferire risorse tra due aree già abbondantemente privilegiate dagli investimenti in campo turistico e dall’altro perché la stessa Regione ha investito ingenti risorse per la realizzazione del progetto Horse Country nella Provincia di Oristano, area storicamente vocata alle attività equestri, e non avrebbe alcun interesse nel non valorizzare tale investimento. Il progetto coinvolge ventotto comuni dell’Oristanese e sessantasei soggetti privati, per un investimento complessivo di 97 milioni di euro, il 70 per cento dei quali di provenienza pubblica. Sono stati realizzati maneggi, punti ristoro e strutture ricettive in tutto il territorio, con nucleo centrale l’Horse Country Resort di Ala Birdi (900 posti letto distribuiti tra tre alberghi a quattro stelle e un maneggio coperto con tribune per 1.200 spettatori): il grande allevamento pensato dall’emiro Al Thani si integrerebbe perfettamente in un contesto simile”.
“L’auspicio è che la visita di Cappellacci in Qatar abbia l’obiettivo di favorire uno sviluppo turistico armonico di tutti i territori isolani, con un occhio di riguardo verso quelli in cui tale sviluppo è appena agli inizi”, conclude il capogruppo. “Per questo, gli investimenti non dovrebbero trascurare la Sardegna centrale, rimasta finora pressoché ignorata dall’attuale Giunta regionale”.

mercoledì, novembre 14, 2012

Finanziaria, esercizio provvisorio fino a definizione della vertenza con lo Stato

Consentire il ricorso all’esercizio provvisorio di bilancio fino alla definizione della vertenza con lo Stato sulle entrate erariali e sulla rimodulazione del patto di stabilità: è quanto prevede una proposta di legge del gruppo Sardegna E’ Già Domani, depositata la scorsa settimana e presentata stamani durante una conferenza stampa in Consiglio regionale. La proposta prevede che, in caso di mancata approvazione della legge finanziaria, la Giunta possa spendere le risorse del bilancio regionale in dodicesimi a tempo indeterminato, senza più il limite dei quattro mesi imposto dalla legge regionale di contabilità.
“Nell’attuale situazione, la Giunta non è in grado di presentare un disegno di legge finanziaria”, ha rilevato il primo firmatario della proposta, il capogruppo Mario Diana, in conferenza stampa. Il rapporto con il Governo è diventato inconcepibile: nonostante la Corte dei Conti abbia riconosciuto l’entità delle entrate spettanti alla Sardegna, non è cambiato nulla, anche perché è inutile avere le risorse disponibili se non si possono spendere a causa del patto di stabilità”.
“Quando si va in esercizio provvisorio, i tempi si allungano e in quel periodo si fa solo ordinaria amministrazione, non si prendono decisioni di rilievo”, ha sottolineato il capogruppo, spiegando per quali ragioni è stata presentata la proposta. “Con questo meccanismo, diamo alla Giunta la possibilità di spendere risorse importanti. Non imbarchiamoci in due mesi di esercizio provvisorio e in una tiritera che vedrà il Consiglio impegnato per due mesi a definire la manovra di bilancio. Distogliamo la nostra attenzione da una finanziaria lunghissima, che provocherà nuove tensioni politiche, e impegnamoci in altre cose”.
“La finanziaria è inutile quando il sistema legislativo funziona”, ha evidenziato Roberto Capelli. “Troppo spesso è una legge omnibus in cui si portano emendamenti o norme dell’ultim’ora per tappare buchi causati dalle carenze legislative di Giunta e Consiglio. La Sardegna è l’unica Regione in cui se ne discute da ottobre a febbraio: se non si fa la finanziaria, nelle altre Regioni non muore nessuno”.
Sulla vertenza con lo Stato, Capelli ha poi aggiunto: “Per l’ennesima volta sta mancando un’autorevole azione politica della Giunta verso il Governo. Da tempo abbiamo dato mandato all’esecutivo perché porti avanti una vertenza unitaria, ma siamo ancora fermi in commissione paritetica Stato-Regione, dove non c’è una forte indicazione politica da parte di quest’ultima. C’è la proposta di sforare il patto di stabilità: benissimo, facciamolo! Ma tutto questo non può ridursi a una conferenza stampa, a mio avviso inopportuna, dell’Assessore alla Programmazione. Prima di tutto ci si deve confrontare con il Consiglio, con gli attori locali, con le parti sociali, per trovare delle soluzioni condivise”. E ancora: “Credo che questa finanziaria sarà un momento molto triste della legislatura, soprattutto perché chi deve guidare non ha le idee chiare”.
“Credo che quest’anno si andrà sicuramente al commissariamento dell’Assemblea, perché non saremo in grado di approvare la manovra”, ha rimarcato Diana. “La preoccupazione è che si vogliano introdurre norme che diano più discrezionalità di spesa alla Giunta e al Presidente. Basti pensare che la legge di riordino del sistema sanitario regionale, approvata un mese fa, non è ancora in vigore perché il presidente Cappellacci non ha firmato il decreto di pubblicazione sul Buras”.
“Non capiamo perché si sia fatta la finanziaria quando le entrate non erano sicure e non la si possa fare ora che lo sono”, ha concluso Capelli. “Le entrate sono sicure, solo i tempi del loro trasferimento non lo sono. Con la nostra proposta, demandiamo al Governo la definizione di tali tempi”. Alla conferenza stampa ha partecipato anche Massimo Mulas, tra gli altri firmatari della proposta di legge.

giovedì, novembre 08, 2012

Fiume Santo, cosa sta facendo la Giunta regionale per salvare la centrale?

“Cosa ha fatto finora la Giunta regionale per salvare la centrale E.On di Fiume Santo, mettendo in pratica l’ordine del giorno approvato il 17 maggio dal Consiglio?”, lo chiedono i consiglieri regionali del gruppo Sardegna E’ Già Domani in un’interpellanza (primo firmatario il capogruppo Mario Diana, cui seguono Nanni Campus, Roberto Capelli e Massimo Mulas) rivolta al Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e all’Assessore regionale all’Industria, Alessandra Zedda.
Nell’ordine del giorno, incentrato sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile ancora operative nella centrale, “si rilevano”, ricordano gli interpellanti, “le condizioni di svantaggio di cui la Sardegna soffre a causa dell’insularità e della carenza di infrastrutture” e “gli effetti penalizzanti di tale carenza sulle prospettive di ripresa economica”, sottolineando “la necessità di realizzare il nuovo gruppo a carbone da 410 MW, la cui costruzione è ritenuta improrogabile e strategica”.  “Nel corso di un incontro con le rappresentanze sindacali tenutosi il 5 ottobre a Roma”, si legge ancora nell’interpellanza, “E.On ha annunciato una riduzione del personale impiegato in Italia pari al 65 per cento, lasciando così intendere l’intenzione di non procedere alla realizzazione del nuovo gruppo”.
“E.On ha già ridotto ben al di sotto del minimo indispensabile gli interventi di manutenzione ordinaria nel sito, con conseguenti, gravissimi pericoli per la sicurezza dei lavoratori e della popolazione residente nel territorio circostante”, sottolineano i consiglieri di Sègd. Non solo, perché, “a seguito del drastico taglio degli investimenti nella manutenzione, le imprese esterne operanti nel sito in regime di appalto stanno riducendo i propri organici, con pesanti ricadute sulla situazione occupazionale di un territorio già gravemente colpito dalla crisi industriale che investe la Sardegna, sull’ordine pubblico e sulla stessa produzione energetica, come dimostrano le manifestazioni di protesta del 5 e 6 novembre”.
I consiglieri di Sègd chiedono perciò a Cappellacci e Zedda cosa ha fatto finora la Giunta per attuare l’ordine del giorno e con quali risultati, e cos’altro intende fare in tal senso. Nel caso in cui non fosse stata messa in atto alcuna misura per cercare di salvare la centrale, gli interpellanti sollecitano l’esecutivo a “prendere atto del proprio fallimento nell’affrontare la vertenza e trarne le debite conseguenze”.




INTERPELLANZA DIANA Mario – CAMPUS – CAPELLI – MULAS sulla mancata attuazione dell’Ordine del Giorno n. 81


I sottoscritti,

PREMESSO che, il 17 maggio u.s., il Consiglio regionale ha approvato l’Ordine del Giorno n. 81 sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo;

CONSIDERATO che, nel suddetto Ordine del Giorno, si rilevano le condizioni di svantaggio di cui la Sardegna soffre a causa dell’insularità e della carenza di infrastrutture, in particolare nei settori dell’energia e dei trasporti, e gli effetti penalizzanti di tale carenza sulle prospettive di ripresa economica delle attività imprenditoriali isolane, sottolineando la necessità di realizzare il nuovo gruppo a carbone da 410 MW nella centrale E.On di Fiume Santo, la cui costruzione è ritenuta improrogabile e strategica, che è stato oggetto di più intese tra l’Amministrazione regionale e l’azienda tedesca e per il quale quest’ultima ha ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni alla costruzione;

RILEVATO che, nel corso di un incontro con le rappresentanze sindacali di categoria tenutosi il 5 ottobre u.s. a Roma, E.On ha annunciato una riduzione del personale impiegato in Italia pari al 65 per cento, lasciando così intendere l’intenzione di non procedere alla realizzazione del nuovo gruppo a carbone nella centrale di Fiume Santo in coincidenza con la cessazione dell’attività dei due gruppi ad olio combustibile, già operanti in regime di proroga poiché non in regola con la normativa vigente in materia di emissioni inquinanti, che dovrà obbligatoriamente avvenire entro il 2013;

PRESO ATTO che E.On ha già ridotto ben al di sotto del minimo indispensabile gli interventi di manutenzione ordinaria nel sito di Fiume Santo, con conseguenti, gravissimi pericoli per la sicurezza dei lavoratori e della popolazione residente nel territorio circostante;

AGGIUNTO che, a seguito del drastico taglio degli investimenti di E.On nella manutenzione, le imprese esterne operanti nel sito in regime di appalto stanno riducendo i propri organici, con pesanti ricadute sulla situazione occupazionale di un territorio già gravemente colpito dalla crisi industriale che investe la Sardegna, sull’ordine pubblico e sulla stessa produzione energetica, come dimostrano le manifestazioni di protesta del 5 e 6 novembre uu.ss., quando gli operai licenziati da una ditta dell’indotto hanno bloccato quasi del tutto l’attività della centrale;


CHIEDONO DI INTERPELLARE
il Presidente della Regione e l’Assessore regionale all’Industria
affinché riferiscano

  • Quali misure la Giunta regionale ha adottato al fine di dare attuazione al dettato dell’Ordine del Giorno n. 81 e con quali risultati;
  • Quali ulteriori misure la Giunta regionale intende adottare al fine di dare attuazione all’Ordine del Giorno di cui sopra;
  • Nel caso in cui non fosse stata adottata alcuna misura o non fosse stato prodotto alcun risultato, quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di prendere atto del proprio fallimento nell’affrontare la vertenza in oggetto e trarne le debite conseguenze.