“Gli esuberi annunciati da E.On. nella centrale elettrica di Fiume Santo sono la logica conseguenza del disimpegno mostrato finora dalla Giunta regionale nonostante i ripetuti appelli affinché si reagisse con decisione alle intenzioni, più volte manifestate dalla multinazionale tedesca, di rinunciare ad investire in Sardegna”, dichiara il capogruppo di Sardegna E’ Già Domani in Consiglio regionale, Mario Diana, commentando la notizia dell’imminente taglio di 120 posti di lavoro nella centrale E.On. a Porto Torres.
“E’ certamente un duro colpo per il governatore Cappellacci trovarsi a dover affrontare una vertenza per lui nuova proprio nel giorno in cui ha ricevuto ad Oristano l’investitura ufficiale di leader del centrodestra alle prossime elezioni regionali”, prosegue Diana. “Il fatto è che se l’esecutivo avesse dedicato lo stesso impegno profuso per il Sulcis anche al resto della Sardegna, come avrebbe dovuto visto che è chiamato a governare l’intera Regione e non solo alcune sue parti, oggi questi centoventi esuberi non ci sarebbero, perché ad E.On. sarebbe già stata imposta la scelta tra realizzare in prima persona il piano industriale già autorizzato, che prevede la realizzazione del nuovo gruppo a carbone al posto dei due vecchi gruppi ad olio combustibile, oppure cedere la centrale a un gruppo industriale disposto ad investire, senza dimenticare che restano sempre a carico della multinazionale tedesca le onerose bonifiche del sito, compromesso soprattutto a causa delle continue deroghe concesse per l’utilizzo dei gruppi ad olio combustibile, obsoleti, pericolosi ed estremamente inquinanti”.
“Ora la Giunta sembra volersi finalmente interessare alla vertenza, sperando di non arrivare fuori tempo massimo”, conclude il capogruppo. “Magari potrebbe essere giunto il momento di tirar fuori dal cilindro i fantomatici gruppi cinesi che si sarebbero detti interessati a rilevare la centrale e scoprire quali sono le loro reali intenzioni, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione del piano industriale. Oppure provare ad aprire una trattativa seria con chi ha davvero manifestato l’interesse a realizzare il nuovo gruppo a carbone. In ogni caso, non può essere concesso ad E.On. di ridimensionare un sito produttivo per massimizzare i propri profitti a discapito del tessuto sociale del territorio e dell’economia di tutta l’Isola, che ha bisogno di affrancarsi dal duopolio energetico Enel-E.On. per poter accedere a forniture energetiche sicure e a prezzi accettabili”.