sabato, maggio 31, 2008

Biodiversità, più impegno da parte della Regione

Il gruppo consiliare di Alleanza Nazionale presenterà nei prossimi giorni un’interpellanza, primo firmatario il consigliere Mario Diana, all’Assessore regionale all’Ambiente, Cicito Morittu, sui Centri di allevamento e recupero della fauna selvatica e sulle loro attività a tutela della biodiversità animale in Sardegna. I Centri di allevamento e recupero, tre in tutta l’Isola, sono strutture gestite dall’Ente Foreste in cui si pratica l’allevamento di specie animali autoctone finalizzato alla conservazione e al ripopolamento.

L’attività dei Centri, si legge nell’interpellanza, “è fortemente ostacolata dalla confusione della normativa in materia”. Difatti, le competenze sui Centri sono state attribuite all’Ente Foreste in seguito a diverse riforme: la legge regionale 23 del 1998 ha disposto il loro trasferimento dall’Ufficio regionale per la Fauna all’Istituto regionale per la Fauna selvatica, con un passaggio temporaneo all’Azienda regionale per le Foreste Demaniali. Allo scioglimento dell’Azienda, le competenze sono passate all’Ente Foreste, determinando così un’ulteriore confusione nel quadro normativo soprattutto alla luce del fatto che, per legge, “le competenze in materia di conservazione e gestione della fauna selvatica sono in capo alle Province, con conseguenti problemi di gestione dovuti al fatto che tali Enti non possiedono né il personale, né le dotazioni strumentali ed economiche necessarie” e che non è consentito “l’allevamento diretto di fauna selvatica da parte dell’Ente Foreste”. Eppure l’Ente, “grazie alla sua strutturazione nel territorio ed alla dotazione di personale specializzato” già impiegato nella gestione della fauna, “può facilmente lavorare al servizio delle amministrazioni locali e della Regione all’interno di progetti finalizzati alla reintroduzione, al ripopolamento e più in generale alla gestione faunistica”.

I firmatari chiedono dunque all’Assessore se è vero che esiste un progetto per trasferire le competenze sui Centri di allevamento e recupero dall’Ente Foreste all’agenzia Agris e quale è il suo stato di attuazione. Alleanza Nazionale propone invece di mantenere i Centri in capo all’Ente e chiede alla Giunta di proporre le necessarie modifiche normative affinché a quest’ultimo possano essere affidati compiti di gestione faunistica diretta. Diana e colleghi chiedono poi che l’esecutivo si faccia promotore di un’indagine sul patrimonio genetico delle specie faunistiche allevate nella aziende agrituristico-venatorie private, in cui l’importazione di animali da fuori Sardegna potrebbe avere effetti negativi sulla conservazione delle specie autoctone e dunque sulla biodiversità, per la cui tutela e sviluppo si propone che i Centri siano potenziati affinché il ripopolamento possa essere destinato anche all’attività venatoria mediante l’immissione delle specie allevate in purezza nelle riserve autogestite. Infine, i consiglieri chiedono alla Giunta di valutare la possibilità di trasferire le competenze sul patrimonio forestale dall’Assessorato all’Ambiente a quello all’Agricoltura, “in modo da garantire una gestione integrata e produttiva delle foreste sarde finalizzata alla tutela ed al ripristino della biodiversità nell’Isola”.



INTERPELLANZA DIANA – ARTIZZU – LIORI – MORO – SANNA Matteo sui Centri di allevamento e recupero della fauna selvatica e sulle loro attività a tutela della biodiversità animale in Sardegna


I sottoscritti,


PREMESSO che

  • L’art. 3 della L.R. 9 giugno 1999, n. 24 (Legge istitutiva dell’Ente Foreste della Sardegna), indica tra i compiti dell’Ente “la sorveglianza, la razionale manutenzione, il miglioramento e la valorizzazione” del patrimonio silvo-agro-forestale e faunistico, la promozione “attraverso soggetti estranei all’Ente” di “attività di allevamento e diffusione faunistica, di turismo, di turismo rurale e ricreative, nonché tutte le attività collaterali utili per il miglior utilizzo economico di beni, opere e risorse dell’Ente”;

  • I compiti di cui sopra presuppongono un approccio integrato in cui i diversi aspetti relativi alla gestione delle foreste vengono sviluppati contestualmente già in fase di programmazione;

  • Tali principi sono considerati obiettivi prioritari nelle aree della Rete Ecologica Regionale gestite dall’Ente Foreste, pari a circa 94.000 ha;

  • Il Piano forestale ambientale regionale, approvato con Del. n. 53/9 del 27 dicembre 2007, prevede come primo macro-obiettivo la tutela dell’ambiente intesa come necessità di salvaguardare tutte le componenti degli ecosistemi e la gestione forestale sostenibile secondo modelli di pianificazione orientati alla multifunzionalità delle foreste;

  • Si inserisce in tale ottica quanto previsto nelle azioni di intervento della linea naturalistico-paesaggistica, e più specificamente nell’orientamento gestionale n. 7, a garanzia del mantenimento e del miglioramento della biodiversità degli ecosistemi, intendendo con questo l’insieme dei processi ecologici dei sistemi ambientali e la conservazione e la valorizzazione delle specie di flora e fauna che ne fanno parte;


CONSIDERATO che

  • Una gestione forestale che riconosca un ruolo importante alla ricostituzione e al mantenimento dei popolamenti faunistici, oltre a rispondere a istanze di carattere scientifico e conservazionistico, può dare un significativo contributo alla risoluzione di alcune problematiche socio-economiche legate alla marginalità delle aree montane;

  • Come già riscontrato in aree naturali in Italia ed all’estero, la ricostituzione di zoocenosi il più possibile complete determina ricadute di diverso ordine:

a) aumento della stabilità degli ecosistemi;

b) aumento della biodiversità nei sistemi naturali e seminaturali;

c) incremento del turismo naturalistico nelle zone interne, alternativo al turismo di tipo tradizionale che nell’Isola ha ancora carattere prevalentemente stagionale e costiero;

d) possibilità, in un futuro a medio termine, di un’attività venatoria controllata a carico di alcuni ungulati, basata sul prelievo commisurato alla consistenza ed alla struttura delle popolazioni e compatibile con una politica di conservazione e fruizione alternativa della fauna selvatica e del territorio;


RILEVATO che

  • Le attività faunistiche dell’Ente foreste sono riassumibili in tre linee d’azione:

a) gestione dei Centri di allevamento e recupero della fauna selvatica di Monastir, Bonassai-Olmedo ed Oliena;

b) gestione dei recinti e delle strutture di ripopolamento e di preambientamento degli ungulati protetti e della piccola selvaggina (pernice sarda e lepre sarda);

c) gestione di alcune popolazioni naturali e/o reintrodotte di ungulati nelle foreste;

  • La gestione delle attività di cui sopra, compresi i tre Centri di allevamento e recupero, fa capo alla direzione generale dell’Ente Foreste;

  • Con la soppressione dell’Ufficio regionale per la Fauna, disposta con l’art. 101 della L.R. 29 luglio 1998, n. 23 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna), ogni sua funzione e dotazione, compresi i Centri di allevamento e recupero, avrebbe dovuto essere trasferita all’Istituto regionale per la Fauna Selvatica;

  • Tale trasferimento non è mai avvenuto e mentre il personale è stato assegnato in via definitiva all’Azienda per le Foreste Demaniali della Regione Sardegna, la gestione dei Centri è stata affidata all’Azienda temporaneamente secondo gli indirizzi dell’Assessorato regionale alla Difesa dell’Ambiente;

  • Successivamente, con la soppressione dell’Azienda, la gestione dei Centri e la titolarità del relativo personale sono state trasferite all’Ente Foreste;


VALUTATO che

  • Gli allevamenti di piccola selvaggina gestiti dall’Ente Foreste hanno una finalità prevalentemente conservazionistica, attualmente concentrata in particolare sulla produzione della pernice sarda e della lepre sarda;

  • Con l’istituzione delle aziende agrituristico-venatorie vi è stato nell’Isola un aumento delle introduzioni di specie cacciabili alloctone che possono inquinare geneticamente e/o soppiantare le specie autoctone;

  • L’allevamento in purezza di nuclei di pernice sarda e di lepre sarda, in particolare, è da ritenersi fondamentale per la conservazione di tali specie;

  • I Centri di ripopolamento di Monastir e Olmedo sono attualmente impegnati in via prioritaria nella produzione di esemplari di pernice sarda da destinare agli interventi di ripopolamento a cura delle Province;

  • Nel Centro di Monastir è attivo anche l’allevamento sperimentale della quaglia, mentre in alcune foreste demaniali del cagliaritano sono presenti piccoli nuclei di lepre sarda allevata a terra;

  • La gestione dei Centri consente di programmare l’ampliamento degli allevamenti ad altre specie di importanza conservazionistica;

  • Nei Centri di Monastir ed Olmedo sono inoltre presenti due cliniche e le relative strutture di recupero e riabilitazione;

  • Infine, l’Ente Foreste ha in corso progetti di allevamento e reintroduzione, presso recinti faunistici ed aree direttamente gestite, di ungulati quali il cervo sardo, il muflone ed il daino;


SOTTOLINEATO che

  • L’attività di gestione faunistica e ripopolamento svolta dall’Ente Foreste è fortemente ostacolata dalla confusione della normativa in materia;

  • La L.R. n. 23/1998 prevede che le competenze in materia di conservazione e gestione della fauna selvatica siano in capo alle Province, con conseguenti problemi di gestione dovuti al fatto che tali Enti non possiedono né il personale, né le dotazioni strumentali ed economiche necessarie;

  • La L.R. n. 24/1999 non consente l’allevamento diretto di fauna selvatica da parte dell’Ente Foreste;


PRESO ATTO che

  • Grazie alla sua strutturazione nel territorio ed alla dotazione di personale specializzato, l’Ente Foreste può facilmente lavorare al servizio delle amministrazioni locali e della Regione all’interno di progetti finalizzati alla reintroduzione, al ripopolamento e più in generale alla gestione faunistica;

  • Nell’organico dell’Ente sono presenti diverse figure professionali specializzate, impiegate principalmente nella gestione della fauna;


CHIEDONO DI INTERPELLARE

l’Assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente

affinché riferisca

  • Se corrisponde al vero che esiste un progetto per il trasferimento delle competenze sui Centri di allevamento e recupero della fauna selvatica dall’Ente Foreste della Sardegna all’Agenzia per la Ricerca in Agricoltura della Regione Sardegna e quale è il suo stato di attuazione;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di mantenere in capo all’Ente Foreste le competenze sui Centri, proponendo le necessarie modifiche alle LL.RR. nn. 23/1998 e 24/1999 che consentano di affidare all’Ente la gestione faunistica diretta nelle aree di propria competenza;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di farsi promotrice di un progetto di indagine sul patrimonio genetico delle specie faunistiche allevate nelle strutture gestite da soggetti privati, con particolare riferimento alle aziende agrituristico-venatorie, e sull’impatto che l’importazione di specie alloctone ha sulle specie autoctone e sulla biodiversità in Sardegna;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di potenziare adeguatamente i Centri di allevamento e recupero già attivi nell’Isola, al fine di poter indirizzare il ripopolamento non esclusivamente a fini conservazionistici ma anche all’utilizzo nell’attività venatoria mediante l’immissione delle specie allevate in purezza nelle riserve autogestite dell’Isola;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di valutare la possibilità di proporre le necessarie modifiche alla legislazione regionale vigente attribuendo all’Assessorato regionale all’Agricoltura le competenze sul patrimonio forestale oggi in capo all’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente, in modo da garantire una gestione integrata e produttiva delle foreste sarde finalizzata alla tutela ed al ripristino della biodiversità nell’Isola.

Scuole materne, gli uffici della Pubblica Istruzione bloccano i contributi

Il gruppo consiliare di Alleanza Nazionale ha presentato un’interpellanza, primo firmatario il consigliere Antonello Liori, all’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Maria Antonietta Mongiu, sui ritardi nell’erogazione del saldo del contributo regionale alle scuole materne per l’anno scolastico 2006/2007, che stanno creando serie difficoltà agli istituti di tutta la Sardegna.

L’interpellanza fa riferimento a una precedente interrogazione presentata dallo stesso Liori insieme al collega Mario Diana ai primi di gennaio, nella quale si chiedevano notizie sui contributi istituiti con la legge regionale 31 del 1984, la cui erogazione è diventata di competenza delle Province in seguito all’entrata in vigore della norma sul trasferimento di funzioni agli enti locali (legge regionale 9 del 2006). L’Assessore ha risposto all’interrogazione il 28 febbraio, comunicando che il trasferimento alle Province della competenza sull’erogazione dei contributi è stato attuato per mezzo di una delibera della Giunta regionale del 3 luglio 2007 e che i fondi sono stati trasferiti il 5 ottobre seguente, perciò eventuali ritardi erano da imputarsi alle Province stesse e non all’Assessorato.

Stando alla risposta, però, l’erogazione dei contributi è di competenza delle Province soltanto a partire dall’anno scolastico 2007/2008. Attualmente, si legge nell’interpellanza, “le scuole materne della Sardegna versano in una situazione di gravissimo disagio finanziario a causa della mancata erogazione del saldo relativo ai contributi per l’anno scolastico 2006/2007, con conseguente impossibilità a fare fronte al pagamento delle retribuzioni al personale dipendente (nei casi più gravi, gli stipendi non vengono versati da 3-4 mesi)”. Come se ciò non bastasse, “il personale dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione avrebbe risposto ad una precisa richiesta di spiegazioni per via telefonica da parte della dirigente scolastica di una scuola materna parificata del Cagliaritano sostenendo che il saldo sarà erogato quando il personale dell’Assessorato troverà il tempo per effettuare l’operazione”. “Da ciò”, prosegue l’interpellanza, “si deve dedurre che le risorse necessarie a finanziare il saldo sono state stanziate, che sono in possesso dell’Assessorato e che i ritardi sono da imputare a responsabilità degli uffici dell’Assessorato stesso”.

I consiglieri di Alleanza Nazionale chiedono dunque all’assessore Mongiu “per mezzo di quale atto ufficiale la Giunta regionale ha delegato agli uffici dell’Assessorato il potere decisionale sui criteri e le modalità di erogazione dei contributi alle scuole materne”, “se la Giunta regionale intende proporre di delegare agli uffici dell’Amministrazione anche i poteri legislativo ed esecutivo” e cosa intende fare affinché la legge 31 sia correttamente applicata e in particolare “affinché il saldo per l’anno scolastico 2006/2007 dei contributi di cui all’art. 3 sia erogato con decorrenza immediata”. Infine, i consiglieri chiedono che l’esecutivo individui i responsabili dei ritardi “affinché siano sottoposti ai procedimenti disciplinari ed eventualmente giudiziari del caso”.



INTERPELLANZA LIORI – ARTIZZU – DIANA – MORO – SANNA Matteo sui ritardi nell’erogazione dei contributi alle scuole materne


I sottoscritti,


PREMESSO che, con interrogazione n. 1117/A del 4 gennaio 2008, i consiglieri regionali Antonio Angelo Liori e Mario Diana hanno chiesto chiarimenti relativamente ai ritardi nell’erogazione dei contributi alle scuole materne ai sensi dell’art. 3 della L.R. 25 giugno 1984, n. 31, ed in modo particolare per quanto concerne il trasferimento delle relative risorse alla Province, cui l’art. 73, comma 3, lettera b), della L.R. 12 giugno 2006, n. 9, ha affidato l’erogazione dei contributi;

CONSIDERATO che all’interrogazione di cui sopra è pervenuta risposta il 28 febbraio u.s. e che, stando a tale risposta inviata dall’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, il trasferimento della competenza alle Province è stato attuato con Del. n. 25/53 del 3 luglio 2007, mentre i relativi fondi sono stati trasferiti con Det. n. 3210 del 5 ottobre 2007;

CONSIDERATO ALTRESI’ che, secondo quanto si può evincere dalla risposta all’interrogazione, l’erogazione dei contributi spetta alle Province a partire dall’anno scolastico 2007/2008;

VERIFICATO che le scuole materne della Sardegna versano in una situazione di gravissimo disagio finanziario a causa della mancata erogazione del saldo relativo ai contributi per l’anno scolastico 2006/2007, con conseguente impossibilità a fare fronte al pagamento delle retribuzioni al personale dipendente (nei casi più gravi, gli stipendi non vengono versati da 3-4 mesi);

APPRESO che il personale dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione avrebbe risposto ad una precisa richiesta di spiegazioni per via telefonica da parte della dirigente scolastica di una scuola materna parificata del Cagliaritano sostenendo che il saldo sarà erogato quando il personale dell’Assessorato troverà il tempo per effettuare l’operazione;

VALUTATO che da ciò si deve dedurre che le risorse necessarie a finanziare il saldo sono state stanziate, che sono in possesso dell’Assessorato e che i ritardi sono da imputare a responsabilità degli uffici dell’Assessorato stesso;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione

affinché riferisca

  • Per mezzo di quale atto ufficiale la Giunta regionale ha delegato agli uffici dell’Assessorato il potere decisionale sui criteri e le modalità di erogazione dei contributi alle scuole materne;

  • Se la Giunta regionale intende proporre di delegare agli uffici dell’Amministrazione anche i poteri legislativo ed esecutivo;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare affinché sia correttamente applicata la L.R. 25 giugno 1984, n. 31, e in particolare affinché il saldo per l’anno scolastico 2006/2007 dei contributi di cui all’art. 3 sia erogato con decorrenza immediata;

  • Quali misure intende adottare al fine di individuare i responsabili dei ritardi accumulati nell’erogazione di tale saldo affinché siano sottoposti ai procedimenti disciplinari ed eventualmente giudiziari del caso.

martedì, maggio 20, 2008

Soru compra l’Unità, l’ombra del conflitto di interessi

Sono lieto di unirmi al coro di auguri che da tante parti si leva nei confronti del governatore Renato Soru per l’acquisto del quotidiano l’Unità: non si può non gioire quando un imprenditore sardo ottiene risultati così brillanti in ambito nazionale ed internazionale, con la speranza che possa essere d’esempio e da stimolo per tanti altri. Mi auguro vivamente che l’operazione editoriale in cui si sta impegnando significhi che l’avventura politica di Soru si avvia a conclusione, perché se ciò non fosse si porrebbero nuovi, inquietanti problemi relativamente alla sua doppia figura di imprenditore e di esponente politico”: il commento è del consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, in seguito alla notizia della stipula, da parte del governatore, di un impegno preliminare per l’acquisto del quotidiano fondato da Antonio Gramsci.

“E’ difficile, infatti, non pensare che dietro l’operazione ci sia l’intenzione di incidere sul risultato delle prossime elezioni regionali”, prosegue Diana. “Con l’acquisto del quotidiano di riferimento del Partito Democratico sembra evidente che Soru punta a riconquistare il consenso all’interno del suo partito, che oggi appare tanto ridotto da mettere in dubbio quella ricandidatura su cui il governatore non vuole cedere di un millimetro. Non vorrei, però, che ci fosse qualcosa di più, vista l’alta tiratura del giornale. Il legittimo sospetto, infatti, è che Soru, il quale conosce molto bene il mestiere dell’imprenditore ma ha anche appreso assai rapidamente quello del politico, intenda approfittare del possesso di un importante organo di informazione per trarne vantaggio nell’anno che ci separa dalle elezioni regionali, utilizzandolo come strumento a sostegno della sua campagna elettorale”.

“Al già macroscopico conflitto di interessi che investe Soru in qualità di Presidente della Regione e di azionista di maggioranza di Tiscali si aggiungerebbe così quello persino più grave che gli deriverebbe dalla sua nuova avventura editoriale, che raggiungerebbe una gravità inaudita qualora dovessero trovare conferma le voci che lo vogliono interessato ad altre operazioni nel sistema dell’informazione regionale”, conclude il consigliere. “Anche questa è la politica del centrosinistra, sempre pronto a saltare alla gola degli avversari evocando visioni di apocalittiche minacce per la democrazia ma capace di trovare qualsiasi scusa per giustificare – e magari avvolgere di un’aura nobile e lodevole – le operazioni più oscure portate a termine dai suoi esponenti”.

giovedì, maggio 15, 2008

‘Bollette pazze’, la Regione intervenga sul Consorzio di Bonifica

Il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, presenterà la prossima settimana, nel corso della discussione del disegno di legge di riforma dei consorzi di bonifica, un ordine del giorno per chiedere la sospensione dei pagamenti delle ‘bollette pazze’ del Consorzio di Bonifica dell’Oristanese. “I contributi sono particolarmente elevati”, lamenta il consigliere, “anche in considerazione delle recenti siccità che, a causa della ridotta disponibilità idrica, hanno comportato che gli oneri per l’utilizzo dell’acqua siano stati ripartiti su un numero esiguo di consorziati”. Inoltre, “il comparto agricolo sardo presenta una situazione di grave difficoltà finanziaria”.

L’ordine del giorno si richiama alla legge di riforma, che “contiene una norma finalizzata al risanamento finanziario dei consorzi di bonifica” ma che “richiederà un tempo congruo per sortire i suoi effetti”. Perciò, “è opportuno sospendere il pagamento dei contributi imposti dal Consorzio di Bonifica dell’Oristanese per le annualità pregresse fino all’approvazione da parte del Consiglio regionale della riforma dei consorzi di bonifica e alla sua piena attuazione, affinché attraverso il risanamento finanziario del Consorzio si possa addivenire a una rideterminazione dei contributi che interessi anche le annualità pregresse”. Si tratta, inoltre, di un atto di giustizia nei confronti degli agricoltori dell’Oristanese, visto che già ai consorziati del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale sono stati sospesi i pagamenti su richiesta della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale. Per tali ragioni, Diana chiede che la Giunta regionale ed in particolare l’Assessore regionale all’Agricoltura emanino le opportune indicazioni affinché il Consorzio di Bonifica dell’Oristanese “sospenda l’incasso dei contributi consortili relativi alle pregresse annualità fino all’avvenuta attuazione della riforma della disciplina sui consorzi di bonifica”.



ORDINE DEL GIORNO sulla sospensione del pagamento dei contributi imposti dal Consorzio di Bonifica dell’Oristanese



CONSIDERATO che è scaduto il termine per il pagamento dei contributi, relativi alle passate annualità, dovuti al Consorzio di Bonifica dell’Oristanese da parte dei consorziati;

CONSIDERATO che i contributi dovuti dai consorziati al Consorzio di Bonifica dell’Oristanese sono particolarmente elevati, anche in considerazione delle recenti siccità che, a causa della ridotta disponibilità idrica, hanno comportato che gli oneri per l’utilizzo dell’acqua siano stati ripartiti su un numero esiguo di consorziati;

CONSIDERATO che il comparto agricolo sardo presenta una situazione di grave difficoltà finanziaria;

PRESO ATTO che la riforma della normativa sui consorzi di bonifica, in discussione da parte del Consiglio regionale, richiederà un tempo congruo per sortire i suoi effetti;

CONSIDERATO che il testo unificato in discussione da parte del Consiglio regionale contiene una norma finalizzata al risanamento finanziario dei consorzi di bonifica;

CONSIDERATO che è opportuno sospendere il pagamento dei contributi imposti dal Consorzio di Bonifica dell’Oristanese per le annualità pregresse fino all’approvazione da parte del Consiglio regionale della riforma dei consorzi di bonifica e alla sua piena attuazione, affinché attraverso il risanamento finanziario del Consorzio si possa addivenire a una rideterminazione dei contributi che interessi anche le annualità pregresse;

VISTA la risoluzione n. 23 della Quinta Commissione consiliare permanente, che ha richiesto la sospensione dei pagamenti dei contributi dovuti al Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale dai suoi consorziati per le medesime ragioni di cui sopra;


IL CONSIGLIO REGIONALE

impegna la Giunta regionale

ed in particolare l’Assessore regionale all’Agricoltura


ad emanare le opportune indicazioni al Consorzio di Bonifica dell’Oristanese affinché sospenda l’incasso dei contributi consortili relativi alle pregresse annualità fino all’avvenuta attuazione della riforma della disciplina sui consorzi di bonifica.

martedì, maggio 13, 2008

Consorzi di Bonifica, ‘bollette pazze’ ad Oristano

Inizia la discussione in Aula della legge di riforma dei Consorzi di Bonifica e le ‘bollette pazze’ continuano a piovere sul capo degli agricoltori”: la denuncia è dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori. “Proprio in questi giorni, agli agricoltori della Provincia di Oristano stanno arrivando le bollette relative all’annualità 2006, con incrementi del 200 per cento rispetto al 2005. Il costo dell’acqua è schizzato a 1000 euro l’ettaro: una cifra che rappresenta il fallimento dell’agricoltura in Sardegna, perché nessuna azienda sarà in grado di affrontarla”.

“Nonostante le continue denunce di casi di ‘bollette pazze’ in tutta l’Isola, la maggioranza ha preteso di andare avanti per conto proprio, incurante dell’opposizione e soprattutto delle organizzazioni di categoria, con un disegno di legge che non contiene alcuna misura per risolvere il problema”, proseguono i due consiglieri. “Non solo con la riforma dei Consorzi i costi dell’acqua non sono destinati a diminuire, ma anzi finiranno per aumentare ulteriormente, dal momento che la Regione si farà carico soltanto dei costi per il trasferimento dell’acqua dagli invasi fino ai comprensori, mentre i costi relativi all’ultimo tratto saranno interamente a carico delle aziende”.

“La proposta in esame da parte del Consiglio regionale non è stata minimamente condivisa dalle organizzazioni dei produttori, le quali sanno perfettamente che è del tutto inadatta a risolvere il problema delle ‘bollette pazze’”, concludono Diana e Liori. “Per questo chiediamo che la legge sia profondamente rivista e che il centrosinistra voglia impegnarsi per impedire la fine dell’agricoltura in Sardegna. In caso contrario, l’approvazione delle riforma dei Consorzi così come è stata pensata dalla Giunta regionale e dalla maggioranza rappresenterà la condanna a morte dell’intero comparto”.

sabato, maggio 10, 2008

Agricoltura, rimuovere i ‘tappi burocratici’ nell’iter dei contributi

Perché tanta lentezza da parte della burocrazia regionale nell’iter per l’erogazione dei contributi alle aziende agricole? Lo chiedono i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, in un’interrogazione che presenteranno all’Assessore all’Agricoltura, Francesco Foddis, all’inizio della prossima settimana.

“Presso i servizi Argea della Sardegna”, denunciano i due consiglieri, “si stanno verificando situazioni incresciose che penalizzano notevolmente gli operatori agricoli”. Il riferimento è alle difficoltà che le aziende si trovano ad affrontare al momento dell’erogazione dei contributi. Nel mese di marzo, il direttore del coordinamento istruttorie dell’Argea ha emanato una circolare con cui dispone di subordinare l’erogazione del saldo dei contributi ai sensi della legge regionale 21 del 2000 alla presentazione del certificato di agibilità delle opere realizzate, mentre per le direttive di attuazione della legge è richiesta semplicemente la presentazione di copia della richiesta di agibilità. “Tenuto conto dello stato in cui si trovano gli uffici tecnici di numerosi Comuni”, si legge nell’interrogazione, “l’applicazione della circolare comporta il rallentamento delle pratiche e dunque un ulteriore aggravio per gli utenti che si trovano a dover attendere a lungo prima di poter incassare il saldo”. Diana e Liori chiedono di sapere per quali ragioni il direttore del coordinamento istruttorie ha emanato la circolare e cosa la Giunta regionale intende fare per far rispettare le direttive di attuazione della legge, “snellendo così l’iter burocratico dei relativi contributi e riducendo i tempi di attesa delle aziende”.

Ma non solo, perché “diversi imprenditori agricoli risultano in attesa del saldo dei contributi relativi a progetti” realizzati ai sensi della stessa legge regionale 21 e della legge 388, sempre del 2000, “collaudati nel novembre dello scorso anno ed ancora non pagati senza alcuna motivazione”. Diana e Liori chiedono di conoscere le ragioni di tale ritardo. Infine, c’è la partita della progettazione integrata relativamente ai progetti da finanziare con l’annualità 2006 della misura 4.9 del Por. Le determinazioni relative ai progetti impiegano mediamente tra i tre e i quattro mesi per essere repertoriate e trasmesse ai titolari, tanto che quelle inviate a gennaio non sono ancora tornate al mittente, nonostante i bandi, presentati nel luglio del 2006, prevedessero tempi contingentati per le istruttorie e un limite massimo di dodici mesi per la realizzazione dei lavori, salvo eventuali proroghe. Come se ciò non bastasse, “i tempi imposti per il collaudo delle opere oscillano tra i sette e i nove mesi, con conseguente aggravio ai danni delle imprese di ritardi che sono da imputare unicamente al cattivo funzionamento della burocrazia regionale”.

Per completare il quadro, l’interrogazione aggiunge che “l’istruttoria relativa agli interventi inseriti nella progettazione integrata non ha ancora avuto esito” e che “nella graduatoria della misura 4.9 non si è tenuto conto della premialità di 10 punti riservata alla progettazione integrata, contrariamente a quanto avviene con le altre misure del Por”. Diana e Liori chiedono di sapere entro quale data devono essere erogate le risorse della progettazione integrata relative all’annualità 2006 della misura 4.9 del Por “al fine di evitare il disimpegno automatico”, quali sono i tempi necessari per il repertoriamento delle determinazioni e da quali elementi sono determinati e, infine, perché nella graduatoria non si è tenuto conto della premialità riservata alla progettazione integrata.



INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nella gestione delle pratiche relative ai contributi alle aziende agricole erogati dalla Regione


I sottoscritti,

PREMESSO che presso i servizi Argea della Sardegna si stanno verificando situazioni incresciose che penalizzano notevolmente gli operatori agricoli;

CONSIDERATO che il direttore del coordinamento istruttorie dell’Argea, relativamente ai contributi erogati ai sensi della L.R. 14 novembre 2000, n. 21, ha stabilito, con circolare n. 3110 del 18 marzo 2008, che “l’ordinativo di pagamento del saldo e la relativa dichiarazione liberatoria per la fideiussione, presentata per l’anticipo, siano subordinate alla presentazione del certificato di agibilità o l’autorizzazione all’emungimento dell’acqua per uso irriguo”;

SOTTOLINEATO che tale disposizione è palesemente in contrasto con con quanto disposto dalle direttive di attuazione della L.R. n. 21/2000 di cui sopra, le quali subordinano l’ordinativo di pagamento e la dichiarazione liberatoria alla presentazione del certificato di agibilità ovvero della copia della richiesta di agibilità completa degli elaborati;

VERIFICATO che, tenuto conto dello stato in cui si trovano gli uffici tecnici di numerosi Comuni, l’applicazione della circolare di cui sopra comporta il rallentamento delle pratiche e dunque un ulteriore aggravio per gli utenti che si trovano a dover attendere a lungo prima di poter incassare il saldo;

PRESO ATTO che diversi imprenditori agricoli risultano in attesa del saldo dei contributi relativi a progetti realizzati ai sensi della L.R. n. 21/2000 e della L. 23 dicembre 2000, n. 388, collaudati nel novembre dello scorso anno ed ancora non pagati senza alcuna motivazione;

VALUTATO che i progetti finanziati attraverso l’annualità 2006 della misura 4.9 del Por Sardegna impiegano mediamente tra i tre e i quattro mesi per essere repertoriati da parte degli uffici competenti ed essere trasmessi ai titolari, tanto che le determinazioni inviate per il repertoriamento nel gennaio scorso non risultano essere ancora pervenute ai titolari;

RAMMENTATO che i bandi relativi alla misura di cui sopra, presentati nel luglio del 2006, prevedevano tempi contingentati per le istruttorie e le relative notifiche, nonché tempi di realizzazione delle opere pari a dodici mesi al netto di eventuali proroghe;

ACCLARATO che, da quanto si riscontra nelle determinazioni che stanno pervenendo agli imprenditori agricoli in questi giorni, i tempi imposti per il collaudo delle opere oscillano tra i sette e i nove mesi, con conseguente aggravio ai danni delle imprese di ritardi che sono da imputare unicamente al cattivo funzionamento della burocrazia regionale;

RILEVATO che l’istruttoria relativa agli interventi inseriti nella progettazione integrata non ha ancora avuto esito;

RILEVATO ALTRESI’ che nella graduatoria della misura 4.9 non si è tenuto conto della premialità di 10 punti riservata alla progettazione integrata, contrariamente a quanto avviene con le altre misure del Por Sardegna;



CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale all’Agricoltura

affinché riferisca

  • Per quali ragioni il direttore del coordinamento istruttorie dell’Argea ha ritenuto di stabilire con propria circolare la richiesta di ulteriore documentazione, non prevista dalle direttive di attuazione della L.R. n. 21/2000;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di far rispettare le direttive di attuazione della L.R. n. 21/2000, snellendo così l’iter burocratico dei relativi contributi e riducendo i tempi di attesa delle aziende;

  • Per quali ragioni non risulta ancora erogato il saldo dei contributi ai sensi della L.R. n. 21/2000 e della L. n. 388/2000 relativi ad interventi collaudati a partire dallo scorso mese di novembre;

  • Entro quale data devono essere erogati i fondi comunitari per la progettazione integrata relativi all’annualità 2006 della misura 4.9 del Por Sardegna al fine di evitare il disimpegno automatico delle risorse;

  • Quali sono i tempi necessari per il repertoriamento delle determinazioni relative all’annualità 2006 della misura 4.9 del Por Sardegna e da quali elementi sono determinati;

  • Per quali ragioni si è ritenuto di non tenere conto, nella graduatoria della misura 4.9, dei 10 punti di premialità riservati alla progettazione integrata.

venerdì, maggio 09, 2008

Restituzione tasse sul lusso, la Giunta si fermi e presenti la variazione di bilancio

La Giunta regionale blocchi immediatamente qualsiasi procedura di restituzione delle somme indebitamente incassate dai contribuenti con le tasse sul turismo di lusso e si attenga alle legittime procedure previste nella gestione del bilancio della Regione, le quali prevedono che i rimborsi non possano essere erogati se prima non è stata fatta una variazione di bilancio per finanziarli”: la dichiarazione è dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, in risposta al comunicato dell’ufficio stampa della Regione in cui si annuncia l’imminente avvio dell’iter per i rimborsi. “Non si aggiunga un altro atto illegittimo a quello già invalidato come tale dalla Corte Costituzionale: l’esecutivo non può disporre del bilancio a proprio piacimento e pertanto non può certo stabilire con una delibera i criteri e le modalità dei rimborsi. La Giunta, semmai, farà bene a presentare al Consiglio regionale, già dalla prossima settimana vista l’urgenza della materia, il disegno di legge per la variazione di bilancio”.

“Ma non basta”, proseguono Diana e Liori, “perché non ci siamo dimenticati – e siamo certi che come noi non lo hanno dimenticato neppure i comuni dell’interno – che i 30 milioni di euro che ora la Giunta si trova a dover rimborsare ai contribuenti avrebbero dovuto finanziare il Fondo regionale per lo sviluppo e la coesione territoriale, vale a dire essere trasferiti ai comuni delle zone interne della Sardegna. La variazione di bilancio dovrà servire anche a questo: individuare altre risorse per compensare i mancati introiti e salvaguardare così il Fondo. A meno che, ovviamente, il governatore Renato Soru non voglia ammettere di aver fatto delle promesse che non è in grado di mantenere. Forse, il tentativo di far passare quasi sotto silenzio la restituzione delle tasse sul lusso, cercando di evitare il dibattito in Consiglio, serve proprio a non dover affrontare la spinosa questione delle risposte da dare ai comuni dell’interno, abbandonati a se stessi per quattro anni dal governo regionale di centrosinistra, che ora si vedono privati di queste ulteriori risorse”.

“Davanti al perdurare dell’illegalità”, concludono i due consiglieri, “auspichiamo che la variazione di bilancio possa essere l’ultimo atto di questa legislatura in cui il governatore ha pensato di poter fare qualsiasi cosa gli passasse per la mente, calpestando le leggi ed ignorando le regole democratiche. Non si può tollerare che chi pretende di guidare la Sardegna con metodi simili possa restare al governo un giorno di più”.

mercoledì, maggio 07, 2008

Eradicazione della blue tongue, un piano fallito in partenza

E’ possibile che il fallimento del piano per l’eradicazione della blue tongue predisposto dalla giunta Soru sia dovuto alle professionalità non adeguate inserite dalla Regione nel tavolo tecnico attivato per affrontare l’emergenza? Lo chiedono i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, in un’interrogazione all’Assessore regionale alla Sanità, Nerina Dirindin. “L’azione di prevenzione e controllo svolta dal Servizio Veterinario della Regione”, si legge nell’interrogazione, “indispensabile per affrontare la febbre catarrale degli ovini (meglio nota come ‘blue tongue’), negli ultimi anni si sta connotando per improvvisazione e pressappochismo”, tanto che “a fronte di una pluralità di soggetti istituzionali coinvolti, impegnati più ad occupare spazi di potere piuttosto che a collaborare, il Servizio Veterinario regionale non è stato all’altezza di imporsi autorevolmente e con capacità propositiva”.

“Disinformazione degli allevatori e dei veterinari”, prosegue l’interrogazione, “provvedimenti sanitari contraddittori, insuccessi ed incidenti vaccinali gravi e numerosi culminati con la disastrosa campagna vaccinale del 2004, enormi danni economici, lungaggini burocratiche per le pratiche di indennizzo hanno caratterizzato gli interventi profilattici operati per fare fronte all’emergenza blue tongue”. Inoltre, “il mancato coinvolgimento dei veterinari sardi, più volte lamentato dai rappresentanti degli Ordini professionali, si è rivelato un’altra scelta sbagliata”.

Il rapporto tra l’Assessorato alla Sanità e i veterinari, invece, è sempre stato conflittuale, come dimostra la decisione del presidente del’Ordine dei Veterinari di Sassari che, l’8 marzo 2007, ha diffidato i veterinari liberi professionisti dal partecipare alla campagna vaccinale per quell’anno. Tra l’altro, “i veterinari che hanno prestato la loro opera nella campagna di vaccinazione per l’anno 2004 non sono stati ancora pagati”. Alla decisione del presidente dell’Ordine di Sassari è seguita la sua segnalazione alla Federazione nazionale degli Ordini dei Veterinari da parte dell’Assessorato per la presunta violazione del codice deontologico, che però è stata respinta.

Dopo aver ricordato che l’attività di prevenzione, diagnosi e terapia degli animali è una prerogativa dei laureati in medicina veterinaria abilitati ed iscritti all’Ordine professionale e che “qualsiasi confusione dei ruoli è da scongiurare, così come ogni forma di abusivismo professionale o di usurpazione di titoli, fatti gravissimi e perseguiti severamente dalla legge”, Liori e Diana chiedono alla Dirindin “con quali modalità sono stati selezionati i responsabili regionali per l’emergenza blue tongue e con quali criteri sono stati valutati i titoli in loro possesso”. In particolare chiedono se Costantino Palmas “ha fatto parte del tavolo tecnico per l’emergenza blue tongue, se risulta in possesso della laurea ed in quale materia, quali eventuali altri titoli di studio possiede, se è realmente professore di Parassitologia all’Università di Cagliari, così come riportato dal sito Internet istituzionale della Regione, o se svolge altre mansioni all’interno dell’Ateneo del capoluogo e, infine, se risulta essere attualmente sindaco del Comune di Settimo San Pietro e se ciò costituisce titolo per l’ammissione al tavolo tecnico ”. Infine, chiedono “se non è stato possibile individuare, nella Facoltà di Veterinaria dell’Università di Sassari o negli elenchi degli Ordini dei Veterinari della Sardegna, altri esperti in grado di fornire il contributo di competenza e professionalità di cui l’organismo necessitava”.



INTERROGAZIONE LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulla profilassi per la febbre catarrale degli ovini e più in generale sull’attività di prevenzione dell’Assessorato regionale alla Sanità


I sottoscritti,


PREMESSO che

  • L’attività di prevenzione, diagnosi e terapia degli animali è una prerogativa dei laureati in medicina veterinaria abilitati ed iscritti all’Ordine professionale, così come prevenzione, diagnosi e terapia delle malattie dell’uomo sono di pertinenza dei laureati in medicina e chirurgia;

  • In questo, qualsiasi confusione dei ruoli è da scongiurare, così come ogni forma di abusivismo professionale o di usurpazione di titoli, fatti gravissimi e perseguiti severamente dalla legge;


CONSIDERATO che

  • L’azione di prevenzione e controllo svolta dal Servizio Veterinario della Regione, indispensabile per affrontare la febbre catarrale degli ovini (meglio nota come ‘blue tongue’), negli ultimi anni si sta connotando per improvvisazione e pressappochismo;

  • A fronte di una pluralità di soggetti istituzionali coinvolti (Direzione Generale dei Servizi Veterinari, Istituto Zooprofilattico di Sassari, Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, Centro Nazionale di Referenza per le Malattie Esotiche), impegnati più ad occupare spazi di potere piuttosto che a collaborare, il Servizio Veterinario regionale non è stato all’altezza di imporsi autorevolmente e con capacità propositiva;

  • Disinformazione degli allevatori e dei veterinari, provvedimenti sanitari contraddittori, insuccessi ed incidenti vaccinali gravi e numerosi culminati con la disastrosa campagna vaccinale del 2004, enormi danni economici, lungaggini burocratiche per le pratiche di indennizzo hanno caratterizzato gli interventi profilattici operati per fare fronte all’emergenza blue tongue;

  • Il mancato coinvolgimento dei veterinari sardi, più volte lamentato dai rappresentanti degli Ordini professionali, si è rivelato un’altra scelta sbagliata;


SOTTOLINEATO che

  • In data 8 marzo 2007, il presidente dell’Ordine dei Veterinari di Sassari ha diffidato i veterinari liberi professionisti dal partecipare alla campagna vaccinale disposta dall’Assessorato regionale alla Sanità per l’anno 2007, adducendo quali motivazioni la mancanza di uno specifico decreto ministeriale, l’assenza di prove sperimentali che attestassero l’effettiva utilità del vaccino ed il contesto sociale caratterizzato da forti tensioni nel comparto agro-pastorale;

  • I veterinari che hanno prestato la loro opera nella campagna di vaccinazione per l’anno 2004 non sono stati ancora pagati mentre molti allevatori sono stati danneggiati dagli effetti devastanti della campagna;

  • L’Assessorato regionale alla Sanità ha segnalato alla Federazione nazionale degli Ordini dei Veterinari la condotta del presidente dell’Ordine di Sassari, ipotizzando una violazione del codice deontologico;

  • La Federazione nazionale degli Ordini dei Veterinari ha respinto la segnalazione, pronunciandosi negativamente sull’operato dell’Assessorato;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale alla Sanità

affinché riferisca

  • Con quali modalità sono stati selezionati i responsabili regionali per l’emergenza blue tongue e con quali criteri sono stati valutati i titoli in loro possesso;

  • In particolare, se il sig. o dott. Costantino Palmas ha fatto parte del tavolo tecnico per l’emergenza blue tongue, se risulta in possesso della laurea ed in quale materia, quali eventuali altri titoli di studio possiede, se è realmente professore di Parassitologia all’Università di Cagliari, così come riportato dal sito Internet istituzionale della Regione, o se svolge altre mansioni all’interno dell’Ateneo del capoluogo e, infine, se risulta essere attualmente sindaco del Comune di Settimo San Pietro e se ciò costituisce titolo per l’ammissione al tavolo tecnico;

  • Se non è stato possibile individuare, nella Facoltà di Veterinaria dell’Università di Sassari o negli elenchi degli Ordini dei Veterinari della Sardegna, altri esperti in grado di fornire il contributo di competenza e professionalità di cui l’organismo necessitava.