Onorevoli colleghi,
leggo con grande
attenzione dell’adesione tecnica del presidente Cappellacci al
gruppo misto in quota al movimento Sardegna Zona Franca. Essa sarebbe
motivata come “dettata dalla necessità di aprire le porte della
Regione ad una rivendicazione nata e cresciuta nelle vie, nelle
piazze e nelle case della Sardegna e che deve entrare anche
formalmente e fisicamente nelle istituzioni”. Non solo. Dice
ancora il presidente che “si tratta anche di un giusto
riconoscimento a tutte le donne e gli uomini di buona volontà”. E
conclude: “E’ il Presidente della Regione Sardegna che si pone al
servizio della mobilitazione”.
Strano a dirsi, concordo
pienamente con le sue parole, sebbene non lo abbia fatto in molte
altre occasioni. Peccato però che egli dimentichi che oggi sono
tante altre le formazioni politiche e i movimenti cresciuti nelle
vie, nelle piazze e nelle case della Sardegna.
Dimentica che anche a
questi movimenti va data la possibilità di accedere formalmente e
fisicamente alle istituzioni, dimentica che un giusto riconoscimento
andrebbe dato alle donne e agli uomini di buona volontà che si
riconoscono in altri movimenti e formazioni politiche.
Peccato che il
Presidente non faccia nulla per mettersi al loro servizio. Ecco
perché, Onorevoli colleghi, non avendovi lui invitato a fare
altrettanto, mi sento in dovere di farvi un sincero appello affinché
vi attiviate per aderire tecnicamente a tutte le formazioni politiche
e ai movimenti che intendono partecipare alla ormai prossima
competizione elettorale, ovviandole così da una frettolosa e
forsennata raccolta delle firme.
Sono certo che
accoglierete positivamente il mio appello perché, come dice il
presidente Cappellacci, questo è un mettersi a disposizione come
strumento affinché queste donne e questi uomini abbiano un ponte
attraverso il quale tradurre la loro opera in azione politica
costante e determinata nell’interesse della comunità.