sabato, gennaio 04, 2014

Lettera aperta ai consiglieri regionali della Sardegna

Onorevoli colleghi,
leggo con grande attenzione dell’adesione tecnica del presidente Cappellacci al gruppo misto in quota al movimento Sardegna Zona Franca. Essa sarebbe motivata come “dettata dalla necessità di aprire le porte della Regione ad una rivendicazione nata e cresciuta nelle vie, nelle piazze e nelle case della Sardegna e che deve entrare anche formalmente e fisicamente nelle istituzioni”. Non solo. Dice ancora il presidente che “si tratta anche di un giusto riconoscimento a tutte le donne e gli uomini di buona volontà”. E conclude: “E’ il Presidente della Regione Sardegna che si pone al servizio della mobilitazione”.
Strano a dirsi, concordo pienamente con le sue parole, sebbene non lo abbia fatto in molte altre occasioni. Peccato però che egli dimentichi che oggi sono tante altre le formazioni politiche e i movimenti cresciuti nelle vie, nelle piazze e nelle case della Sardegna.
Dimentica che anche a questi movimenti va data la possibilità di accedere formalmente e fisicamente alle istituzioni, dimentica che un giusto riconoscimento andrebbe dato alle donne e agli uomini di buona volontà che si riconoscono in altri movimenti e formazioni politiche.
Peccato che il Presidente non faccia nulla per mettersi al loro servizio. Ecco perché, Onorevoli colleghi, non avendovi lui invitato a fare altrettanto, mi sento in dovere di farvi un sincero appello affinché vi attiviate per aderire tecnicamente a tutte le formazioni politiche e ai movimenti che intendono partecipare alla ormai prossima competizione elettorale, ovviandole così da una frettolosa e forsennata raccolta delle firme.
Sono certo che accoglierete positivamente il mio appello perché, come dice il presidente Cappellacci, questo è un mettersi a disposizione come strumento affinché queste donne e questi uomini abbiano un ponte attraverso il quale tradurre la loro opera in azione politica costante e determinata nell’interesse della comunità.

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