“Gli oltre 500 mila sardi che il 15 e 16 febbraio scorsi hanno votato per Ugo Cappellacci e per la coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni regionali non sono un popolo di lacchè”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, in replica alle accuse mosse dal segretario nazionale del Partito Democratico, Dario Franceschini, in Sardegna per la campagna elettorale per le europee del 6 e 7 giugno.
“Siamo stufi degli insulti di Franceschini”, prosegue Diana, “e non abbiamo alcuna intenzione di ridurci ad uno strumento da utilizzare per le consuete polemiche da campagna elettorale, che nulla hanno a che vedere con i problemi e le prospettive di sviluppo della Sardegna. Franceschini non si trova nell’Isola per ascoltare i Sardi e proporre soluzioni alle numerose vertenze del territorio, molte delle quali innescate o aggravate dalle dissennate scelte politiche del centrosinistra che governava fino a pochi mesi fa, ma solo ed esclusivamente nel tentativo disperato di raggranellare qualche voto in più e cercare così di limitare la portata dell’ennesima sconfitta elettorale del suo partito. Il fatto che tale tentativo venga fatto pretendendo di ridurre gli elettori di centrodestra, maggioranza schiacciante tra i Sardi, ad un branco di idioti è intollerabile e si ritorcerà contro il Pd, che nelle urne raccoglierà il frutto di quanto il suo segretario va seminando nell’Isola”.
“Intanto, qui in Sardegna ci sono un governatore ed una maggioranza che lavorano e che si impegnano quotidianamente per affrontare i problemi del territorio”, conclude il capogruppo, “che hanno difeso con successo la realizzazione delle opere previste per il G8 di luglio alla Maddalena, che garantiranno la realizzazione della Sassari-Olbia, che si stanno battendo per salvare la chimica e l’intero comparto industriale, che stanno progettando una nuova continuità territoriale. Altrettanto non si può dire né di Franceschini, né del centrosinistra che ci ha preceduto al governo della Sardegna”.
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