“Ho appreso con sconcerto la notizia della presentazione, da parte dell’ex governatore Renato Soru, di una mozione per richiedere la rimozione dall’ingresso del Consiglio regionale di una targa recante una frase pronunciata dalla Presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, durante il suo intervento introduttivo in occasione delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario dell’Autonomia regionale sarda”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana. “Credevo di essermi abituato ai colpi di teatro dell’on. Soru, ma davanti all’inutilità e alla strumentalità di una simile iniziativa devo riconoscere che mi sbagliavo: l’ex governatore è ancora in grado di farmi cascare le braccia”.
“La mozione porta, insieme alla firma dell’on. Soru, quella di altri nove consiglieri del centrosinistra”, sottolinea Diana. “Sappiano tutti i sardi, ed in particolare i duemila lavoratori che rischiano il posto con la chiusura dello stabilimento Alcoa di Portovesme, che nessuno di questi dieci consiglieri regionali ha partecipato al presidio di martedì sera a Roma. Nessuno ha partecipato perché erano tutti impegnati nella stesura di un documento che passerà alla storia come un fulgido esempio di alta politica: mentre la Sardegna è travolta dalla crisi economica e migliaia di famiglie rischiano di restare prive dei più elementari mezzi di sostentamento, una sparuta pattuglia di onorevoli, minoranza della minoranza, si batte eroicamente con tutte le proprie forze per la rimozione di una targa. Evidentemente, la magra figura rimediata da qualche illustre esponente dell’opposizione durante l’improvvisato dibattito consiliare sulle misure anti-assenteismo promosse dalla presidente Lombardo non è bastata. Ci voleva dell’altro, ci voleva una figura ancora peggiore e con questa mozione i dieci firmatari sono riusciti ad andare oltre il peggio”.
“Sappia l’on. Soru, qualora non fosse ancora riuscito a capirlo analizzando i risultati delle ultime elezioni regionali, che i sardi sono stufi di lui e delle sue sparate demagogiche che non impressionano più nessuno”, conclude il capogruppo. “I sardi sono stufi di questo campione dell’assenteismo, instancabile paladino degli affari propri, che non perde un’occasione per consumare piccole vendette personali occupando spazi di discussione che dovrebbero essere destinati ad affrontare i problemi della Sardegna e non certo a soddisfare il suo ego ferito. On. Soru, per cortesia, se a lei i problemi dei sardi non interessano, torni ad occuparsi della sua azienda e ci lasci lavorare”.
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