mercoledì, giugno 05, 2013

Tagli ai fondi dei gruppi, Cappellacci copia una proposta di legge già pronta in Consiglio

Il gruppo consiliare Sardegna E’ Già Domani ha sottoscritto e condivide pienamente la proposta di legge, presentata oggi in Consiglio regionale, per l’abolizione dei contributi a favore dei gruppi consiliari, come dichiarano il capogruppo, Mario Diana, e il vicecapogruppo ed esponente de La Base, Efisio Arbau, e stigmatizza l’annuncio di un analogo disegno di legge fatto dal Presidente della Regione, Ugo Cappellacci.
“La proposta di legge rientra nel percorso di riduzione dei costi della politica intrapreso dal Consiglio regionale fin dall’inizio della legislatura”, sottolinea Diana. “In un contesto di grave crisi economica quale quello che stiamo attraversando e con il dilagare dell’antipolitica è indispensabile dare ai cittadini un segnale forte: la massima istituzione sarda sta lavorando per cercare di affrontare i problemi dell’Isola e non per costruirsi rendite di posizione sulle spalle di un sistema economico ormai ridotto ai minimi termini”.
“Altrettanto non si può dire del presidente Cappellacci”, attacca il capogruppo, “che sulla materia veste i panni del Giano bifronte: da un lato impugna il decreto legge 174 del 2012, che taglia i costi della politica nelle Regioni e che recepiamo nella nostra proposta di legge, e dall’altro, appreso che in Consiglio si stava lavorando in tale direzione, tenta maldestramente di giocare d’anticipo presentando un disegno di legge che sembra ricalcare tale e quale la proposta che ci accingevamo a presentare”.
“Ho proposto la soppressione dei contributi ai gruppi già in campagna elettorale”, aggiunge Arbau, “e oggi posso dirmi soddisfatto di questo risultato, anche per l’ampia condivisione incontrata dalla legge presentata in Consiglio, che dimostra la sensibilità di un’ampia parte delle forze politiche alle richieste sempre più pressanti che ci giungono dai cittadini. I tagli alle nostre spese sono un dovere che abbiamo nei confronti di una Sardegna che dimostra quotidianamente di non essere più disposta ad accettare i privilegi di cui godono i suoi rappresentanti”.

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