Il gruppo consiliare di Alleanza Nazionale presenterà nei prossimi giorni un’interpellanza, primo firmatario il consigliere Mario Diana, all’Assessore regionale all’Ambiente, Cicito Morittu, sui Centri di allevamento e recupero della fauna selvatica e sulle loro attività a tutela della biodiversità animale in Sardegna. I Centri di allevamento e recupero, tre in tutta l’Isola, sono strutture gestite dall’Ente Foreste in cui si pratica l’allevamento di specie animali autoctone finalizzato alla conservazione e al ripopolamento.
L’attività dei Centri, si legge nell’interpellanza, “è fortemente ostacolata dalla confusione della normativa in materia”. Difatti, le competenze sui Centri sono state attribuite all’Ente Foreste in seguito a diverse riforme: la legge regionale 23 del 1998 ha disposto il loro trasferimento dall’Ufficio regionale per la Fauna all’Istituto regionale per la Fauna selvatica, con un passaggio temporaneo all’Azienda regionale per le Foreste Demaniali. Allo scioglimento dell’Azienda, le competenze sono passate all’Ente Foreste, determinando così un’ulteriore confusione nel quadro normativo soprattutto alla luce del fatto che, per legge, “le competenze in materia di conservazione e gestione della fauna selvatica sono in capo alle Province, con conseguenti problemi di gestione dovuti al fatto che tali Enti non possiedono né il personale, né le dotazioni strumentali ed economiche necessarie” e che non è consentito “l’allevamento diretto di fauna selvatica da parte dell’Ente Foreste”. Eppure l’Ente, “grazie alla sua strutturazione nel territorio ed alla dotazione di personale specializzato” già impiegato nella gestione della fauna, “può facilmente lavorare al servizio delle amministrazioni locali e della Regione all’interno di progetti finalizzati alla reintroduzione, al ripopolamento e più in generale alla gestione faunistica”.
I firmatari chiedono dunque all’Assessore se è vero che esiste un progetto per trasferire le competenze sui Centri di allevamento e recupero dall’Ente Foreste all’agenzia Agris e quale è il suo stato di attuazione. Alleanza Nazionale propone invece di mantenere i Centri in capo all’Ente e chiede alla Giunta di proporre le necessarie modifiche normative affinché a quest’ultimo possano essere affidati compiti di gestione faunistica diretta. Diana e colleghi chiedono poi che l’esecutivo si faccia promotore di un’indagine sul patrimonio genetico delle specie faunistiche allevate nella aziende agrituristico-venatorie private, in cui l’importazione di animali da fuori Sardegna potrebbe avere effetti negativi sulla conservazione delle specie autoctone e dunque sulla biodiversità, per la cui tutela e sviluppo si propone che i Centri siano potenziati affinché il ripopolamento possa essere destinato anche all’attività venatoria mediante l’immissione delle specie allevate in purezza nelle riserve autogestite. Infine, i consiglieri chiedono alla Giunta di valutare la possibilità di trasferire le competenze sul patrimonio forestale dall’Assessorato all’Ambiente a quello all’Agricoltura, “in modo da garantire una gestione integrata e produttiva delle foreste sarde finalizzata alla tutela ed al ripristino della biodiversità nell’Isola”.
INTERPELLANZA DIANA – ARTIZZU – LIORI – MORO – SANNA Matteo sui Centri di allevamento e recupero della fauna selvatica e sulle loro attività a tutela della biodiversità animale in Sardegna
I sottoscritti,
PREMESSO che
L’art. 3 della L.R. 9 giugno 1999, n. 24 (Legge istitutiva dell’Ente Foreste della Sardegna), indica tra i compiti dell’Ente “la sorveglianza, la razionale manutenzione, il miglioramento e la valorizzazione” del patrimonio silvo-agro-forestale e faunistico, la promozione “attraverso soggetti estranei all’Ente” di “attività di allevamento e diffusione faunistica, di turismo, di turismo rurale e ricreative, nonché tutte le attività collaterali utili per il miglior utilizzo economico di beni, opere e risorse dell’Ente”;
I compiti di cui sopra presuppongono un approccio integrato in cui i diversi aspetti relativi alla gestione delle foreste vengono sviluppati contestualmente già in fase di programmazione;
Tali principi sono considerati obiettivi prioritari nelle aree della Rete Ecologica Regionale gestite dall’Ente Foreste, pari a circa 94.000 ha;
Il Piano forestale ambientale regionale, approvato con Del. n. 53/9 del 27 dicembre 2007, prevede come primo macro-obiettivo la tutela dell’ambiente intesa come necessità di salvaguardare tutte le componenti degli ecosistemi e la gestione forestale sostenibile secondo modelli di pianificazione orientati alla multifunzionalità delle foreste;
Si inserisce in tale ottica quanto previsto nelle azioni di intervento della linea naturalistico-paesaggistica, e più specificamente nell’orientamento gestionale n. 7, a garanzia del mantenimento e del miglioramento della biodiversità degli ecosistemi, intendendo con questo l’insieme dei processi ecologici dei sistemi ambientali e la conservazione e la valorizzazione delle specie di flora e fauna che ne fanno parte;
CONSIDERATO che
Una gestione forestale che riconosca un ruolo importante alla ricostituzione e al mantenimento dei popolamenti faunistici, oltre a rispondere a istanze di carattere scientifico e conservazionistico, può dare un significativo contributo alla risoluzione di alcune problematiche socio-economiche legate alla marginalità delle aree montane;
Come già riscontrato in aree naturali in Italia ed all’estero, la ricostituzione di zoocenosi il più possibile complete determina ricadute di diverso ordine:
a) aumento della stabilità degli ecosistemi;
b) aumento della biodiversità nei sistemi naturali e seminaturali;
c) incremento del turismo naturalistico nelle zone interne, alternativo al turismo di tipo tradizionale che nell’Isola ha ancora carattere prevalentemente stagionale e costiero;
d) possibilità, in un futuro a medio termine, di un’attività venatoria controllata a carico di alcuni ungulati, basata sul prelievo commisurato alla consistenza ed alla struttura delle popolazioni e compatibile con una politica di conservazione e fruizione alternativa della fauna selvatica e del territorio;
RILEVATO che
Le attività faunistiche dell’Ente foreste sono riassumibili in tre linee d’azione:
a) gestione dei Centri di allevamento e recupero della fauna selvatica di Monastir, Bonassai-Olmedo ed Oliena;
b) gestione dei recinti e delle strutture di ripopolamento e di preambientamento degli ungulati protetti e della piccola selvaggina (pernice sarda e lepre sarda);
c) gestione di alcune popolazioni naturali e/o reintrodotte di ungulati nelle foreste;
La gestione delle attività di cui sopra, compresi i tre Centri di allevamento e recupero, fa capo alla direzione generale dell’Ente Foreste;
Con la soppressione dell’Ufficio regionale per la Fauna, disposta con l’art. 101 della L.R. 29 luglio 1998, n. 23 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna), ogni sua funzione e dotazione, compresi i Centri di allevamento e recupero, avrebbe dovuto essere trasferita all’Istituto regionale per la Fauna Selvatica;
Tale trasferimento non è mai avvenuto e mentre il personale è stato assegnato in via definitiva all’Azienda per le Foreste Demaniali della Regione Sardegna, la gestione dei Centri è stata affidata all’Azienda temporaneamente secondo gli indirizzi dell’Assessorato regionale alla Difesa dell’Ambiente;
Successivamente, con la soppressione dell’Azienda, la gestione dei Centri e la titolarità del relativo personale sono state trasferite all’Ente Foreste;
VALUTATO che
Gli allevamenti di piccola selvaggina gestiti dall’Ente Foreste hanno una finalità prevalentemente conservazionistica, attualmente concentrata in particolare sulla produzione della pernice sarda e della lepre sarda;
Con l’istituzione delle aziende agrituristico-venatorie vi è stato nell’Isola un aumento delle introduzioni di specie cacciabili alloctone che possono inquinare geneticamente e/o soppiantare le specie autoctone;
L’allevamento in purezza di nuclei di pernice sarda e di lepre sarda, in particolare, è da ritenersi fondamentale per la conservazione di tali specie;
I Centri di ripopolamento di Monastir e Olmedo sono attualmente impegnati in via prioritaria nella produzione di esemplari di pernice sarda da destinare agli interventi di ripopolamento a cura delle Province;
Nel Centro di Monastir è attivo anche l’allevamento sperimentale della quaglia, mentre in alcune foreste demaniali del cagliaritano sono presenti piccoli nuclei di lepre sarda allevata a terra;
La gestione dei Centri consente di programmare l’ampliamento degli allevamenti ad altre specie di importanza conservazionistica;
Nei Centri di Monastir ed Olmedo sono inoltre presenti due cliniche e le relative strutture di recupero e riabilitazione;
Infine, l’Ente Foreste ha in corso progetti di allevamento e reintroduzione, presso recinti faunistici ed aree direttamente gestite, di ungulati quali il cervo sardo, il muflone ed il daino;
SOTTOLINEATO che
L’attività di gestione faunistica e ripopolamento svolta dall’Ente Foreste è fortemente ostacolata dalla confusione della normativa in materia;
La L.R. n. 23/1998 prevede che le competenze in materia di conservazione e gestione della fauna selvatica siano in capo alle Province, con conseguenti problemi di gestione dovuti al fatto che tali Enti non possiedono né il personale, né le dotazioni strumentali ed economiche necessarie;
La L.R. n. 24/1999 non consente l’allevamento diretto di fauna selvatica da parte dell’Ente Foreste;
PRESO ATTO che
Grazie alla sua strutturazione nel territorio ed alla dotazione di personale specializzato, l’Ente Foreste può facilmente lavorare al servizio delle amministrazioni locali e della Regione all’interno di progetti finalizzati alla reintroduzione, al ripopolamento e più in generale alla gestione faunistica;
Nell’organico dell’Ente sono presenti diverse figure professionali specializzate, impiegate principalmente nella gestione della fauna;
CHIEDONO DI INTERPELLARE
l’Assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente
affinché riferisca
Se corrisponde al vero che esiste un progetto per il trasferimento delle competenze sui Centri di allevamento e recupero della fauna selvatica dall’Ente Foreste della Sardegna all’Agenzia per la Ricerca in Agricoltura della Regione Sardegna e quale è il suo stato di attuazione;
Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di mantenere in capo all’Ente Foreste le competenze sui Centri, proponendo le necessarie modifiche alle LL.RR. nn. 23/1998 e 24/1999 che consentano di affidare all’Ente la gestione faunistica diretta nelle aree di propria competenza;
Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di farsi promotrice di un progetto di indagine sul patrimonio genetico delle specie faunistiche allevate nelle strutture gestite da soggetti privati, con particolare riferimento alle aziende agrituristico-venatorie, e sull’impatto che l’importazione di specie alloctone ha sulle specie autoctone e sulla biodiversità in Sardegna;
Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di potenziare adeguatamente i Centri di allevamento e recupero già attivi nell’Isola, al fine di poter indirizzare il ripopolamento non esclusivamente a fini conservazionistici ma anche all’utilizzo nell’attività venatoria mediante l’immissione delle specie allevate in purezza nelle riserve autogestite dell’Isola;
Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di valutare la possibilità di proporre le necessarie modifiche alla legislazione regionale vigente attribuendo all’Assessorato regionale all’Agricoltura le competenze sul patrimonio forestale oggi in capo all’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente, in modo da garantire una gestione integrata e produttiva delle foreste sarde finalizzata alla tutela ed al ripristino della biodiversità nell’Isola.