“Quando il Consiglio regionale, nella giornata di ieri, si è espresso sull’ordine del giorno con cui è stato approvato lo schema di norme di attuazione dell’art. 8 dello Statuto di Autonomia, non abbiamo dubitato nemmeno per un istante sul fatto che l’on. Bruno non si sarebbe lasciato scappare l’ennesima occasione per profondersi nelle consuete banalità e grossolane strumentalizzazioni”, dichiara il capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, con i colleghi dell’ufficio di presidenza del gruppo, Pietro Pittalis, Simona De Francisci e Angelo Stochino, replicando al comunicato stampa odierno del capogruppo del Partito Democratico, Mario Bruno.
“Le facezie su presunte sudditanze, inadeguatezze e inconcludenze e gli insulti personali sono da respingere al mittente senza sentire alcuna necessità di replicare: hanno quale unica funzione quella di dimostrare ai sardi a quale livello stia giungendo a ridursi il centrosinistra nella campagna elettorale per le elezioni amministrative di maggio”, prosegue l’ufficio di presidenza. “Giova però ricordare che l’ordine del giorno è stato messo in votazione per parti e che, sullo schema di norme di attuazione e sulle raccomandazioni proposte dalle commissioni consiliari prima e terza, l’opposizione si è astenuta e pertanto non può rivendicare di aver contribuito all’approvazione di uno strumento indispensabile affinché la Sardegna si veda riconosciute le entrate erariali che le spettano secondo la norma statutaria”.
“Per quanto concerne il voto favorevole dei gruppi consiliari di maggioranza sulla proposta di censura al Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e il diverso orientamento espresso dalle segreterie regionali dei partiti della coalizione di centrodestra, non vediamo motivo di cotanto scandalo”, concludono Diana, Pittalis, De Francisci e Stochino. “E’ del tutto legittimo che le segreterie politiche esprimano un orientamento diverso rispetto ai gruppi consiliari, i quali si sono trovati ad assumere una decisione sulla scorta della drammatica crisi economica che colpisce la Sardegna e, pertanto, hanno ritenuto di adottare una strategia d’azione diversa, improntata soprattutto all’urgenza di dare una risposta ai bisogni dei sardi, da quella scelta dalla loro controparte politica, che invece ha avuto modo di valutare l’opportunità del proprio orientamento relativamente ai rapporti politici da tenere nei confronti del Governo nazionale al fine di riuscire a conseguire gli obiettivi che ci siamo prefissati. Niente di scandaloso, per l’appunto: partiti e gruppi consiliari di centrodestra hanno gli stessi obiettivi ma si sono trovati, in un singolo episodio peraltro già chiarito all’interno della coalizione, a divergere sugli strumenti da utilizzare per perseguirli”.
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