“In questo momento, polemiche come quelle inscenate dall’opposizione dopo l’audizione del presidente Cappellacci in Commissione Bilancio sono puramente strumentali e non sono in grado di produrre effetti di alcun genere”, dichiara il capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, replicando alle reazioni con cui diversi esponenti del centrosinistra hanno fatto seguito all’audizione del Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, sui contatti avuti in settimana con il governo Monti relativamente alla vertenza sulle entrate erariali che lo Stato deve alla Sardegna.
“L’art. 8 dello Statuto, riscritto nella scorsa legislatura per volere dell’allora presidente Soru, penalizza oltremodo la Sardegna perché incide negativamente sul patto di stabilità”, argomenta Diana. “La scelta di farci carico dei costi relativi al trasporto pubblico locale e alla continuità territoriale fa sì che il tetto massimo di spesa della Regione si riduca di 150 milioni di euro, risorse che in precedenza erano a carico dello Stato e che pertanto non rientravano nei vincoli del patto. Ciò ci penalizza doppiamente perché il Governo trasferisce solo le risorse effettivamente spendibili, quindi quanto eccede i vincoli del patto viene trattenuto nelle casse statali andando ad alimentare i crediti che la Sardegna vanta nei confronti dello Stato. Il problema esiste dalla scorsa legislatura, quando è stato siglato l’accordo per la revisione dell’art. 8, ma soltanto ora si sta attivando una forte rivendicazione per chiedere la rimodulazione del patto di stabilità”.
“Se lo schema di norme di attuazione dell’art. 8 proposto dalla Regione non ha ancora avuto risposta, noi speriamo la abbia ora; tuttavia, permane il problema della spendibilità delle risorse, che può essere recuperata solamente allentando i vincoli del patto”, conclude il capogruppo. “Il resto sono solo chiacchiere che non spostano di un millimetro il fronte della vertenza. Per questo chiediamo ancora una volta all’opposizione di volersi unire alla maggioranza in una battaglia unitaria che parta dal Consiglio e che coinvolga tutti, a partire dal presidente Cappellacci, che non si può certo pensare di escludere essendo egli il legale rappresentante della Regione nelle trattative con il Governo”.
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