“La visita del presidente Napolitano in Consiglio regionale non sarà soltanto un’occasione per salutare il Capo dello Stato nella sua prima visita istituzionale in Sardegna o per concludere idealmente le celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, iniziate lo scorso anno”, dichiara il capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, relativamente all’incontro tra il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e l’Assemblea autonomistica che si terrà lunedì pomeriggio nell’Aula di via Roma.
“L’attesa per questa visita, espressamente richiesta dal Consiglio con la mozione approvata il 2 agosto scorso è tanta, forse persino esagerata, ma ci aspettiamo di trovare nel Presidente, per il suo particolare ruolo istituzionale di garante della Costituzione e dell’unità nazionale, un solido appoggio per le rivendicazioni che il Consiglio e la Giunta stanno portando avanti nell’ambito della ‘Vertenza Sardegna’”, prosegue Diana. “Forte dell’ordine del giorno unitario approvato lo scorso martedì, la Presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, sosterrà dinanzi al Capo dello Stato i diversi punti in cui si articolano le nostre richieste, sottolineando le ragioni che stanno alla base del confronto aperto con il Governo nazionale. Dall’intervento di Napolitano a conclusione dell’incontro ci aspettiamo risposte concrete e decise, che vadano nella direzione di un rafforzamento del patto costituzionale tra la Sardegna e lo Stato e che consentano di evitare l’inasprimento della contrapposizione tra le Istituzioni”.
“Da parte nostra, ci impegneremo affinché il Consiglio si presenti unito al confronto di lunedì, così come lo è stato nell’approvare l’ordine del giorno”, conclude il capogruppo. “Solo così, infatti, le nostre rivendicazioni potranno avere la forza necessaria per essere riconosciute dal Presidente come quelle di un intero popolo, di una Regione che più di altre sta soffrendo le conseguenze della crisi economica internazionale e che ha bisogno di vedere pienamente riconosciuti dallo Stato i suoi diritti costituzionali per poter affrontare la difficile congiuntura che sta attraversando”.
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