“Tutti i livelli istituzionali, nessuno escluso,
devono impegnarsi affinché Eon receda dalla sua intenzione di non
procedere alla realizzazione del quinto gruppo a carbone nella
centrale di Fiume Santo”, dichiara il capogruppo del Popolo della
Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana. “E’ impensabile che
si possa perdere una simile opportunità di sviluppo per la
Sardegna”.
“Eon possiede tutte le autorizzazioni necessarie per
la costruzione della più grossa infrastruttura energetica che si
possa realizzare oggi in Italia”, sottolinea Diana. “Un
investimento di circa 700 milioni di euro, con oltre mille unità di
personale da impiegare per quattro anni e mezzo solo per i lavori di
costruzione, oltre alle centinaia che sarà necessario assumere per
garantire il funzionamento della centrale a pieno regime. Dalle
notizie che circolano, la multinazionale tedesca, che pure – grazie
soprattutto all’impegno della Giunta regionale – in Sardegna ha
sempre trovato tutte le porte spalancate, non sarebbe più
disponibile ad affrontare l’investimento, vanificando così una
straordinaria opportunità di sviluppo per l’Isola. Questo è un
lusso che non possiamo permetterci”.
“Non si capisce per quale motivo il Presidente del
Consiglio, Mario Monti, non abbia ancora fatto sentire la sua voce
relativamente ad una vertenza di portata nazionale”, conclude il
capogruppo. “Il presidente Monti, che sostiene di voler affiancare
alla sua politica di tagli e austerità misure volte a favorire il
rilancio dell’economia, vanta rapporti fin troppo buoni con la
cancelliera tedesca, Angela Merkel, nonostante dalla Germania non sia
finora giunto un contributo determinante per aiutare l’Italia ad
uscire dalla crisi. Viene allora spontaneo domandarsi cosa stia
aspettando il capo del Governo ad intervenire presso la cancelliera
per sensibilizzarla affinché l’azienda tedesca non rinunci agli
investimenti programmati in Sardegna”.
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