La Giunta regionale annulli l’ultima delibera sui contributi ‘de minimis’ per i produttori di latte ovino e richieda al Governo di modificare il bando Agea per l’acquisto di pecorino romano da destinare agli indigenti: lo chiede il capogruppo di Sardegna E’ Già Domani in Consiglio regionale, Mario Diana, in un’interpellanza rivolta all’Assessore regionale all’Agricoltura, Oscar Cherchi.
I due atti, si legge nell’interpellanza, “sono tali da determinare un grave danno alle industrie cooperative e private della Sardegna, oltre a gravi violazioni di legge”. La delibera della Giunta regionale 28/3, adottata il 26 giugno scorso in applicazione della legge regionale 15 del 2010, approvata a suo tempo per accogliere le richieste dei pastori che protestavano da settimane richiedendo interventi finalizzati a far salire il prezzo di vendita del latte ovino, consente l’accesso ai contributi ‘de minimis’ anche ai produttori che vendono il latte crudo al di fuori della Sardegna. “Fatto grave”, secondo Diana, “per tre ragioni facilmente comprensibili: la prima è che tale misura non è prevista nel dettato normativo della legge 15 tra le misure finalizzate a favorire la diversificazione e la sua introduzione costituisce pertanto una violazione di legge, la seconda è che viene punita la trasformazione in loco, con gravi danni economici e occupazionali, e la terza è che il latte viene trasformato in prevalenza presso un’industria casearia laziale che utilizza il latte sardo per produrre proprio quel pecorino romano che al contrario, per legge, si vorrebbe ridurre”.
Il bando Agea, invece, ha una formulazione tale da favorire proprio l’industria laziale che acquista il latte dai produttori sardi, nonostante “nessuna norma nazionale o comunitaria permetta di elargire contributi pubblici ‘ad personam’”, a discapito dei caseifici isolani. Il bando, infatti, “prevede l’acquisto di un lotto di pecorino romano prodotto nel Lazio e di un altro lotto con provenienza generica, con il risultato che il produttore laziale, a differenza delle aziende sarde, potrà concorrere per la fornitura di entrambi i lotti”. “I due atti, stranamente concomitanti”, sottolinea Diana, “sono tali da creare un nocumento grave a tutta la pastorizia sarda e, mentre il bando Agea certifica ancora una volta che la Sardegna viene trattata dallo Stato come l’ultima delle colonie, la delibera dimostra che la prima a comportarsi da colonizzata è la stessa Giunta regionale”.
Il capogruppo chiede pertanto all’Assessore che la delibera sia annullata e successivamente riadottata con le necessarie modifiche, cioè “escludendo i produttori di latte ovino sardo che vendono il latte crudo al di fuori della Sardegna dall’accesso ai contributi ‘de minimis’”. Quanto al bando Agea, Diana chiede che la Giunta intervenga presso il Governo affinché “sia modificato in maniera tale da non risultare discriminatorio nei confronti dei produttori sardi, vale a dire garantendo loro le medesime condizioni di accesso alla fornitura del pecorino romano che vengono garantite ai produttori del Lazio”.
INTERPELLANZA DIANA Mario sulla difesa del prezzo del latte ovino e sulle azioni per la diversificazione produttiva dal pecorino romano verso altre tipologie casearie
Il sottoscritto,
PREMESSO che, con riferimento alla difesa del prezzo del latte ovino ed all’azione di diversificazione produttiva dal pecorino romano verso altre tipologie di formaggi ovvero verso la trasformazione in latte in polvere, in ottemperanza del deliberato normativo dell’art. 7 della L.R. 17 novembre 2010, n. 15, sono stati recentemente adottati due atti concomitanti i cui effetti sono tali da determinare un grave danno alle industrie cooperative e private della Sardegna, oltre a gravi violazioni di legge e che tali atti sono la Del. n. 28/3 del 26 giugno 2012, avente per oggetto la diversificazione produttiva di cui alla L.R. n. 15/2010, ed il bando Agea con procedura negoziata n. DPMU.2012.1762 del 2 luglio 2012, così come modificato per errata corrige con nota n. DPMU.2012.1809 del 3 luglio 2012, per la fornitura e il trasporto di formaggi vari in aiuto alimentare agli indigenti, che favorirebbe il pecorino romano prodotto nel Lazio a discapito di quello proveniente dalle altre aree geografiche di produzione, tra cui la Sardegna che è la Regione con la più alta produzione;
RILEVATO che la deliberazione, nella sua formulazione attuale, viola palesemente la volontà del legislatore di favorire la diversificazione dal pecorino romano, così come manifestamente espressa nell’articolo 7, comma 1, della L.R. n. 15/2010; infatti, la deliberazione consentirebbe l’accesso ai contributi ‘de minimis’ ai produttori di latte ovino sardo che vendono il latte crudo al di fuori della Sardegna, fatto grave per tre ragioni facilmente comprensibili: la prima è che tale misura non è prevista nel dettato normativo della L.R. n. 15/2010 tra le misure finalizzate a favorire la diversificazione e la sua introduzione costituisce pertanto una violazione di legge, la seconda è che viene punita la trasformazione in loco, con gravi danni economici e occupazionali, e la terza è che il latte viene trasformato in prevalenza presso un’industria casearia laziale che utilizza il latte sardo per produrre proprio quel pecorino romano che al contrario, per legge, si vorrebbe ridurre;
RILEVATO ALTRESI’ che il produttore di pecorino romano di cui sopra verrebbe favorito a scapito dei 34 caseifici sardi nell’aggiudicazione del bando Agea, senza che nessuna norma nazionale o comunitaria permetta di elargire contributi pubblici ‘ad personam’, poiché il bando prevede l’acquisto di un lotto di pecorino romano prodotto nel Lazio e di un altro lotto con provenienza generica, con il risultato che il produttore di cui sopra, a differenza delle aziende sarde, potrà concorrere per la fornitura di entrambi i lotti;
CONSIDERATO che i due atti, stranamente concomitanti, sono tali da creare un nocumento grave a tutta la pastorizia sarda e che, mentre il bando Agea certifica ancora una volta che la Sardegna viene trattata dallo Stato come l’ultima delle colonie, la deliberazione dimostra che la prima a comportarsi da colonizzata è la stessa Giunta regionale;
CHIEDE DI INTERPELLARE
l’Assessore regionale all’Agricoltura
affinché riferisca
- Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di annullare e successivamente approvare ‘ex novo’, con le necessarie modifiche, la Del. n. 28/3 del 26 giugno 2012, affinché rispetti il dettato della L.R. n. 15/2010 nella parte in cui quest’ultima si prefigge lo scopo di ridurre la produzione di pecorino romano Dop favorendo la differenziazione verso altre tipologie di formaggi, vale a dire escludendo i produttori di latte ovino sardo che vendono il latte crudo al di fuori della Sardegna dall’accesso ai contributi ‘de minimis’;
- Quali misure la Giunta regionale intende adottare presso il Governo nazionale affinché il bando Agea n. DPMU.2012.1762 del 2 luglio 2012 sia modificato in maniera tale da non risultare discriminatorio nei confronti dei produttori sardi, vale a dire garantendo loro le medesime condizioni di accesso alla fornitura del pecorino romano che vengono garantite ai produttori del Lazio.