I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, hanno presentato un’interrogazione all’Assessore regionale all’Agricoltura, Franco Foddis, per conoscere le ragioni che hanno portato alla proliferazione delle cause intentate presso il Tribunale del Lavoro da parte dei dipendenti del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale, che determina un pesante aumento dei costi di gestione a carico dei consorziati. Sono oltre quaranta le cause di lavoro pendenti, relative, si legge nell’interrogazione, a “casi di sottoinquadramento professionale e questioni inerenti rinnovi contrattuali”.
L’alto numero di cause pendenti “comporta ingenti spese legali da parte dell’Ente, in particolare quando esse non si concludono con una conciliazione”, conciliazione che quasi mai, “per espressa volontà del commissario”, il Consorzio accetta. I due consiglieri ricordano che il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale è commissariato, insieme ad altri quattro Consorzi sardi, da diversi anni e che i dipendenti dei Consorzi sono soggetti alla normativa prevista per i lavoratori del settore privato, pertanto non possono essere inquadrati nel comparto regionale o del pubblico impiego.
Liori e Diana chiedono dunque a Foddis se è vero che l’Assessorato all’Agricoltura ha rivolto “inviti perentori” al Consorzio affinché “non si procedesse ad alcuna conciliazione nelle cause pendenti, ad alcuna promozione e ad alcun passaggio di livello dei dipendenti”, se ritiene giusto che il Consorzio possa autogovernarsi e dunque decidere autonomamente la propria politica del personale e infine se non ritiene “altamente lesivo per gli interessi dei consorziati il fatto che essi si trovino costretti a sobbarcarsi gli oneri di spese legali derivanti da decisioni assunte da un commissario nominato dall’Amministrazione regionale, senza che i consorziati stessi possano in alcun modo partecipare democraticamente a tali decisioni”.
INTERROGAZIONE LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulle cause di lavoro intentate dai dipendenti del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale
I sottoscritti,
PREMESSO che il R.D.L. 13 febbraio 1933, n. 215, che ha istituito i Consorzi di Bonifica, ha previsto per tali enti l’autonomia gestionale e impositiva, in maniera tale che la gestione diretta delle entrate rivenienti dai contributi versati dai consorziati consenta di soddisfare con rapidità le esigenze di tutela del territorio a carico dei Consorzi stessi;
CONSIDERATO che il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale, al pari di altri quattro Consorzi di Bonifica sardi, è commissariato ormai da diversi anni e che tale condizione impedisce un corretto sviluppo dell’Ente;
VISTO che i dipendenti dei Consorzi di Bonifica sono soggetti alla normativa riguardante i lavoratori del settore privato e pertanto non possono essere inquadrati nel comparto regionale o, più in generale, del pubblico impiego;
CONSIDERATO che risultano pendenti oltre quaranta cause intentate dai dipendenti nei confronti del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale presso il Tribunale del Lavoro, per casi di sottoinquadramento professionale e questioni inerenti rinnovi contrattuali;
VALUTATO che un così elevato numero di cause pendenti comporta ingenti spese legali da parte dell’Ente, in particolare quando esse non si concludono con una conciliazione;
VERIFICATO che nella stragrande maggioranza dei casi le cause non si sono concluse in sede di conciliazione per espressa volontà del commissario del Consorzio;
CHIEDONO DI INTERROGARE
l’Assessore regionale all’Agricoltura
affinché riferisca
Se corrisponde al vero che, nei mesi e negli anni scorsi, sono stati trasmessi al Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale inviti perentori, da parte dell’Assessorato all’Agricoltura, affinché non si procedesse ad alcuna conciliazione nelle cause pendenti, ad alcuna promozione e ad alcun passaggio di livello dei dipendenti;
Se non ritiene doveroso che il Consorzio, vista la sua natura giuridica e lo status contrattuale dei suoi dipendenti, possa autogovernarsi e dotarsi autonomamente di una propria politica del personale;
Se non ritiene altamente lesivo per gli interessi dei consorziati il fatto che essi si trovino costretti a sobbarcarsi gli oneri di spese legali derivanti da decisioni assunte da un commissario nominato dall’Amministrazione regionale, senza che i consorziati stessi possano in alcun modo partecipare democraticamente a tali decisioni.
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