“Ormai non ci si sorprende più davanti ai pronunciamenti negativi della magistratura di ogni ordine e grado sugli atti della giunta Soru. La sentenza con cui il Tar della Sardegna ha annullato lo scioglimento del consiglio di amministrazione dell’Isola era ampiamente annunciata. Il fatto che i magistrati abbiano reintegrato il cda perché la Giunta, nel procedimento di scioglimento dell’organismo, ha ‘dimenticato’ di acquisire il parere del Consiglio regionale, non fa che sottolineare per l’ennesima volta la costante violazione delle prerogative dell’assemblea legislativa da parte del governatore”: è il commento del consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, alla sentenza con cui il Tar ha annullato gli atti relativi allo scioglimento del cda dell’Isola.
“Ormai, l’incredibile numero di ricorsi che vedono protagonista la Regione è tale da giustificare l’apertura a Cagliari di una terza sezione del Tar”, prosegue Diana. “Eppure, Soru non perde l’abitudine ad assumere atti superficiali e approssimativi, quand’anche non deliberatamente illegittimi. Del resto, può tranquillamente permettersi il suo perenne oscillare tra dilettantismo e arroganza: in fondo, i soldi con cui paga le spese legali non sono i suoi ma quelli dei sardi. Quest’ultimo è un aspetto di cui si dovrebbe sempre tener conto quando si parla di risanamento del bilancio regionale: quanto stanno costando alle casse della Regione le decine di cause perse per colpa del governatore?”.
“In tutto questo, c’è almeno una buona notizia: ora, Soru sarà costretto a presentarsi davanti al Consiglio e a spiegare le ragioni delle sue decisioni”, conclude il consigliere. “Il governatore sarà chiamato a rendere conto non soltanto del perché intende sciogliere il cda dell’ente per la promozione dell’artigianato sardo, ma anche e soprattutto per quale ragione ha pensato di poterlo fare di propria iniziativa, senza confrontarsi con gli altri organi istituzionali cui la legge riconosce una qualche competenza nel procedimento di scioglimento”.
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