“Appare a dir poco paradossale che la Regione riconosca gli effetti della siccità che da tempo colpisce le campagne della Sardegna per i cacciatori e non per gli agricoltori”: è il commento del consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, alla decisione assunta dall’Assessore regionale all’Ambiente, Cicito Morittu, di bloccare per le prossime due settimane la caccia a lepri e pernici nell’Isola. “Da un lato, la siccità non è tale che la Regione si senta in dovere di mettere mano al portafogli per indennizzare le aziende agricole per i gravi danni che hanno subito negli ultimi mesi; dall’altro, la calamità naturale è tanto grave da dover bloccare del tutto l’attività venatoria per alcune specie animali”.
“La decisione di Morittu, assunta in totale solitudine e senza alcun confronto con le associazioni venatorie, appare ancor più strumentale quando l’Assessore si appella a presunti dati trasmessi dagli assessorati provinciali all’ambiente, i quali confermerebbero la diminuzione della popolazione cacciabile”, prosegue Diana. “In realtà, non tutte le Province hanno trasmesso i dati all’Assessorato regionale e non tutte hanno segnalato il trend negativo di cui parla Morittu: non risulta affatto, ad esempio, che l’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Oristano abbia segnalato alla Regione una carenza di lepri e pernici nel territorio”.
“L’unico soggetto in grado di fornire un’esatta quantificazione della popolazione cacciabile presente nel territorio sardo è l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, che l’Assessore si è ben guardato dal consultare”, conclude il consigliere. “Morittu farebbe dunque bene ad ammettere cosa si cela dietro lo stop all’attività venatoria: una decisione strumentale, ispirata da chi da sempre si batte, senza portare alcuna motivazione che non sia di natura ideologica, per la soppressione della caccia in Sardegna”.
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