giovedì, giugno 14, 2012

Beni pubblici, la Regione avvii un serio piano di dismissioni immobiliari


“Anziché prodursi in superflui appelli preventivi per il rispetto dei nostri diritti già costituzionalmente tutelati, il governatore Cappellacci potrebbe approfittare dell’occasione offerta dal piano di dismissioni immobiliari attualmente allo studio da parte del governo Monti per mettere in campo un’iniziativa analoga, che consentirebbe di immettere nelle casse regionali ingenti risorse”, dichiara il capogruppo di Sardegna è già Domani, Mario Diana, replicando al comunicato stampa del Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, sulla possibile cessione di beni immobili di proprietà dello Stato siti in Sardegna.
“Per quanto riguarda gli immobili oggetto di dismissione, vale a dire non più utilizzati da parte dell’Amministrazione statale”, spiega Diana, “non penso sia il caso di preoccuparsi: l’art. 14 dello Statuto parla chiaro, devono essere obbligatoriamente trasferiti nel patrimonio della Regione e non vedo per quale ragione il Governo non dovrebbe rispettare il dettato costituzionale. Viceversa, sono dell’avviso che la Regione dovrebbe guardare con molto interesse a ciò che lo Stato intende fare con gli immobili tuttora in uso, per i quali non è previsto il passaggio automatico nella disponibilità di viale Trento. Come già hanno fatto, con ottimi risultati, i grandi gruppi industriali italiani, la Regione, previa un’approfondita ricognizione del proprio patrimonio immobiliare, dovrebbe adottare un rigoroso piano di razionalizzazione che preveda l’eliminazione delle sedi in locazione, i cui affitti gravano pesantemente sulle casse pubbliche, e la cessione a privati, laddove possibile, degli immobili di proprietà regionale”.
“Una simile operazione”, conclude il capogruppo, “permetterebbe di incassare, con buona approssimazione, non meno di un miliardo di euro che potrebbero essere utilizzati per interventi finalizzati a favorire il rilancio produttivo delle imprese isolane. Anziché combattere le solite battaglie di retroguardia, potremmo, una volta tanto, cogliere l’occasione per una seria iniziativa di risanamento del bilancio regionale, una di quelle riforme che i sardi ci chiedono e che porterebbero innegabili vantaggi al nostro sistema economico”.

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