“E’ sufficiente
leggere l’articolo di Stefano Agnoli sul Corriere della Sera di
oggi per capire quali sono i rapporti tra la multinazionale tedesca
E.On. e il Governo italiano: sarà infatti di circa 60 milioni
di euro all’anno per dieci anni il riconoscimento del ‘fattore di
garanzia’ per la multinazionale tedesca in qualità di
comproprietaria del rigassificatore di Livorno, opera fallimentare
definita infrastruttura essenziale dal Ministero per lo Sviluppo
Economico”, dichiara il capogruppo di Sardegna E’ Già Domani in
Consiglio regionale, Mario Diana, intervenendo ancora una volta sulla
vertenza Fiume Santo.
“Si tratta di risorse
che vanno a gravare sulla bolletta energetica dei contribuenti
italiani, niente di più di quanto la stessa multinazionale ottiene
in Sardegna nel settore elettrico, con il sostegno di Terna e con il
silenzio tombale del presidente Cappellacci”, sottolinea Diana.
“Gli innumerevoli casi di inquinamento a Fiume Santo – 26 solo
negli ultimi anni – non possono non prevedere un immediato e
drastico intervento nei confronti dell’azienda tedesca e
un’imposizione del governo affinché la stessa E.On. liberi il
campo o dia immediato avvio alla costruzione del nuovo gruppo a
carbone, con la contestuale dismissione dei vecchi gruppi ad olio
combustibile e la bonifica del sito”.
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