martedì, agosto 27, 2013

Fine legislatura, Cappellacci vuole rimediare in sei mesi quello che non ha fatto fino ad oggi


“Revisione del piano paesaggistico, continuità territoriale aerea e marittima, zona franca, rilancio dell’economia attraverso l’attrazione di investitori stranieri: se sono questi gli obiettivi del patto di fine legislatura che il presidente Cappellacci intende proporre agli alleati della sua maggioranza, allora forse farebbe meglio a rassegnare le dimissioni, dal momento che riconosce egli stesso di non aver concluso nulla nei primi quattro anni e mezzo di mandato e che adesso vorrebbe rimediare in sei mesi a tutto quello che non è riuscito a fare fino ad oggi”, dichiara il capogruppo di Sardegna E’ Già Domani, Mario Diana, commentando l’intervista rilasciata oggi dal Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ai microfoni di Videolina.
“Le parole dei Presidente delineano la chiara ammissione di un fallimento senza precedenti nella storia dell’Autonomia”, prosegue Diana. “Il suo (e mio) partito e l’intero centrodestra farebbero bene a prenderne atto sin da ora e a non lasciarsi trascinare verso la sconfitta alle prossime regionali da un leader che ha ampiamente dimostrato di non essere in grado né di governare la Regione, né tantomeno di tenere unita la coalizione che lo sostiene. E dispiace prendere atto della scarsa, o sarebbe meglio dire assente, determinazione con cui i vertici regionali del Popolo della Libertà hanno sostenuto la proposta delle primarie per la scelta del candidato della coalizione alle elezioni del prossimo anno, perché sarebbero state un’occasione unica per individuare un candidato realmente condiviso e capace non solo di vincere le regionali ma anche di governare la Sardegna”.
“Io sono convinto che ancora non sia detta l’ultima parola e che, se davvero nel centrodestra c’è una volontà comune di ricorrere alle primarie, nessuno possa impedirci di organizzarle”, conclude il capogruppo. “In caso contrario, è necessario che non si perda altro tempo e che si apra un serio dibattito per la scelta di un candidato che sia in grado di unire la coalizione e di guidarla alla vittoria, a cominciare dallo stesso Pdl, visto che negli organismi direttivi regionali non è in corso alcuna discussione del genere e che non è certo la candidatura di Cappellacci quella che può essere condivisa da tutto il partito”.

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