“Con l’esproprio dell’area di viale Sant’Avendrace in cui è aperto il cantiere dell’impresa Cocco, ha preso il via la stagione di espoliazioni annunciata ieri dal presidente Soru. D’ora in avanti, chiunque possieda un fabbricato in fase di realizzazione o magari già completato che per qualche ragione non va a genio al padrone della Sardegna, allora sarà giudicato fuorilegge ai sensi del Piano paesaggistico regionale e il fabbricato sarà espropriato. Di questo passo, non ci sarà da stupirsi se qualcuno si troverà privato della casa in cui abita da una vita a causa degli espropri proletari del governatore no global”: è il commento dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, all’annuncio fatto ieri dal Presidente della Regione, Renato Soru, e dall’Assessore regionale all’Ambiente, Ciccitto Morittu, in merito alle future azioni della Regione per perseguire le costruzioni ritenute non coerenti con il Piano paesaggistico regionale.
“Non solo il governatore pretende di espropriare edifici e terreni, ma minaccia di espropriare anche le competenze di altri organi dello Stato e della Regione: a che serve istituire quello che è stato definito come un ‘corpo regionale di polizia giudiziaria’, con il compito di verificare la coerenza dei fabbricati con il Ppr, se già esistono le strutture preposte a vigilare sull’abusivismo edilizio?”, proseguono Diana e Liori. “I poteri cui fanno riferimento Soru e Morittu, inoltre, sono già in capo alla Guardia forestale, visto che essi stessi l’hanno utilizzata per le loro azioni contro i cantieri nell’area di Tuvixeddu, quindi, con l’istituzione di un ‘corpo regionale di polizia giudiziaria’, la Regione starebbe scavalcando anche se stessa, oltre che lo Stato”.
“Preoccupa, infine”, concludono i due consiglieri, “venire a sapere che, per eseguire gli espropri, la Regione ‘non baderà a spese’. Evidentemente, i risultati che Soru è convinto di aver conseguito nel risanamento del bilancio regionale lo inducono a un’eccessiva fiducia: visto che ora le casse sono a posto, perché non dissestarle nuovamente per espropriare un po’ di terra ai sardi? Il futuro è un neofeudalesimo in cui tutto ciò che il popolo possiede, lo possiede per gentile concessione del governatore, che in qualsiasi momento può riprenderselo. E viste le molteplici interpretazioni cui si presta un Ppr scritto di proposito nel modo più vago possibile, la certezza del diritto sarà solo un ricordo”.
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