sabato, aprile 26, 2008

Guardie mediche, quanti morti la Dirindin vuole avere sulla coscienza?

La Giunta regionale ritiri immediatamente la delibera 53/7 dello scorso 27 dicembre, con cui dispone il dimezzamento delle guardie mediche sul territorio isolano e del personale in esse impiegato”: lo chiedono i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, che lanciano un appello alle forze sociali e ai cittadini delle zone interessate dai tagli al servizio di emergenza affinché si oppongano alla decisione dell’esecutivo.

“La delibera è un ciclone che minaccia di abbattersi sulle zone interne della Sardegna, quelle con il più alto tasso di spopolamento e con le maggiori difficoltà per gli spostamenti”, spiegano i due consiglieri. “Un gran numero di cittadini, soprattutto anziani, si ritroverà materialmente impossibilitato a raggiungere i presidi di guardia medica, mentre i medici in servizio dovranno coprire un territorio più ampio e pertanto non riusciranno a soddisfare tempestivamente tutte le richieste di interventi domiciliari. Qui non si parla soltanto dell’ennesima emergenza occupazionale che andrà ad investire l’Isola, la quale dovrà farsi carico di quattrocento nuovi disoccupati, cittadini sardi che perderanno il lavoro perché così ha deciso il governo regionale, ma della soppressione dell’assistenza sanitaria di emergenza in una vastissima parte della Sardegna”.

“E’ bene allora dire chiaramente come stanno le cose, senza facili edulcoramenti che farebbero comodo soltanto a chi vuole schivare le responsabilità delle proprie decisioni”, concludono Diana e Liori. “Ci sono delle persone che moriranno per colpa di questa delibera. Poche o tante, non ha alcuna importanza: adottando il piano di riordino delle guardie mediche, la giunta regionale ed in particolare l’Assessore alla Sanità, Nerina Dirindin, stanno mettendo in pericolo la vita stessa dei sardi. Per questo saremo al fianco di chiunque voglia opporsi a una decisione così irresponsabile per tutelare il diritto all’assistenza medica, soprattutto in situazioni di grave emergenza, riconosciuto dalla Costituzione italiana ma non dalla giunta Soru”.

mercoledì, aprile 23, 2008

Consorzi industriali, ‘privatizzato’ il parere di legittimità sulle direttive per la liquidazione

Per quali ragioni la Giunta regionale ha deciso di affidare ad uno studio legale privato il parere di legittimità sulle direttive per la liquidazione dei Consorzi industriali sovracomunali? E soprattutto, tale affidamento è legittimo? Lo chiede il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, in un’interrogazione all’Assessore regionale all’Industria, Concetta Rau. Le direttive sono state approvate dalla Giunta regionale lo scorso 18 aprile, in base a quanto stabilito dalla legge finanziaria regionale entrata in vigore ai primi di marzo.

La delibera del 18 aprile recita testualmente: “L’Assessore dell’Industria fa inoltre presente che, con nota datata 8 aprile 2008, prot. n. 524/08, lo Studio Legale Macciotta & Piseddu ha formulato un parere professionale in ordine alla regolarità e legittimità del testo delle direttive che si sottopone all’approvazione della Giunta regionale”. Il parere di legittimità sulla delibera, però, è stato espresso dal direttore generale dell’Assessorato all’Industria, così come previsto dalla legge regionale 31 del 1998.

Diana chiede dunque di sapere ai sensi di quale normativa si è ritenuto che il parere di legittimità sulle direttive potesse essere espresso da un soggetto esterno all’Amministrazione regionale, tenuto conto che le direttive sono parte integrante della delibera e dunque dovrebbero essere soggette alla stessa normativa. Inoltre, chiede se la Giunta ha richiesto un parere all’Ufficio Legale della Regione, sia sul merito delle direttive che sull’opportunità di richiedere il parere di legittimità dello Studio Legale Macciotta & Piseddu, e per quali ragioni il parere di legittimità sulle direttive non è stato espresso dal direttore generale dell’Assessorato all’Industria, al contrario di quanto accaduto per la delibera. Infine, considerato che la delibera fissa per i commissari liquidatori un compenso mensile pari al 60 per cento della retribuzione dei direttori generali dell’Amministrazione regionale e che la legge finanziaria non dà alcun mandato alla Giunta di prendere decisioni discrezionali sulla retribuzione dei commissari, il consigliere di Alleanza Nazionale chiede sulla base di quale normativa l’esecutivo ha ritenuto di poter fissare discrezionalmente il compenso e sulla base di quali ragioni è stato quantificato.



INTERROGAZIONE DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulle direttive per le procedure liquidatorie dei Consorzi industriali soppressi ai sensi dell’art. 7, comma 38, della L.R. 5 marzo 2008, n. 3


Il sottoscritto,

PREMESSO che l’art. 7, comma 38, della L.R. 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), nel disporre lo scioglimento dei Consorzi industriali di interesse sovracomunale non provinciale, stabilisce che, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge stessa, la Giunta regionale avrebbe dovuto provvedere con propria deliberazione allo scioglimento degli organi dei Consorzi soppressi, alla nomina dei relativi commissari liquidatori e all’adozione delle direttive sui tempi e sulle modalità delle procedure liquidatorie;

CONSIDERATO che la Giunta regionale ha ottemperato al dettato del comma di cui sopra con Del. n. 23/17 del 18 aprile 2008;

PRESO ATTO che la delibera di cui sopra recita testualmente: “L’Assessore dell’Industria fa inoltre presente che, con nota datata 8 aprile 2008, prot. n. 524/08, lo Studio Legale Macciotta & Piseddu ha formulato un parere professionale in ordine alla regolarità e legittimità del testo delle direttive che si sottopone all’approvazione della Giunta regionale”;

VALUTATO che sulla delibera di cui sopra risulta regolarmente espresso il parere di legittimità del Direttore Generale dell’Assessorato regionale all’Industria, ai sensi dell’art. 24 della L.R. 13 novembre 1998, n. 31;

VERIFICATO che la stessa delibera attribuisce ai commissari liquidatori un compenso mensile pari al 60 per cento della retribuzione fissa e di posizione dei direttori generali dell’Amministrazione regionale;

SOTTOLINEATO che l’art. 7, comma 38, della L.R. n. 3/2008 non stabilisce che la Giunta regionale possa determinare discrezionalmente l’ammontare di tale retribuzione;


CHIEDE DI INTERROGARE

l’Assessore regionale all’Industria

affinché riferisca

  • Ai sensi di quale normativa si è ritenuto che il parere di legittimità sulle direttive per le procedure liquidatorie dei Consorzi industriali, parte integrante della Del. n. 23/17 del 2008 e pertanto soggette alla medesima normativa, potesse essere espresso da un soggetto esterno all’Amministrazione regionale;

  • Se sulle direttive di cui sopra e sull’opportunità che esse fossero sottoposte a un parere di legittimità espresso da un soggetto esterno all’Amministrazione è stato chiesto il parere dell’Ufficio Legale della Regione;

  • Per quali ragioni non è stato possibile, per il Direttore Generale dell’Assessorato regionale all’Industria, esprimere il proprio parere di legittimità sulle direttive, al contrario di quanto avvenuto con la delibera di cui esse sono parte integrante;

  • Ai sensi di quale normativa si è ritenuto che la Giunta regionale potesse fissare discrezionalmente il compenso mensile riconosciuto ai commissari liquidatori e sulla base di quali ragioni tale compenso è stato determinato.

martedì, aprile 22, 2008

Il Minuetto dei treni-bidone

E’ vero che la Regione ha acquistato altri sei treni Minuetto, oltre ai quattro già consegnati nei mesi scorsi? E qual è lo stato di operatività di questi ultimi? Lo chiedono i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, in un’interrogazione all’Assessore regionale ai Trasporti, Sandro Broccia.

I due fanno riferimento ai quattro treni recentemente acquistati dalla Regione, i quali, si legge nell’interrogazione, “dovrebbero essere attualmente operativi sulla rete ferroviaria sarda”. Alla luce del fatto che “in altre Regioni italiane nelle quali sono in funzione, i treni Minuetto hanno evidenziato gravi problemi che ne hanno pesantemente condizionato l’operatività e che hanno richiesto l’investimento di ingenti risorse per interventi di riparazione e manutenzione straordinaria” e che “l’Amministrazione regionale ha più volte annunciato attraverso gli organi di informazione l’intenzione di acquistare altri sei treni Minuetto”, Diana e Liori chiedono a Broccia se i sei nuovi treni sono stati effettivamente acquistati e sono attualmente in possesso della Regione, “qual è il loro stato di operatività ed entro quale data si prevede che possano entrare in funzione sulla rete ferroviaria sarda”.

Inoltre, i due consiglieri vogliono sapere “qual è lo stato di operatività dei quattro treni Minuetto acquistati in precedenza”, se su di essi “sono stati eseguiti interventi di riparazione o manutenzione straordinaria a carico della Regione e, in caso affermativo, per quanto tempo i treni non sono stati in grado di operare”. Infine, si chiede “a quanto ammontano le risorse finora stanziate dalla Regione per l’acquisto dei treni Minuetto, per i relativi interventi di riparazione o manutenzione e per gli eventuali interventi di adeguamento della rete ferroviaria che si fossero resi necessari in seguito al loro acquisto”.



INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di operatività dei treni Minuetto recentemente acquistati dalla Regione


I sottoscritti,

PREMESSO che risultano recentemente acquistati dalla Regione Sardegna quattro treni del modello noto con il nome di Minuetto;

CONSIDERATO che tali treni dovrebbero essere attualmente operativi sulla rete ferroviaria sarda;

VALUTATO che in altre Regioni italiane nelle quali sono in funzione, i treni Minuetto hanno evidenziato gravi problemi che ne hanno pesantemente condizionato l’operatività e che hanno richiesto l’investimento di ingenti risorse per interventi di riparazione e manutenzione straordinaria;

SOTTOLINEATO che l’Amministrazione regionale ha più volte annunciato attraverso gli organi di informazione l’intenzione di acquistare altri sei treni Minuetto;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale ai Trasporti

affinché riferisca

  • Se i sei treni Minuetto di cui sopra sono stati effettivamente acquistati e sono attualmente in possesso della Regione Sardegna;

  • Qual è il loro stato di operatività ed entro quale data si prevede che possano entrare in funzione sulla rete ferroviaria sarda;

  • Qual è lo stato di operatività dei quattro treni Minuetto acquistati in precedenza dalla Regione;

  • Se, su tali quattro treni, sono stati eseguiti interventi di riparazione o manutenzione straordinaria a carico della Regione e, in caso affermativo, per quanto tempo i treni non sono stati in grado di operare;

  • A quanto ammontano le risorse finora stanziate dalla Regione per l’acquisto dei treni Minuetto, per i relativi interventi di riparazione o manutenzione e per gli eventuali interventi di adeguamento della rete ferroviaria che si fossero resi necessari in seguito al loro acquisto.

mercoledì, aprile 09, 2008

La Regione difenda la scuola sarda dai tagli imposti dal governo ‘amico’

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, hanno presentato un’interrogazione all’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Maria Antonietta Mongiu, per chiedere che la Regione si attivi per ottenere dal Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, la rimodulazione dei tagli agli organici del personale docente, scongiurando così la perdita di 941 posti di lavoro e un netto ridimensionamento dell’offerta formativa della scuola sarda.

Nell’interrogazione si fa riferimento alla circolare del 1 febbraio scorso con cui Fioroni ha emanato disposizioni per la rideterminazione degli organici per l’anno scolastico 2008/2009, secondo i criteri di riduzione delle risorse impiegate nella Pubblica Istruzione stabiliti con la legge finanziaria nazionale. La circolare prevede, per la Sardegna, il taglio di 413 posti nella scuola primaria, di 178 posti in quella secondaria di I grado e di 350 posti in quella secondaria di II grado, per un totale di 941 posti di lavoro con la conseguente riduzione del numero delle classi scolastiche negli istituti dell’Isola, “in particolare”, si legge nell’interrogazione, “nei piccoli comuni delle zone interne”. “La perdita di un tale numero di posti di lavoro”, proseguono i due consiglieri, “si configurerà come una grave emergenza occupazionale per la Sardegna, che andrà a sommarsi alle numerose altre situazioni analoghe che colpiscono tutti i comparti economici e produttivi dell’Isola”. Inoltre, “un tale ridimensionamento dell’offerta scolastica non farà che incrementare l’alto tasso di spopolamento che già affligge i centri delle zone interne”.

Liori e Diana chiedono dunque all’Assessore quali conseguenze avranno i tagli sull’offerta formativa della scuola sarda e, in particolare, “quante classi saranno soppresse negli istituti scolastici dell’Isola, in quali istituti si avranno tali soppressioni e se è prevista la soppressione o l’accorpamento di interi istituti scolastici”. Infine, i due consiglieri chiedono che la Giunta regionale si attivi presso il Ministro per chiedere la revisione della circolare per quanto attiene alla Sardegna, “tenuto conto delle particolari condizioni di isolamento e spopolamento di numerosi piccoli comuni delle zone interne”.



INTERROGAZIONE LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulla rideterminazione degli organici scolastici in Sardegna


I sottoscritti,

PREMESSO che, con circolare del 1 febbraio 2008, il Ministero della Pubblica Istruzione ha emanato disposizioni per la rideterminazione degli organici scolastici, relativamente al personale docente, per l’anno scolastico 2008/2009, coerentemente con gli obiettivi di riduzione delle risorse impiegate nella Pubblica Istruzione di cui all’art. 2, comma 412, della L. 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria nazionale);

CONSIDERATO che la circolare di cui sopra, per quanto concerne la Sardegna, prevede le seguenti riduzioni dell’organico:

  • scuola primaria: da 6.406 a 5.993 (riduzione di 413 unità);

  • scuola secondaria di I grado: da 5.197 a 5.019 (riduzione di 178 unità);

  • scuola secondaria di II grado: da 7.875 a 7.525 (riduzione di 350 unità);

VALUTATO che tale rideterminazione comporta il taglio di 941 posti di lavoro tra il personale docente della scuola sarda e, conseguentemente, una riduzione del numero delle classi scolastiche negli istituti dell’Isola, in particolare nei piccoli comuni delle zone interne;

SOTTOLINEATO che la perdita di un tale numero di posti di lavoro si configurerà come una grave emergenza occupazionale per la Sardegna, che andrà a sommarsi alle numerose altre situazioni analoghe che colpiscono tutti i comparti economici e produttivi dell’Isola;

EVIDENZIATO che un tale ridimensionamento dell’offerta scolastica non farà che incrementare l’alto tasso di spopolamento che già affligge i centri delle zone interne;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione

affinché riferisca

  • Quali saranno le conseguenze della rideterminazione dell’organico del personale docente sull’offerta formativa della scuola sarda e, in particolare, quante classi saranno soppresse negli istituti scolastici dell’Isola, in quali istituti si avranno tali soppressioni e se è prevista la soppressione o l’accorpamento di interi istituti scolastici;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare presso il Ministro della Pubblica Istruzione al fine di ottenere la revisione della circolare sulla rideterminazione degli organici per quanto attiene alla Regione Sardegna, tenuto conto delle particolari condizioni di isolamento e spopolamento di numerosi piccoli comuni delle zone interne.

lunedì, aprile 07, 2008

Adeguamento Puc a Ppr, no a discriminazioni negli incentivi

No alle discriminazioni negli incentivi per l’adeguamento dei Piani urbanistici comunali al Piano paesaggistico regionale. I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, presenteranno domani un’interrogazione all’Assessore regionale all’Urbanistica, Gianvalerio Sanna, per chiedere parità di trattamento per tutti i Comuni sardi che si impegnano a dotarsi degli strumenti di pianificazione urbanistica ai sensi delle norme vigenti.

I due consiglieri fanno riferimento ad una delibera della Giunta del 18 marzo, che stabilisce forme di incentivazione economica per i Comuni soggetti all’adeguamento obbligatorio dei Puc al Ppr che approvano gli strumenti urbanistici entro il 30 settembre o, in alternativa, entro il 31 dicembre (in questo caso l’incentivo è dimezzato). I due ricordano che la Giunta ha approvato nel maggio del 2006 il Ppr relativamente alla sola fascia costiera, mentre ancora non sono stati presentati i Piani relativi agli altri ambiti territoriali omogenei, “lasciando così una gran parte del territorio sardo priva di pianificazione paesaggistica”. Poiché soltanto i Comuni della fascia costiera sono soggetti all’obbligo di adeguamento dei Puc al Ppr e possono dunque godere delle incentivazioni regionali, “si viene così a creare una forma di disparità a tutto svantaggio di quei Comuni delle zone interne della Sardegna che stanno provvedendo a dotarsi di Puc, sostituendosi alla Regione di fatto inadempiente nei propri compiti di pianificazione paesaggistica adottando politiche virtuose orientate alla tutela dell’ambiente e del paesaggio”. Inoltre, la decisione della Giunta “non fa che dirottare le risorse stanziate verso i centri costieri sottraendole alle zone interne già ampiamente penalizzate dalle politiche della Regione”.

Liori e Diana chiedono perciò a Sanna “entro quale data prevede di sottoporre all’adozione della Giunta regionale il Ppr relativamente agli ambiti territoriali omogenei diversi da quello costiero” e cosa l’esecutivo intende fare per estendere le incentivazioni a tutti i Comuni sardi che provvedono a dotarsi del Puc. In alternativa, i due consiglieri chiedono alla Giunta di sospendere temporaneamente le incentivazioni, adottare nel più breve tempo possibile il Ppr relativamente agli ambiti omogenei oggi privi di pianificazione paesaggistica e successivamente estendere le incentivazioni a tutti i Comuni sardi soggetti all’obbligo di adeguamento dei Puc.



INTERROGAZIONE LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulle incentivazioni ai Comuni per l’elaborazione dei Piani urbanistici comunali in adeguamento al Piano paesaggistico regionale


I sottoscritti,

PREMESSO che, con Del. n. 18/20 del 18 marzo 2008, la Giunta regionale ha adottato forme di incentivazione per i Comuni soggetti all’obbligo di adeguamento dei Piani urbanistici comunali al Piano paesaggistico regionale che ottemperano a tale obbligo tempestivamente, fissando due limiti temporali al 30 settembre e al 31 dicembre pp.vv. entro i quali i Comuni dovranno provvedere a depositare i Puc approvati presso la direzione generale della Pianificazione urbanistica territoriale e Vigilanza edilizia per la verifica di coerenza al fine di poter godere delle incentivazioni;

CONSIDERATO che, con Del. n. 22/3 del 24 maggio 2006, la Giunta regionale ha provveduto ad adottare il Ppr relativamente al primo ambito territoriale omogeneo, comprendente l’intera fascia costiera della Sardegna;

EVIDENZIATO che ne consegue che soltanto i Comuni ricadenti nella fascia costiera sono soggetti all’obbligo di adeguamento dei Puc e possono pertanto godere delle incentivazioni recentemente adottate dalla Giunta regionale;

SOTTOLINEATO che la Giunta regionale non ha ancora provveduto ad adottare il Ppr relativamente ai restanti ambiti territoriali omogenei, lasciando così una gran parte del territorio sardo priva di pianificazione paesaggistica;

VALUTATO che si viene così a creare una forma di disparità a tutto svantaggio di quei Comuni delle zone interne della Sardegna che stanno provvedendo a dotarsi di Puc, sostituendosi alla Regione di fatto inadempiente nei propri compiti di pianificazione paesaggistica adottando politiche virtuose orientate alla tutela dell’ambiente e del paesaggio;

VALUTATO INOLTRE che la decisione della Giunta regionale di limitare le incentivazioni ai soli Comuni interessati dal Ppr vigente non fa che dirottare le risorse stanziate verso i centri costieri sottraendole alle zone interne già ampiamente penalizzate dalle politiche della Regione;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale agli Enti locali, alle Finanze e all’Urbanistica

affinché riferisca

  • Entro quale data prevede di sottoporre all’adozione della Giunta regionale il Ppr relativamente agli ambiti territoriali omogenei diversi da quello costiero;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di estendere le incentivazioni adottate per mezzo della Del. n. 18/20 del 2008 a tutti i Comuni sardi che provvedono a dotarsi di Puc;

  • In alternativa, quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di sospendere temporaneamente le incentivazioni di cui sopra, provvedendo ad adottare nel più breve tempo possibile il Ppr relativamente agli ambiti territoriali omogenei oggi privi di pianificazione paesaggistica e successivamente estendendo le incentivazioni ai Comuni dell’intero territorio regionale soggetti all’obbligo di adeguamento dei Puc al Ppr.

venerdì, aprile 04, 2008

Monti Nieddu, la Regione non resti a guardare

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, presenteranno nei prossimi giorni un’interrogazione all’Assessore regionale ai Lavori Pubblici, Carlo Mannoni, per chiedere che la Regione intervenga per cercare di sbloccare la situazione di stallo in cui si trovano i lavori per la realizzazione della diga di Monti Nieddu, che dovrebbe servire i comuni di Sarroch, Pula e Villa San Pietro. L’invaso dovrebbe servire la popolazione di una zona particolarmente esposta al problema della siccità, interessata da attività agricole “ritenute”, si legge nell’interrogazione, “di fondamentale importanza per l’economia regionale”, oltre che da “importanti insediamenti turistici” a causa dei quali la popolazione “tende a moltiplicarsi nei mesi estivi, durante i quali la carenza della risorsa idrica è maggiormente sentita”. L’opera è stata finanziata con 52 milioni di euro tra fondi di provenienza regionale e risorse Cipe, ma i lavori sono fermi ormai da oltre sei anni.

Nello scorso mese di gennaio si è concluso negativamente il tentativo di arbitrato intentato dal Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale, soggetto appaltatore dell’opera, e dalle imprese esecutrici, le quali chiedono al Consorzio il pagamento di una penale di 25 milioni di euro. “Appare molto probabile”, prosegue l’interrogazione, “in ragione dell’esito negativo dell’arbitrato, che il contenzioso in essere sia destinato a trasformarsi in una causa civile e dunque che si renda necessario attendere ancora per diversi anni prima che siano definitivamente chiarite le responsabilità del blocco dei lavori”.

Liori e Diana ricordano che Mannoni ha recentemente dichiarato alla stampa di ritenere opportuna una nuova gara di appalto, la quale comporterebbe la riprogettazione dell’opera e il suo ridimensionamento, “tale da renderla insufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione che da essa dovrebbe essere servita ed antieconomica per le casse pubbliche”. Nello scorso mese di giugno, inoltre, nel corso di un’assemblea pubblica a Sarroch, Mannoni ha anticipato che di lì a pochi giorni la titolarità della diga sarebbe passata dal Consorzio di Bonifica all’Enas, l’ente regionale per la gestione delle acque.

I due consiglieri chiedono innanzitutto all’Assessore “entro quanto tempo prevede che si possa giungere alla ripresa dei lavori ed alla loro ultimazione” e “a quanto ammontano le risorse già spese per l’avvio dei lavori e a quanto quelle disponibili per il loro completamento”. Inoltre, chiedono per quali ragioni il Consorzio è ricorso all’arbitrato “pur sapendo che solo il pronunciamento unanime del collegio avrebbe portato all’immediata definizione del contenzioso e che pertanto le probabilità di un’ulteriore dilatazione dei tempi erano prevedibilmente elevate”, come si intende procedere in caso di nuova gara di appalto, “dal momento che non esiste alcuna sentenza che attribuisca la responsabilità del blocco dei lavori alle imprese esecutrici, verso le quali pertanto permangono gli obblighi stabiliti nel disciplinare di gara e che prevedibilmente intenterebbero una nuova azione legale chiedendo il sequestro cautelativo del cantiere” e se la Regione ha acquisito o no la titolarità della diga per mezzo dell’Enas. Infine, Liori e Diana chiedono che la Giunta regionale si impegni “al fine di farsi parte attiva nel tentativo di risolvere il contenzioso per vie più brevi di quelle prospettate favorendo il dialogo tra le parti in causa, anche al fine di evitare un ulteriore incremento dei costi per la collettività in termini di spese giudiziarie e per scongiurare la perdita dei finanziamenti”.



INTERROGAZIONE LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulle prospettive di realizzazione della diga di Monti Nieddu


I sottoscritti,


PREMESSO che, nello scorso mese di gennaio, si è concluso negativamente il tentativo di arbitrato posto in essere dal Consorzio di Bonifica della Sardegna meridionale e dalle imprese esecutrici relativamente ai lavori per la realizzazione della diga di Monti Nieddu, i quali risultano bloccati da almeno sei anni a causa di un contenzioso aperto dalle imprese esecutrici nei confronti del Consorzio con la richiesta del pagamento di una penale superiore ad Euro 25.000.000;

CONSIDERATO che appare molto probabile, in ragione dell’esito negativo dell’arbitrato, che il contenzioso in essere sia destinato a trasformarsi in una causa civile e dunque che si renda necessario attendere ancora per diversi anni prima che siano definitivamente chiarite le responsabilità del blocco dei lavori;

VALUTATO che l’Assessore regionale ai Lavori Pubblici ha recentemente dichiarato agli organi di informazione che sarà necessario valutare la possibilità di procedere ad una nuova gara di appalto, ipotesi che prolungherebbe ulteriormente l’attesa prima che la diga possa essere effettivamente realizzata e che comporterebbe un ridimensionamento dell’invaso tale da renderlo insufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione che da esso dovrebbe essere servita ed antieconomico per le casse pubbliche;

RILEVATO che lo stesso Assessore regionale ai Lavori Pubblici, nel corso di un’assemblea pubblica tenutasi a Sarroch nel mese di giugno dello scorso anno, ha dichiarato che, di lì a pochi giorni, la titolarità della diga di Monti Nieddu sarebbe passata dal Consorzio di Bonifica alla Regione con la costituzione dell’ente strumentale per la gestione delle acque;

SOTTOLINEATO che l’ente di cui sopra, attualmente denominato Ente Acque della Sardegna, è stato costituito per mezzo della L.R. 6 dicembre 2006, n. 19, con la denominazione di Ente per le Risorse Idriche della Sardegna;

VERIFICATO che per la realizzazione della diga di Monte Nieddu è stata stanziata la somma di Euro 52.000.000 tra fondi di provenienza regionale e risorse Cipe;

SOTTOLINEATO che la diga di Monte Nieddu dovrebbe servire la popolazione di un’area della Sardegna sud-occidentale, particolarmente esposta al problema della siccità, che comprende i comuni di Sarroch, Pula e Villa San Pietro, nei cui territori sono presenti, oltre ad attività agricole ritenute di fondamentale importanza per l’economia regionale, importanti insediamenti turistici e la cui popolazione pertanto tende a moltiplicarsi nei mesi estivi, durante i quali la carenza della risorsa idrica è maggiormente sentita;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale ai Lavori Pubblici

affinché riferisca

  • Entro quanto tempo prevede che si possa giungere alla ripresa dei lavori ed alla loro ultimazione;

  • A quanto ammontano le risorse già spese per l’avvio dei lavori e a quanto quelle disponibili per il loro completamento;

  • Per quali ragioni il Consorzio di Bonifica ha ritenuto di affidarsi al giudizio di un collegio arbitrale, pur sapendo che solo il pronunciamento unanime del collegio avrebbe portato all’immediata definizione del contenzioso e che pertanto le probabilità di un’ulteriore dilatazione dei tempi erano prevedibilmente elevate;

  • Come si intende procedere nel caso in cui si decidesse di bandire una nuova gara d’appalto, dal momento che non esiste alcuna sentenza che attribuisca la responsabilità del blocco dei lavori alle imprese esecutrici, verso le quali pertanto permangono gli obblighi stabiliti nel disciplinare di gara e che prevedibilmente intenterebbero una nuova azione legale chiedendo il sequestro cautelativo del cantiere;

  • Se non ritiene che, proponendo una nuova progettazione dell’opera, si stia implicitamente convenendo sulle posizioni delle imprese esecutrici, le quali ritengono inadeguato il progetto originale;

  • Se la Regione ha acquisito la titolarità della diga per il tramite dell’Enas;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di farsi parte attiva nel tentativo di risolvere il contenzioso per vie più brevi di quelle prospettate favorendo il dialogo tra le parti in causa, anche al fine di evitare un ulteriore incremento dei costi per la collettività in termini di spese giudiziarie e per scongiurare la perdita dei finanziamenti.

martedì, aprile 01, 2008

Nuove guardie forestali, merito non solo della maggioranza

Apprendiamo dai telegiornali locali che l’assunzione delle nuove guardie forestali che hanno giurato stamani nella nuova sede del Corpo Forestale, nell’edificio Sali Scelti delle Saline di Stato di Cagliari, sarebbe merito esclusivo di due esponenti di spicco del Partito Democratico sardo, uno dei quali candidato alle elezioni politiche”, dichiarano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori. “E’ pertanto doveroso precisare che le assunzioni sono state sbloccate da una finanziaria regionale, quella per il 2007, approvata dall’Assemblea e che, su ottantacinque consiglieri, appare a dir poco strano che due di essi siano sufficienti a costituire la maggioranza necessaria per l’approvazione di una legge”.

“E’ infatti innegabile”, proseguono i due consiglieri, “che l’assunzione delle nuove guardie forestali sia merito dell’intero Consiglio, con le forze di opposizione che si sono fattivamente impegnate affinché si potesse dare un impiego dignitoso e una prospettiva di vita a dei giovani che hanno dimostrato di meritare la divisa che indossano risultando idonei in un regolare concorso pubblico. L’impegno congiunto delle forze di maggioranza e minoranza ha consentito di raggiungere un risultato che rappresenta prima di ogni altra cosa un atto di giustizia nonostante le resistenze della Giunta regionale e in particolare del governatore Renato Soru, il quale anche oggi non si è lasciato scappare l’occasione per dimostrare quanto poco interesse nutra nei confronti della Guardia Forestale in generale e dei nuovi assunti in particolare guardandosi bene dal presenziare di persona alla cerimonia di giuramento”.

“Ci preme pertanto ricordare ai due esponenti del Pd e in particolare a colui che aspira a diventare deputato che esiste una legge sulla par condicio, voluta dal loro stesso schieramento politico, che dovrebbe indurli ad evitare di sfruttare giornalisti compiacenti per improbabili quanto illegittimi spot elettorali nei telegiornali”, concludono Diana e Liori. “Per quanto attiene alle testate giornalistiche, invece, ci aspettiamo che vogliano ripristinare immediatamente una corretta informazione sulla notizia, come richiederebbe quella par condicio che troppo spesso, nelle ultime settimane, stiamo vedendo ridotta a pretesto per censurare le iniziative politiche dell’opposizione e dare invece ampio spazio a quelle puramente propagandistiche dei candidati dei partiti di maggioranza”.