sabato, novembre 24, 2007

Soru renda subito pubblici gli atti relativi al rapporto tra la Regione e la Goodwill

Le affermazioni fatte dal governatore Renato Soru relativamente ai rapporti di collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura e la società bolognese Goodwill e tra quest’ultima e sua figlia Alice Soru non fanno che rendere più pressante l’esigenza che siano subito resi pubblici tutti gli atti relativi a questa vicenda”: è la replica dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, alle dichiarazioni rese dal Presidente della Regione in seguito alla presentazione della loro interrogazione sui rapporti esistenti tra la Regione e la Goodwill.

“Come è stato puntualmente riportato nell’interrogazione, la società bolognese ha organizzato Festarch, il festival dell’architettura che si è tenuto nello scorso mese di giugno nell’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari”, proseguono i due consiglieri, “perciò non si può dire, come fa Soru, che il rapporto di lavoro tra la Goodwill e la Regione si è interrotto nel 2005 e che dopo l’assunzione di Alice Soru non c’è più stato alcun rapporto con l’azienda. Inoltre, se è vero quanto affermato dal governatore, cioè che la Goodwill ha cominciato a lavorare per viale Trento nel gennaio del 2004, com’è possibile che l’appalto relativo al progetto seguito dalla società sia stato fatto solamente nell’aprile del 2006?”.

“Il nostro compito di consiglieri di opposizione è vigilare sul corretto operato della Giunta e della maggioranza, in particolare quando ciò comporta la spesa di denari pubblici, non indagare nelle vicende private e familiari degli avversari politici”, concludono Liori e Diana. “Per questo abbiamo chiesto e chiediamo ancora che si faccia chiarezza in una vicenda che presenta troppi punti oscuri e che, allo stato attuale, porta a dubitare circa il corretto comportamento dell’Amministrazione regionale”.

giovedì, novembre 22, 2007

Ricomposizione fondiaria, ecco come la Regione spreca i soldi

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, hanno presentato un’interrogazione all’Assessore regionale all’Agricoltura, Franco Foddis, sulla bocciatura del Piano di Ricomposizione Fondiaria del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale. Il Piano, in elaborazione dal 2000 e costato finora oltre 4 milioni di euro, è stato bocciato senza appello dall’Assessorato quando era ormai giunto alla fase della progettazione esecutiva, senza che sia stata concessa alcuna possibilità di apportare modifiche che consentissero di salvare il lavoro svolto finora e le risorse impiegate.

Il progetto di ricomposizione fondiaria del Consorzio riguarda tredici Comuni dell’Alta Marmilla, con un progetto pilota nel Comune di Pauli Arbarei per la cui realizzazione è stata persino aperta una nuova sede del Consorzio. Nel 2000, all’avvio dei lavori, sono stati assunti dieci tecnici, i quali hanno lavorato fino ad oggi come dipendenti del Consorzio in forza di una successione di tre contratti a tempo determinato e tre proroghe. Tale successione ha superato i limiti previsti dalla legislazione in materia, tanto che i tecnici hanno intentato causa sia al Tar che al Tribunale del Lavoro per vedere riconosciuti i loro diritti.

In settembre, il Consorzio ha deliberato la pubblicazione del progetto esecutivo del Piano di Ricomposizione Fondiaria nel Comune di Pauli Arbarei, ma l’Assessorato all’Agricoltura, organo di controllo del Consorzio, ha bocciato la delibera “adducendo”, si legge nell’interrogazione, “motivazioni di carattere tecnico-legali” sulla metodologia usata nell’elaborazione del Piano. A seguito della bocciatura, il Consorzio ha cercato di aprire con l’Assessorato un percorso per la modifica del Piano, in maniera tale che possa ottenere il via libera definitivo, ma non ha avuto alcuna risposta.

I due consiglieri, che ricordano anche gli orientamenti più volte espressi da Foddis e dal governatore Renato Soru a favore della ricomposizione fondiaria, chiedono se è vero che, dal 2000 a oggi, il Consorzio ha richiesto in più occasioni all’Assessorato chiarimenti sulla procedura da utilizzare nell’elaborazione del Piano, senza ottenere “adeguate risposte per un positivo esito del progetto”; se è vero che, essendo emerso un vuoto normativo relativamente alla titolarità dei terreni oggetto del riordino, l’Assessorato non ha coinvolto il Consiglio regionale affinché tale vuoto venisse superato; se è vero che non ha risposto alla nota inviata dal Consorzio subito dopo la bocciatura del Piano, “fatto che dimostrerebbe il disinteresse e la chiusura preconcetta dell’organo di controllo”.

Inoltre, Liori e Diana chiedono se l’Assessorato ha ritenuto impossibile o non fondamentale l’attuazione del progetto di ricomposizione; se l’Assessore è “puntualmente informato” sull’operato della struttura o se è stato possibile archiviare un progetto costato oltre 4 milioni di euro a sua insaputa; se non sarebbe stato più opportuno rinviare il Piano al Consorzio con i necessari rilievi affinché venisse modificato anziché bocciarlo; se ritiene corretto che il Piano sia stato esaminato sotto il profilo tecnico anziché sotto quello della legittimità degli atti e, infine, se è vero che nel 2003 l’Assessorato ha bocciato la stabilizzazione dei tecnici assunti con contratti a termine per poi, in un secondo momento, avvallare la stipula di nuovi contratti a tempo determinato nonostante si fosse già stata superata la durata massima di 36 mesi fissata dalla legge.



INTERROGAZIONE LIORI - DIANA, con richiesta di risposta scritta, sul Piano di Ricomposizione Fondiaria del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale


Il sottoscritto,

PREMESSO che il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale è un ente pubblico di natura economica i cui atti sono soggetti al parere preventivo dell’organo di controllo regionale, che nella fattispecie è rappresentato dall’Assessorato all’Agricoltura;

CONSIDERATO che il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale sta portando avanti un progetto di ricomposizione fondiaria comprendente 13 Comuni ricadenti nell’area dell’Alta Marmilla;

VISTO che nell’anno 2000 sono stati assunti 10 tecnici di varie figure professionali per portare avanti il suddetto progetto, in special modo relativamente al progetto pilota di Pauli Arbarei, nel quale Comune è stata anche aperta una sede zonale del Consorzio;

CONSIDERATO che dal 2000 ad oggi i tecnici hanno lavorato come dipendenti del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale con una successione di tre contratti a termine e tre proroghe;

VISTO che tale successione di contratti è oggetto di contenzioso sia presso il Tribunale Amministrativo Regionale che presso il Tribunale del Lavoro, per vedere riconosciuti i diritti dei tecnici di cui sopra, palesemente disattesi dalla successione dei contratti di lavoro;

CONSIDERATO che dal 2000 ad oggi sono stati spesi nel progetto di ricomposizione fondiaria oltre € 4.000.000, a fronte di € 5.164.568,99 del finanziamento regionale previsto dalla determinazione DG/ARAP n. 1959/99 del 9 agosto 1999;

VISTO che nel mese di settembre u.s. è stata deliberata da parte del Consorzio la pubblicazione del progetto esecutivo del Piano di Ricomposizione Fondiaria nel Comune di Pauli Arbarei;

CONSIDERATO che l’organo di controllo regionale ha bocciato la succitata delibera adducendo motivazioni di carattere tecnico-legali sulla metodologia utilizzata dal Consorzio nell’elaborazione del Piano;

VISTO che, a seguito della bocciatura della delibera, il Consorzio ha richiesto all’Assessorato chiarimenti e un eventuale incontro per trovare di comune accordo la strada da seguire per il completamento del progetto, non ricevendo ad oggi nessuna risposta;

VALUTATO dannoso tale comportamento sia per il Consorzio che per lo stesso Assessorato, poiché il progetto ha comportato l’impegno di fondi pubblici per attività da sempre ritenute prioritarie dalla Regione per lo sviluppo della propria politica agricola;

RITENUTO fondamentale e prioritario il conseguimento degli obiettivi della ricomposizione fondiaria;

VALUTATO doveroso non interrompere il progetto in questione, che ha trovato ampia se non totale condivisione da parte della comunità di Pauli Arbarei;


CONSIDERATO che i tecnici impiegati nel progetto hanno avuto modo di sviluppare nel settore un livello di professionalità senza eguali nella nostra Regione;



CHIEDE DI INTERROGARE

l’Assessore regionale all’Agricoltura

affinché riferisca

  • Se corrisponde al vero che, dal 2000 ad oggi, il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale ha chiesto più volte chiarimenti e consulenze in merito alla correttezza della procedura utilizzata nell’elaborazione del progetto di ricomposizione fondiaria e che, di contro, l’Assessorato ha spesso e volentieri ignorato tali richieste non fornendo adeguate risposte per un positivo esito del progetto;

  • Se corrisponde al vero che l’Assessorato, valutato un vuoto normativo legato alla titolarità degli immobili oggetto di riordino fondiario, non ha mai né informato, né coinvolto il Consiglio regionale per il tramite dell’Assessore competente in modo da individuare una soluzione alle obiezioni sollevate dai funzionari;

  • Se corrisponde al vero che la nota inviata dal Consorzio all’Assessorato successivamente alla bocciatura del Piano di Ricomposizione Fondiaria non ha a tutt’oggi ricevuto alcuna risposta, fatto che dimostrerebbe il disinteresse e la chiusura preconcetta dell’organo di controllo;

  • Alla luce degli orientamenti più volte espressi dal Presidente della Regione e dall’Assessore, secondo cui il riordino fondiario è una priorità per lo sviluppo della politica agricola regionale, se l’Assessorato ha ritenuto impossibile o non fondamentale, vista la mancanza di risposte, l’attuazione del progetto;

  • Se è puntualmente informato sull’operato dell’organo di controllo, considerato che un progetto costato oltre € 4.000.000 non può essere archiviato all’insaputa dell’organo politico;

  • Se non sarebbe stato opportuno un rinvio della delibera di pubblicazione del Piano di Ricomposizione Fondiaria in luogo della sua bocciatura, in modo tale da consentirne il perfezionamento a seguito dei rilievi mossi dall’organo di controllo;

  • Se ritiene corretto il comportamento dell’organo di controllo, che ha disposto la bocciatura del Piano entrando nel merito degli aspetti tecnici anziché esprimersi sulla legittimità degli atti amministrativi;

  • Se ha notizia dei procedimenti giudiziari intentati dai dipendenti del Consorzio relativamente alla successione di contratti a termine ai quali sono sottoposti ormai da ben sette anni;

  • Se ha notizia del fatto che, nell’ottobre del 2003, l’organo di controllo ha bocciato la delibera con cui l’amministrazione consortile aveva proposto la tramutazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato essendo trascorsa la durata massima di 36 mesi prevista dalla legge per i contratti a termine, mentre successivamente non ha riscontrato nulla da eccepire sulle delibere relative ai due nuovi contratti a termine proposti in palese elusione della vigente legislazione in materia, comportando un esborso inutile da parte del Consorzio per sostenere le cause attualmente in giudizio presso il Tribunale del Lavoro e il Tribunale Amministrativo Regionale.

mercoledì, novembre 21, 2007

Finanziaria, no alla soppressione dell’Università diffusa

Un no assoluto alla soppressione dell’Università diffusa in Sardegna è giunto dal consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, Vicepresidente della Commissione Bilancio, a seguito dell’audizione dei rettori delle Università sarde sulla manovra finanziaria per il 2008 che si è tenuta stamani in Commissione. “Mi sarei aspettato ben altro atteggiamento da parte dei rettori”, spiega Diana, “davanti al taglio di 1.750.000 euro proposto per le sedi centrali e di ben 4 milioni di euro, pari alla metà dei finanziamenti previsti nella precedente finanziaria, che minaccia di colpire quelle periferiche”.

“La riduzione delle risorse in finanziaria penalizzerà soprattutto i poli universitari di Oristano e Nuoro”, prosegue il consigliere. “A Oristano sarà fortemente ridimensionato il corso di laurea in archeologia subacquea, unica realtà del genere in tutta Italia, che potrebbe trasformarsi in un semplice corso senza titoli. A Nuoro, i due corsi di laurea dovranno condividere in parte i docenti, con conseguenti disagi per gli studenti. Le ripercussioni saranno gravissime non solo per quanto riguarda il diritto allo studio, ma anche per lo stesso sviluppo economico delle zone interne, per il quale non si può prescindere dalla presenza dell’Università nel territorio”.

“Il timore”, conclude Diana, “è che i rettori dei due Atenei sardi vogliano sposare l’orientamento del governatore Renato Soru, il quale si è dichiarato contrario alla politica dell’Università diffusa a favore della centralizzazione dell’offerta formativa. E’ come se i rettori, dopo averli proposti e sostenuti con l’appoggio della Regione e degli enti locali, stiano ora prendendo le distanze dai corsi di laurea diffusi nel territorio. Un simile orientamento favorirebbe il sottosviluppo e lo spopolamento; il centrodestra dovrà perciò farsi carico di apportare le necessarie modifiche alla finanziaria e, qualora dovesse essere confermata la nuova linea assunta dai rettori, sostenere gli enti locali che volessero adottare forme organizzative diverse da quella attuale al fine di avere garantita la presenza dell’Università nelle zone interne della Sardegna”.

martedì, novembre 20, 2007

Consorzi industriali, giusto cassare del tutto le norme intruse

Come Totò con la Fontana di Trevi, il governatore Renato Soru sta cercando di vendere a Comuni e Province qualcosa che non possiede, vale a dire la competenza sui consorzi industriali. E’ per questo motivo che la Terza Commissione, nel parere espresso stamani sulle norme intruse del disegno di legge finanziaria, ha proposto che siano cassati tutti i commi relativi alla riforma dei consorzi e non soltanto quelli indicati dal Presidente del Consiglio, Giacomo Spissu”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, Vicepresidente della Commissione Bilancio.

“I consorzi industriali, infatti, non sono soggetti pubblici ma enti di diritto privato e perciò soggetti alla disciplina del Codice Civile”, spiega Diana. “Secondo l’art. 117, comma 2, lettera l) della Costituzione italiana, su tali enti la Regione non ha competenza legislativa e perciò non può cedere alcun potere agli enti locali, dal momento che essa stessa non ne possiede alcuno”.

“Ha fatto benissimo, perciò, la Commissione, nel proporre l’eliminazione totale dalla finanziaria delle norme sui consorzi”, conclude il Vicepresidente. “Ci auguriamo che il presidente Spissu, cui spetta la decisione finale al riguardo, accolga il nostro parere. In caso contrario, il centrodestra si adopererà in Commissione e in Aula affinché le norme restanti siano soppresse, con la certezza di trovare la convergenza di quell’ampia parte della maggioranza che rifiuta di mettere da parte il buon senso per non scontentare il suo leader”.

mercoledì, novembre 14, 2007

Metano, la Regione si lancia nel business ma lascia fuori le aziende sarde

Persa la partita della fornitura di metano a costi agevolati per i cittadini e le imprese sarde, il governatore Renato Soru si lancia nella speculazione”, denunciano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori. “Un business da 600 milioni di dollari, in cui la Regione non avrà alcuna voce in capitolo al momento di fissare le tariffe praticate nell’Isola e che farà finire la fetta più ampia dei guadagni nelle tasche di un socio straniero che non reinvestirà neppure un centesimo in Sardegna: è questo, in estrema sintesi, il progetto che si cela dietro la costituzione della società mista tra la Regione e Sonatrach per la commercializzazione del metano algerino in Sardegna e non solo”.

“Quella che Soru si appresta a costituire con il colosso algerino si configura in tutto e per tutto come una società per la vendita del gas naturale in regime di libero mercato, che distribuirà qualcosa come 2 miliardi di metri cubi di metano l’anno, dei quali la Sardegna, pur mettendoci tutto l’impegno possibile, non riuscirà a consumare più di 400 milioni”, proseguono i due consiglieri. “Considerato che la quotazione attuale del gas naturale sui mercati internazionali è di 300 dollari per 1000 metri cubi, il calcolo è presto fatto: 600 milioni di dollari l’anno, con la Sonatrach, azionista di maggioranza, che incamererà la fetta più grossa senza reinvestire nulla nell’Isola, dal momento che la società ha quale unico scopo la commercializzazione del metano algerino. Perché la Regione non ha pensato di coinvolgere nella società una o più imprese sarde o quantomeno operanti in Sardegna, in modo tale che gli utili potessero essere reinvestiti nell’Isola?”.

“La mega-speculazione sul metano, però, non sarà a costo zero per le casse regionali”, concludono i due consiglieri. “Nonostante, con una delibera del giugno 2006, la Giunta avesse deciso di restare nel consorzio Galsi a patto che fosse questo a realizzare, dopo averlo progettato, il metanodotto Algeria-Sardegna-Italia, ora che Galsi ha affidato a Snam Rete Gas la realizzazione e la gestione dell’impianto, la Regione non sembra minimamente intenzionata a disimpegnarsi dal consorzio, che dovrà reperire complessivamente qualcosa come 2 miliardi di euro per finanziare la realizzazione dell’opera. Un investimento faraonico che non porterà alcun risparmio per gli utenti sardi e nessuna ricaduta per le aziende isolane”.



MOZIONE DIANA – ARTIZZU – LA SPISA – RANDAZZO Alberto – VARGIU – LADU – LIORI – MORO – SANNA Matteo – RASSU – LOMBARDO – CONTU – LICANDRO – SANJUST – PILERI – PETRINI – RANDAZZO Vittorio – CAPPAI – AMADU – CAPELLI – CUCCU Franco Ignazio – MILIA – PISANO – CASSANO – DEDONI – MURGIONI – GALLUS – FLORIS Mario – CHERCHI Oscar – FARIGU, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale ai sensi dei commi 2 e 3 dell’art. 54 del Regolamento consiliare, sugli accordi relativi alla realizzazione del metanodotto Algeria-Sardegna-Italia e alla commercializzazione del metano in Sardegna


PREMESSO che

  • Il 29 gennaio 2003 è stata costituita la società Galsi S.p.A., nella quale la Regione Autonoma della Sardegna è presente con due quote azionarie, ciascuna pari al 5%, di proprietà rispettivamente della Sfirs S.p.A. e della Progemisa S.p.A.;

  • Scopo sociale della Galsi S.p.A. era, all’atto della costituzione, la realizzazione di uno studio di fattibilità per la realizzazione del metanodotto Algeria-Sardegna-Italia;


CONSIDERATO che

  • Con Del. n. 24/15 del 7 giugno 2006, la Giunta regionale si è impegnata a garantire la copertura finanziaria degli impegni di Sfirs e Progemisa nella Galsi e ha autorizzato le due società a mantenere inalterate le rispettive partecipazioni azionarie, in particolare in vista di un allora imminente aumento di capitale del consorzio;

  • Si legge nel testo della delibera di cui sopra: “E’ stato evidenziato come i soci che hanno concorso alla predisposizione del progetto di fattibilità del gasdotto potrebbero essere quelli più direttamente interessati a curarne anche la fase attuativa”;

  • Si legge inoltre nel testo: “Sulla base degli accordi che stanno maturando tra i soci, appare conveniente permanere nella compagine sociale solo nell’ipotesi in cui si intenda partecipare alla realizzazione dell’opera”;

  • La L.R. 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria per l’anno 2007), all’art. 24, comma 14, stanzia la somma di Euro 3.000.000 a favore della Sfirs, finalizzata alla sottoscrizione dell’aumento di capitale della Galsi;


VERIFICATO che

  • Il 7 novembre u.s., le società Galsi e Snam Rete Gas S.p.A. hanno sottoscritto un memorandum di intesa con cui si affida a quest’ultima la realizzazione del tratto italiano del metanodotto;

  • Stando a quanto riportato dalla stampa, la Galsi sarà responsabile dell’iter progettuale e autorizzativo dell’opera, mentre la Snam realizzerà e gestirà in proprio la condotta;


VALUTATO che

  • Quando sarà del tutto operativo, il metanodotto Algeria-Sardegna-Italia sarà in grado di trasferire 10 miliardi di metri cubi di metano l’anno;

  • I soci della Galsi hanno stipulato con la Sonatrach S.p.A., socio di maggioranza della Galsi e gestore dell’intero patrimonio metanifero algerino, contratti per la cessione di quote della fornitura annua di metano che transiterà nell’impianto;

  • Nella giornata di ieri, la Regione avrebbe reso noti i contenuti di un accordo sottoscritto circa due settimane orsono con la Sonatrach per la costituzione di una società mista per la commercializzazione in Sardegna di una quota del metano trasportato dalla condotta;

  • La Sonatrach non risulta in possesso di alcuna attività industriale nell’Isola in cui possa reinvestire gli ingenti utili derivanti dalla commercializzazione del gas naturale;


SOTTOLINEATO che

  • Solo assumendo una posizione maggioritaria nella compagine azionaria della società mista la Regione potrebbe contribuire a una politica tariffaria vantaggiosa nei confronti degli utenti sardi, i quali, viceversa, qualora fosse la Sonatrach a detenere il pacchetto di maggioranza, si troverebbero esposti alle oscillazioni dei prezzi determinate dai mercati internazionali;

  • Negli ultimi mesi si è verificato un forte rialzo del prezzo del petrolio, cui quello del metano è direttamente proporzionale, e non si prevede la possibilità di una sua contrazione né nel breve, né nel lungo periodo;


IL CONSIGLIO REGIONALE

impegna la Giunta regionale

a riferire

  • Se l’aumento di capitale della Galsi cui fanno riferimento la Del. n. 24/15 del 2006 e la L.R. n. 2/2007 si è concluso e se la Sfirs e la Progemisa vi hanno preso parte mantenendo inalterate le rispettive quote societarie;

  • Se, alla luce del memorandum siglato da Galsi e Snam, risultano verificate le condizioni per la permanenza delle società regionali nella compagine societaria di cui alla premessa della Del. n. 24/15 di cui sopra;

  • Come saranno suddivise le quote azionarie nella società mista che sarà costituita dalla Regione con la Sonatrach;

  • A quanto ammonta il quantitativo annuo di metano che sarà commercializzato in Sardegna dalla società mista;

  • A quanto ammonta l’impegno finanziario della Regione per la costituzione del capitale della società mista;

  • Di quanto le tariffe per la fornitura di metano ai cittadini sardi praticate dalla società mista saranno inferiori a quelle praticate dalle società private operanti sul mercato;

  • Quali clausole per la tutela dei cittadini sardi dalle oscillazioni dei prezzi del metano sui mercati internazionali saranno inserite nell’atto costitutivo della società mista;

  • Quali clausole a vantaggio delle cosiddette ‘industrie energivore’ sarde saranno inserite nell’atto costitutivo della società mista;

  • A quanto ammontano gli investimenti complessivi che la Regione ha effettuato, sta effettuando e prevede di effettuare relativamente alla progettazione e alla realizzazione del metanodotto e alla distribuzione del metano nell’Isola e a quanto ammonta il risparmio previsto per le famiglie sarde con l’entrata in funzione del metanodotto e la commercializzazione nell’Isola del metano algerino;


impegna inoltre la Giunta regionale

  • A fornire i testi completi del memorandum di intesa sottoscritto dalla Galsi con la Snam per la realizzazione del metanodotto e dell’accordo tra la Regione e la Sonatrach per la costituzione della società mista;

  • A cedere le quote azionarie detenute da Sfirs e Progemisa nella Galsi, essendo venute meno le condizioni per la permanenza nella società esplicitate nella premessa della Del. n. 24/15 di cui sopra;

  • A costituire una società mista, finalizzata alla commercializzazione in Sardegna del metano trasportato dal metanodotto Algeria-Sardegna-Italia, assumendo una quota azionaria di maggioranza e individuando quali soci di minoranza aziende sarde o comunque titolari di attività industriali in Sardegna;

  • A inserire nell’atto costitutivo della società mista clausole che garantiscano ai cittadini sardi la fornitura di metano a prezzi inferiori a quelli di mercato e con tariffe che non risentano delle oscillazioni del prezzo del petrolio;

  • A inserire nell’atto costitutivo della società mista clausole che garantiscano alle aziende sarde condizioni di accesso agevolato alle forniture di metano.

giovedì, novembre 08, 2007

Riattivare immediatamente il servizio di trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, hanno presentato un’interrogazione urgente all’Assessore regionale ai Trasporti, Sandro Broccia, per chiedere che sia immediatamente ripristinato il servizio di trasporto di vagoni merci tra la Sardegna e il resto d’Italia, fornito dai traghetti delle Ferrovie dello Stato. Il servizio è stato interrotto a partire dal 28 ottobre, si legge nell’interrogazione, “per la necessità di interventi di manutenzione urgenti e improrogabili” sul traghetto Garibaldi, di stanza allo scalo di Olbia-Golfo Aranci, “unica unità navale delle Ferrovie dello Stato adibita al trasporto di vagoni merci via mare a garantire la continuità del servizio” da e per la Sardegna.

“Le Ferrovie dello Stato”, prosegue l’interrogazione, “hanno comunicato che sarebbe stato messo a disposizione, a partire dal 5 novembre, il traghetto Scilla, di norma operante sulla tratta Reggio Calabria-Messina”, ma ancora il nuovo traghetto non risulta operativo sullo scalo gallurese. “Pertanto, il servizio di trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna è sospeso ormai da oltre dieci giorni, con pesanti ricadute economiche per le aziende sarde che esportano i loro prodotti verso il resto d’Italia”. Il disservizio è aggravato dalla progressiva riduzione avvenuta nel corso degli anni: “La situazione attuale, che vede un solo traghetto garantire il servizio di trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna, è conseguenza delle recenti dismissioni effettuate dalle Ferrovie dello Stato, mentre in passato erano sei i traghetti che operavano sugli scali sardi”.

I due consiglieri chiedono dunque che la Giunta regionale si attivi presso le Ferrovie dello Stato affinché il servizio di trasporto di vagoni merci sia “immediatamente riattivato” e potenziato, “incrementando il numero dei traghetti operanti sugli scali sardi”. Infine, Liori e Diana chiedono di sapere “per quali ragioni si è giunti a una tale riduzione del servizio senza alcun intervento da parte delle Istituzioni” e alla Giunta di impegnarsi “al fine di ottenere condizioni agevolate per il trasporto di merci da e per la Sardegna, in ragione delle condizioni particolarmente svantaggiate determinate dall’insularità”.



INTERROGAZIONE URGENTE Liori – Diana, con richiesta di risposta scritta, sul blocco del trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna da parte dei traghetti delle Ferrovie dello Stato


I sottoscritti,

PREMESSO che, allo stato attuale, il traghetto Garibaldi, di stanza allo scalo di Olbia-Golfo Aranci, è l’unica unità navale delle Ferrovie dello Stato adibita al trasporto di vagoni merci via mare a garantire la continuità del servizio tra la Sardegna e il resto d’Italia;

CONSIDERATO che, a partire dal 28 ottobre u.s., le Ferrovie dello Stato hanno sospeso le corse del traghetto Garibaldi per la necessità di interventi di manutenzione urgenti e improrogabili sull’imbarcazione;

PRESO ATTO che le Ferrovie dello Stato hanno comunicato che per garantire la continuità del servizio di trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna sarebbe stato messo a disposizione, a partire dal 5 novembre u.s., il traghetto Scilla, di norma operante sulla tratta Reggio Calabria-Messina;

VERIFICATO che a tutt’oggi non risulta che il traghetto Scilla abbia iniziato a operare in sostituzione del traghetto Garibaldi e che pertanto il servizio di trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna è sospeso ormai da oltre dieci giorni, con pesanti ricadute economiche per le aziende sarde che esportano i loro prodotti verso il resto d’Italia;

RAMMENTATO che la situazione attuale, che vede un solo traghetto garantire il servizio di trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna, è conseguenza delle recenti dismissioni effettuate dalle Ferrovie dello Stato, mentre in passato erano sei i traghetti che operavano sugli scali sardi;

CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale ai Trasporti

affinché riferisca

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare presso le Ferrovie dello Stato affinché sia immediatamente riattivato il servizio di trasporto di vagoni merci tra la Sardegna e il resto d’Italia;

  • Per quali ragioni si è giunti a una tale riduzione del servizio di trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna, per il quale, dai sei traghetti disponibili in passato, si è arrivati progressivamente a uno e poi a nessuno, senza alcun intervento da parte delle Istituzioni affinché fosse garantito un servizio indispensabile per le imprese sarde;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare affinché le Ferrovie dello Stato potenzino il servizio di trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna, incrementando il numero dei traghetti operanti sugli scali sardi;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di ottenere condizioni agevolate per il trasporto di merci da e per la Sardegna, in ragione delle condizioni particolarmente svantaggiate determinate dall’insularità.

mercoledì, novembre 07, 2007

Risposta all'invito di Pasquale Onida per un incontro sull'Intesa Istituzionale

Al sig. Presidente della Provincia di Oristano
c/o sede


OGGETTO: Intesa istituzionale tra Provincia, Comune di Oristano e Regione Sardegna. Autoconvocazione a Cagliari del giorno 12/11/2007, davanti alla Presidenza della Regione – V.le Trento, 69. Incontro preliminare dei soggetti promotori dell’iniziativa.


Egregio Presidente

Relativamente all’invito da Lei cortesemente inviatomi in data odierna, Le comunico la mia impossibilità a presenziare all’incontro a causa di impegni inderogabili precedentemente assunti, ma confermo sin da ora la mia presenza all’autoconvocazione decisa per il giorno 12 p.v. Colgo altresì l’occasione per farLe presente la necessità e l’opportunità di adeguare immediatamente l’Intesa istituzionale oggetto dell’incontro, della quale peraltro non mi fregio di essere tra i promotori, alle istanze dei territori della Provincia di Oristano rimaste finora escluse dagli interventi inseriti nell’Intesa. Al fine di evitare il crearsi di disparità tra i diversi territori della Provincia, riterrei doveroso coinvolgere nel confronto sull’Intesa i sindaci dei Comuni che hanno avanzato proposte di integrazione a quanto già previsto dal documento, i quali non risulta siano stati finora coinvolti nel processo di elaborazione, adozione e integrazione.

Distinti saluti


on. Mario Diana

Caccia, il Piano per l’eradicazione della peste suina scatena il caos in tutta la Sardegna

Grazie agli assurdi divieti imposti dalla giunta Soru, la caccia in Sardegna diventa sempre più difficile”, denunciano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori. “Con l’apertura della caccia al cinghiale sono entrate in vigore le limitazioni imposte dal Piano di eradicazione delle pesti suine adottato dall’Assessora alla Sanità, Nerina Dirindin, nel maggio scorso. Oggi è di fatto impossibile per i cacciatori praticare la caccia al cinghiale al di fuori del territorio del proprio Comune di residenza”.

“La scorsa domenica a molti cacciatori sardi, complice la totale e colpevole mancanza di informazioni sulle direttive decise dall’Assessora piemontese, è stata impedita l’attività venatoria perché rei di avere ‘sconfinato’ al di fuori del proprio centro di residenza”, proseguono i due consiglieri. “Ciò perché, stando a quanto riportato dall’assessora Dirindin in risposta a una nostra interrogazione del giugno scorso, ‘le misure restrittive, che di fatto nelle zone infette limitano l’esercizio della caccia al cinghiale ai soli residenti, discendono dalla necessità di scongiurare il rischio di trasporto di carni potenzialmente infette nelle zone indenni da peste suina africana’. E’ lecito domandarsi: perché devono essere necessariamente i cacciatori non residenti a trasportare le carni potenzialmente infette nelle zone indenni? Il Piano, infatti, non impedisce a un cacciatore residente in una zona infetta di regalare ad amici e parenti residenti in zone indenni le carni di animali abbattuti nella propria zona di residenza”.

“In realtà, appare impossibile capire perché non sia sufficiente applicare anche ai non residenti le stesse precauzioni previste per i residenti, vale a dire l’obbligo di stoccaggio delle carni in celle frigorifere a tenuta stagna intanto che vengono eseguite le analisi sui campioni prelevati sugli animali abbattuti: se la carne degli animali risultati negativi non può causare danno ai residenti, perché ne dovrebbe causare ai non residenti?”, concludono Diana e Liori. “Pertanto, quelli imposti dal Piano per l’eradicazione delle pesti suine appaiono come gli ennesimi divieti assurdi e irrazionali imposti con il solo scopo di limitare arbitrariamente la caccia, attività evidentemente non gradita da un esecutivo che, forse per non scontentare una parte dei propri elettori o perché i soldi delle tasse pagate dai cacciatori fanno sempre comodo, non ha il coraggio di prendere una posizione chiara ed esplicita al riguardo e di assumersi le relative responsabilità”.

martedì, novembre 06, 2007

Bando Pia ‘Turismo e Beni Culturali’, necessario posticipare la scadenza

Posticipare la scadenza del bando Pia ‘Turismo e Beni Culturali’, fissata per il 12 novembre, per evitare che le imprese che hanno partecipato alla Progettazione Integrata rischino di restare escluse per non aver rispettato i termini: lo chiedono i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, in un’interrogazione urgente rivolta all’Assessore regionale alla Programmazione, Eliseo Secci.

Dalla sua prima approvazione, avvenuta il 27 luglio, il bando è stato modificato più volte contribuendo a creare, si legge nell’interrogazione, “un clima di incertezza relativamente alla procedura di assegnazione, determinando un ritardo generalizzato nella presentazione delle domande”. I problemi maggiori si riscontrano per quanto riguarda le agevolazioni per la realizzazione di strutture o infrastrutture complementari, per le quali il bando impone che possano presentare richiesta soltanto i consorzi o le società consortili di cui facciano parte almeno tre strutture ricettive. “In diverse realtà della Sardegna, con particolare riferimento alle zone interne e con minore dotazione ricettiva, non esistevano consorzi o società consortili in grado di partecipare al bando”, perciò “tali soggetti si sono dovuti creare ex novo”. Nella Progettazione Integrata, però, la presentazione di manifestazioni di interesse e di interventi “era consentita anche a singole aziende, che pertanto hanno intrapreso il percorso sulla base della convinzione, erroneamente indotta dall’Amministrazione, di poter usufruire delle agevolazioni in forma individuale”. “La creazione dei consorzi o società consortili necessari per la partecipazione”, prosegue l’interrogazione, “ha rallentato notevolmente i tempi di predisposizione dei progetti e soprattutto lo sviluppo della procedura correlata”.

Diana e Liori chiedono dunque di “prorogare ulteriormente la scadenza del bando” relativamente alle sole agevolazioni per le strutture e le infrastrutture complementari o, nel caso in cui ciò non fosse possibile, “di prorogare ulteriormente la scadenza dell’intero bando”. Infine, i due consiglieri chiedono di modificare il bando consentendo alle imprese di concorrere “attraverso la stipula di semplici accordi di cooperazione, come peraltro implicitamente previsto dalle stesse direttive per i Pia”.



INTERROGAZIONE URGENTE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sul bando Pia ‘Turismo e Beni Culturali’


I sottoscritti,


VISTI

  • La Del. n. 49/22 del 28 novembre 2006, con cui la Giunta regionale ha approvato le direttive per l’erogazione dei Pacchetti integrati di agevolazioni denominati ‘Turismo e Beni Culturali’;

  • Il bando di gara approvato con Determinazione del Centro Regionale di Programmazione n. 4507/257 del 27 luglio 2007 e successivamente modificato e rettificato con Determinazioni del Centro Regionale di Programmazione n. 5045/288 del 4 settembre 2007 e n. 5758/362 del 5 ottobre 2007;


CONSIDERATO che

  • In seguito all’ultima rettifica, la scadenza del bando è stata prorogata al 12 novembre p.v.;

  • Le diverse modifiche apportate al bando hanno contribuito a creare negli interessati ai pacchetti di agevolazioni un clima di incertezza relativamente alla procedura di assegnazione, determinando un ritardo generalizzato nella presentazione delle domande;


VERIFICATO che

  • L’art. 3, comma 1, del bando di cui sopra indica i requisiti necessari per le domande di agevolazione relative alla realizzazione di strutture e infrastrutture complementari, che possono essere presentate esclusivamente da consorzi o società consortili di cui facciano parte almeno tre strutture ricettive;

  • L’art. 6, comma 2, lettera a), del bando definisce così le suddette strutture e infrastrutture complementari: “Si intendono tali le strutture o gli impianti attraverso i quali viene migliorata la qualità del servizio ricettivo offerto, realizzati al servizio di almeno tre strutture ricettive alberghiere”;


VALUTATO che

  • In diverse realtà della Sardegna, con particolare riferimento alle zone interne e con minore dotazione ricettiva, non esistevano consorzi o società consortili in grado di partecipare al bando per le agevolazioni relative alla realizzazione di strutture e infrastrutture complementari e perciò tali soggetti si sono dovuti creare ex novo laddove sussisteva la possibilità concreta di unire in un soggetto consortile almeno tre aziende appartenenti al medesimo territorio e in grado di potersi dotare ed usufruire di strutture e infrastrutture comuni;

  • Nella Progettazione Integrata, la presentazione di manifestazioni di interesse e di interventi per la realizzazione di strutture e infrastrutture complementari non era limitata ai soli soggetti consortili rispondenti ai requisiti del bando di cui sopra ma era consentita anche a singole aziende, che pertanto hanno intrapreso il percorso sulla base della convinzione, erroneamente indotta dall’Amministrazione, di poter usufruire delle agevolazioni in forma individuale;

  • La creazione dei consorzi o società consortili necessari per la partecipazione ha rallentato notevolmente i tempi di predisposizione dei progetti e soprattutto lo sviluppo della procedura correlata;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale alla Programmazione

affinché riferisca

  • Quali misure intende adottare al fine di prorogare ulteriormente la scadenza del bando Pia ‘Turismo e Beni Culturali’, relativamente alle sole agevolazioni per la realizzazione di strutture e infrastrutture complementari;

  • Qualora ciò non fosse possibile, quali misure intende adottare al fine di prorogare ulteriormente la scadenza dell’intero bando di cui sopra;

  • Quali misure intende adottare al fine di modificare il bando in maniera tale da armonizzare i requisiti richiesti con quelli relativi alle manifestazioni di interesse della Progettazione Integrata; nella fattispecie, a consentire alle aziende di concorrere per le agevolazioni per la realizzazione di strutture e infrastrutture complementari attraverso la stipula di semplici accordi di cooperazione, come peraltro implicitamente previsto dalle stesse direttive per i Pia.

venerdì, novembre 02, 2007

Finanziaria, l’anticipazione delle entrate non passerà

Il governatore Renato Soru può scordarsi sin da ora di vedere approvata l’ennesima anticipazione di entrate future, e dunque inesistenti, nella prossima finanziaria regionale”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, vicepresidente della Commissione Bilancio. “Se il trucco da prestigiatore di quart’ordine gli è riuscito per due volte (riuscito per modo di dire, visto che sarà spazzato via dalla Corte Costituzionale), una terza non ci sarà, perché stavolta in Aula troverà ad attenderlo le barricate”.

“La decisione di proporre comunque l’anticipazione delle entrate nonostante il parere negativo della Corte dei Conti è un atto di pirateria istituzionale che deve essere bloccato a qualsiasi costo”, prosegue Diana. “Perciò, l’opposizione dovrà intraprendere una lotta senza quartiere già a partire dal passaggio della finanziaria in Commissione, confidando negli esponenti della maggioranza che vorranno mostrare quel senso di responsabilità che i loro colleghi hanno invece svenduto al governatore-padrone”.

“Il centrodestra non seguirà Soru nella sua battaglia solitaria e presuntuosa contro la magistratura di ogni ordine e grado, nella quale ha subito di recente pesanti tracolli (il pronunciamento della Corte d’Appello sul referendum confermativo sulla legge statutaria e quello del Tar sul Piano paesaggistico regionale su tutti) e ne subirà di ancora più pesanti in futuro: noi siamo per la legalità e per il rispetto delle regole”, conclude il consigliere di An. “Mi auguro si possa trovare anche nel centrosinistra qualcuno che abbia ancora a cuore questi valori”.