martedì, agosto 19, 2008

Emergenza povertà, le priorità della giunta Soru

Non scopriamo certo oggi che l’impoverimento dei sardi ha abbondantemente superato il livello di guardia, ma per il governatore Renato Soru l’unica priorità della Regione sembra essere uscire indenne dalla battaglia politico-giudiziaria per il controllo del Partito Democratico e avere così garantita la ricandidatura, con l’impegno, in caso di vittoria, a ignorare per altri cinque anni i problemi della Sardegna”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana.

“Ormai, le uniche ragioni per cui si sente parlare della giunta Soru sono le rilevazioni sullo stato dell’economia, sempre di segno negativo (basti vedere il drammatico calo dei flussi turistici e le stime sullo spopolamento delle zone interne), e le sonore bocciature che le sue decisioni più controverse continuano ad incassare dai tribunali di ogni ordine e grado”, prosegue Diana. “Purtroppo, però, le sentenze della magistratura arrivano sempre quando i provvedimenti contestati hanno già fatto una mole ingente di danni. Così è accaduto per i vincoli arbitrariamente imposti sul colle di Tuvixeddu, che per lungo tempo hanno sottratto reddito ad imprese e lavoratori. Altrettanto accadrà con il Piano paesaggistico regionale, che il Tar sta bocciando un pezzo dopo l’altro e che i sardi finiranno di spazzare via con il referendum del prossimo autunno. I danni, però, sono già fatti e i dati lo dimostrano. L’emergenza povertà è l’evidente conseguenza di una politica della Giunta regionale fatta di vincoli e proibizioni, di ostacoli alle imprese e di disinteresse per i lavoratori. Per contro, piovono fior di milioni sui soliti consulenti, mentre la gente comune fatica ad arrivare non tanto alla fine del mese ma persino alla metà”.

“Auspicare un cambio di rotta nell’immediato sarebbe un’illusione”, conclude Diana. “E’ evidente che, da parte del centrosinistra, non esiste la volontà politica di intervenire sulla situazione attuale. L’unica speranza può essere riposta nelle elezioni regionali del prossimo anno, quando i sardi avranno l’opportunità di dare il benservito ai responsabili della crisi e di rilanciare lo sviluppo economico dell’Isola per tirarsi fuori dalle secche della povertà”.

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