“Dice bene il senatore Maurizio Gasparri quando rileva lo sconcertante silenzio del segretario nazionale del Pd, Walter Veltroni, sulle vicende giudiziarie in cui è coinvolto il governatore Renato Soru: ogni qual volta il massimo leader democratico si sofferma sull’argomento, evita accuratamente di citare l’inchiesta sull’appalto da 60 milioni di euro per la pubblicità istituzionale della Regione che si è conclusa di recente e per la quale sono attese a breve le richieste di rinvio a giudizio”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana. “In Sardegna, però, ci preme soprattutto che siano i vertici locali del Pd, ed in particolare il segretario regionale del partito, Francesca Barracciu, a prendere una posizione chiara sulla questione”.
“La Barracciu non fa che ripetere ad ogni pie’ sospinto che Soru è l’unico candidato del Pd sardo alle prossime elezioni regionali, anticipate o meno che siano”, prosegue Diana. “Essendo, in qualità di segretario regionale del partito, il primo e principale responsabile della scelta del candidato che il Pd sosterrà alle regionali, è ora che la Barracciu dica chiaramente come si pongono i democratici isolani nei confronti della situazione giudiziaria del governatore dimissionario, che non è certo meno delicata di quella di tanti altri esponenti del partito di ogni parte d’Italia che riempiono le cronache di questi giorni. E magari sarebbe interessante sapere se anche i vertici regionali di Italia Dei Valori, movimento che della questione morale si è sempre fatto portabandiera, intendono continuare a sostenere Soru”.
“Cosa accadrebbe, ad esempio”, conclude il consigliere, “se Soru confermasse le dimissioni e, incassata la ricandidatura alle elezioni anticipate, dovesse essere raggiunto in piena campagna elettorale dall’eventuale richiesta di rinvio a giudizio per il caso Saatchi? Il Pd si sbarazzerebbe di lui in quattro e quattr’otto e lo sostituirebbe con un altro candidato? Appare a dir poco improbabile. E’ assai più credibile, invece, che il centrosinistra si ritrovi a dover sostenere Soru fino all’ultimo anche in presenza di un procedimento giudiziario. Sarebbe il successo della strategia del governatore: dimettersi ora per anticipare il voto e costringere la sua coalizione ad appoggiarlo, volente o nolente, un po’ per mancanza di alternative pronte all’uso e un po’ perché ancora la sua immagine non è del tutto compromessa”.
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