venerdì, ottobre 23, 2009

Parchi eolici off-shore, incomprensibili accuse al centrodestra

Trovo incomprensibili le polemiche striscianti con cui da qualche tempo si cerca di investire il centrodestra che governa la Regione, colpevole, secondo alcuni, di non stare facendo abbastanza per impedire la realizzazione di numerosi parchi eolici off-shore davanti alle coste della Sardegna”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana. “Per fortuna, le prese di posizione di esponenti politici in cerca di visibilità si scontrano con una realtà dei fatti inequivocabile”.

“Due ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale”, sottolinea Diana, “e, soprattutto, una norma di legge, inserita nel provvedimento per il rilancio del comparto edilizio, che impone la tutela integrale del mare territoriale e che vieta la realizzazione di linee elettriche nella fascia dei 300 metri dalla battigia e qualsiasi attività a mare che possa danneggiare le praterie di posidonia non sono parole gettate al vento ma atti concreti che impediranno la realizzazione dei parchi eolici off-shore. A ciò si aggiunga l’impegno che la Giunta regionale si è assunta, anche dietro sollecitazione dell’Assemblea, ad opporsi formalmente alla realizzazione del parco di Is Arenas, atto in fase di definizione che consentirà alla Regione di confrontarsi direttamente con il Ministero delle Infrastrutture per scongiurare la devastazione paesaggistica di uno dei tratti di costa più belli e con il maggior potenziale di sviluppo turistico dell’Isola”.

“Penso che lo straordinario lavoro fatto finora dal centrodestra per tutelare le coste sarde dall’assalto della speculazione energetica meriterebbe di essere pubblicamente riconosciuto e non messo in dubbio ad ogni pie’ sospinto per ragioni puramente strumentali”, conclude il capogruppo. “Dispiace continuare a constatare l’utilizzo di due pesi e due misure per le diverse parti politiche: chi gode della fama di paladino dell’ambiente viene incensato anche quando si rende protagonista di scelte a dir poco discutibili, mentre chi si è visto affibbiare la patente di cementificatore deve vedere puntualmente misconosciuti i propri impegni per la tutela dell’ambiente”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Mario, scusa l'anonimato ma ormai un tecnico non può neppure cercare di ragionare in pubblico su questo argomento senza essere minacciato o insultato. E non è certo un segno di civiltà per noi sardi. Vengo alle mie considerazioni o, meglio, ad una richiesta di fare maggiore chiarezza sulla situazione reale. Cerco di essere schematico e di porre questioni semplici.
1) vista la procedura (basta leggerla) quale azione è stata fatta dagli Enti locali per confrontarsi con il proponente sul progetto e sulla sua fattibilità economica?
2) quali saranno, in caso di assenso al progetto, le ricadute economiche e sociali sul territorio?
3) quali studi sono stati fatti o saranno fatti per l'ottenimento dell'Autorizzazione unica? Quali impatti e mitigazioni sono o saranno previsti?
4) perchè in provincia di Oristano non si riesce mai a realizzare nulla di vantaggioso per la popolazione o, meglio, non è che qualche politico sta cercando di azzopparci ancora una volta (vedi porto, aereoporto, acqua, ecc.) facendoci fare la figura dei fessi e poi fa fare impianti in altre province ai suoi amici?
Infine, oggi sono stato a Bosa a trovare degli amici e ho voluto verificare quanto dichiarato da Pili, al 23 di via Azuni c'è effettivamente la sede della società IARE (presso lo studio di un commercialista molto noto in paese). Allora a che gioco stiamo giocando sulla nostra stessa pelle?
Cordialmente. M.M.