mercoledì, luglio 08, 2009

Porto Torres, strategia in due tempi: dalle ragioni del cuore al metodo della ragione

Trasformare un funerale annunciato in un lieto fine con matrimonio: è questo l’impegno che ci siamo assunti questa sera”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, subito dopo la conclusione della riunione straordinaria della Giunta regionale convocata a Roma dal Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, per concordare le strategie con cui affrontare la decisione dell’Eni di chiudere lo stabilimento di Porto Torres.

“La nostra azione dovrà per forza articolarsi in due tempi”, spiega Diana. “Nel primo, quello attuale, devono necessariamente prevalere le ragioni del cuore: lo stabilimento deve essere salvato, il futuro della chimica, almeno nell’immediato, deve essere garantito. Non si tratta di schierarsi a favore o contro la chimica in Sardegna. La nostra posizione non è pro o contro la chimica, ma al fianco degli oltre tremila lavoratori che rischiano il posto. Bisogna però avere la lucidità e l’onestà di riconoscere che l’Eni non crede più nella chimica, che le sue intenzioni sono di dirottare altrove i propri investimenti. Per questo non può essere l’azienda il nostro interlocutore, ma deve per forza di cose essere il Governo nazionale, che dell’Eni è azionista di riferimento. E proprio sul governo dobbiamo fare sin da subito una fortissima pressione affinché si faccia carico del dramma che si sta vivendo nella Sardegna settentrionale”.

“Una volta salvate le sorti dello stabilimento e garantito il presente, bisognerà pensare al futuro e allora le ragioni del cuore dovranno lasciare spazio al metodo della ragione: ottenuto il risultato, si dovrà ragionare seriamente se per Porto Torres il futuro può essere rappresentato ancora dalla chimica o se non sarebbe meglio pensare ad una riconversione dell’area, con la bonifica dei siti ed il loro inquadramento nel Piano regionale di sviluppo”, conclude il capogruppo. “Non dovevamo dichiarare a Roma quale è il nostro modello di sviluppo per la Sardegna, questo lo devono decidere i sardi e pertanto lo concerteremo con la predisposizione del Piano di sviluppo. E’ importante però cominciare ad aprire un dibattito, perché non si può immaginare un futuro di perenne incertezza ad immagine del presente che stiamo drammaticamente vivendo”.

1 commento:

Nicola ha detto...

Salve, sono uno dei tanti dipendenti Polimeri prossimi alla disoccupazione. e' interessante notare la sortita di molti personaggi sino a ieri dormienti nei confronti dell'argomento "CHIMICA". E' da dicembre che mamma Eni attua il suo progetto di dismissione a tappe forzate, ma precise e rapide. Come già pontificato da Rudas (CGIL) evidentemente anche in Regione si vuole passare oltre la stagione della chimica. Si può essere daccordo o meno.forse la storia darà ragione....Però di sicuro non si può salvare il presente della chimica senza pensare ad un futuro CON la chimica. La chimica di per sè ha tempi lunghi:investimenti,ricerca,prodotti, innovazione. O si decide di salvarla o, OGGI, si decide che dobbiamo rassegnarci alla sua morte. Le due strade non si incontrano, a meno che non si proceda con le bonifiche in un contesto produttivo florido e con insediamenti rivolti al futuro e realizzati da interlocutori credibili. del resto il presente nostro è frutto del passato dei nostri padri..noi vorremmo lasciare anche ai nostri filgi qualcosa di solido che non sia un cravattino da cameriere o una bella valigia di cartone (senza offesa per i camerieri). Grazie.