“Quello raggiunto a Roma dalla delegazione sarda al tavolo per il rilancio della chimica nell’Isola è un risultato molto positivo, soprattutto alla luce delle premesse che sembravano lasciare poco spazio all’ottimismo”, dichiarano il coordinatore regionale del Popolo Della Libertà, Mariano Delogu, e il capogruppo in Consiglio regionale, Mario Diana. “Il presente dei lavoratori di Porto Torres è garantito e nel frattempo si potrà lavorare, attraverso il piano di investimenti che sarà definito successivamente, per assicurare anche il loro futuro”.
“La decisione dell’Eni”, sottolineano Delogu e Diana, “di non fermare il cracking del petrolchimico e di non mettere in cassa integrazione il personale ma di impiegarlo nella manutenzione degli impianti nell’attesa che vengano smaltite le scorte è la soluzione più ragionevole, che garantisce il reddito degli oltre 3 mila lavoratori impiegati, direttamente o indirettamente, nelle attività dello stabilimento e che scongiura la fermata degli impianti, che avrebbe rappresentato l’anticamera della dismissione. E’ evidente che c’è ancora molto da fare prima di poter dire che il petrolchimico è definitivamente fuori pericolo, ma la delegazione sarda è riuscita a gettare delle buone basi affinché il confronto sul futuro della chimica in Sardegna possa essere sereno e non condizionato dalla minaccia della chiusura dello stabilimento”.
“Va dato pieno merito di questo risultato a tutti i soggetti che hanno rappresentato la Sardegna al tavolo per la chimica, che hanno dato prova di quell’unità e di quella determinazione che i sardi chiedevano a gran voce”, concludono il coordinatore e il capogruppo. “Ancora una volta si è sfatato il mito della Giunta regionale prona davanti al Governo amico: tanto il governatore Ugo Cappellacci, quanto l’Assessore all’Industria, Andreina Farris, non si sono tirati indietro davanti alle resistenze dell’Eni e anche grazie alla loro intransigenza hanno consentito che si riuscisse a portare a casa un risultato quasi insperato”.
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