giovedì, settembre 11, 2008

Impugnazione legge statutaria, atto doveroso del governo davanti all’arroganza di Soru

Ben venga la decisione del governo di impugnare davanti alla Corte Costituzionale l’atto di promulgazione della legge statutaria. Per fortuna, esistono degli organi istituzionali in grado di porre un freno all’arroganza del governatore Renato Soru”, commenta il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, alla notizia dell’impugnazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto con cui Soru ha promulgato la legge statutaria della Regione sarda.

“I sardi non dimenticheranno mai l’arroganza con cui Soru ha voluto far entrare in vigore, con un atto d’imperio, una legge contro la quale si sono espressi in modo cristallino nel referendum dell’ottobre scorso”, prosegue Diana. “Un referendum che per il governatore ha rappresentato una doppia sconfitta, perché un numero enorme di sardi, chiamati alle urne per confermare la legge voluta da Soru e approvata dalla sua maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale, hanno disertato il voto e perché, tra coloro i quali sono andati a votare, la maggioranza dei no si è rivelata schiacciante. Solo una misura infinitesimale dell’elettorato si è espressa per la conferma della legge statutaria; ciononostante il governatore, con il consueto spregio delle regole democratiche e del parere dei sardi, ha tirato dritto per la sua strada, promulgando con un atto di prepotenza una legge che rappresenta soltanto un’esigua minoranza dei cittadini che Soru è chiamato a governare”.

“Ora non resta che sperare nella Consulta affinché la volontà dei sardi sia rispettata”, conclude il consigliere. “I precedenti non giocano a favore del governatore, che finora ha incassato pronunciamenti negativi da tutti i tribunali possibili e immaginabili. La bocciatura definitiva della legge statutaria sarà la base da cui partire per ricostruire una Regione fondata sulla democrazia, sul rispetto delle regole e sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, concetti ai quali Soru si è mostrato del tutto refrattario”.

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