martedì, luglio 31, 2007

Corte dei Conti, imbarazzato silenzio della maggioranza

Persino la maggioranza trova indifendibile la posizione del governatore Renato Soru nei confronti della Corte dei Conti. Solo così, infatti, si può spiegare l’imbarazzato silenzio che sta accompagnando il dibattito del Consiglio regionale sulla mozione presentata dai gruppi di opposizione: finora, nessuna voce si è levata a sostegno del governatore”: è il commento del consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, all’andamento della seduta consiliare odierna, in cui si discute la mozione dei gruppi consiliari del centrodestra sulla sospensione del giudizio di parificazione sul bilancio regionale per l’anno 2006 decisa dalla Corte dei Conti.

“Del resto, si tratta di un imbarazzo comprensibile, dato che Soru non offre alcuna soluzione al problema sollevato dalla magistratura contabile”, prosegue Diana, sintetizzando l’intervento fatto stamani in Aula. “L’unica logica che conosce è quella dello scontro, infischiandosene persino della Costituzione e in particolare dell’art. 100, che identifica la Corte dei Conti come organo ausiliario dello Stato: attaccando la Corte, il governatore ha attaccato un organo costituzionale, violando la Costituzione stessa così come l’ha violata la maggioranza quando ha approvato un bilancio privo di copertura finanziaria e che non rispetta il principio di annualità”.

“Sono tre i soggetti messi sotto accusa dalla Corte dei Conti: Soru, che si è inventato l’anticipazione delle entrate future per chiudere il bilancio soltanto sulla carta, senza intervenire in alcun modo sul ‘buco’ nelle casse della Regione; la maggioranza, che ha approvato senza fare alcuna opposizione una norma che sapeva essere illegittima; infine, il governo nazionale ‘amico’, che ha dispensato suggerimenti su come sanare il danno fatto, riuscendo però soltanto a condividerne la responsabilità”, conclude il consigliere. “Ora pensino loro a metterci una pezza, ma lo facciano subito, perché aspettare il giudizio della Corte Costituzionale è un’inutile perdita di tempo: l’incostituzionalità è evidente e, quanto prima sarà rimossa, minore sarà il danno causato da questo maldestro tentativo di dare false rassicurazioni ai sardi nascondendo la reale situazione delle casse regionali”.

venerdì, luglio 27, 2007

Dal governo una decisione scontata, ora abrogare le imposte

Con l’impugnazione delle imposte sulle seconde case e sul turismo di lusso e della tassa di soggiorno, il governo Prodi, di cui il governatore Renato Soru fa sempre più fatica a millantare l’amicizia, ha bocciato l’intera politica finanziaria della Giunta regionale”: è il commento dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, all’impugnazione presso la Corte Costituzionale della legge finanziaria regionale per il 2007, decisa stamani dal Consiglio dei Ministri. “Una decisione scontata, ampiamente preventivata dall’opposizione ma anche da una parte della stessa maggioranza. Soru non ha voluto ascoltare le perplessità espresse da entrambi gli schieramenti e ha tirato dritto per la sua strada; ora se ne assuma la responsabilità”.

“Intanto”, proseguono i due consiglieri, “le imposte regionali devono essere immediatamente abrogate senza attendere il pronunciamento della Consulta, sia per ragioni di principio, essendo evidente la loro incostituzionalità, che per non esporre la Regione alle numerose cause che saranno intentate dai contribuenti che si ritroveranno ad aver pagato una tassa incostituzionale e perciò priva di alcun valore legale. Inoltre, l’esecutivo dovrà presentare proposte alternative per finanziare lo sviluppo delle zone interne, visto che non potrà più contare sulla chimera rappresentata dal gettito delle imposte regionali”.

“L’impugnazione delle tasse è l’immagine che sintetizza alla perfezione il fallimento del governatore e della sua politica populista”, concludono i due consiglieri. “Ora Soru cosa farà? Cosa si inventerà di nuovo? Nulla, perché ormai i margini di manovra sono esauriti. Non c’è spazio per la demagogia punitiva come non c’è spazio per la finanza creativa: la Corte dei Conti è stata chiara come lo è stato il governo. Ci auguriamo che il governatore non voglia aspettare il pronunciamento della Corte Costituzionale prima di prenderne atto e che imponga da subito una decisa sterzata alle politiche economiche e finanziarie della Regione, se ne è capace, magari cominciando con il nominare un Assessore al Bilancio e alla Programmazione. Se non ne è capace, sarebbe meglio per tutti, egli stesso compreso, se si dimettesse subito: si risparmierebbe l’ulteriore umiliazione di doverlo fare in seguito alla sonora bocciatura che lo aspetta da parte della Consulta”.

giovedì, luglio 26, 2007

Ppr, basta cambiare una parola per rendere giustizia agli agricoltori

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, hanno presentato una mozione con cui chiedono la modifica dell’art. 83, comma 1, lettera a), delle Norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico regionale. La lettera in questione detta le condizioni che gli imprenditori agricoli devono rispettare per poter costruire qualsiasi tipo di fabbricato, comprese le abitazioni, nei loro terreni. Secondo il testo, l’edificazione è consentita soltanto agli imprenditori che svolgono “prevalente” attività agricola.

La mozione parte dal presupposto che “si ritiene necessario tenere nella giusta considerazione le esigenze di tutti coloro i quali traggono dall’agricoltura una fonte di reddito, evitando di creare ostacoli alla libertà di impresa” e senza creare discriminazioni che potrebbero essere oggetto di impugnazione del Piano paesaggistico. La norma, infatti, è tale da poter impedire l’attività agricola a imprenditori soggetti di sostegno economico ai sensi dei regolamenti comunitari. Non solo, perché appare in contrasto anche con il Codice civile italiano, che non concepisce il concetto di attività agricola ‘prevalente’. Il Codice civile, infatti, identifica così la figura dell’imprenditore agricolo: “Chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse”. Nel testo della mozione, i due consiglieri ricordano inoltre che, “per ragioni legate alla scarsa redditività dell’attività agricola in Sardegna, la maggior parte degli imprenditori agricoli sardi si trova costretta ad integrare il reddito proveniente dall’azienda agricola con attività di altro genere” e sottolineano che le modifiche proposte “avrebbero quale ulteriore effetto quello di ridurre i vincoli che limitano la possibilità di avviare nuove aziende agricole e, conseguentemente, di combattere la piaga dello spopolamento delle campagne, con particolare riferimento alle zone interne dell’Isola, e ai tragici fenomeni che ne conseguono, primo fra tutti quello degli incendi”.

Diana e Liori propongono pertanto che il Consiglio regionale dia mandato alla Giunta di sopprimere la parola “prevalente” dalla frase “che svolgono effettiva e prevalente attività agricola” e di aggiungere, in coda alla lettera: “Nel caso delle abitazioni, il richiedente deve possedere la qualifica di coltivatore diretto o di Iap ai sensi del D. Lgs. n. 99/2004 e del D. Lgs. n. 101/2005”. Tale ulteriore modifica ha lo scopo di consentire l’edificazione solo ed esclusivamente a chi ha il riconoscimento di coltivatore diretto o di impresa agricola ai sensi della legge italiana, evitando possibili speculazioni edilizie così come è nello spirito del Piano paesaggistico.



MOZIONE DIANA - LIORI sull’art. 83, comma 1, lettera a) delle Norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico regionale


PREMESSO che, con Del. n. 22/3 del 24 maggio 2006, la Giunta regionale ha adottato il Piano paesaggistico regionale relativamente alla sola area costiera, identificata quale primo ambito territoriale omogeneo oggetto della pianificazione, e le relative Norme tecniche di attuazione;

CONSIDERATO che l’art. 83, comma 1, lettera a), delle Norme tecniche di attuazione detta le condizioni alle quali agli imprenditori agricoli è consentita la realizzazione di fabbricati nei terreni sede della loro attività;

VALUTATO che si ritiene necessario tenere nella giusta considerazione le esigenze di tutti coloro i quali traggono dall’agricoltura una fonte di reddito, evitando di creare ostacoli alla libertà di impresa;

VERIFICATO che i vincoli imposti dall’art. 83, comma 1, lettera a) delle Norme tecniche di attuazione possono impedire l’attività agricola a soggetti destinatari di sostegno economico ai sensi dei regolamenti comunitari 1257/1999 e 1698/2005;

SOTTOLINEATO che l’art. 2082 del Codice civile definisce imprenditore “chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi” e che l’art. 2135 del medesimo Codice definisce imprenditore agricolo “chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse”;

VISTA la situazione di potenziale contrasto tra le Norme tecniche di attuazione e le norme sopra riportate;

RAMMENTATO che, per ragioni legate alla scarsa redditività dell’attività agricola in Sardegna, la maggior parte degli imprenditori agricoli sardi si trova costretta ad integrare il reddito proveniente dall’azienda agricola con attività di altro genere;

PRESO ATTO che le semplici modifiche all’art. 83, comma 1, lettera a), delle Norme tecniche di attuazione che si rendono necessarie al fine di superare la situazione di contrasto testé descritta avrebbero quale ulteriore effetto quello di ridurre i vincoli che limitano la possibilità di avviare nuove aziende agricole e, conseguentemente, di combattere la piaga dello spopolamento delle campagne, con particolare riferimento alle zone interne dell’Isola, e ai tragici fenomeni che ne conseguono, primo fra tutti quello degli incendi;


IL CONSIGLIO REGIONALE

impegna la Giunta regionale

ad apportare le seguenti modifiche al testo dell’art. 83, comma 1, lettera a), delle Norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico regionale:

  • nella frase “che svolgono effettiva e prevalente attività agricola”, la parola “prevalente” è soppressa;

  • al termine della lettera, è aggiunto il periodo: “Nel caso delle abitazioni, il richiedente deve possedere la qualifica di coltivatore diretto o di Iap ai sensi del D. Lgs. n. 99/2004 e del D. Lgs. n. 101/2005.”.

martedì, luglio 24, 2007

Mozione sulla riduzione del presidio antincendi di Fenosu

MOZIONE DIANA – LIORI – ARTIZZU – MORO – SANNA Matteo sul ridimensionamento del presidio antincendi della Guardia forestale a Fenosu


PREMESSO che, nelle more del Piano regionale antincendi per l’anno 2007, al fine di ridurre i costi di gestione dell’apparato regionale per la lotta agli incendi, il presidio della Guardia forestale di stanza presso l’aeroporto di Fenosu, nel Comune di Oristano, è stato pesantemente ridimensionato: a differenza degli anni passati, al presidio non è stato assegnato un Elitanker ma un piccolo elicottero con una capacità di appena 500 litri;

CONSIDERATO che, nelle giornate del 15 e 16 luglio uu.ss., in tutta la Sardegna centromeridionale sono divampati numerosi incendi che hanno causato danni ingenti;

SOTTOLINEATO che, nella giornata del 15 luglio u.s., nelle campagne intorno all’aeroporto di Fenosu si è sviluppato un incendio che ha devastato un’area di ben 500 ettari, con gravissimi danni alle colture e agli allevamenti presenti nell’area e rischi per le abitazioni e per la popolazione;

VALUTATO che, per la sua particolare posizione geografica, il presidio antincendi di Fenosu è in grado di servire gran parte dell’Isola se dotato di mezzi adeguati;


IL CONSIGLIO REGIONALE

impegna l’Assessore regionale all’Ambiente

affinché riferisca

  • Per quali ragioni si è ritenuto di ridimensionare il presidio antincendi di Fenosu;

  • Se ritiene che l’attuale dotazione di mezzi del presidio antincendi di Fenosu sia sufficiente a garantirne la piena efficienza in caso di incendio;


impegna inoltre la Giunta regionale

  • Alla luce dei numerosi e devastanti incendi divampati nell’ultima settimana in tutta la Sardegna, a modificare il Piano regionale antincendi, rivelatosi gravemente inadeguato;

  • A potenziare, anche attraverso il reperimento di nuove risorse, il presidio antincendi di Fenosu, dotandolo di mezzi adeguati a servire l’area limitrofa, che si è dimostrata essere a grave rischio, e a coprire con tempi di intervento sufficientemente rapidi almeno l’intera fascia centromeridionale della Sardegna.

sabato, luglio 21, 2007

La solidarietà di An ai lavoratori non è mai mancata, al contrario di quella del giornalista Giorgio Melis

Sono certo che il senso dell’interrogazione da me presentata ieri in merito alla grave crisi aziendale che ha colpito il gruppo editoriale Epolis e che sta mettendo a repentaglio il posto di lavoro di circa duecento validissimi professionisti, in gran parte sardi, è chiaro ed è stato perfettamente capito da chiunque”, precisa il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, in seguito all’articolo apparso sul sito Internet L’Altra Voce. “In particolare, sono certo che è stato capito perfettamente dal giornalista Giorgio Melis, il quale proprio per questo ha pensato bene di travisarlo e utilizzarlo per i propri discutibili scopi, che nulla hanno a che vedere con la solidarietà nei confronti di un organo di informazione che rischia di chiudere i battenti e con tanti suoi colleghi nei cui confronti Melis, come è noto, nutre unicamente sentimenti di rivalsa”.

“L’interrogazione chiede esplicitamente se il prestito di 3 milioni di euro che la Sfirs avrebbe erogato in favore di Epolis è sufficiente al superamento della crisi aziendale”, prosegue Diana, “se è stato erogato tempestivamente e se la Regione e la finanziaria regionale sono disponibili a ulteriori interventi per sostenere l’azienda. Ci vuole molta malafede per considerare tale richiesta di chiarimenti un attacco alle testate del gruppo, Il Giornale di Sardegna in primis, e ai giornalisti che vi lavorano, e Melis ne ha messa persino più del necessario”.

“Così come ci vuole molta malafede per fingersi paladini di una causa che si vorrebbe vedere persa. Nello stesso articolo, Melis passa dal solidarizzare con toni accorati con i lavoratori di Epolis a fornire notizie palesemente false in merito a una chiusura che, a suo dire, sarebbe già realtà”, conclude il consigliere. “Così L’Altra Voce cerca di affossare definitivamente l’azienda proprio nel momento in cui ha bisogno del massimo sostegno, non certo di azioni di sciacallaggio mosse da un modo sleale di concepire la libera concorrenza. Quanto alle velleità da sindacalista di Melis, che ricordiamo non avere alcun titolo per parlare a nome e per conto del comitato di redazione del Giornale di Sardegna, potranno certo essere esercitate più proficuamente in altre realtà, come quelle dei siti Internet in cui giovani giornalisti sono impiegati a titolo gratuito per imparare da colleghi ben più esperti, magari in età da pensione, la (poco) nobile arte della disinformazione”.

venerdì, luglio 20, 2007

Crisi Epolis, che fine hanno fatto i 3 milioni concessi dalla Sfirs?

Alla luce dello stato di sofferenza in cui versa il gruppo editoriale Epolis, i cui quotidiani hanno sospeso le pubblicazioni dallo scorso 17 luglio, i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, hanno presentato una nuova interrogazione sul finanziamento da 3 milioni di euro che la Sfirs avrebbe concesso al gruppo editoriale nello scorso mese di dicembre. Un’interrogazione analoga era stata presentata dai due consiglieri il 25 gennaio, indirizzata al Presidente della Regione e all’Assessore regionale alla Programmazione, i quali ritennero di non essere tenuti a fornire una risposta essendo la materia di competenza esclusiva dell’Assessore all’Industria. Pertanto, la nuova interrogazione viene indirizzata al Presidente della Regione e a tale Assessore.

Diana e Liori ricordano che la Sfirs ha quale scopo sociale “la promozione e il sostegno delle iniziative economiche nell’Isola” e che “tale scopo viene di norma perseguito selezionando, tra le aziende che presentano domanda di finanziamento, quelle appartenenti ai settori ritenuti strategici per l’economia isolana e in grado di generare un’effettiva e importante ricaduta occupazionale a beneficio dei sardi”. Secondo i due consiglieri, le “ripetute e consistenti riduzioni” alle leggi regionali a sostegno dell’editoria dimostrano che “l’Amministrazione attualmente in carica non ritiene l’editoria un settore strategico per l’economia sarda”.

Diana e Liori chiedono dunque al governatore Renato Soru e all’assessore Concetta Rau “a quanto ammontano i finanziamenti concessi dalla Sfirs alle aziende editoriali sarde nel corso della tredicesima legislatura regionale”, se è vero che “il consiglio di amministrazione della Sfirs ha deliberato, nello scorso mese di dicembre, la concessione di un finanziamento ordinario al gruppo editoriale Epolis, per una somma pari a 3 milioni di euro” e se, all’atto di tale delibera, “il procedimento istruttorio della relativa pratica era stato portato a termine”. I due consiglieri chiedono inoltre “se la concessione del finanziamento è subordinata all’assunzione con contratti a tempo indeterminato di cittadini sardi disoccupati e, in caso affermativo, in quale numero” e se essa risponde “allo scopo sociale della Sfirs”, cioè se può avere “innegabili effetti positivi sullo sviluppo economico della Sardegna”.

Diana e Liori proseguono chiedendo se è opportuno che la Sfirs “conceda un finanziamento di tale entità a un’azienda operante in un settore che l’Amministrazione regionale in carica non ritiene strategico per l’economia dell’Isola”, se il collegio sindacale della Sfirs si è espresso sulla concessione del finanziamento, se l’azienda è in possesso di tutti i requisiti necessari per accedere al prestito e se il consiglio di amministrazione della Sfirs è stato messo nelle condizioni di deliberare “in piena autonomia”. Relativamente all’attuale stato di sofferenza del gruppo Epolis, i due consiglieri chiedono “se il finanziamento concesso è stato effettivamente erogato, se la somma è nella piena disponibilità del richiedente e fin da quale data”, se il finanziamento può essere “sufficiente a consentire all’azienda di superare la situazione di sofferenza in cui versa”, se il gruppo Epolis ha presentato ulteriori richieste di finanziamento alla Sfirs e cosa la Giunta regionale intende fare affinché “la Sfirs sia in grado di recuperare il finanziamento” alle condizioni stabilite all’atto dell’erogazione.



INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sui finanziamenti concessi dalla Sfirs SpA alle aziende editoriali sarde e sulla situazione di sofferenza del gruppo editoriale Epolis


I sottoscritti,


PREMESSO che la Società finanziaria per l’industria e la rinascita della Sardegna, società per azioni controllata dalla Regione, ha quale scopo sociale la promozione e il sostegno delle iniziative economiche nell’Isola;

CONSIDERATO che tale scopo viene di norma perseguito selezionando, tra le aziende che presentano domanda di finanziamento, quelle appartenenti ai settori ritenuti strategici per l’economia isolana e in grado di generare un’effettiva e importante ricaduta occupazionale a beneficio dei sardi;

PRESO ATTO che, a giudicare dalle ripetute e consistenti riduzioni operate sulla dotazione finanziaria delle leggi regionali a sostegno diretto e indiretto dell’editoria quali la 3 luglio 1998, n. 22, e la 15 ottobre 1997, n. 26, l’Amministrazione attualmente in carica non ritiene l’editoria un settore strategico per l’economia sarda;

RAMMENTATA l’interrogazione presentata dagli interrogandi il 25 gennaio u.s., avente argomentazioni analoghe, cui il Presidente della Regione e l’Assessore regionale alla Programmazione ritennero di non essere tenuti a dare risposta, trattandosi di materia di competenza dell’Assessore all’Industria;

SOTTOLINEATO che, dal 17 luglio u.s., i quotidiani del gruppo editoriale Epolis, non meno di 14 testate a tiratura locale, due delle quali interamente realizzate e distribuite in Sardegna, hanno sospeso le pubblicazioni per una non meglio precisata sofferenza aziendale;


CHIEDONO DI INTERROGARE

il Presidente della Regione e l’Assessore regionale all’Industria

affinché riferiscano

  • A quanto ammontano i finanziamenti concessi dalla Sfirs SpA alle aziende editoriali sarde nel corso della tredicesima legislatura regionale;

  • Se risponde a verità che il consiglio di amministrazione della Sfirs SpA ha deliberato, nello scorso mese di dicembre, la concessione di un finanziamento ordinario al gruppo editoriale Epolis, per una somma pari a 3 milioni di Euro;

  • Se, nel momento in cui il consiglio di amministrazione della Sfirs SpA ha deliberato la concessione del finanziamento, il procedimento istruttorio della relativa pratica era stato portato a termine;

  • Se la concessione del finanziamento è subordinata all’assunzione con contratti a tempo indeterminato, da parte dell’azienda editoriale di cui sopra, di cittadini sardi disoccupati e, in caso affermativo, in quale numero;

  • Se ritengono che la concessione del finanziamento di cui sopra risponda allo scopo sociale della Sfirs SpA, vale a dire se ritengono che essa abbia innegabili effetti positivi sullo sviluppo economico della Sardegna;

  • Se ritengono opportuno che la Sfirs SpA conceda un finanziamento di tale entità a un’azienda operante in un settore che l’Amministrazione regionale in carica non ritiene strategico per l’economia dell’Isola;

  • Se il collegio sindacale della Sfirs SpA si è espresso sulla concessione di tale finanziamento e in quali termini;

  • Se ritengono che l’azienda editoriale finanziata sia in possesso di tutti i requisiti necessari per accedere al finanziamento concessole dalla Sfirs SpA, sia per quanto riguarda la situazione in cui versa il bilancio sociale che per quanto concerne le garanzie finanziarie fornite all’atto della richiesta del finanziamento;

  • Se il consiglio di amministrazione della Sfirs SpA è stato messo nelle condizioni di deliberare in piena autonomia relativamente alla pratica per la concessione del finanziamento di cui sopra;

  • Se il finanziamento concesso è stato effettivamente erogato, se la somma è nella piena disponibilità del richiedente e fin da quale data;

  • Se ritengono che il finanziamento concesso possa essere sufficiente a consentire all’azienda di superare la situazione di sofferenza in cui versa;

  • Se alla Sfirs SpA risultano pervenute ulteriori richieste di finanziamento da parte del gruppo editoriale Epolis;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di garantire che la Sfirs SpA sia in grado di recuperare il finanziamento concesso al gruppo editoriale Epolis, alle condizioni stabilite all’atto dell’erogazione.

mercoledì, luglio 18, 2007

Autorità di bacino, il Consiglio fa le leggi e Soru le calpesta

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, hanno presentato un’interrogazione al Presidente della Regione, Renato Soru, sulle gravi irregolarità commesse dallo stesso Presidente e dalla Giunta regionale nella costituzione dell’Autorità di bacino e in particolare dell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna.

La legge regionale per il riordino dei bacini idrografici (L.R. 6 dicembre 2006, n. 19) istituisce un’unica Autorità di bacino per l’insieme dei bacini regionali, articolata in un Comitato istituzionale e nell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna, quest’ultima istituita come direzione generale in capo alla Presidenza della Regione e guidata da un direttore generale la cui nomina sarebbe dovuta avvenire entro 45 giorni dall’entrata in vigore della legge.

Il 28 febbraio, abbondantemente trascorso tale termine, la Giunta regionale ha deliberato la costituzione del Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino, emanando inoltre alcune importanti disposizioni relative all’Agenzia. Nella delibera, proposta dallo stesso Presidente, si riconosce che l’Agenzia “non è stata ancora costituita, non essendone stato nominato il direttore”. Ciononostante, anziché provvedere all’immediata costituzione, l’esecutivo ritiene di rinviarla in attesa dell’entrata in vigore della legge statutaria, considerato che con la rimodulazione delle competenze degli Assessorati “potrà essere definita la più opportuna collocazione dell’Agenzia”. Pertanto, la delibera scorpora le diverse competenze dell’Agenzia, affidandone i compiti organizzativi alla Direzione generale della Presidenza e quelli di supporto tecnico ai diversi Assessorati.

Nell’interrogazione, Diana e Liori sottolineano che “la mancata costituzione dell’Agenzia e in particolare la mancata nomina del direttore generale sono di totale e assoluta responsabilità del Presidente della Regione” e che lo scorporo delle competenze può avvenire solo per mezzo di una modifica alla legge che ha istituito l’Agenzia, quindi la Giunta “ha agito in violazione” di tale legge, così come ha fatto il Presidente nel non nominare il direttore generale entro i 45 giorni previsti. I due consiglieri ricordano inoltre che la legge statutaria, approvata dal Consiglio il 7 marzo, è sottoposta a referendum confermativo e potrebbe non entrare mai in vigore e che, nel caso in cui venisse confermata, entrasse subito in vigore e dovessero essere assunti provvedimenti attuativi, quasi certamente l’Agenzia non potrebbe essere costituita prima di un anno. “In tale arco di tempo”, prosegue l’interrogazione, “essendo l’Agenzia un organo dell’Autorità di bacino, la stessa Autorità non potrebbe dirsi pienamente costituita e si troverebbe di fatto nell’impossibilità di operare”. Inoltre, “eventuali atti assunti dal Comitato istituzionale potrebbero essere impugnati stante la mancata costituzione dell’Agenzia e dunque dell’Autorità stessa”.

Diana e Liori chiedono pertanto di sapere perché il Presidente non ha ancora provveduto a nominare il direttore generale dell’Agenzia e se ritiene che nell’organico della Regione figurino professionalità in possesso dei requisiti necessari per accedere a tale nomina. Inoltre, i due consiglieri chiedono la rettifica della delibera di fine febbraio, con la soppressione di tutti i riferimenti all’Agenzia, e l’immediata costituzione di quest’ultima “secondo quanto stabilito” dalla legge.



INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata istituzione dell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna e sulle violazioni alla L.R. 6 dicembre 2006, n. 19, commesse dal Presidente della Regione e dalla Giunta regionale


I sottoscritti,


PREMESSO che

  • L’art. 5, comma 1, della L.R. 6 dicembre 2006, n. 19, istituisce un’unica Autorità di bacino per l’insieme dei bacini regionali;

  • L’art. 6, comma 1, della medesima legge, indica nel Comitato istituzionale e nell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna gli organi dell’Autorità di bacino;

  • L’art. 12, comma 1, della medesima legge, che istituisce l’Agenzia, recita testualmente: “Al fine di garantire l’unitarietà della gestione delle attività di pianificazione, programmazione, regolazione nei bacini idrografici della Regione è istituita, quale direzione generale della Presidenza della Giunta, l’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna, di seguito denominata Agenzia”;

  • L’art. 12, comma 2, della medesima legge recita testualmente: “L’Agenzia ha la funzione di segreteria tecnico-operativa, di struttura di supporto logistico-funzionale dell’Autorità di bacino e di struttura tecnica per l’applicazione delle norme previste dalla direttiva n. 2000/60/CE; a tal fine svolge compiti istruttori, di supporto tecnico, operativo e progettuale alle funzioni di regolazione e controllo proprie della Regione e realizza una attività di ricerca e sviluppo”;

  • L’art. 14, comma 1, della medesima legge definisce la figura del direttore generale dell’Agenzia, il quale “è scelto tra i dirigenti dell’Amministrazione o degli enti regionali o tra soggetti esterni di cui al comma 2 dell’articolo 28 e all’articolo 29 della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e dell’organizzazione degli uffici della Regione), in possesso di comprovata professionalità ed esperienza acquisita nella direzione di sistemi organizzativi complessi di medie e grandi dimensioni nei cinque anni precedenti, il cui rapporto di lavoro non sia stato risolto per demerito o altro fatto imputabile al medesimo soggetto”;

  • L’art. 28, comma 2, della medesima legge dispone: “In sede di prima applicazione, il direttore generale dell’Agenzia è nominato entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge”;


CONSIDERATO che

  • Con Del. n. 8/2 del 28 febbraio 2007, la Giunta regionale ha provveduto a costituire il Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino;

  • Si legge nel testo della delibera che il Presidente della Regione, proponente l’atto, relativamente all’Agenzia regionale per il Distretto idrografico della Sardegna osserva che “non è stata ancora costituita, non essendone stato nominato il direttore, né ancora individuato il personale di cui essa dovrà avvalersi ai sensi dell’art. 28 della L.R. n. 19/2006”;

  • Il testo segnala inoltre: “D’altra parte, tenuto conto che presso il Consiglio regionale è in corso di esame il disegno di ‘Legge statutaria della Regione Autonoma della Sardegna’, che ridefinirà gli assetti e la composizione della Giunta regionale, è prevedibile che entro pochi mesi, con le ulteriori norme che dovranno essere emanate conseguenti all’approvazione della ‘Legge statutaria’, saranno ristabilite le competenze degli Assessorati e potrà essere definita la più opportuna collocazione della Agenzia di Distretto. A tale proposito può risultare opportuno valutare se procedere in tempi brevi alla istituzione dell’Agenzia in Presidenza o attendere il completarsi del ciclo di approvazione delle norme inerenti l’assetto del governo regionale”;

  • Sulla base di tali premesse, la delibera dispone che “nelle more della costituzione dell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna, gli adempimenti di competenza della stessa facciano capo, per gli aspetti di carattere organizzativo, direttamente alla Direzione generale della Presidenza della Regione, mentre per gli aspetti che richiedono attività di supporto tecnico ovvero la predisposizione di proposte e provvedimenti, alle strutture degli Assessorati competenti per materia”;


SOTTOLINEATO che

  • La mancata costituzione dell’Agenzia e in particolare la mancata nomina del direttore generale sono di totale e assoluta responsabilità del Presidente della Regione il quale, alla data della delibera di cui sopra, trascorsi ben più dei quarantacinque giorni disposti dall’art. 28, comma 2, della L.R. n. 19/2006, non aveva ancora provveduto a tale nomina;

  • Il dettato normativo della L.R. n. 19/2006 stabilisce in maniera inequivocabile che l’Agenzia è una direzione generale della Presidenza della Regione, pertanto solo con una modifica a tale legge sarebbe possibile modificare la struttura dell’Agenzia;

  • Nel porre a capo degli Assessorati gli adempimenti di competenza dell’Agenzia, la Giunta ha agito in violazione della L.R. n. 19/2006, così come ha agito in violazione della medesima legge il Presidente della Regione nel non procedere alla costituzione dell’Agenzia entro i termini temporali stabiliti dalla legge;


RAMMENTATO che

  • La ‘Legge statutaria’ cui si fa riferimento nel testo della delibera di cui sopra è stata approvata dal Consiglio regionale il 7 marzo u.s. ed è ora sottoposta a referendum confermativo, pertanto non esiste alcuna certezza relativamente alla sua entrata in vigore;

  • Ammesso e non concesso che la ‘Legge statutaria’ entri in vigore nella sua formulazione attuale e tenuto conto del tempo necessario all’emanazione dei relativi provvedimenti attuativi, la procedura enunciata nella delibera per la costituzione dell’Agenzia, oltre a costituire una grave violazione di legge, richiederebbe ancora non meno di un anno;

  • In tale arco di tempo, essendo l’Agenzia un organo dell’Autorità di bacino, la stessa Autorità non potrebbe dirsi pienamente costituita e si troverebbe di fatto nell’impossibilità di operare;

  • Inoltre, eventuali atti assunti dal Comitato istituzionale potrebbero essere impugnati stante la mancata costituzione dell’Agenzia e dunque dell’Autorità stessa;


CHIEDONO DI INTERROGARE

il Presidente della Regione

affinché riferisca

  • Per quali ragioni ha ritenuto di non ottemperare al dettato normativo della L.R. n. 19/2006, per quanto riguarda i termini temporali disposti per la costituzione dell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna;

  • Se ritiene che nell’organico della Regione esistano soggetti in possesso dei requisiti di cui all’art. 14, comma 1, della L.R. n. 19/2006, vale a dire in grado di essere indicati per ricoprire la carica di direttore generale dell’Agenzia;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di rettificare la Del. n. 8/2 del 28 febbraio 2007, sopprimendo tutte le parti contenenti riferimenti all’Agenzia;

  • Quali misure intende adottare al fine di procedere con la massima celerità alla costituzione dell’Agenzia secondo quanto stabilito dalla L.R. n. 19/2006.

martedì, luglio 17, 2007

483 in lista per 51 posti, una strana selezione per consulenti

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, hanno presentato un’interrogazione al Presidente della Regione, Renato Soru, in merito al bando di selezione per consulenti da destinare ad attività di supporto per la programmazione, l’attuazione, il monitoraggio e la sorveglianza degli Accordi di programma quadro. La selezione è avvenuta con il sistema della ‘short list’: tra coloro i quali hanno risposto al bando, i più meritevoli o più adatti a ricoprire i ruoli oggetto della selezione sono stati inseriti in un elenco da cui l’Amministrazione potrà attingere discrezionalmente i 51 consulenti di cui necessita (38 consulenti senior e 13 junior).

La ‘short list’ è stata resa nota il 29 giugno scorso; ne fanno parte 483 esperti. “Una simile sproporzione tra il numero di candidati ammessi alla ‘short list’ e il numero di posti da coprire”, si legge nell’interrogazione, “non offre sufficienti garanzie relativamente all’adeguatezza dei candidati stessi a ricoprire gli incarichi oggetto della selezione, né sulla reale applicazione di criteri meritocratici”. Inoltre, “la ‘short list’ non è articolata per aree di esperienza professionale, come esplicitamente previsto dal bando di selezione”.

Pertanto, i due consiglieri chiedono di sapere se il Presidente “ritiene che l’elevato numero di candidati ammessi alla ‘short list’ in rapporto al numero di posti da coprire sia stato determinato da una non puntuale definizione o applicazione dei criteri di selezione” e “per quale ragione non si è ritenuto di rispettare il dettato del bando di selezione, articolando la short list per aree di esperienza professionale”. Più precisamente, Diana e Liori chiedono “se sono stati adeguatamente accertati e verificati i titoli preferenziali richiesti” e “se è stata valutata la loro reale attinenza e coerenza con i compiti da assolvere”, “se i titoli di studio, in particolar modo quelli post-laurea, sono stati valutati nominalmente o in rapporto ai profili professionali richiesti nella selezione” e “se l’esperienza diretta con la pubblica amministrazione è stata valutata in rapporto al settore di impiego previsto”. Infine, si chiede al Presidente “se ritiene che l’esibizione da parte dei candidati di titoli di studio post-laurea generici e la loro appartenenza a un qualsiasi settore della pubblica amministrazione può aver portato a una ‘short list’ così ampia in rapporto ai posti da coprire”.



INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sulla short list per attività di supporto per la programmazione, l’attuazione, il monitoraggio e la sorveglianza degli Accordi di programma quadro


I sottoscritti,


PREMESSO che il 29 giugno u.s. è stata resa nota la short list relativa al bando indetto dalla Direzione generale della Presidenza della Regione per attività di supporto per la programmazione, l’attuazione, il monitoraggio e la sorveglianza degli Accordi di programma quadro, regolamentata dal Piano operativo dell’Accordo di programma quadro ‘Azioni di sistema’, gestito dal Servizio Affari regionali e nazionali della stessa Direzione generale;

CONSIDERATO che i posti di consulenti specialisti di elevata professionalità, richiesti dal Piano operativo di cui sopra, da coprire attingendo dalla short list sono complessivamente 51, di cui 38 posti da consulente senior e 13 da consulente junior;

VERIFICATO che la short list resa nota il 29 giugno u.s. comprende ben 483 esperti, di cui 242 senior e 241 junior;

VALUTATO che una simile sproporzione tra il numero di candidati ammessi alla short list e il numero di posti da coprire non offre sufficienti garanzie relativamente all’adeguatezza dei candidati stessi a ricoprire gli incarichi oggetto della selezione, né sulla reale applicazione di criteri meritocratici;

SOTTOLINEATO che la short list non è articolata per aree di esperienza professionale, come esplicitamente previsto dal bando di selezione;

RAMMENTATO che il Piano operativo, in materia di titoli preferenziali, dà priorità a quelli relativi a esperienze professionali concernenti i principali strumenti normativi e programmatici della politica degli investimenti pubblici (programmazione, monitoraggio, valutazione);


CHIEDONO DI INTERROGARE

il Presidente della Regione

affinché riferisca

  • Se ritiene che l’elevato numero di candidati ammessi alla short list in rapporto al numero di posti da coprire sia stato determinato da una non puntuale definizione o applicazione dei criteri di selezione;

  • Per quale ragione non si è ritenuto di rispettare il dettato del bando di selezione, articolando la short list per aree di esperienza professionale;

  • Se sono stati adeguatamente accertati e verificati i titoli preferenziali richiesti dal Piano operativo e se è stata valutata la loro reale attinenza e coerenza con i compiti da assolvere;

  • Se i titoli di studio, in particolar modo quelli post-laurea, sono stati valutati nominalmente o in rapporto ai profili professionali richiesti nella selezione;

  • Se l’esperienza diretta con la pubblica amministrazione è stata valutata in rapporto al settore di impiego previsto;

  • Se ritiene che l’esibizione da parte dei candidati di titoli di studio post-laurea generici e la loro appartenenza a un qualsiasi settore della pubblica amministrazione può aver portato a una short list così ampia in rapporto ai posti da coprire.

lunedì, luglio 16, 2007

Incendi, la Regione risparmia sulla pelle dei sardi

I numerosi e devastanti incendi che tra ieri e oggi hanno interessato gran parte della Sardegna centromeridionale sono frutto della politica di risparmio con cui la Giunta regionale ha elaborato il Piano regionale antincendi per il 2007, una politica di cui il governatore Renato Soru ha avuto persino la faccia tosta di vantarsi pubblicamente, dimostrando una volta di più la sua totale mancanza del senso di responsabilità necessario a governare una Regione che vive in un perenne stato di emergenza”: la dichiarazione è dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, che hanno presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Regione e all’Assessore regionale all’Ambiente, Ciccitto Morittu, per chiedere conto del ridimensionamento del presidio antincendi della Guardia forestale a Fenosu, nel territorio di Oristano.

Il presidio, si legge nell’interrogazione, “è stato pesantemente ridimensionato”. Difatti, “a differenza degli anni passati”, non gli è stato assegnato un Elitanker “ma un piccolo elicottero con una capacità di appena 500 litri”. I due consiglieri ricordano i “danni ingenti” causati dagli incendi divampati tra ieri e oggi in tutta la Sardegna centromeridionale e in particolare proprio intorno all’aeroporto di Fenosu, dove il rogo di ieri “ha devastato un’area di ben 500 ettari, con gravissimi danni alle colture e agli allevamenti presenti nell’area e rischi per le abitazioni e per la popolazione”. Diana e Liori fanno inoltre notare che “per la sua particolare posizione geografica, il presidio antincendi di Fenosu è in grado di servire gran parte dell’Isola se dotato di mezzi adeguati”.

Per tali ragioni, i due consiglieri chiedono di sapere “per quali ragioni si è ritenuto di ridimensionare il presidio” e cosa la Giunta regionale intende fare, “alla luce dei numerosi e devastanti incendi divampati negli ultimi due giorni”, per “modificare il Piano regionale antincendi, rivelatosi gravemente inadeguato” e per “potenziare il presidio antincendi di Fenosu”, “anche attraverso il reperimento di nuove risorse”, “dotandolo di mezzi adeguati a servire l’area limitrofa, che si è dimostrata essere a grave rischio, e a coprire con tempi di intervento sufficientemente rapidi almeno l’intera fascia centromeridionale della Sardegna”.



INTERROGAZIONE URGENTE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sul ridimensionamento del presidio antincendi della Guardia forestale a Fenosu


I sottoscritti,


PREMESSO che, nelle more del Piano regionale antincendi per l’anno 2007, al fine di ridurre i costi di gestione dell’apparato regionale per la lotta agli incendi, il presidio della Guardia forestale di stanza presso l’aeroporto di Fenosu, nel Comune di Oristano, è stato pesantemente ridimensionato: a differenza degli anni passati, al presidio non è stato assegnato un Elitanker ma un piccolo elicottero con una capacità di appena 500 litri;

CONSIDERATO che, nelle giornate di ieri e oggi, in tutta la Sardegna centromeridionale sono divampati numerosi incendi che hanno causato danni ingenti;

SOTTOLINEATO che, nella giornata di ieri, nelle campagne intorno all’aeroporto di Fenosu si è sviluppato un incendio che ha devastato un’area di ben 500 ettari, con gravissimi danni alle colture e agli allevamenti presenti nell’area e rischi per le abitazioni e per la popolazione;

VALUTATO che, per la sua particolare posizione geografica, il presidio antincendi di Fenosu è in grado di servire gran parte dell’Isola se dotato di mezzi adeguati;


CHIEDONO DI INTERROGARE

il Presidente della Regione e l’Assessore regionale all’Ambiente

affinché riferiscano

  • Per quali ragioni si è ritenuto di ridimensionare il presidio antincendi di Fenosu;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare, alla luce dei numerosi e devastanti incendi divampati negli ultimi due giorni, al fine di modificare il Piano regionale antincendi, rivelatosi gravemente inadeguato;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare, anche attraverso il reperimento di nuove risorse, al fine di potenziare il presidio antincendi di Fenosu, dotandolo di mezzi adeguati a servire l’area limitrofa, che si è dimostrata essere a grave rischio, e a coprire con tempi di intervento sufficientemente rapidi almeno l’intera fascia centromeridionale della Sardegna.

sabato, luglio 14, 2007

Intesa istituzionale, i sindacati confermano le preoccupazioni del centrodestra

Se le preoccupazioni dei sindacati relativamente all’esito del vertice di martedì sull’Intesa istituzionale di programma trovassero conferma nei prossimi atti del governo nazionale, sarebbe la dimostrazione che le riserve espresse dal centrodestra in Consiglio regionale sono pienamente fondate”: è il commento dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, alla reazione negativa con cui le segreterie di Cgil, Cisl e Uil hanno accolto il verbale sulla riunione tra la Regione e il Consiglio dei Ministri per la revisione dell’Intesa istituzionale del 1999.

“La scelta della minoranza di non sottoscrivere e non votare l’ordine del giorno conclusivo del dibattito sulla crisi dell’industria che si è tenuto la scorsa settimana era dovuta al fatto che l’esito denunciato dai sindacati era ampiamente prevedibile”, proseguono i due consiglieri. “Sin dall’inizio si sapeva che l’incontro di martedì sarebbe stato solo l’ennesimo di una serie interminabile che va avanti da quasi un anno senza alcun risultato concreto. Lasciando credere che sarebbe tornato da Roma con in tasca fior di milioni, il governatore Renato Soru ha cercato di esorcizzare lo spettro del fallimento, ma il governo del suo ‘amico’ Romano Prodi non è stato dello stesso avviso, dimostrando quanto poco ha a cuore i problemi della Sardegna”.

“Il fiasco rimediato da Soru nella capitale conferma la totale inadeguatezza dell’esecutivo regionale a rappresentare il popolo sardo nel confronto con gli altri livelli istituzionali”, concludono Diana e Liori. “La giunta Soru è troppo debole per pensare di potersi far carico dei problemi dell’Isola, che richiedono un approccio forte soprattutto nei confronti del governo nazionale. Fintanto che l’esecutivo di centrosinistra resterà in carica, la Sardegna sarà ingessata nel suo atavico sottosviluppo, senza nessuno in grado di guidarla fuori dalle secche dell’arretratezza”.

mercoledì, luglio 11, 2007

Asl 8, nuovi consulenti in arrivo dal continente

Con la stagione estiva sono ripresi gli sbarchi di consulenti nella sanità sarda. L’ultimo, o forse il primo di una nuova ondata, viene da Bologna ed è approdato alla Asl n. 8 di Cagliari nelle vesti di ‘tutore’ del direttore sanitario. Il dott. Acciaro, bolognese, affiancherà il dott. Sorrentino, cagliaritano e pertanto non in grado di riscuotere la piena fiducia del direttore generale dell’azienda, il padovano dott. Gumirato, e dell’Assessora regionale alla Sanità, la piemontese dott.ssa Dirindin”, dichiarano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana.

“Non sappiamo per quali ragioni Gumirato e la Dirindin abbiano ritenuto di portare in Sardegna il dott. Acciaro, né quali saranno precisamente i suoi compiti e la sua retribuzione”, proseguono i due consiglieri. “L’unica cosa certa è che il suo ruolo sarà quello di ‘direttore sanitario ombra’. A che serva tale figura, si può solo immaginare. Certo non ad alleviare il dott. Sorrentino dai gravosi carichi di lavoro che gli derivano dall’essere il direttore sanitario della Asl sarda che copre il territorio più vasto: se fosse questo lo scopo, si sarebbe potuta studiare una soluzione più trasparente, con un incarico affidato alla luce del sole, magari attraverso l’istituzione di una doppia direzione. Invece, si è voluto mantenere il riserbo più totale intorno alla nomina del dott. Acciaro, quasi che sia stato ‘importato’ per occuparsi del lavoro sporco, magari per assumere atti e determinazioni dettati direttamente dal direttore generale senza l’assenso del direttore sanitario”.

“Il dott. Acciaro è il nome più recente di una lunga lista di consulenti continentali con retribuzioni a sei cifre e purtroppo non sarà l’ultimo”, concludono Liori e Diana, “nonostante nella sanità sarda esista un gran numero di professionisti validi, con il bagaglio di esperienza richiesto per ricoprire la carica di direttore sanitario, con una profonda conoscenza del territorio e dei bisogni della popolazione e che avrebbero certamente potuto ricoprire un incarico simile assicurando risultati migliori. Sempre che i risultati che si vogliono ottenere siano davvero quelli migliori e non quelli che fanno più comodo a un certo sistema di potere che sta mettendo radici nella sanità sarda grazie all’assessora Dirindin”.

sabato, luglio 07, 2007

Soru intervenga per impedire una truffa ai danni dei dipendenti regionali

Con l’iscrizione forzata alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali decretata dal Ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, si sta concretizzando una vera e propria truffa che andrà a colpire anche i dipendenti della Regione Sardegna”, denunciano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana. “Auspichiamo che il governatore Renato Soru voglia intervenire prontamente presso il governo nazionale per impedire che ciò avvenga”.

“Il ministro Padoa Schioppa ha emanato, lo scorso 7 marzo, un decreto che iscrive d’ufficio alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali tutti i dipendenti pubblici che versano i contributi previdenziali all’Inpdap e i pensionati che ne percepiscono le pensioni, tranne coloro i quali, entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto, abbiano rinunciato formalmente all’iscrizione”, proseguono Liori e Diana. “Ciò significa che molti dipendenti e pensionati, complice la carenza di informazioni al riguardo, si troveranno a pagare un balzello (lo 0,35 per cento dello stipendio per i dipendenti, lo 0,15 per cento della pensione per i pensionati) per un servizio, nella fattispecie l’accesso al credito agevolato, che non vogliono e che, se avessero potuto scegliere liberamente, non avrebbero mai richiesto”.

“Poiché i dipendenti e i pensionati della Regione Sardegna sono iscritti all’Inpdap, chiediamo che Soru si faccia carico del problema, in modo da evitare che anche i dipendenti regionali sardi cadano vittime della stessa truffa cui il governo sta sottoponendo i dipendenti e i pensionati pubblici di tutta Italia”, concludono i due consiglieri. “Sarebbe l’occasione per provare a ricostruire un rapporto tra il governo regionale e il personale della Regione, dopo le numerose decisioni vessatorie assunte dall’attuale Giunta nei confronti dei dipendenti”.

venerdì, luglio 06, 2007

Importazione illecita di bestiame, chi paga le sanzioni?

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, hanno presentato un’interrogazione all’Assessora regionale alla Sanità, Nerina Dirindin, sull’importazione illegale di bestiame da macello da paesi stranieri, nella quale si chiede se le sanzioni elevate nei confronti dei trasportatori che non rispettano le norme nazionali ed europee sul benessere animale vengono regolarmente pagate e se tra i trasportatori che conferiscono il bestiame ad alcuni mattatoi della Provincia di Cagliari figurano persone tra quelle arrestate ieri dalla Guardia di Finanza di Caserta nel corso di un’operazione finalizzata ad arginare un fenomeno analogo a quello che in Sardegna va avanti pressoché indisturbato ormai da anni. Risulta, infatti, che delle sanzioni comminate tra il 2004 e il 2006 dai veterinari dei mattatoi di Selargius, Settimo San Pietro e Guasila non ne sia stata pagata neppure una, quasi esistesse una sorta di accordo tra i trasportatori per evadere l’imposizione.

Il bestiame viene importato da altri paesi europei (maialetti dalla Germania e dall’Olanda, pecore e capre dalla Francia, suini dall’Olanda e dalla Spagna, agnelli dalla Romania) per essere macellato nell’Isola e presentato al consumatore come prodotto locale, “sfruttando”, si legge nell’interrogazione, “l’immagine di genuinità e freschezza tipica dei prodotti della nostra terra”. L’importazione avviene in violazione delle norme che regolano tale attività, come quelle sul benessere animale e sulla protezione dalle malattie infettive, consentendo di immettere il bestiame sul mercato sardo a un prezzo inferiore a quello praticato dai produttori locali.

“L’azione di vigilanza dei Servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali”, prosegue l’interrogazione, “è stata tardiva, insufficiente e inefficace, in particolar modo quella del Servizio veterinario della Asl n. 8, competente sui mattatoi di Selargius, Settimo San Pietro e Guasila, dove ha luogo l’importazione di bestiame da paesi stranieri”. Le sanzioni comminate sono alcune decine ogni anno e ciascuna supera i 3 mila euro.

“Gli animali da macello inviati in Sardegna sono gli scarti degli allevamenti di provenienza, esemplari non adatti all’ingrasso perché di dimensioni inferiori alla media o perché in condizioni di salute precarie”, ricorda l’interrogazione. “Gli allevatori sardi devono sottostare a severi controlli sanitari che comportano costi elevati e pesanti perdite di tempo, mentre spesso chi specula importando il bestiame dall’estero in violazione delle normative vigenti gode della ridotta vigilanza, quand’anche non della connivenza, del personale preposto ai controlli”.

Pertanto, Liori e Diana chiedono di sapere quante sanzioni sono state erogate tra il 2004 e il 2006 dal Servizio Veterinario della Asl n. 8 presso i mattatoi di Selargius, Settimo San Pietro e Guasila e quante di queste risultano regolarmente pagate, se tra i trasportatori che nello stesso periodo hanno conferito bestiame ai tre mattatoi figurano persone tra quelle arrestate ieri in Campania, se si sono resi responsabili di violazioni anche in Sardegna, se sono stati sanzionati e se le sanzioni sono state pagate. Inoltre, i due consiglieri chiedono di conoscere chi sia il dirigente veterinario responsabile dei procedimenti relativi alle sanzioni amministrative per violazioni delle norme sul benessere animale e se sono stati assunti provvedimenti disciplinari nei suoi confronti “in quanto responsabile delle omissioni e delle connivenze, o quantomeno delle leggerezze” denunciate. Infine, una proposta: vista la provata inadeguatezza delle Asl, affidare i controlli sul rispetto delle normative in materia di trasporto di bestiame alla Guardia Forestale.



INTERROGAZIONE LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sull’importazione illegale di bestiame da macello da paesi stranieri


I sottoscritti,


PREMESSO che

  • In passato sono state presentate in Consiglio regionale numerose interrogazioni e interpellanze sul problema dell’importazione in Sardegna di bestiame da macello (maialetti dalla Germania e dall’Olanda, pecore e capre dalla Francia, suini dall’Olanda e dalla Spagna, agnelli dalla Romania) che, una volta macellato nell’Isola, è presentato al consumatore come prodotto locale, sfruttando l’immagine di genuinità e freschezza tipica dei prodotti della nostra terra;

  • Tale importazione avviene quasi sempre in violazione delle norme nazionali e comunitarie che regolano tale attività;

  • Abitualmente durante il trasporto non vengono rispettate le norme sul benessere animale, in particolare relativamente alla durata del viaggio e alla densità del carico sugli automezzi; in altre occasioni sono state violate norme di protezione dalle malattie infettive del bestiame e sull’identificazione degli animali, e sono state riportate dichiarazioni false sui documenti di viaggio;

  • Il mancato rispetto di tali normative consente di far arrivare gli animali in Sardegna a un prezzo inferiore rispetto a quello praticato dai produttori locali, i quali ne risultano gravemente danneggiati, tanto quanto i consumatori;

  • La situazione ha destato forti proteste da parte delle associazioni dei produttori agricoli, dei consumatori, degli ambientalisti, delle associazioni animaliste italiane ed estere, oltre a una vasta eco sugli organi di informazione locali e nazionali, con conseguenti ricadute negative sull’immagine della Sardegna e delle sue produzioni tipiche;


CONSIDERATO che

  • Nonostante la gravità della situazione, l’azione di vigilanza dei Servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali è stata tardiva, insufficiente e inefficace, in particolar modo quella del Servizio veterinario della Asl n. 8, competente sui mattatoi di Selargius, Settimo San Pietro e Guasila, dove ha luogo l’importazione di bestiame da paesi stranieri;

  • Solamente dopo che la frode è diventata uno scandalo ampiamente riportato su giornali e televisione, i veterinari della Asl hanno iniziato a verbalizzare le irregolarità;

  • La sanzione amministrativa prevista dal D. Lgs. n. 532/1992, concernente norme per la tutela del benessere animale durante il trasporto, è di Euro 3.098 per ciascun verbale, da moltiplicare per alcune decine di violazioni che si registrano ogni anno nei mattatoi di cui sopra;

  • La mancata vigilanza sulla corresponsione delle sanzioni erogate si traduce pertanto in un grave danno erariale per la Regione, oltre che in una sostanziale impunità per chi delinque;

  • Della vicenda si sono interessate anche le autorità tedesche, essendo la Germania tra i paesi di provenienza del bestiame, e la Commissione Europea, in particolar modo per quanto concerne la pratica di falsificare i documenti di viaggio degli animali trasportati;

  • Nella giornata di ieri, la Guardia di Finanza di Caserta ha operato quattordici arresti nei confronti di imprenditori, autotrasportatori e veterinari operanti in Campania e ritenuti responsabili di attività illecite di importazione di suini da paesi stranieri analoghe a quelle che avvengono nei mattatoi di cui sopra, ipotizzando il reato di truffa ai danni dell’Erario;


VALUTATO che

  • Gli animali da macello inviati in Sardegna sono gli scarti degli allevamenti di provenienza, esemplari non adatti all’ingrasso perché di dimensioni inferiori alla media o perché in condizioni di salute precarie;

  • Gli allevatori sardi devono sottostare a severi controlli sanitari che comportano costi elevati e pesanti perdite di tempo, mentre spesso chi specula importando il bestiame dall’estero in violazione delle normative vigenti gode della ridotta vigilanza, quand’anche non della connivenza, del personale preposto ai controlli;

  • Oltre alle ripercussioni sfavorevoli sulla precaria zootecnia isolana, il fenomeno comporta un enorme danno di immagine che colpisce le produzioni agroalimentari e gastronomiche isolane, nonché una crescente sfiducia tra i consumatori relativamente ai servizi di prevenzione e vigilanza sui prodotti alimentari;

  • Tutto ciò si somma al perdurare di sfavorevoli condizioni ambientali, meteorologiche e di mercato, nonché alle emergenze sanitarie che causano un’ulteriore, drastica riduzione della redditività del settore zootecnico;

  • Già in diverse occasioni, i pastori sardi hanno inscenato manifestazioni di protesta nei confronti della Regione affinché vengano salvaguardate le istanze della categoria;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale alla Sanità

affinché riferisca

  • Il numero delle constatazioni di violazione al D. Lgs. n. 532/1992 e al D. Lgs. n. 388/1998, relativi alla tutela degli animali durante il trasporto, verbalizzate negli anni dal 2004 al 2006 dal Servizio veterinario della Asl n. 8 presso i mattatoi di Selargius, Settimo San Pietro e Guasila, distinte per annualità e mattatoio in cui sono state verbalizzate;

  • L’importo e il numero delle sanzioni amministrative comminate ai trasportatori e l’importo e il numero delle sanzioni notificate e regolarmente pagate;

  • Se tra i trasportatori che, negli anni dal 2004 al 2006, hanno conferito bestiame ai mattatori di cui sopra figurano persone sottoposte a misure di custodia cautelare in seguito all’inchiesta della Guardia di Finanza di Caserta citata in premessa, se nei loro confronti sono state comminate sanzioni per le violazioni di cui sopra e se tali sanzioni risultano ottemperate;

  • Le generalità del dirigente veterinario di struttura complessa responsabile dei procedimenti inerenti le sanzioni amministrative e della vigilanza sulla tutela del benessere animale durante il trasporto, nonché gli eventuali provvedimenti assunti nei suoi confronti in quanto responsabile delle omissioni e delle connivenze, o quantomeno delle leggerezze, riferite in premessa;

  • Se non ritiene, vista la comprovata inadeguatezza dei Servizi veterinari delle Asl, di affidare i controlli sul rispetto delle normative relative al trasporto di bestiame al Corpo di Guardia forestale e di Vigilanza ambientale.

giovedì, luglio 05, 2007

Le scatole cinesi della Sfirs per rilanciare la Cartiera di Arbatax

INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sulla partecipazione della Sfirs SpA all’asta fallimentare per l’ex Cartiera di Arbatax

I sottoscritti,

PREMESSO che

  • In seguito al fallimento della Girasole SpA, ultima proprietaria della Cartiera di Arbatax, il Presidente della Regione, Renato Soru, rilasciò dichiarazioni pubbliche, rivolte principalmente ai dipendenti dello stabilimento, nelle quali annunciava l’impegno diretto della Regione al fine di salvaguardare l’occupazione e di garantire il riavvio industriale dello stabilimento stesso;

  • Il 13 aprile u.s. è stata costituita la società Sarind SpA;

  • Oggetto sociale di Sarind SpA è “la prestazione di servizi reali di interesse generale mediante interventi di promozione territoriale e di risanamento ambientale dei siti industriali di rilevanza socio-economica. La prestazione di servizi in favore delle imprese finalizzati a promuovere la crescita e lo sviluppo delle stesse attraverso l’innovazione di tipo tecnologico, organizzativo, gestionale e di mercato. Tali servizi potranno avere a oggetto: l’assistenza tecnica e organizzativa; la consulenza aziendale, produttiva, commerciale e di marketing; la consulenza finalizzata all’introduzione di nuove tecnologie, alla modernizzazione delle attività aziendali e delle gestioni; la valorizzazione delle attività di ricerca mediante applicazione alle imprese; l’innovazione tecnologica, organizzativa, commerciale, manageriale. Con esclusione di ogni attività riservata dal D. Lgs. n. 385/1993, la società potrà acquisire partecipazioni (tendenzialmente temporanee) nel capitale sociale delle imprese che operino in regime di responsabilità limitata al fine di promuovere e assistere iniziative imprenditoriali per la produzione e scambio di beni e servizi e iniziative nel campo dei servizi reali di itneresse generale in favore delle imprese. La società può, pertanto, compiete tutti gli atti ritenuti necessari o soltanto utili per il conseguimento dell’oggetto sociale: così, in breve, può porre in essere operazioni mobiliari, immobiliari, industriali, commerciali e finanziarie; rilasciare garanzie reali e personali anche nell’interesse di tersi e quale terza datrice di ipoteca. Potrà acquistare, affittare e dismettere aziende e/o rami d’azienda. Potrà assumere interessenze e partecipazioni in altre società ed enti aventi scopo analogo o affine al proprio”;

  • Il 19 aprile u.s. è stato depositato presso il notaio lo statuto societario di Sarind SpA;

  • Il 20 aprile u.s., Sarind SpA risultava iscritta al registro delle imprese della Camera di Commercio di Cagliari;

  • La tempistica testé riportata non coincide con quella cui devono abitualmente sottostare gli imprenditori sardi che intendono attivare una nuova attività, per i quali i tempi necessari per l’iscrizione al registro delle imprese sono considerevolmente più lunghi;

CONSIDERATO che

  • Il 4 luglio u.s., presso la sezione fallimentare del Tribunale di Bologna, si è tenuta l’asta pubblica per la vendita all’incanto della società Girasole SpA;

  • Una delle due società partecipanti all’asta era la Sarind SpA;

  • La base d’asta era di Euro 12.000.000;

  • L’asta è stata provvisoriamente aggiudicata alla Sarind SpA per la somma di Euro 15.300.000, in seguito a diversi rialzi per somme variabili tra i 100.000 e i 300.000 Euro;


VALUTATO che

  • La Sarind SpA risulta avere quale unico proprietario la Sfirs SpA, società finanziaria della Regione Sardegna;

  • La sede legale della Sarind SpA coincide con quella della Sfirs SpA;

  • La Sfirs SpA ha già dato vita, senza ricorrere a società di comodo, a operazioni di acquisizione di società in sofferenza, come la Legler SpA, con la differenza che, in tale caso, la Sfirs già figurava nella compagine societaria e l’acquisizione ha avuto pertanto lo scopo di salvaguardare gli investimenti fatti dalla società;

  • Non rientra nella casistica testé descritta la Girasole SpA, nella quale la Sfirs SpA non ha mai avuto alcuna partecipazione azionaria;

  • In quanto società finanziaria soggetta al controllo da parte della Banca d’Italia, la Sfirs SpA è sottoposta ai vincoli previsti dalla legislazione italiana e dalle norme europee in materia bancaria;

AGGIUNTO che

  • Il bando relativo all’asta fallimentare prevedeva la clausola della salvaguardia del posto di lavoro per gli ex dipendenti della Girasole SpA;

  • Relativamente al progetto per il rilancio industriale dello stabilimento, il presidente della Sfirs ha rilasciato alla stampa le seguenti dichiarazioni: “Ora l’idea è quella di fare di Arbatax il primo polo della nautica sarda. Non ci sono piani definiti ma abbiamo le idee molto chiare”;

  • Tale assenza di “piani definiti” non offre alcuna garanzia relativamente alla salvaguardia del posto di lavoro per i dipendenti dello stabilimento;

CHIEDONO DI INTERROGARE

il Presidente della Regione e l’Assessore regionale all’Industria

affinché riferiscano

  • Per quale ragione la Sfirs SpA non ha partecipato direttamente, anziché per il tramite della Sarind SpA, all’asta fallimentare;

  • Se la partecipazione della Sfirs SpA all’asta fallimentare è consentita dal suo statuto societario e dalle norme nazionali ed europee sulle società finanziarie;

  • Se la Sfirs SpA dispone della liquidità necessaria a concludere l’operazione e da dove provengono tali risorse;

  • Vista la portata dell’operazione, per quale ragione non hanno ritenuto di richiedere il parere della commissione consiliare competente;

  • Quale parere è stato espresso dal Collegio dei revisori dei conti della Sfirs SpA in merito all’operazione;

  • Se il Consiglio di amministrazione della Sfirs SpA ha dato mandato all’amministratore unico della Sarind SpA di operare rilanci illimitati nel corso dell’asta o, in caso contrario, se il rilancio massimo stabilito dal Consiglio di amministrazione è stato rispettato;

  • Per quale ragione la Sfirs SpA non ha ritenuto di coinvolgere nell’operazione il Consorzio industriale di Tortolì-Arbatax che, in quanto soggetto pubblico economico, avrebbe avuto pieno titolo per partecipare all’asta.