mercoledì, ottobre 29, 2008

Legge urbanistica, restano le divergenze in maggioranza

Nonostante il voto favorevole sul passaggio agli articoli, le divergenze che sono emerse all’interno della maggioranza durante il dibattito in Aula sulla legge urbanistica restano irrisolte, pronte a riaffiorare in qualsiasi momento durante l’esame dell’articolato”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, al termine della seduta consiliare di oggi pomeriggio.

“Il blitz in Consiglio del governatore Renato Soru e quel che ne è seguito”, prosegue Diana, “con la calma che ha improvvisamente pervaso uno schieramento che fino a pochi istanti prima sembrava ad un passo dallo scontro fisico e che ha determinato acrobazie politiche ai limiti dell’incredibile nel vano tentativo di giustificare il cambio di opinione di alcuni, non hanno cambiato una virgola nelle contraddizioni che lacerano la maggioranza”.

“La battaglia vera inizia ora”, conclude il consigliere. “Aspetteremo al varco il centrosinistra, certi che i suoi contrasti riesploderanno molto presto e che, alla fine dell’esame consiliare, della legge urbanistica tanto cara al governatore non resterà nulla, così come già ora non resta più nulla della maggioranza che un tempo lo sosteneva”.

Ruolo del Consiglio e tutela delle campagne negli emendamenti alla legge urbanistica

Si parla soprattutto del ruolo del Consiglio regionale nelle procedure di pianificazione e della tutela delle attività agricole e delle campagne a rischio di spopolamento negli emendamenti alla legge urbanistica regionale presentati dal consigliere regionale Mario Diana con i colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale.

Tre delle proposte di modifica prevedono l’inserimento della votazione dell’Assemblea, al posto del parere della Quarta Commissione, sull’adozione e l’adeguamento del Piano paesaggistico regionale e sugli atti di indirizzo e coordinamento. I due emendamenti sulle zone agricole hanno invece la finalità di consentire l’edificazione nelle campagne, seppure con forti limitazioni dovute alle esigenze di tutela ambientale e paesaggistica. “Al fine di valorizzare le vocazioni produttive delle zone agricole, incoraggiare la permanenza della popolazione rurale in condizioni civili ed adeguate alle esigenze sociali attuali” e di “incentivare il presidio del territorio”, Diana propone che l’edificazione da parte delle aziende agricole sia consentita soltanto in base al reale fabbisogno edificatorio individuato nel piano di sviluppo aziendale, redatto da un tecnico abilitato: non più la possibilità di costruire riconosciuta soltanto alle aziende che superano una determinata superficie, come avviene oggi ai sensi del Ppr, ma il diritto ad edificare ciò che realmente serve allo sviluppo dell’azienda.

Un altro emendamento prevede che la Giunta regionale modifichi le Norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico vigente consentendo l’edificazione nell’agro, sebbene con indici di fabbricazione limitati: 0,01 metri cubi al metro quadro per le residenze e 0,1 metri cubi al metro quadro per gli annessi agricoli nella fascia costiera fino ad un chilometro dal mare. Nel resto del territorio isolano, per quanto riguarda le campagne si tornerà ad applicare le disposizioni del cosiddetto ‘decreto Floris’, contenente le direttive di attuazione della legge urbanistica attualmente in vigore, risalente al 1989.

sabato, ottobre 25, 2008

Ex Valriso, la Regione intervenga affinché sia valorizzato il patrimonio zootecnico sardo

Un intervento della Regione per tentare di salvare dalla chiusura la Valorizzazione Carni Sarde di Uta, ex Valriso, condizionato al mantenimento dei livelli occupazionali e ad un serio impegno da parte degli eventuali nuovi gestori dello stabilimento nella valorizzazione della carne prodotta negli allevamenti sardi: è quanto chiede il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, in un’interrogazione rivolta agli Assessori regionali all’Industria, Concetta Rau, e all’Agricoltura, Francesco Foddis.

Nell’interrogazione, Diana traccia le linee della situazione di crisi che ha colpito l’azienda, la quale nel corso degli anni è scesa da 120 dipendenti agli attuali 67 (che da due mesi non vedono uno stipendio), ai quali nei giorni scorsi è stata inviata la comunicazione di licenziamento in vista della chiusura dell’attività, prevista per la fine di ottobre. Tutto ciò avviene nonostante l’impegno della Regione che, nel corso degli anni, “è più volte intervenuta economicamente a sostegno dell’azienda, con risultati che, a giudicare da quanto sta accadendo in questi giorni, non possono essere ritenuti positivi”. La stessa società che gestisce l’azienda “non può essere ritenuta esente da responsabilità”, dal momento che il suo impegno nella valorizzazione del patrimonio zootecnico sardo “non è stato sufficientemente incisivo”, contribuendo a determinare una crisi che “ora si sta ripercuotendo sui lavoratori”. “Il comparto agropastorale della Sardegna”, ricorda inoltre il consigliere, “attraversa una situazione di profonda crisi che non risparmia il settore zootecnico, il quale soffre in modo particolare la carenza di industrie idonee a garantire un’adeguata valorizzazione sul mercato alla produzione degli allevamenti isolani”.

Diana chiede pertanto ai due assessori “a quanto ammontano le risorse stanziate dalla Regione, nel corso degli anni, a beneficio delle aziende Valriso, Nuova Valriso e Valorizzazione Carni Sarde, in via diretta e per mezzo della società finanziaria Sfirs” e “quali risultati lo stanziamento di tali risorse ha prodotto nella valorizzazione del patrimonio zootecnico sardo”. Infine, il consigliere chiede alla Giunta regionale di intervenire “nel tentativo di scongiurare la chiusura della Valorizzazione Carni Sarde, eventualmente anche favorendo il cambio di gestione dell’azienda, subordinando tale intervento al mantenimento degli attuali livelli occupazionali e alla presentazione di un piano aziendale credibile che fornisca adeguate garanzie relativamente all’impegno da parte del nuovo soggetto gestore nella valorizzazione del patrimonio zootecnico sardo”.



INTERROGAZIONE DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di crisi che colpisce l’azienda Valorizzazione Carni Sarde di Uta


Il sottoscritto,

PREMESSO che la società che gestisce l’azienda Valorizzazione Carni Sarde di Uta, ex Valriso, ha inviato la comunicazione di licenziamento a tutto il personale, prevedendo la cessazione dell’attività entro la fine del corrente mese;

CONSIDERATO che, nel corso degli anni, la Regione è più volte intervenuta economicamente a sostegno dell’azienda, con risultati che, a giudicare da quanto sta accadendo in questi giorni, non possono essere ritenuti positivi;

VALUTATO che, secondo quanto riferito dalla società alle rappresentanze dei dipendenti, sarebbe prevista in un futuro imprecisato la ripresa dell’attività grazie all’ingresso di nuovi soci, con la contestuale riassunzione di 43 unità lavorative cui però non sarebbe applicato il contratto collettivo nazionale per l’industria ma quello per l’agricoltura;

RAMMENTATO che nel corso degli anni, nonostante il sostegno della Regione, il numero di dipendenti dell’ex Valriso è andato costantemente diminuendo, passando da un massimo di 120 agli attuali 67;

VERIFICATO che l’azienda risulta in arretrato di due mesi nel pagamento degli stipendi e che tale situazione ha già determinato forme di protesta eclatanti da parte del personale;

PRESO ATTO che l’attuale gestione della Valorizzazione Carni Sarde non può essere ritenuta esente da responsabilità nella situazione di crisi che colpisce l’azienda, il cui impegno nella valorizzazione del patrimonio zootecnico sardo non è stato sufficientemente incisivo, e che ora si sta ripercuotendo sui lavoratori;

SOTTOLINEATO che il comparto agropastorale della Sardegna attraversa una situazione di profonda crisi che non risparmia il settore zootecnico, il quale soffre in modo particolare la carenza di industrie idonee a garantire un’adeguata valorizzazione sul mercato alla produzione degli allevamenti isolani;


CHIEDE DI INTERROGARE

gli Assessori regionali all’Industria e all’Agricoltura

affinché riferiscano

  • A quanto ammontano le risorse stanziate dalla Regione, nel corso degli anni, a beneficio delle aziende Valriso, Nuova Valriso e Valorizzazione Carni Sarde, in via diretta e per mezzo della società finanziaria Sfirs;

  • Quali risultati lo stanziamento di tali risorse ha prodotto nella valorizzazione del patrimonio zootecnico sardo;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di intervenire nel tentativo di scongiurare la chiusura della Valorizzazione Carni Sarde, eventualmente anche favorendo il cambio di gestione dell’azienda, subordinando tale intervento al mantenimento degli attuali livelli occupazionali e alla presentazione di un piano aziendale credibile che fornisca adeguate garanzie relativamente all’impegno da parte del nuovo soggetto gestore nella valorizzazione del patrimonio zootecnico sardo.

mercoledì, ottobre 22, 2008

Brotzu, sale operatorie allagate e interventi chirurgici rinviati

Nonostante i lavori di ristrutturazione appena ultimati, oggi le sale operatorie dell’ospedale Brotzu si sono allagate a causa del violento nubifragio che si è abbattuto su Cagliari, tanto che gli interventi chirurgici programmati hanno dovuto essere rinviati. Lo denunciano il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, il capogruppo Roberto Capelli e il consigliere Nello Cappai, dell’Unione dei Democratici di Centro, in un’interrogazione urgente all’Assessore regionale alla Sanità, Nerina Dirindin.

“L’Azienda ospedaliera Brotzu è stata sottoposta di recente ad un profondo intervento di ristrutturazione, che si è concluso poche settimane or sono”, ricordano i tre nell’interrogazione. Considerato che, “nella giornata di oggi, un episodio alluvionale di portata imponente si è verificato nel territorio della Provincia di Cagliari e che anche nel capoluogo sono state registrate precipitazioni di entità straordinaria, che hanno provocato danni e allagamenti in gran parte della città”, Diana, Capelli e Cappai chiedono alla Dirindin se è vero che al Brotzu “si sono verificati allagamenti nelle sale operatorie, tanto che alcuni interventi chirurgici hanno dovuto essere rinviati”. I tre chiedono poi “a quanto ammontano le risorse stanziate per i lavori”, quale impresa li ha realizzati e per mezzo di quale procedura ad evidenza pubblica le sono stati assegnati, se sono stati sottoposti a collaudo, chi è il dirigente responsabile dei lavori e del relativo collaudo e quanti sono gli interventi chirurgici rinviati in seguito all’allagamento delle sale operatorie.

Infine, i tre consiglieri del centrodestra chiedono “come si è potuto verificare che, nonostante i lavori di ristrutturazione eseguiti di recente, le sale operatorie del nosocomio si siano potute allagare al punto da rendere impraticabile l’attività chirurgica” e cosa la Giunta regionale intende fare affinché l’attività chirurgica possa riprendere immediatamente e affinché “episodi di malfunzionamento come quello odierno non debbano più accadere neppure in presenza di eventi atmosferici straordinari come quello che si è verificato nelle scorse ore”.



INTERROGAZIONE URGENTE DIANA – CAPELLI – CAPPAI, con richiesta di risposta scritta, sui disagi che si sono verificati nell’Azienda ospedaliera Brotzu in seguito al nubifragio odierno


I sottoscritti,


PREMESSO che l’Azienda ospedaliera Brotzu è stata sottoposta di recente ad un profondo intervento di ristrutturazione, che si è concluso poche settimane or sono;

CONSIDERATO che, nella giornata di oggi, un episodio alluvionale di portata imponente si è verificato nel territorio della Provincia di Cagliari e che anche nel capoluogo sono state registrate precipitazioni di entità straordinaria, che hanno provocato danni e allagamenti in gran parte della città;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale alla Sanità

affinché riferisca

  • Se risponde al vero che, nell’Azienda ospedaliera Brotzu, si sono verificati allagamenti nelle sale operatorie, tanto che alcuni interventi chirurgici hanno dovuto essere rinviati;

  • A quanto ammontano le risorse stanziate per i lavori di ristrutturazione realizzati di recente nell’Azienda ospedaliera Brotzu;

  • Quale impresa ha realizzato i lavori di cui sopra e per mezzo di quale procedura ad evidenza pubblica le sono stati assegnati;

  • Se, a intervento di ristrutturazione ultimato, i lavori sono stati sottoposti a collaudo;

  • Chi è il dirigente dell’Azienda ospedaliera Brotzu responsabile dell’intervento di ristrutturazione e del relativo collaudo;

  • Quanti sono gli interventi chirurgici rinviati in seguito all’allagamento delle sale operatorie;

  • Come si è potuto verificare che, nonostante i lavori di ristrutturazione eseguiti di recente, le sale operatorie del nosocomio si siano potute allagare al punto da rendere impraticabile l’attività chirurgica;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare affinché l’Azienda ospedaliera Brotzu sia posta nelle condizioni di poter riprendere immediatamente l’attività chirurgica e affinché episodi di malfunzionamento come quello odierno non debbano più accadere neppure in presenza di eventi atmosferici straordinari come quello che si è verificato nelle scorse ore.

martedì, ottobre 14, 2008

Sentenza Tar su cda Isola, per Soru ennesima sconfitta annunciata

Ormai non ci si sorprende più davanti ai pronunciamenti negativi della magistratura di ogni ordine e grado sugli atti della giunta Soru. La sentenza con cui il Tar della Sardegna ha annullato lo scioglimento del consiglio di amministrazione dell’Isola era ampiamente annunciata. Il fatto che i magistrati abbiano reintegrato il cda perché la Giunta, nel procedimento di scioglimento dell’organismo, ha ‘dimenticato’ di acquisire il parere del Consiglio regionale, non fa che sottolineare per l’ennesima volta la costante violazione delle prerogative dell’assemblea legislativa da parte del governatore”: è il commento del consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, alla sentenza con cui il Tar ha annullato gli atti relativi allo scioglimento del cda dell’Isola.

“Ormai, l’incredibile numero di ricorsi che vedono protagonista la Regione è tale da giustificare l’apertura a Cagliari di una terza sezione del Tar”, prosegue Diana. “Eppure, Soru non perde l’abitudine ad assumere atti superficiali e approssimativi, quand’anche non deliberatamente illegittimi. Del resto, può tranquillamente permettersi il suo perenne oscillare tra dilettantismo e arroganza: in fondo, i soldi con cui paga le spese legali non sono i suoi ma quelli dei sardi. Quest’ultimo è un aspetto di cui si dovrebbe sempre tener conto quando si parla di risanamento del bilancio regionale: quanto stanno costando alle casse della Regione le decine di cause perse per colpa del governatore?”.

“In tutto questo, c’è almeno una buona notizia: ora, Soru sarà costretto a presentarsi davanti al Consiglio e a spiegare le ragioni delle sue decisioni”, conclude il consigliere. “Il governatore sarà chiamato a rendere conto non soltanto del perché intende sciogliere il cda dell’ente per la promozione dell’artigianato sardo, ma anche e soprattutto per quale ragione ha pensato di poterlo fare di propria iniziativa, senza confrontarsi con gli altri organi istituzionali cui la legge riconosce una qualche competenza nel procedimento di scioglimento”.

venerdì, ottobre 10, 2008

Stop a lepri e pernici, decisione strumentale di chi vuole sopprimere la caccia

Appare a dir poco paradossale che la Regione riconosca gli effetti della siccità che da tempo colpisce le campagne della Sardegna per i cacciatori e non per gli agricoltori”: è il commento del consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, alla decisione assunta dall’Assessore regionale all’Ambiente, Cicito Morittu, di bloccare per le prossime due settimane la caccia a lepri e pernici nell’Isola. “Da un lato, la siccità non è tale che la Regione si senta in dovere di mettere mano al portafogli per indennizzare le aziende agricole per i gravi danni che hanno subito negli ultimi mesi; dall’altro, la calamità naturale è tanto grave da dover bloccare del tutto l’attività venatoria per alcune specie animali”.

“La decisione di Morittu, assunta in totale solitudine e senza alcun confronto con le associazioni venatorie, appare ancor più strumentale quando l’Assessore si appella a presunti dati trasmessi dagli assessorati provinciali all’ambiente, i quali confermerebbero la diminuzione della popolazione cacciabile”, prosegue Diana. “In realtà, non tutte le Province hanno trasmesso i dati all’Assessorato regionale e non tutte hanno segnalato il trend negativo di cui parla Morittu: non risulta affatto, ad esempio, che l’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Oristano abbia segnalato alla Regione una carenza di lepri e pernici nel territorio”.

“L’unico soggetto in grado di fornire un’esatta quantificazione della popolazione cacciabile presente nel territorio sardo è l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, che l’Assessore si è ben guardato dal consultare”, conclude il consigliere. “Morittu farebbe dunque bene ad ammettere cosa si cela dietro lo stop all’attività venatoria: una decisione strumentale, ispirata da chi da sempre si batte, senza portare alcuna motivazione che non sia di natura ideologica, per la soppressione della caccia in Sardegna”.

giovedì, ottobre 09, 2008

Finanziaria 2009, torna lo scandalo delle anticipazioni fiscali

Dopo i pronunciamenti negativi della Corte dei Conti e della Corte Costituzionale, non avremmo mai immaginato che la faccia tosta del governatore Renato Soru potesse arrivare a tanto. Eppure, sta per accadere: la finanziaria regionale per il 2009 conterrà ancora una volta l’anticipazione di 500 milioni di euro di entrate fiscali future”, denuncia il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana.

“Le prime bozze messe in circolazione dalla Giunta regionale lasciano poco spazio alle interpretazioni”, spiega Diana. “Si cerca di far ricadere l’ennesimo ricorso alla finanza creativa sulle modifiche apportate all’art. 8 dello Statuto autonomistico dalla finanziaria nazionale 2007, che ha riscritto il regime della compartecipazione regionale alle entrate fiscali percepite dallo Stato in Sardegna. La norma, però, non prevede alcuna anticipazione e d’altronde sarebbe stato impossibile introdurre con una legge ordinaria un concetto simile, dal momento che, come ha riconosciuto anche la Consulta, il principio costituzionale dell’annualità del bilancio si applica anche ai conti della Regione, il che rende impraticabile la via dell’anticipazione già tentata più volte dalla giunta Soru. Il fatto che ancora una volta si inserisca in finanziaria una misura simile in barba ai pronunciamenti contrari della magistratura è semplicemente scandaloso”.

“Ancora una volta, si pretende di far quadrare i conti della Regione con soldi che non esistono se non sulla carta”, conclude il consigliere. “Questa volta, però, la maggioranza sarà chiamata ad assumersi una responsabilità ben più grave, perché per seguire ciecamente il suo leader dovrà schierarsi apertamente contro i pareri della Corte dei Conti e della Corte Costituzionale, giustificando davanti ai sardi una scelta simile e preparandosi a pagarne le conseguenze, sia per non aver rispettato i pronunciamenti della magistratura che per aver causato un disastro finanziario pretendendo di spendere soldi che la Regione non possiede”.

giovedì, ottobre 02, 2008

Archeologia Subacquea, che fine hanno fatto i 6 milioni della finanziaria?

Utilizzare una parte dei 6 milioni di euro stanziati dalla finanziaria regionale a favore delle sedi universitarie decentrate per mantenere in funzione e potenziare il corso di laurea in Archeologia Subacquea dell’Università di Sassari, che si tiene nella sede gemmata di Oristano. E’ la proposta del consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, il quale, in seguito alle preoccupazioni espresse dal preside di Lettere e Filosofia dell’ateneo turritano sul rischio che non ci siano risorse sufficienti per mantenere in vita il corso, ha presentato un’interrogazione all’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Maria Antonietta Mongiu.

Diana ricorda lo stanziamento previsto nella finanziaria 2008, che la Giunta, secondo quanto prevede la norma, avrebbe dovuto ripartire in modo da assicurare la continuità dei corsi già avviati. L’esecutivo, inoltre, avrebbe dovuto sottoscrivere entro novanta giorni dall’approvazione un’intesa con le Università di Cagliari e Sassari per la razionalizzazione dell’offerta formativa. Nulla di tutto ciò è stato fatto. Nei giorni scorsi, il preside della facoltà cui fa capo il corso di Archeologia Subacquea ha espresso sugli organi di stampa la sua preoccupazione per il destino dell’unico corso del genere in Italia, che attrae studenti da tutta la Sardegna e dal continente, come dimostrano le pressanti richieste di riapertura delle immatricolazioni, sospese fino all’anno accademico 2010-2011. Inoltre, per il corso è stato attivato un processo autovalutazione e di valutazione da parte della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, che si concluderà questo mese.

Nell’interrogazione, il consigliere ricorda che il corso di Archeologia Subacquea è fortemente integrato con le Forze dell’Ordine, con il Corpo Forestale e con le Capitanerie di Porto per la sua funzione di formazione nella difesa del patrimonio culturale sommerso. Il corso risponde ai criteri relativi ai parchi sommersi, sull’esempio dei percorsi archeologici subacquei istituiti in Sicilia dalla Soprintendenza Archeologica del Mare, la quale ha espresso interesse a stabilire un rapporto strutturale con il corso di Archeologia Subacquea. Inoltre, il corso di laurea è fortemente integrato con l’imprenditoria privata del settore (diving, escursionismo costiero e subacqueo, ecc.). Il bilancio del corso è estremamente positivo anche nel campo della ricerca, come dimostrano i convegni nazionali ed internazionali che si sono tenuti ad Oristano, la partecipazione dei docenti a congressi nazionali ed internazionali e la pubblicazione, per le Edizioni Carocci di Roma, della collana di studi Tharros Felix, diffusa a livello nazionale ed internazionale. Infine, gli studenti del corso sono stati protagonisti di attività didattiche e di ricerca nell’area dell’antico porto di Tharros, individuato nel bacino lagunare di Mistras nel territorio del Comune di Cabras, il quale ha avuto grande risalto grazie ai servizi andati in onda sui telegiornali delle reti Rai nazionali e su Rai International.

Diana chiede dunque all’assessore Mongiu “per quali ragioni la Giunta regionale non ha ancora provveduto alla ripartizione del fondo per le sedi universitarie decentrate”, “per quali ragioni la Giunta regionale non ha ancora conseguito l’intesa con le Università di Cagliari e Sassari per la razionalizzazione dell’offerta universitaria” e cosa la Giunta intende fare per “mantenere e potenziare il corso di laurea in Archeologia Subacquea”.



INTERROGAZIONE DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di un intervento della Regione per il mantenimento ed il potenziamento del corso di laurea in Archeologia Subacquea dell’Università di Sassari, con sede ad Oristano


Il sottoscritto,

PREMESSO che

  • L’art. 4, comma 1, lettera c) della L.R. 5 marzo 2008, n. 3 (Legge finanziaria regionale per il 2008), ha fissato in Euro 6.000.000 la dotazione finanziaria del fondo a favore delle sedi universitarie decentrate;

  • Alla ripartizione di tale fondo avrebbe dovuto provvedere la Giunta regionale, su proposta dell’Assessore alla Pubblica Istruzione, “in modo da assicurare la prosecuzione e il completamento dei corsi già avviati”;

  • Inoltre, entro novanta giorni dall’approvazione della legge di cui sopra, la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente e previa convocazione di una conferenza di servizi, avrebbe dovuto sottoscrivere un’intesa con le Università di Cagliari e Sassari diretta alla razionalizzazione dell’offerta formativa del sistema universitario della Sardegna, ivi compreso quello dei corsi decentrati;


CONSIDERATO che

  • La Giunta regionale non ha ancora provveduto alla ripartizione del fondo per le sedi universitarie decentrate, pur essendo ormai giunti all’ultimo trimestre dell’anno 2008;

  • Non soltanto la Giunta regionale non ha sottoscritto l’intesa con le Università di Cagliari e Sassari diretta alla razionalizzazione dell’offerta formativa entro novanta giorni dall’approvazione della legge finanziaria, vale a dire entro il 3 giugno u.s., ma ha lasciato trascorrere oltre duecento giorni dall’entrata in vigore della legge senza giungere a tale intesa;


APPRESO che

  • Il preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari ha espresso attraverso gli organi di informazione viva preoccupazione per le sorti dell’unico corso di laurea in Archeologia Subacquea esistente in Italia, istituito dalla stessa facoltà presso la sede gemmata di Oristano;

  • Tale corso ha attratto studenti non soltanto dalla Sardegna ma anche dal continente e continua ad essere richiesta la riapertura delle immatricolazioni, sospese fino all’anno accademico 2010-2011;

  • Per il corso di laurea in Archeologia Subacquea è stato attivato un processo di autovalutazione e di valutazione da parte di docenti universitari nominati dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, che si concluderà nel mese corrente;


SOTTOLINEATO che

  • Il corso di laurea in Archeologia Subacquea è fortemente integrato con le Forze dell’Ordine statali, con il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione e con le Capitanerie di Porto, assicurando alti livelli di formazione nella difesa del patrimonio culturale sommerso;

  • Il corso di laurea in Archeologia Subacquea è fortemente integrato con l’imprenditoria privata di settore (diving, escursionismo costiero e subacqueo, ecc.) ed appare coerente con gli obiettivi relativi ai parchi sommersi, con particolare riferimento alle aree marine protette ed ai parchi nazionali, sull’esempio dei percorsi archeologici subacquei istituiti in Sicilia dalla Soprintendenza Archeologica del Mare, il cui responsabile, in un incontro tenutosi di recente ad Oristano, ha espresso interesse a stabilire un rapporto strutturale con il corso di laurea in Archeologia Subacquea;

  • Il corso di laurea in Archeologia Subacquea presenta un bilancio estremamente positivo anche nel campo della ricerca scientifica, come dimostrano l’organizzazione ad Oristano di convegni internazionali sull’argomento, la partecipazione dei docenti a congressi nazionali ed internazionali e la pubblicazione di una collana di studi di archeologia subacquea, dal titolo Tharros Felix, giunta al terzo volume, per le Edizioni Carocci di Roma, che ne curano la diffusione nazionale ed internazionale;

  • Gli allievi del corso di laurea in Archeologia Subacquea sono stati protagonisti di attività didattiche e di ricerca scientifica, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna e in sintonia con le ricerche condotte dall’Università di Cagliari, nell’area dell’antico porto di Tharros, individuato nel bacino lagunare di Mistras nel territorio del Comune di Cabras, il quale ha riscosso l’interesse dei mezzi di informazione nazionali, come dimostra il servizio sulla scoperta del porto trasmesso dalle reti Rai nazionali nei loro telegiornali e da Rai International;


CHIEDE DI INTERROGARE
l’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione
affinché riferisca

  • Per quali ragioni la Giunta regionale non ha ancora provveduto alla ripartizione del fondo per le sedi universitarie decentrate;

  • Per quali ragioni la Giunta regionale non ha ancora conseguito l’intesa con le Università di Cagliari e Sassari per la razionalizzazione dell’offerta universitaria;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di mantenere e potenziare il corso di laurea in Archeologia Subacquea dell’Università di Sassari, presso la sede gemmata di Oristano.

mercoledì, ottobre 01, 2008

Valutazione espropri, mancata regolamentazione blocca opere pubbliche ed indennizzi

Il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana, ha presentato un’interrogazione al governatore Renato Soru per chiedere cosa la Giunta regionale intende fare per sbloccare le commissioni provinciali per la determinazione del valore agricolo dei terreni soggetti ad esproprio, oggi impossibilitate ad operare per la mancanza di un regolamento che ne definisca le funzioni e ne disciplini l’attività.

Le quattro commissioni, una per ciascuna delle quattro province statali, hanno il compito di definire, entro il 31 gennaio di ogni anno, il valore agricolo medio fatto registrare nel precedente anno solare dai terreni ricadenti nel territorio provinciale, allo scopo di determinare gli indennizzi spettanti a chi subisce un esproprio, e sono state istituite nel febbraio del 2005. Non appena insediate, le commissioni hanno subito approvato i nuovi valori agricoli medi. Nel frattempo, è iniziata una serie di riunioni, convocate dal Servizio Espropriazioni della Presidenza della Regione per sollecitare le commissioni all’approvazione dei valori, in mancanza dei quali sarebbero rimaste bloccate tutte le opere pubbliche a rete, come gli acquedotti. Nel corso delle riunioni, i rappresentanti delle commissioni hanno più volte segnalato i problemi derivanti dalla mancata adozione di un regolamento che disciplinasse il loro funzionamento, come l’incertezza sulle loro competenze e l’assenza di una normativa sugli aspetti economici dell’attività dei componenti. L’allora direttore generale della Regione, Gianfranco Duranti, ha dapprima reso noto che la Giunta avrebbe presentato nel giro di breve tempo un disegno di legge ad hoc, poi ha comunicato lo slittamento della presentazione a data da destinarsi.

I valori medi relativi al 2005 sono stati trasmessi dalle commissioni nei primi giorni di maggio, ma i ripetuti solleciti ad adottare il regolamento non hanno ottenuto risposta. In giugno, Diana ha presentato una prima interrogazione, chiedendo se le commissioni fossero state regolarmente costituite e se era stato predisposto un regolamento per il loro funzionamento. Soru ha risposto facendo riferimento ai decreti istitutivi delle commissioni e, quanto al regolamento, ha spiegato che la normativa vigente non attribuisce alla Regione alcun potere in materia e che pertanto le singole commissioni avrebbero dovuto provvedere a dotarsi ciascuna di un proprio regolamento. Intanto, da viale Trento sono continuate ad arrivare le richieste di aggiornamento annuale dei valori medi, che le commissioni hanno lasciato inevase a causa dell’impossibilità ad operare, mentre le richieste di indennizzo si moltiplicano senza che possano essere esaudite. Anche per il 2008, la determinazione dei valori medi non è stata fatta. Il nuovo direttore generale della Regione, Fulvio Dettori, ha sollecitato l’invio delle tabelle il 30 giugno scorso, ma le commissioni non hanno potuto procedere.

Diana chiede perciò al governatore “se, ad oggi, si ha notizia di opere pubbliche bloccate a causa dei ritardi nella revisione del valore agricolo medio dei terreni soggetti ad espropriazione”, “se è a conoscenza del numero di richieste di indennizzo che giacciono inevase presso le commissioni provinciali” e cosa la Giunta intende fare per “porre le commissioni nelle condizioni di operare nel pieno delle loro funzioni, adottando un unico regolamento valido su tutto il territorio regionale o, in alternativa, emanando disposizioni, direttive o linee guida per l’elaborazione dei regolamenti da parte delle singole commissioni”.



INTERROGAZIONE DIANA, con richiesta di risposta scritta, sul funzionamento delle commissioni competenti alla determinazione del valore agricolo degli espropri


Il sottoscritto,

PREMESSO che

  • L’art. 41 del DPR 8 giugno 2001, n. 327, prevede che in ogni Provincia venga istituita una commissione la quale determina, entro il 31 gennaio di ogni anno, il valore agricolo medio, nel precedente anno solare, dei terreni ricompresi nel territorio provinciale, al fine di determinare l’indennizzo spettante per i terreni soggetti ad espropriazione per ragioni di pubblica utilità;

  • Le commissioni provinciali di cui sopra sono state istituite con i Decreti del Presidente della Regione nn. 10, 11, 12 e 13 del 7 febbraio 2005 e si sono insediate nelle settimane seguenti;


CONSIDERATO che

  • Nelle sedute del 6 e del 13 aprile 2005, la commissione provinciale di Oristano ha approvato i nuovi valori agricoli medi;

  • Il 18 aprile 2005, il direttore generale della Presidenza della Regione ha convocato una riunione con le quattro commissioni provinciali ai fini di sollecitarle a provvedere con la massima urgenza alla revisione dei valori agricoli medi, precisando che i ritardi nell’approvazione delle nuove tabelle è all’origine del blocco di tutte le opere pubbliche a rete;

  • Nel corso della riunione, le commissioni hanno sottoposto all’attenzione del direttore generale diversi problemi di natura organizzativa derivanti dalla mancanza di una qualsiasi forma di regolamentazione della loro attività;

  • Alla segnalazione delle commissioni, il direttore generale ha risposto annunciando l’imminente presentazione da parte della Giunta regionale di un disegno di legge finalizzato a disciplinare l’attività delle commissioni stesse;


CONSIDERATO ALTRESI’ che

  • In una successiva riunione convocata il 22 aprile seguente, il direttore generale ha ribadito l’urgenza della revisione dei valori agricoli medi;

  • Nella medesima sede, il direttore generale ha comunicato lo slittamento, per subentrate priorità, della presentazione del disegno di legge di cui sopra;

  • Il 5 maggio seguente, la commissione provinciale di Oristano ha trasmesso le tabelle dei valori agricoli medi aggiornati, sollecitando contestualmente un riscontro relativamente ai problemi più volte sollevati al cospetto del direttore generale;

  • Nello stesso periodo, le altre tre commissioni provinciali hanno fatto altrettanto;


VERIFICATO che

  • Il 14 giugno 2005, l’interrogante ha presentato un’interrogazione al Presidente della Regione chiedendo se le commissioni provinciali erano state istituite e se era stato predisposto un regolamento per il loro funzionamento;

  • All’interrogazione è stata data risposta l’11 luglio seguente con la segnalazione dei decreti istitutivi delle quattro commissioni provinciali e con il richiamo a presunti regolamenti che le commissioni stesse avrebbero dovuto adottare, in totale autonomia, dal momento che la normativa vigente non attribuirebbe alla Regione il potere di regolamentazione delle commissioni;


SOTTOLINEATO che

  • Il 25 luglio 2005, i presidenti delle commissioni provinciali di Cagliari, Oristano e Sassari, hanno inviato al Presidente della Regione una lettera, segnalando la loro impossibilità ad operare a causa della mancanza di un regolamento per il funzionamento delle commissioni, della poca chiarezza sulle competenze e della totale assenza di una normativa che regolamenti gli aspetti economici, quali gettoni di presenza, rimborsi spese ed indennità di missione;

  • Il 7 gennaio 2006, il Servizio Espropriazioni della Presidenza della Regione ha richiesto alle commissioni la determinazione dei valori agricoli medi per il 2006;

  • Il 12 dicembre 2006, il segretario della commissione provinciale di Oristano ha comunicato al presidente, a mezzo lettera raccomandata, che numerose pratiche per la determinazione dell’indennità di esproprio giacevano inevase a causa dell’impossibilità della commissione ad operare;

  • Il 16 gennaio 2007, il presidente della commissione provinciale di Oristano ha trasmesso la missiva di cui sopra al Servizio Espropriazioni della Presidenza della Regione, sollecitando l’adozione di un regolamento per il funzionamento delle commissioni;

  • Il 30 giugno u.s., il direttore generale della Presidenza della Regione ha sollecitato, a mezzo lettera raccomandata, la trasmissione entro 30 giorni delle tabelle dei valori agricoli medi per il 2008;

  • Tale lettera risulta pervenuta alla commissione provinciale di Oristano il 31 luglio u.s. e non ha ancora avuto alcun riscontro da parte della commissione;


CHIEDE DI INTERROGARE
il Presidente della Regione
affinché riferisca

  • Se, ad oggi, si ha notizia di opere pubbliche bloccate a causa dei ritardi nella revisione del valore agricolo medio dei terreni soggetti ad espropriazione per pubblica utilità;

  • Se è a conoscenza del numero di richieste di indennizzo per espropriazione che giacciono inevase presso le commissioni provinciali per la determinazione del valore agricolo;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di porre le commissioni provinciali nelle condizioni di operare nel pieno delle loro funzioni, adottando un unico regolamento valido su tutto il territorio regionale o, in alternativa, emanando disposizioni, direttive o linee guida per l’elaborazione dei regolamenti da parte delle singole commissioni.