venerdì, maggio 29, 2009

Rapporto Crenos sull’economia sarda, un disastro annunciato

Non abbiamo mai avuto dubbi sull’attendibilità dei dati Crenos, per quanto questi possano tracciare un quadro poco confortante per il futuro della Sardegna”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana. “Il rapporto sull’economia isolana presentato stamane conferma ciò che il centrodestra va sostenendo ormai da anni, cioè che le scelte politiche del precedente governo regionale guidato da Renato Soru si sarebbero rivelate un disastro di cui tutti i sardi avrebbero pagato le conseguenze”.

“Stando a quanto elaborato dal Crenos, se oggi la Sardegna si trova a soffrire così duramente la crisi economica generale, lo si deve al fatto che l’economia regionale è cresciuta troppo poco tra il 2004 e il 2007”, prosegue Diana. “Inutile ricordare chi governava l’Isola in quel periodo. Così come è inutile ricordare quante volte l’allora opposizione ha denunciato pubblicamente gli effetti negativi che certe scelte politiche avrebbero determinato. L’andamento altalenante mostrato dal comparto turistico conferma ulteriormente quanto siano state dannose, a livello di immagine e non solo, decisioni come le imposte sul turismo ed il blocco dello sviluppo imposto con il Piano paesaggistico regionale. Quest’ultimo ha inoltre influito negativamente sulla crescita di diversi altri comparti, dall’edilizia all’agricoltura, finendo così per danneggiare l’intera economia isolana”.

“Ora è necessario ripartire il prima possibile, con la consapevolezza che quella che ci aspetta è una corsa in cui dobbiamo colmare uno svantaggio iniziale non indifferente”, conclude il capogruppo. “In questo, i dati del Crenos possono fornire una base di fondamentale importanza, soprattutto nella stesura del disegno di legge che dovrà accompagnare la finanziaria e del Programma regionale di sviluppo, che dovranno essere approvati in tempi rapidi e che dovranno contenere le prime misure per la ripresa dello sviluppo economico in Sardegna”.

giovedì, maggio 28, 2009

Centri per l’impiego, già operativa la norma che stabilizza il personale

La norma che stabilizza il personale dei Centri servizi per il lavoro, inserita nella finanziaria regionale per il 2009, è già operativa”, annuncia il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana. “La Giunta regionale ha adottato il 19 maggio, appena cinque giorni dopo l’approvazione della legge, la delibera che ripartisce tra Province e Comuni i 9 milioni e mezzo di euro necessari a portare avanti fino alla fine dell’anno la fase di impianto e consolidamento dei Centri e per stabilizzarne il personale”.

“E’ una grande soddisfazione vedere un provvedimento normativo approvato dal Consiglio tradursi in pratica in un tempo così rapido”, prosegue e conclude Diana. “Il merito va soprattutto all’Assessore regionale al Lavoro, Maria Valeria Serra, il cui impegno ha consentito questo straordinario risultato. Con un livello di efficienza simile da parte dell’esecutivo e con una collaborazione costante tra questo e l’organo legislativo sarà possibile risolvere l’annoso problema dei residui di bilancio, vale a dire delle risorse che vengono stanziate in finanziaria ma che poi la Regione non riesce materialmente a spendere. Il che va a tutto vantaggio dell’economia sarda, che potrà finalmente usufruire appieno delle risorse stanziate nel bilancio regionale”.

Arborea, prezzi pazzi di Abbanoa per il conferimento dei liquami zootecnici

Abbanoa pretende dalle aziende zootecniche di Arborea che tra il 2006 e il 2008 hanno conferito al suo depuratore i liquami degli allevamenti 11,55 euro per metro cubo, contro una tariffa massima di 1,50 euro prevista nel Piano di azione per la Zona vulnerabile da nitrati. La denuncia è del capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, che ha presentato un’interrogazione agli Assessori regionali ai Lavori pubblici, Angelo Carta, all’Ambiente, Emilio Simeone, e all’Agricoltura, Andrea Prato.

Diana fa riferimento al Piano di azione approvato dalla Giunta regionale nell’aprile del 2006, il quale fissa la tariffa per il conferimento, stimata dalla stessa Abbanoa, tra 1 euro ed 1,50 euro per metro cubo. Il Programma prevede inoltre che la tariffa sia meglio definita con la stipula di un accordo di programma tra le aziende agricole, la Regione, il Comune di Arborea, la Provincia di Oristano, l’Arpas e la stessa Abbanoa. Nonostante le numerose conferenze di servizi in cui si sono confrontati i soggetti che avrebbero dovuto stipulare l’accordo di programma, non si è giunti ad alcuna intesa sulla tariffa definitiva. Così, nel gennaio scorso, le aziende che, nell’attesa o nell’impossibilità di realizzare in proprio i contenitori per lo stoccaggio ed il trattamento, hanno dovuto conferire i liquami al depuratore di Arborea, hanno ricevuto le fatture per il servizio erogato da Abbanoa tra il 2006 e il 2008. La tariffa praticata è stata di 11,55 euro per metro cubo, con fatture che sono schizzate fino a 10 mila euro.

“In mancanza di una più precisa definizione della tariffa”, spiega Diana nell’interrogazione, “il gestore del servizio idrico integrato si sarebbe dovuto attenere alla tariffa indicativa riportata nel Programma stesso, peraltro calcolata sulla base di una stima del conferimento medio delle aziende zootecniche della zona effettuata dallo stesso gestore. L’enorme differenza tra la tariffa prevista e quella praticata si traduce in una spesa improvvisa ed ingente, assai più elevata rispetto a quanto programmato, per le aziende che, anche alla luce dell’attuale situazione di crisi economica generale, si trovano impossibilitate a farvi fronte”.

Il capogruppo chiede perciò ai tre assessori perché è stata praticata una tariffa così alta, che sia convocata nuovamente la conferenza di servizi per la definizione della tariffa e che, nel frattempo, Abbanoa applichi alle aziende di Arborea la tariffa indicata nel Programma di azione.



INTERROGAZIONE DIANA Mario, con richiesta di risposta scritta, sulle tariffe praticate da Abbanoa per il conferimento dei liquami zootecnici provenienti dalle aziende di Arborea


Il sottoscritto,

PREMESSO che

  • Con Del. n. 1/12 del 18 gennaio 2005, la Giunta regionale ha designato parte del territorio del Comune di Arborea Zona vulnerabile da nitrati di origine agricola;

  • Con Del. n. 14/17 del 4 aprile 2006, la Giunta regionale ha approvato in via definitiva il Programma di azione per la Zona vulnerabile da nitrati di Arborea;

  • Il Programma di azione di cui sopra fissa la tariffa per la raccolta ed il trattamento dei liquami zootecnici nel sistema fognario-depurativo centralizzato di acque reflue urbane di Arborea, così come stimata dal gestore del servizio idrico integrato, Abbanoa S.p.A., tra Euro 1 ed Euro 1,50 per metro cubo;

  • E’ inoltre precisato nel Programma che l’articolazione tariffaria sarà meglio definita attraverso la stipula di un accordo di programma tra le aziende agricole, la Regione, il Comune di Arborea, la Provincia di Oristano, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna e la stessa Abbanoa, nel quale dovranno peraltro essere previste riduzioni tariffarie in funzione dei risparmi gestionali derivanti dal recupero energetico e dal recupero dei fanghi, nonché la distribuzione privilegiata e senza oneri a favore delle stesse aziende agricole delle acque depurate e affinate;


CONSIDERATO che

  • Nonostante siano state convocate diverse conferenze di servizi con i soggetti che avrebbero dovuto stipulare l’accordo di programma di cui sopra, non è stata raggiunta alcuna intesa relativamente all’articolazione tariffaria definitiva per il servizio di conferimento dei liquami zootecnici al depuratore di Arborea;

  • Nello scorso mese di gennaio, le aziende zootecniche che, nell’attesa o nell’impossibilità di realizzare in proprio i contenitori per lo stoccaggio ed il trattamento degli effluenti, hanno dovuto fare ricorso al conferimento dei liquami presso il depuratore di Arborea, hanno ricevuto le fatture di Abbanoa per il servizio prestato;

  • Nelle fatture di cui sopra, relative agli anni dal 2006 al 2008, per il servizio di conferimento dei liquami è stata praticata una tariffa di Euro 11,55 per metro cubo, Iva esclusa;


SOTTOLINEATO che

  • Stando a quanto disposto dal Programma di azione, in mancanza di una più precisa definizione della tariffa da applicare per il servizio di conferimento dei liquami, il gestore del servizio idrico integrato si sarebbe dovuto attenere alla tariffa indicativa riportata nel Programma stesso, peraltro calcolata sulla base di una stima del conferimento medio delle aziende zootecniche della zona effettuata dallo stesso gestore;

  • L’enorme differenza tra la tariffa prevista nel Programma di azione e quella praticata dal gestore del servizio idrico integrato si traduce in una spesa improvvisa ed ingente, assai più elevata rispetto a quanto programmato (alcune fatture arrivano a sfiorare gli Euro 10.000), per le aziende che, anche alla luce dell’attuale situazione di crisi economica generale, si trovano impossibilitate a farvi fronte;


CHIEDE DI INTERROGARE

gli Assessori regionali ai Lavori pubblici, alla Difesa dell’ambiente e all’Agricoltura

affinché riferiscano

  • Per quali ragioni il gestore del servizio idrico integrato ha applicato alle aziende zootecniche di Arborea, per il servizio di conferimento dei liquami, una tariffa superiore di circa otto volte a quella stabilita dal Programma di azione per la Zona vulnerabile da nitrati, da esso stesso stimata;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di convocare nuovamente la conferenza di servizi che deve stipulare l’accordo di programma per la definizione della tariffa per il conferimento dei liquami al depuratore di Arborea;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare affinché, nell’attesa che venga stipulato l’accordo di programma per la definizione della tariffa, il gestore del servizio idrico integrato applichi alle aziende zootecniche di Arborea la tariffa prevista nel Programma di azione.

martedì, maggio 26, 2009

Cordoglio e solidarietà alle famiglie degli operai morti nello stabilimento Saras

Mai più morti sul lavoro in Sardegna: questo non dovrà essere uno slogan ma un impegno concreto per tutte le Istituzioni ed i soggetti privati che operano nel territorio”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, a seguito del grave incidente in cui hanno perso la vita tre operai impegnati in lavori di manutenzione nello stabilimento Saras di Macchiareddu.

“La Regione può fare e sta facendo molto per affrontare efficacemente il dramma delle morti e degli infortuni sul lavoro”, prosegue Diana. “Negli ultimi anni, la Sardegna si è dotata di importanti provvedimenti legislativi che dovranno trovare piena applicazione nel più breve tempo possibile. Ma non basta, perché non si può tacere il fatto che a restare coinvolti in incidenti spesso mortali sono dipendenti di ditte che forniscono servizi in appalto, in particolare nel settore delle manutenzioni industriali. La politica del massimo ribasso non è sufficiente a garantire standard di sicurezza adeguati ed è su questo che il Consiglio regionale dovrà agire nell’immediato futuro, se necessario sollecitando il Governo nazionale ed il Parlamento ad intervenire per adeguare le norme che disciplinano gli appalti nel settore privato”.

“Alle famiglie dei tre operai di Villa San Pietro”, conclude il capogruppo, “va la mia personale solidarietà e quella di tutto il gruppo consiliare del Popolo Della Libertà. Alla solidarietà e al cordoglio, però, è necessario che sin da subito si uniscano interventi concreti, non soltanto in favore dei familiari di chi ha perso la vita ma per dare garanzie a chi ogni giorno si reca al lavoro con il timore di non riuscire a riabbracciare i propri cari, perché gli incidenti sul lavoro non sono una tragica fatalità ma una piaga che chi siede nelle Istituzioni deve impegnarsi a debellare una volta per tutte”.

lunedì, maggio 25, 2009

Diana replica a Franceschini: “I Sardi non sono un popolo di lacchè”

Gli oltre 500 mila sardi che il 15 e 16 febbraio scorsi hanno votato per Ugo Cappellacci e per la coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni regionali non sono un popolo di lacchè”, dichiara il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, in replica alle accuse mosse dal segretario nazionale del Partito Democratico, Dario Franceschini, in Sardegna per la campagna elettorale per le europee del 6 e 7 giugno.

“Siamo stufi degli insulti di Franceschini”, prosegue Diana, “e non abbiamo alcuna intenzione di ridurci ad uno strumento da utilizzare per le consuete polemiche da campagna elettorale, che nulla hanno a che vedere con i problemi e le prospettive di sviluppo della Sardegna. Franceschini non si trova nell’Isola per ascoltare i Sardi e proporre soluzioni alle numerose vertenze del territorio, molte delle quali innescate o aggravate dalle dissennate scelte politiche del centrosinistra che governava fino a pochi mesi fa, ma solo ed esclusivamente nel tentativo disperato di raggranellare qualche voto in più e cercare così di limitare la portata dell’ennesima sconfitta elettorale del suo partito. Il fatto che tale tentativo venga fatto pretendendo di ridurre gli elettori di centrodestra, maggioranza schiacciante tra i Sardi, ad un branco di idioti è intollerabile e si ritorcerà contro il Pd, che nelle urne raccoglierà il frutto di quanto il suo segretario va seminando nell’Isola”.

“Intanto, qui in Sardegna ci sono un governatore ed una maggioranza che lavorano e che si impegnano quotidianamente per affrontare i problemi del territorio”, conclude il capogruppo, “che hanno difeso con successo la realizzazione delle opere previste per il G8 di luglio alla Maddalena, che garantiranno la realizzazione della Sassari-Olbia, che si stanno battendo per salvare la chimica e l’intero comparto industriale, che stanno progettando una nuova continuità territoriale. Altrettanto non si può dire né di Franceschini, né del centrosinistra che ci ha preceduto al governo della Sardegna”.

sabato, maggio 23, 2009

Centrodestra, nessuna svolta indipendentista

Il coordinatore regionale del Popolo della Libertà, sen. Mariano Delogu, e il capogruppo in Consiglio regionale, on. Mario Diana, hanno letto con molto interesse le dichiarazioni rese ieri alla stampa dal segretario nazionale del Partito Sardo d’Azione, Efisio Trincas, in particolare nella parte in cui, dopo il riferimento al patto intervenuto con gli altri partiti che hanno sostenuto il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, si legge: “Saremo alleati fedeli finché si rispetterà quel patto, ma se questo non dovesse accadere nessuno ci vieterebbe di decidere se restare dentro la maggioranza o uscire fuori”.

Efisio Trincas è persona troppo avveduta per non sapere che un accordo deve essere rispettato da entrambe le parti e che entrambe le parti e non una sola possono recedere se l’altra non lo rispetta. Fino ad oggi il Psd’az non ha certo avuto conseguenze negative dall’accordo. Per contro, senza nessuna preventiva consultazione con gli alleati e, in particolare, con il Pdl, i consiglieri regionali del Psd’az hanno depositato una mozione. In essa chiedono che la Giunta regionale si impegni a guidare la Sardegna verso una piena e compiuta indipendenza, anche e soprattutto pretendendo dallo Stato italiano il risarcimento dei danni che la Sardegna stessa ha subito prima dal Regno e poi dalla Repubblica italiana. Ma, a prescindere dalle valutazioni che si possono fare circa tale richiesta, quelle che davvero stupiscono sono le motivazioni che la precedono: in esse sono contenute, in modo neppure tanto larvato, severe critiche anche all’attuale governo italiano. E questo non è davvero accettabile.

Il coordinatore regionale del Pdl, Mariano Delogu, ed il capogruppo, Mario Diana, intendono riaffermare con assoluta fermezza che nel centrodestra sardo non è in atto alcuna svolta indipendentista. Il centrodestra rimarca il suo orientamento autonomista incentrato sulla ricerca di una collaborazione forte e paritaria con lo Stato, basata su diritti e doveri precisi e riconosciuti da ambo le parti. Il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, è impegnato a confrontarsi con il Governo nazionale per cercare di risolvere le più gravi vertenze che minano lo sviluppo economico dell’Isola e non è certo agitando la minaccia indipendentista che si potrà rafforzare quel dialogo costruttivo indispensabile affinché la Sardegna possa vedere accolte le sue legittime rivendicazioni.

Non è così che saranno garantite le fondamentali opere pubbliche programmate in occasione del G8 di luglio, non è così che si potenzierà la continuità territoriale, non è così che si salverà il comparto industriale sardo, non è così che si rilancerà l’agricoltura. La ricerca di visibilità di qualcuno rischia di essere pagata a caro prezzo da tutti i sardi, se questa dovesse compromettere la definizione delle partite in corso con lo Stato italiano. Di certo non lo permetteremo, perché il nostro obiettivo è lo sviluppo dell’Isola, non la ricerca di qualche centimetro quadrato in più sulle pagine dei quotidiani locali. Per questo, la mozione sull’indipendenza della Sardegna presentata dal Psd’az non gode di alcun appoggio, né troverà alcuna condivisione in Aula da parte nostra. Non è questa la linea politica della coalizione di centrodestra concordata con gli alleati.

venerdì, maggio 22, 2009

Solidarietà all’on. Daniele Cocco: “Chi minaccia non ha a cuore il territorio”

Il capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, esprime, anche a nome del gruppo, solidarietà al consigliere regionale dell’Italia dei Valori e sindaco di Bottidda, Daniele Cocco, che nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera minatoria a causa del suo impegno per l’apertura della scuola di Polizia a cavallo nel territorio di Foresta Burgos. “Al di là delle posizioni politiche che spesso ci dividono”, sottolinea Diana, “non si può negare l’impegno con cui l’on. Cocco si sta battendo affinché nel territorio che è chiamato a rappresentare possa essere attivato il centro di addestramento, che non soltanto porterebbe un’importante presenza dello Stato in una zona in cui è fortemente avvertita la lontananza delle Istituzioni, ma che garantirebbe un centinaio di posti di lavoro”.

“Chi si oppone all’apertura della scuola”, conclude il capogruppo, “evidentemente non ha a cuore lo sviluppo del territorio ma, per interessi tutti da chiarire, vuole privare gli abitanti di Bottidda e dei centri limitrofi di una simile opportunità. Contro individui simili, che non si fanno scrupoli di ricorrere alle minacce pur di danneggiare le legittime aspirazioni di una popolazione e dei suoi rappresentanti istituzionali, l’on. Cocco troverà sempre la solidarietà e l’appoggio miei personali e di tutto il Popolo della Libertà”.

giovedì, maggio 14, 2009

Istituto Zooprofilattico, assunzioni illegittime?

All’Istituto Zooprofilattico Sperimentale si continua ad assumere personale precario nonostante un accordo per la stabilizzazione del precariato blocchi il ricorso ai contratti atipici fino all’avvenuta stabilizzazione di tutti i precari già presenti nell’organico. Lo denunciano il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, e il consigliere Antonello Peru in un’interrogazione al Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e all’Assessore regionale alla Sanità, Antonello Liori.

L’Istituto è stato commissariato dall’allora Vicepresidente della Regione, Carlo Mannoni, facente funzioni dopo le dimissioni di Renato Soru, il 13 gennaio scorso. Al commissario, Carlo Dessalvi, è stato affidato un mandato di tre mesi. Successivamente, il 27 gennaio, l’Istituto ha siglato un accordo con l’Assessorato regionale alla Sanità e con le organizzazioni sindacali della funzione pubblica per la stabilizzazione del personale precario. Le procedure di stabilizzazione degli 86 lavoratori precari si sarebbero dovute concludere entro il 10 febbraio e, fino all’avvenuta conclusione, l’Istituto non avrebbe potuto procedere a nuove assunzioni di personale precario o alla proroga dei contratti atipici già in essere, se non nelle more del processo di stabilizzazione.

Ciononostante, nei mesi scorsi, il reperimento di personale precario da parte dell’Istituto è proseguito. Sono stati banditi concorsi per l’assunzione di due tecnici veterinari, di due tecnici informatici e di un ingegnere ambientale con contratti a tempo determinato (sebbene, a detta del commissario, al di fuori dei limiti imposti dall’accordo), sono state accettate le richieste di mobilità volontaria presentate da due periti chimici provenienti da istituti zooprofilattici della penisola, sono stati prorogati contratti a tempo determinato e contratti di somministrazione di lavoro interinale.

Diana e Peru chiedono perciò a Cappellacci e Liori se il commissario dell’Istituto “è da ritenersi tuttora in carica” e se il processo di stabilizzazione del personale precario “è stato completato entro il termine” del 10 febbraio. Relativamente alle nuove assunzioni e alle proroghe, i due interroganti chiedono se è vero che “non rientrano nei limiti imposti dall’accordo” per la stabilizzazione e, più in generale, “se i termini dell’accordo sono stati pienamente rispettati da parte dell’Istituto” e “se risulta che il commissario stia intrattenendo relazioni corrette e proficue con le organizzazioni sindacali del personale”. Infine, si chiede “se gli atti adottati dal commissario dopo la scadenza del suo mandato hanno valore legale” e cosa la Giunta regionale intende fare “affinché sia prontamente completato il processo di stabilizzazione” del personale precario, affinché l’Istituto rispetti l’impegno a non assumere nuovo personale precario e a non prorogare i contratti atipici già in essere e, infine, affinché l’Istituto “sia dotato di un consiglio di amministrazione e di un presidente nel pieno delle proprie funzioni o, in alternativa, di un commissario straordinario con mandato pienamente valido”.



INTERROGAZIONE DIANA Mario – PERU, con richiesta di risposta scritta, sulle recenti nuove assunzioni e proroghe di assunzioni con contratti atipici effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna


Il sottoscritto,

PREMESSO che

  • Con Decreto n. 6 del 13 gennaio 2009, il Vicepresidente della Regione ha sciolto il consiglio di amministrazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna e nominato un commissario straordinario per un periodo di tre mesi;


CONSIDERATO che

  • Il 27 gennaio u.s. è stato siglato un accordo tra l’Assessorato regionale alla Sanità, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna e le organizzazioni sindacali della funzione pubblica al fine di stabilizzare il personale precario dell’Istituto;

  • In seguito all’accordo di cui sopra, l’Istituto avrebbe dovuto procedere entro il 10 febbraio u.s. alla stabilizzazione delle 86 unità di personale precario presenti nell’organico;

  • L’accordo di cui sopra stabilisce che in nessun caso, fino al termine del processo di stabilizzazione del personale precario a tempo pieno e con contratto a tempo indeterminato, l’Istituto avrebbe potuto procedere all’acquisizione di nuovo personale con diverse forme contrattuali o al rinnovo dei contratti esistenti;


VERIFICATO che

  • Con Deliberazione n. 72 del 30 gennaio 2009, il commissario dell’Istituto ha approvato bandi di concorso per l’assunzione con contratto a tempo determinato di due operatori tecnici specializzati – ausiliari dei servizi di assistenza veterinaria per l’assistenza sanitaria degli animali, due operatori tecnici specializzati negli applicativi informatici e un collaboratore tecnico professionale – ingegnere ambientale e del territorio;

  • Nella Deliberazione di cui sopra si attende che tali assunzioni non rientrano nei limiti previsti dall’accordo di cui alla premessa;

  • Con Deliberazioni nn. 184 e 185 del 18 marzo 2009, il commissario ha approvato due richieste di mobilità volontaria verso l’Istituto da parte di due periti chimici provenienti dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali di Perugia e di Brescia;

  • Con Deliberazione n. 280 del 27 aprile 2009, il commissario ha prorogato per otto mesi l’assunzione a tempo determinato di un assistente tecnico – perito chimico, senza fare alcun riferimento alle procedure di stabilizzazione di cui all’accordo in premessa;

  • Con diverse deliberazioni adottate tra i mesi di gennaio ed aprile, il commissario ha più volte prorogato i contratti di somministrazione professionale in essere con alcune agenzie di lavoro interinale;


CHIEDONO DI INTERROGARE

il Presidente della Regione e l’Assessore regionale alla Sanità

affinché riferiscano

  • Se il commissario straordinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna è da ritenersi tuttora in carica;

  • Se il processo di stabilizzazione del personale precario dell’Istituto è stato completato entro i termini previsti;

  • Se confermano che i bandi per nuove assunzioni citati in premessa non rientrano nei limiti previsti nell’accordo di cui sopra;

  • Se anche le procedure di mobilità volontaria e le proroghe di contratti a tempo determinato e di somministrazioni di lavoro interinale citate in premessa non rientrano nei limiti previsti dall’accordo;

  • In generale, se risulta che i termini dell’accordo per la stabilizzazione del personale precario sono stati pienamente rispettati da parte dell’Istituto;

  • Se risulta che il commissario dell’Istituto stia intrattenendo relazioni corrette e proficue con le organizzazioni sindacali del personale;

  • Se gli atti adottati dal commissario dopo la scadenza del suo mandato hanno valore legale;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare affinché sia prontamente completato il processo di stabilizzazione di tutto il personale precario in forze all’Istituto e affinché, fino al completamento di tale processo, l’Istituto non proceda ad alcuna acquisizione di nuovo personale o ad alcuna proroga dei rapporti di lavoro atipici esistenti che non rientri nelle more del processo di stabilizzazione;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare affinché l’Istituto sia dotato di un consiglio di amministrazione e di un presidente nel pieno delle proprie funzioni o, in alternativa, di un commissario straordinario con mandato pienamente valido.

martedì, maggio 12, 2009

Asl Oristano, ripristinare convenzione per Tac e risonanza magnetica

Il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, ha presentato un’interrogazione all’Assessore regionale alla Sanità, Antonello Liori, per chiedere che l’Azienda Sanitaria Locale n. 5 di Oristano ponga fine ai disservizi nell’erogazione delle prestazioni di tomografia assiale computerizzata e di risonanza magnetica, eventualmente ripristinando la convenzione con uno studio radiologico privato già attiva per tutto il 2008 con ottimi risultati.

La carenza di strutture nella sanità pubblica oristanese ha sempre costretto i pazienti alla migrazione verso le altre Asl della Sardegna: nel solo 2007, a fronte di 7 mila richieste di Tac e risonanza magnetica da parte di assistiti della Asl n. 5, le prestazioni erogate dall’ospedale San Martino di Oristano sono state poco più di 1600, mentre 5 mila sono state erogate dalle altre aziende sanitarie sarde e rimborsate da quella oristanese. Per le prestazioni erogate dal San Martino, il tempo medio di attesa è stato di oltre cinque mesi.

Nel dicembre del 2007, la dirigenza aziendale ha stipulato una convenzione con l’unico studio radiologico del capoluogo accreditato per le prestazioni di Tac e risonanza magnetica, imponendo l’erogazione entro sei giorni dalla richiesta. Si è così riusciti a risolvere il problema della migrazione dei pazienti verso le strutture di Cagliari e Nuoro senza costi aggiuntivi per l’Azienda, che pagava allo studio privato le stesse somme che prima pagava alle altre Asl per le stesse prestazioni.

Un anno più tardi, la nuova dirigenza aziendale ha deciso di recedere dal contratto, annunciando, con un comunicato stampa dell’8 gennaio scorso, l’intenzione di potenziare il servizio del San Martino raddoppiando i turni. Un mese dopo sono cominciate le proteste di cittadini e associazioni per l’indisponibilità del servizio ed il ritorno ai disagi del recente passato. Oggi i tempi di attesa del San Martino per una Tac o una risonanza magnetica sono nuovamente di cinque mesi (contro i cinquanta giorni previsti dal Piano regionale per il contenimento delle liste di attesa) ed il Centro Unico di Prenotazione regionale addirittura non registra più prenotazioni per il nosocomio oristanese ma invita direttamente gli assistiti a recarsi presso le strutture della altre Asl.

Diana chiede perciò all’assessore Liori cosa la Giunta regionale intende fare per “porre immediato rimedio alle gravissime e costanti carenze nell’erogazione delle prestazioni”, eventualmente anche invitando la dirigenza della Asl n. 5 a ripristinare la convenzione già in essere con lo studio radiologico accreditato di Oristano.



INTERROGAZIONE DIANA, con richiesta di risposta scritta, sui gravi disservizi che si registrano nella Asl n. 5 relativamente alle prestazioni di risonanza magnetica nucleare e tomografia assiale computerizzata


Il sottoscritto,


PREMESSO che

  • Nell’ambito territoriale di competenza dell’Azienda Sanitaria Locale n. 5 di Oristano si è sempre registrata una grave carenza di strutture in grado erogare prestazioni di risonanza magnetica nucleare (di seguito Rm) e tomografia assiale computerizzata (Tac);

  • Secondo i dati forniti dalla Direzione Generale dell’Assessorato regionale all’Igiene e Sanità e all’Assistenza Sociale, nel solo anno 2007, l’incidenza della migrazione dei pazienti oristanesi verso le strutture pubbliche e private di altre aziende sanitarie regionali è stata la seguente:

a) prestazioni complessive di Rm e Tac: 7.088;

b) prestazioni erogate presso l’ospedale San Martino di Oristano: 1626 (pari al 22,9%);

c) prestazioni erogate da altre Asl della Sardegna: 5007 (pari al 70,6 %);

  • La Asl n. 5 ha sostenuto gli oneri per la migrazione passiva, pagando le prestazioni eseguite dalle strutture cui si sono rivolti i pazienti oristanesi;

  • I tempi di attesa registrati per le poche prestazioni erogate dall’ospedale San Martino sono stati in media di oltre cinque mesi;


CONSIDERATO che

  • Al fine di rimediare alla gravissima situazione di cui sopra, la precedente direzione della Asl n. 5 ha deciso di stipulare, a far data dal 19 dicembre 2007, un contratto con l’unico studio radiologico autorizzato e accreditato ad Oristano per le prestazioni Rm e Tac, vincolando la struttura ad erogare le prestazioni entro e non oltre sei giorni;

  • Con tale contratto si è ottenuto di porre fine alla migrazione passiva, per cui i pazienti non si sono più visti costretti a recarsi prevalentemente a Cagliari o a Nuoro per ottenere le prestazioni Rm e Tac;

  • Il contratto non prevedeva alcun costo aggiuntivo a carico della Asl n. 5, che avrebbe corrisposto allo studio radiologico di Oristano le medesime somme che fino ad allora era solita corrispondere alle strutture delle altre Aziende;


PRESO ATTO che

  • Poco tempo dopo il suo insediamento, risalente all’agosto del 2008, la nuova Dirigenza della Asl n. 5 ha inopinatamente deciso di recedere dal contratto in essere con lo studio radiologico di Oristano, con decorrenza dal dicembre dello stesso anno;

  • In un comunicato stampa diramato l’8 gennaio u.s., la Direzione aziendale ha annunciato l’intendimento di potenziare il servizio Rm e Tac presso l’ospedale San Martino, raddoppiando i turni;

  • A distanza di oltre un mese, numerosi privati cittadini e alcune associazioni di tutela degli invalidi hanno presentato formali proteste poiché il servizio non era stato ancora attivato e, per effetto del recesso dal contratto con la struttura privata di Oristano, tutti i pazienti si sono visti costretti a scegliere tra sottostare ai tempi di attesa dell’ospedale San Martino o recarsi, come accadeva in passato, presso le strutture operanti nelle altre Asl, con conseguenti gravissimi disagi;

  • A tutt’oggi, a prescindere dal raddoppio dei turni presso l’ospedale San Martino, i tempi di attesa permangono di oltre cinque mesi e, addirittura, il Centro Unico di Prenotazione, proprio a causa degli insostenibili tempi di attesa, non registra più prenotazioni per il nosocomio oristanese, invitando i pazienti a recarsi presso le strutture di altre Asl;


SOTTOLINEATO che

  • Il Piano Regionale di Contenimento dei Tempi e delle Liste di Attesa, adottato dalla Giunta regionale con Del. n. 28/15 del 27 giugno 2006, fissa in cinquanta giorni il tempo massimo di attesa per le prestazioni Rm e Tac;

  • In considerazione della particolare rilevanza delle prestazioni in oggetto, finalizzate alla diagnosi delle patologie più gravi, il disservizio che si registra presso la Asl n. 5 mal si concilia con l’effettività dell’assistenza sanitaria, anche alla luce della presenza ad Oristano di una struttura privata che potrebbe garantire tali prestazioni senza alcun onere aggiuntivo per il Servizio Sanitario Regionale;


CHIEDE DI INTERROGARE

l’Assessore regionale all’Igiene e Sanità e all’Assistenza Sociale

affinché riferisca

Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di porre immediato rimedio alle gravissime e costanti carenze nell’erogazione delle prestazioni Rm e Tac nel territorio di competenza della Asl n. 5, anche mediante l’invito, da rivolgersi alla Direzione aziendale, affinché sia immediatamente ripristinato il rapporto contrattuale con la struttura privata, autorizzata ed accreditata, esistente ad Oristano, nei limiti degli stessi fondi che vengono erogati alle strutture delle altre Asl sarde per l’erogazione delle medesime prestazioni.

venerdì, maggio 08, 2009

Solidarietà al capo di gabinetto dell’assessore Prato

Il capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio Regionale, Mario Diana, anche a nome dei consiglieri del gruppo, esprime solidarietà a Celeste Zedda, capo di gabinetto dell’Assessore all’Agricoltura, per il grave atto intimidatorio subito. “E’ un gesto deprecabile, da condannare senza esitazioni”, dichiara Diana, che ribadisce l’appoggio del Popolo della Libertà e di tutta la coalizione di maggioranza all’assessore Andrea Prato e al suo staff.

“Mi auguro”, puntualizza il capogruppo, “che il tentativo di intimidazione ai danni di Zedda non sia in qualche maniera collegato all’attività che l’Assessore ha svolto e sta svolgendo, sin dal giorno del suo insediamento, per cercare di rilanciare e rendere competitiva l’agricoltura sarda. Ma se anche così fosse, l’autore di questo gesto inqualificabile dovrà mettersi l’anima in pace: il centrodestra non si fermerà e anzi proseguirà con rinnovato slancio la sua azione nell’interesse del mondo agropastorale e dello sviluppo economico della Sardegna”.

giovedì, maggio 07, 2009

Pesca, soddisfazione per approvazione emendamento su fermo biologico

Grande soddisfazione” è stata espressa dal capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, insieme ai consiglieri Oscar Cherchi e Domenico Gallus, per l’approvazione dell’emendamento alla finanziaria, presentato dalla Giunta regionale, che incrementa il premio per il personale imbarcato che la Regione eroga alle aziende ittiche le cui attività vengono bloccate dal fermo biologico. L’emendamento all’articolo 4 del disegno di legge incrementa il premio per l’annualità 2008 da 36 a 50 euro al giorno, oltre al rimborso degli oneri previdenziali ed assistenziali.

“L’emendamento”, sottolineano i tre consiglieri, “prevede anche un’altra importante novità per il comparto”. A partire dal 2009, infatti, gli aiuti per il fermo biologico saranno inseriti nelle misure previste dal Fondo Europeo per la Pesca e non graveranno più sulle casse della Regione.

martedì, maggio 05, 2009

Valutazione espropri, mancata regolamentazione blocca opere pubbliche ed indennizzi

Il capogruppo del Popolo Della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana, ha presentato un’interrogazione Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, per chiedere cosa la Giunta regionale intende fare per sbloccare le commissioni provinciali per la determinazione del valore agricolo dei terreni soggetti ad esproprio, oggi impossibilitate ad operare per la mancanza di un regolamento che ne definisca le funzioni e ne disciplini l’attività.

Le quattro commissioni, una per ciascuna delle province statali, hanno il compito di definire, entro il 31 gennaio di ogni anno, il valore agricolo medio fatto registrare nel precedente anno solare dai terreni ricadenti nel territorio provinciale, allo scopo di determinare gli indennizzi spettanti a chi subisce un esproprio, e sono state costituite nel febbraio del 2005. Non appena insediate, le commissioni hanno approvato i nuovi valori agricoli medi, tra pressanti solleciti da parte del Servizio Espropriazioni della Presidenza della Regione, che paventava il rischio che restassero bloccate tutte le opere pubbliche a rete, come gli acquedotti.

Sin da allora, i rappresentanti delle commissioni hanno più volte segnalato all’Amministrazione regionale i problemi derivanti dalla mancata adozione di un regolamento che disciplinasse il loro funzionamento, come l’incertezza sulle loro competenze e l’assenza di una normativa sugli aspetti economici dell’attività dei componenti. Il direttore generale della Regione ha dapprima reso noto che la Giunta avrebbe presentato nel giro di breve tempo un disegno di legge ad hoc, poi ha comunicato lo slittamento della presentazione a data da destinarsi.

Dopo la prima adozione dei valori medi, da viale Trento sono continuate ad arrivare le richieste di aggiornamento annuale, che le commissioni hanno lasciato inevase a causa dell’impossibilità ad operare, mentre le richieste di indennizzo si moltiplicavano senza che potessero essere esaudite. Oggi, gli espropri vengono indennizzati ancora sulla base dei valori medi del 2006.

Diana chiede perciò al Presidente “se, ad oggi, si ha notizia di opere pubbliche bloccate a causa dei ritardi nella revisione del valore agricolo medio dei terreni soggetti ad espropriazione”, “se è a conoscenza del numero di richieste di indennizzo che giacciono inevase presso le commissioni provinciali” e cosa la Giunta intende fare per “porre le commissioni nelle condizioni di operare nel pieno delle loro funzioni, adottando un unico regolamento valido su tutto il territorio regionale o, in alternativa, emanando disposizioni, direttive o linee guida per l’elaborazione dei regolamenti da parte delle singole commissioni”.



INTERROGAZIONE DIANA, con richiesta di risposta scritta, sul funzionamento delle commissioni competenti alla determinazione del valore agricolo degli espropri


Il sottoscritto,

PREMESSO che

  • L’art. 41 del DPR 8 giugno 2001, n. 327, prevede che in ogni Provincia venga istituita una commissione la quale determina, entro il 31 gennaio di ogni anno, il valore agricolo medio, nel precedente anno solare, dei terreni ricompresi nel territorio provinciale, al fine di determinare l’indennizzo spettante per i terreni soggetti ad espropriazione per ragioni di pubblica utilità;

  • Le commissioni provinciali di cui sopra sono state istituite con i Decreti del Presidente della Regione nn. 10, 11, 12 e 13 del 7 febbraio 2005 e si sono insediate nelle settimane seguenti;


CONSIDERATO che

  • Nelle sedute del 6 e del 13 aprile 2005, la commissione provinciale di Oristano ha approvato i nuovi valori agricoli medi;

  • Il 18 aprile 2005, il direttore generale della Presidenza della Regione ha convocato una riunione con le quattro commissioni provinciali ai fini di sollecitarle a provvedere con la massima urgenza alla revisione dei valori agricoli medi, precisando che i ritardi nell’approvazione delle nuove tabelle è all’origine del blocco di tutte le opere pubbliche a rete;

  • Nel corso della riunione, le commissioni hanno sottoposto all’attenzione del direttore generale diversi problemi di natura organizzativa derivanti dalla mancanza di una qualsiasi forma di regolamentazione della loro attività;

  • Alla segnalazione delle commissioni, il direttore generale ha risposto annunciando l’imminente presentazione da parte della Giunta regionale di un disegno di legge finalizzato a disciplinare l’attività delle commissioni stesse;


CONSIDERATO ALTRESI’ che

  • In una successiva riunione convocata il 22 aprile seguente, il direttore generale ha ribadito l’urgenza della revisione dei valori agricoli medi;

  • Nella medesima sede, il direttore generale ha comunicato lo slittamento, per subentrate priorità, della presentazione del disegno di legge di cui sopra;

  • Il 5 maggio seguente, la commissione provinciale di Oristano ha trasmesso le tabelle dei valori agricoli medi aggiornati, sollecitando contestualmente un riscontro relativamente ai problemi più volte sollevati al cospetto del direttore generale;

  • Nello stesso periodo, le altre tre commissioni provinciali hanno fatto altrettanto;


VERIFICATO che

  • Il 14 giugno 2005, l’interrogante ha presentato un’interrogazione al Presidente della Regione chiedendo se le commissioni provinciali erano state istituite e se era stato predisposto un regolamento per il loro funzionamento;

  • All’interrogazione è stata data risposta l’11 luglio seguente con la segnalazione dei decreti istitutivi delle quattro commissioni provinciali e con il richiamo a presunti regolamenti che le commissioni stesse avrebbero dovuto adottare, in totale autonomia, dal momento che la normativa vigente non attribuirebbe alla Regione il potere di regolamentazione delle commissioni;


SOTTOLINEATO che

  • Il 25 luglio 2005, i presidenti delle commissioni provinciali di Cagliari, Oristano e Sassari, hanno inviato al Presidente della Regione una lettera, segnalando la loro impossibilità ad operare a causa della mancanza di un regolamento per il funzionamento delle commissioni, della poca chiarezza sulle competenze e della totale assenza di una normativa che regolamenti gli aspetti economici, quali gettoni di presenza, rimborsi spese ed indennità di missione;

  • Il 7 gennaio 2006, il Servizio Espropriazioni della Presidenza della Regione ha richiesto alle commissioni la determinazione dei valori agricoli medi per il 2006;

  • Il 12 dicembre 2006, il segretario della commissione provinciale di Oristano ha comunicato al presidente, a mezzo lettera raccomandata, che numerose pratiche per la determinazione dell’indennità di esproprio giacevano inevase a causa dell’impossibilità della commissione ad operare;

  • Il 16 gennaio 2007, il presidente della commissione provinciale di Oristano ha trasmesso la missiva di cui sopra al Servizio Espropriazioni della Presidenza della Regione, sollecitando l’adozione di un regolamento per il funzionamento delle commissioni;

  • Il 30 giugno u.s., il direttore generale della Presidenza della Regione ha sollecitato, a mezzo lettera raccomandata, la trasmissione entro 30 giorni delle tabelle dei valori agricoli medi per il 2008;

  • Tale lettera risulta pervenuta alla commissione provinciale di Oristano il 31 luglio u.s. e non ha ancora avuto alcun riscontro da parte della commissione;

  • Allo stato attuale, non risulta che le commissioni abbiano provveduto all’aggiornamento dei valori agricoli medi; gli espropri vengono pertanto indennizzati secondo i valori relativi all’annualità 2006;



CHIEDE DI INTERROGARE

il Presidente della Regione

affinché riferisca

  • Se, ad oggi, si ha notizia di opere pubbliche bloccate a causa dei ritardi nella revisione del valore agricolo medio dei terreni soggetti ad espropriazione per pubblica utilità;

  • Se è a conoscenza del numero di richieste di indennizzo per espropriazione che giacciono inevase presso le commissioni provinciali per la determinazione del valore agricolo;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di porre le commissioni provinciali nelle condizioni di operare nel pieno delle loro funzioni, adottando un unico regolamento valido su tutto il territorio regionale o, in alternativa, emanando disposizioni, direttive o linee guida per l’elaborazione dei regolamenti da parte delle singole commissioni.