sabato, gennaio 27, 2007

Salviamo la cantina sociale di Marrubiu

INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione di dissesto finanziario in cui versa la cantina sociale ‘Quattro Mori’ di Marrubiu


I sottoscritti,


PREMESSO che, ormai da alcuni anni, la cantina sociale ‘Quattro Mori’ di Marrubiu versa in una grave situazione di dissesto finanziario che ha portato al suo commissariamento e che determina un’imminente pericolo di chiusura;

CONSIDERATO che la cantina sociale di cui sopra conta l’affiliazione di numerose aziende agricole di piccole dimensioni, in un territorio comprendente i Comuni di Marrubiu, Arborea, Terralba, San Nicolo d’Arcidano, Uras e i centri limitrofi, per complessivi 900 ettari di vigneti;

VERIFICATO che molte delle aziende affiliate alla cantina sociale di Marrubiu sono di proprietà di persone anziane, che trovano nei ricavi della produzione vinicola un’indispensabile fonte di sostentamento che verrebbe meno con la chiusura della cantina;

PRESO ATTO che la situazione di dissesto finanziario in cui versa la cantina sociale di Marrubiu è tale che i pagamenti nei confronti degli agricoltori sono sospesi ormai da alcuni anni, con pesanti conseguenze sul tessuto socio-economico di un territorio peraltro affetto da un grave ritardo di sviluppo e da un elevato tasso di disoccupazione;

SOTTOLINEATO che la cantina sociale di Marrubiu è una realtà consolidata nel panorama vitivinicolo regionale e nazionale, come testimoniano i riconoscimenti ottenuti dalle sue produzioni, come il prestigioso Oscar della Douja d’Or, assegnatole lo scorso anno in occasione della quarantesima edizione del salone nazionale di vini selezionati Douja d’Or di Asti;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale all’Agricoltura

affinché riferisca

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di contribuire al risanamento finanziario e al rilancio produttivo della cantina sociale Quattro Mori di Marrubiu;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare affinché la cantina sociale di Marrubiu possa provvedere con la massima celerità a erogare i pagamenti arretrati nei confronti degli agricoltori;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di dare adeguata valorizzazione e promozione alla pregiata produzione vitivinicola del territorio di Marrubiu;

  • Se non ritenga opportuno convocare i sindaci dei Comuni in cui hanno sede le aziende affiliate alla cantina sociale di Marrubiu, al fine di coinvolgerli nelle decisioni riguardanti il risanamento e il rilancio della cantina e, più in generale, la valorizzazione della produzione vitivinicola del territorio.

giovedì, gennaio 25, 2007

Perché finanziare un quotidiano con la Sfirs quando si tagliano i fondi all'editoria?

INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sui finanziamenti concessi dalla Sfirs SpA alle aziende editoriali sarde


I sottoscritti,


PREMESSO che la Società finanziaria per l’industria e la rinascita della Sardegna, società per azioni controllata dalla Regione, ha quale scopo sociale la promozione e il sostegno delle iniziative economiche nell’Isola;

CONSIDERATO che tale scopo viene di norma perseguito selezionando, tra le aziende che presentano domanda di finanziamento, quelle appartenenti ai settori ritenuti strategici per l’economia isolana e in grado di generare un’effettiva e importante ricaduta occupazionale a beneficio dei sardi;

PRESO ATTO che, a giudicare dalle ripetute e consistenti riduzioni operate sulla dotazione finanziaria delle leggi regionali a sostegno diretto e indiretto dell’editoria quali la 3 luglio 1998, n. 22, e la 15 ottobre 1997, n. 26, l’Amministrazione attualmente in carica non ritiene l’editoria un settore strategico per l’economia sarda;


CHIEDONO DI INTERROGARE

il Presidente della Regione e l’Assessore regionale alla Programmazione

affinché riferiscano

  • A quanto ammontano i finanziamenti concessi dalla Sfirs SpA alle aziende editoriali sarde nel corso della tredicesima legislatura regionale;

  • Se risponde a verità che il consiglio di amministrazione della Sfirs SpA ha deliberato, nello scorso mese di dicembre, la concessione di un finanziamento ordinario a un’azienda editoriale che pubblica un quotidiano a tiratura regionale, per una somma pari a 3 milioni di Euro;

  • Se, nel momento in cui il consiglio di amministrazione della Sfirs SpA ha deliberato la concessione del finanziamento, il procedimento istruttorio della relativa pratica era stato portato a termine;

  • Se sono a conoscenza del fatto che, a tutt’oggi, l’azienda editoriale finanziata ha la propria sede legale nella città di Roma;

  • Se sono a conoscenza del fatto che tale azienda editoriale pubblica non meno di 14 quotidiani a tiratura locale, uno solo dei quali è interamente realizzato e distribuito in Sardegna;

  • Se la concessione del finanziamento è subordinata all’assunzione con contratti a tempo indeterminato, da parte dell’azienda editoriale di cui sopra, di cittadini sardi disoccupati e, in caso affermativo, in quale numero;

  • Se ritengono che la concessione del finanziamento di cui sopra risponda allo scopo sociale della Sfirs SpA, vale a dire se ritengono che essa abbia innegabili effetti positivi sullo sviluppo economico della Sardegna;

  • Se ritengono opportuno che la Sfirs SpA conceda un finanziamento di tale entità a un’azienda operante in un settore che l’Amministrazione regionale in carica non ritiene strategico per l’economia dell’Isola;

  • Se il collegio sindacale della Sfirs SpA si è espresso sulla concessione di tale finanziamento e in quali termini;

  • Se ritengono che l’azienda editoriale finanziata sia in possesso di tutti i requisiti necessari per accedere al finanziamento concessole dalla Sfirs SpA, sia per quanto riguarda la situazione in cui versa il bilancio sociale che per quanto concerne le garanzie finanziarie fornite all’atto della richiesta del finanziamento;

  • Se il consiglio di amministrazione della Sfirs SpA è stato messo nelle condizioni di deliberare in piena autonomia relativamente alla pratica per la concessione del finanziamento di cui sopra.

venerdì, gennaio 19, 2007

Assessora Dirindin, i sindaci della Planargia non meritano il suo tempo?

Siamo sconcertati per il comportamento tenuto ieri dall’Assessora alla Sanità, che non ha voluto concedere neppure un minuto del suo prezioso tempo ai sindaci della Planargia recatisi in Consiglio regionale per spiegarle le ragioni che rendono indispensabile l’istituzione di un distretto sanitario con sede a Bosa”: è il commento dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, in seguito a quanto accaduto ieri nel Palazzo di via Roma, quando l’Assessora regionale alla Sanità, Nerina Dirindin, ha rifiutato di incontrare i rappresentanti di dieci Comuni della Planargia. “La delegazione che si è recata a Cagliari si aspettava di poter esprimere le ragioni del territorio e ottenere delle risposte, ma l’Assessora ha sdegnosamente rifiutato il confronto”.

“L’atteggiamento della Dirindin fa il paio con lo spregio già mostrato nei nostri confronti”, proseguono Diana e Liori, “quando, relativamente all’interrogazione da noi presentata il 14 settembre scorso, ha dato incarico a un solerte funzionario di replicare alla domanda se, con i parametri che saranno applicati dalla Giunta, sarà possibile istituire il distretto sanitario della Planargia, con la risposta che i distretti saranno costituiti sulla base dei parametri che saranno applicati dall’esecutivo. Insomma, neppure i consiglieri hanno diritto a una risposta”.

“Sollecitiamo la Giunta a emanare gli indirizzi per l’istituzione dei distretti, come stabilito dalla L.R. 28 luglio 2006, n. 10, per capire se sarà possibile l’istituzione del distretto sanitario della Planargia con sede a Bosa”, concludono i due consiglieri. “A sei mesi dall’approvazione della legge, i tempi per l’adozione della delibera di indirizzo sembrano più che maturi. Nell’attesa, oltre a stigmatizzare l’inaccettabile comportamento dell’assessora Dirindin, invitiamo le comunità del territorio a non recedere dalla mobilitazione, così come non verrà meno il nostro impegno di consiglieri regionali a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità affinché i bisogni dei cittadini trovino finalmente ascolto”.

giovedì, gennaio 18, 2007

Bilancio, Soru gioca con i numeri ma non chiarisce i dubbi

Le dichiarazioni odierne del presidente Soru non fanno che confermare indirettamente l’esistenza del falso in bilancio denunciato dall’opposizione”: è la replica dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, a quanto riferito oggi dal Presidente della Regione, Renato Soru, in merito all’utilizzo delle entrate future per ripianare il deficit del bilancio regionale. “Il governatore ha provato a stordire i cronisti sommergendoli con un vortice di numeri senza capo né coda, passato il quale si è scoperto che la colpa di tutto è, come sempre, delle passate giunte di centrodestra”.

“Così facendo, Soru non ha fatto altro che dimostrare una volta di più che il buco di bilancio esiste, confermando per giunta che per ripianarlo nel 2007 vengono utilizzate entrate che arriveranno solo tra qualche anno, ammesso e non concesso che arrivino”, proseguono Diana e Liori. “La risposta alla domanda più importante è proprio questa: il principio costituzionale dell’annualità del bilancio non viene rispettato; è lo stesso Soru a confermarlo, seppure indirettamente. Il goffo tentativo di scaricare su altri la responsabilità di un atto illegittimo che, se commesso da un’azienda privata, potrebbe avere pesanti risvolti penali ha la sola funzione di gettare fumo negli occhi della stampa e dell’opinione pubblica”.

“A fare chiarezza sui movimenti di bilancio della Giunta penseranno il Governo e la Corte dei Conti”, concludono i due consiglieri. “L’opposizione, dal canto suo, si batterà per arrivare fino in fondo in questa vicenda di gravità inaudita e senza precedenti nella storia dell’autonomia isolana, per evitare che i sardi si trovino a dover pagare ancora negli anni a venire le conseguenze delle allegre politiche di bilancio messe in pratica dal centrosinistra”.

mercoledì, gennaio 17, 2007

Cabras, no agli amici continentali di Soru

INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sulle dichiarazioni del Presidente della Regione in merito alla gestione dell’attività di pesca nello stagno di Cabras


I sottoscritti,

PREMESSO che, il 13 gennaio u.s., si è tenuto un convegno per la presentazione di un laboratorio nazionale per l’elaborazione di nuovi modelli gestionali per l’attività di pesca nello stagno di Cabras, cui ha partecipato il Presidente della Regione;

CONSIDERATO che, intervenuto al termine del convegno, il Presidente della Regione avrebbe dichiarato l’intenzione di revocare le concessioni alle cooperative ittiche che operano nello stagno prima della loro naturale scadenza, prevista per il 2008, poiché i pescatori non avrebbero “rispettato i patti”;

AGGIUNTO che il Presidente della Regione avrebbe inoltre dichiarato l’intenzione di affidare la gestione dello specchio d’acqua a una costituenda società mista, che avrebbe tra i soci la stessa Regione e una società privata avente sede nel Nord Italia;

VALUTATO che una decisione in tal senso potrebbe avere ricadute pesantemente negative sul tessuto economico dei Comuni limitrofi allo stagno, fortemente incentrato sull’attività di pesca e di trasformazione del pescato;

PRESO ATTO che affidare la gestione dello stagno a una società mista costituita dalla Regione e da un’azienda di provenienza esterna sottrarrebbe il controllo dell’attività di pesca agli operatori del settore e agli enti locali, in palese violazione dei principi della sussidiarietà orizzontale e verticale sanciti dalle recenti norme in materia di conferimento di poteri e funzioni agli enti locali approvate dal Consiglio regionale e in particolare dalla L.R. 12 giugno 2006, n. 9;


CHIEDONO DI INTERROGARE

il Presidente della Regione e l’Assessore regionale all’Ambiente

affinché riferiscano

  • Se rispondono al vero le dichiarazioni del Presidente della Regione riportate dagli organi di stampa;

  • Se sono state riscontrate gravi violazioni dei contratti di concessione stipulati dalla Regione con le cooperative ittiche operanti nello stagno di Cabras, di gravità tale da renderne indispensabile la revoca;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare, in caso di revoca delle suddette concessioni prima della loro naturale scadenza, al fine di indennizzare le cooperative ittiche per i mancati introiti che saranno determinati da un simile atto;

  • Se è già stata individuata la società privata cui sarà proposto di entrare a far parte, insieme alla Regione, della società mista cui dovrebbe essere affidata la gestione dello stagno e, in caso affermativo, per mezzo di quali procedure;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare, qualora si verificasse un’eventualità simile, al fine di indennizzare gli operatori della pesca e dell’indotto per i danni economici che deriveranno loro dall’essere esclusi dalla gestione dello stagno;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare, in armonia con i principi della sussidiarietà orizzontale e verticale, dell’autodeterminazione delle popolazioni locali e della libertà di impresa, ai fini di garantire il massimo coinvolgimento degli enti locali e degli operatori della pesca e dell’indotto, singoli o associati, nella gestione dello stagno.

Diossina a Macchiareddu e Porto Torres, vogliamo la verità

MOZIONE LIORI – ARTIZZU – LA SPISA – BIANCAREDDU – VARGIU – LADU – DIANA – MORO – SANNA Matteo – RASSU – LOMBARDO – CONTU – SANJUST – SANCIU – PETRINI – LICANDRO – RANDAZZO Alberto – RANDAZZO Vittorio – CAPPAI – AMADU – CAPELLI – CUCCU Franco Ignazio – MILIA – PISANO – CASSANO – DEDONI – MURGIONI – GALLUS – FLORIS Mario – CHERCHI Oscar – FARIGU, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale ai sensi dei commi 2 e 3 dell’art. 54 del Regolamento consiliare, sull’emergenza ambientale e sanitaria rappresentata dall’inquinamento da diossina intorno agli stabilimenti Syndial di Macchiareddu e Porto Torres


PREMESSO che

  • Con Del. n. 38/13 del 19 settembre u.s., la Giunta regionale ha approvato il progetto definitivo per la realizzazione di impianti tecnologici di emungimento e trattamento delle acque di falda nello stabilimento di Macchiareddu della Syndial SpA;

  • La delibera di cui sopra richiama inoltre la Syndial SpA alla realizzazione, ai sensi di quanto disposto nelle Conferenze di Servizi istruttorie e decisorie convocate ai fini di valutare il progetto di bonifica avanzato dall’azienda, di un marginamento fisico lungo il perimetro dell’area di sua proprietà;

  • La delibera sollecita inoltre l’azienda a operare per ridurre i tempi di realizzazione di tale opera;


CONSIDERATO che

  • Si ha notizia della presenza di forti concentrazioni di diossina nell’area circostante lo stabilimento Syndial di Macchiareddu, presumibilmente risalenti all’attività degli stabilimenti che hanno operato nel medesimo sito nei decenni passati;

  • Analisi svolte nel settembre dello scorso anno dalla Asl n. 8 hanno rilevato il superamento dei valori limite per la diossina, fissati dal D.M. n. 471 del 1999, in 14 campioni su 36, con picchi che arrivavano a 400 volte il valore limite stabilito dal decreto;


PRESO ATTO che

  • I lavori di realizzazione del marginamento fisico di cui alla Del. n. 38/13 di cui sopra risultano attualmente in corso;

  • Tale marginamento fisico si configura come una sorta di muro sotterraneo di cemento, profondo 50 metri e lungo chilometri;

  • La decisione di autorizzare la realizzazione di tale opera sarebbe tra le cause che hanno portato alle dimissioni dell’ex Assessore regionale alla Difesa dell’ambiente;


RAMMENTATO che

  • La diossina è un inquinante fortemente tossico, nocivo per l’uomo e per gli animali, la cui contaminazione può estendersi rapidamente ad aree assai vaste, compromettendone l’equilibrio ambientale in maniera irreversibile;

  • La contaminazione da diossina nell’uomo può provocare numerosi mali, come il cloracne, diverse forme di cancro e altri tumori, disturbi dell’apprendimento, disfunzioni ormonali, diabete, deficienze immunitarie;

  • Il più noto caso di contaminazione da diossina su vasta scala che si sia registrato in Italia è quello accaduto a Seveso nel 1976, provocato dalla dispersione nell’ambiente di pochi chilogrammi della sostanza, che rese necessari l’evacuazione della popolazione in un’area di 15 ettari circostante l’impianto e, in seguito, un massiccio intervento di bonifica che comportò una profonda scarificazione del terreno in tutta l’area oggetto della contaminazione;

  • Il disastro provocò la morte di 80.000 animali e danni fisici irreversibili per una parte considerevole della popolazione interessata, in particolare per quella in età infantile;

  • Sono ancora allo studio gli effetti del disastro sul lungo periodo, in particolare per quanto riguarda l’incidenza dei mali provocati dall’esposizione prolungata all’agente inquinante;


VALUTATO che

  • La Del. n. 38/14 del 19 settembre u.s., con cui la Giunta regionale ha approvato il progetto definitivo per la realizzazione di impianti tecnologici di emungimento e trattamento delle acque di falda nello stabilimento di Porto Torres della Syndial SpA, prevede la realizzazione di un marginamento fisico analogo a quello in fase di realizzazione a Macchiareddu;

  • La Del. n. 38/13 di cui sopra vincola l’approvazione del progetto di bonifica, tra l’altro, alla verifica della presenza di PCDD e PCDF nell’acqua in ingresso nell’impianto di emungimento e trattamento e alla verifica dell’eventuale contaminazione della falda profonda;

  • Tali precauzioni non sono previste nella Del. n. 38/14 di cui sopra, relativamente allo stabilimento di Porto Torres;


VERIFICATO che

  • Secondo quanto riportato dagli organi di informazione, la validità delle Dell. nn. 38/13 e 38/14 sarebbe stata sospesa cautelativamente dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio, in seguito a un ricorso presentato dalla Syndial SpA, poiché le opere disposte dalla Giunta regionale non sarebbero suffragate da motivazioni sufficienti;

  • Se dovesse essere confermata una decisione del Tar in tal senso, la Giunta regionale dovrebbe necessariamente prendere atto della necessità di rimodulare gli interventi di bonifica previsti nelle due delibere, evidentemente inadeguati ai fini del risanamento ambientale e anzi potenzialmente in grado di aggravare l’attuale situazione di emergenza;


IL CONSIGLIO REGIONALE

impegna gli Assessori regionali alla Sanità e alla Difesa dell’ambiente

affinché

  • Riferiscano in Aula se risulta che vi sia stato un pronunciamento di sospensiva da parte del Tribunale amministrativo regionale del Lazio relativamente alle Dell. nn. 38/13 e 38/14, e da quali motivazioni esso sia accompagnato;

  • Riferiscano in Aula circa i livelli di diossina presenti nei terreni e nella falda acquifera circostanti gli stabilimenti della Syndial SpA a Macchiareddu e a Porto Torres, e se sussistono rischi per l’equilibrio ambientale e per la salute dei lavoratori impiegati nei due stabilimenti, della popolazione e degli animali;

  • Riferiscano in Aula circa l’incidenza dei mali provocati dall’esposizione alla diossina nei lavoratori impiegati nei due stabilimenti di cui sopra e nella popolazione e nel bestiame delle zone limitrofe agli stabilimenti stessi;

  • Riferiscano in Aula se sussistono dati certi a dimostrazione che i due progetti di bonifica in fase di realizzazione negli stabilimenti di Macchiareddu e Porto Torres risultano adeguati a rimuovere del tutto la contaminazione da diossina nel terreno e nella falda acquifera;

  • Informino con la massima urgenza i lavoratori impiegati nei due stabilimenti e la popolazione delle zone limitrofe agli stabilimenti stessi circa i livelli di diossina presenti nel terreno e nella falda acquifera e i pericoli per la salute umana e animale;

  • Sottopongano con la massima urgenza all’approvazione della Giunta regionale l’estensione dei vincoli precauzionali relativi alla verifica della presenza di PCDD e PCDF nell’acqua in ingresso nell’impianto di emungimento e trattamento e dell’eventuale contaminazione della falda profonda, già inclusi nella Del. n. 38/13 per quanto riguarda lo stabilimento di Macchiareddu, al progetto di cui alla Del. n. 38/14 relativamente allo stabilimento di Porto Torres;

  • Sottopongano con la massima urgenza all’approvazione della Giunta regionale, qualora le opere già in fase di realizzazione dovessero rivelarsi inadeguate o insufficienti anche in seguito all’eventuale pronunciamento del Tar del Lazio, proposte finalizzate alla bonifica totale dalla contaminazione da diossina delle aree circostanti i due stabilimenti.

venerdì, gennaio 12, 2007

Il talk show di Gumirato

INTERROGAZIONE (semi-seria) LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulle iniziative assunte dalla Giunta regionale in materia di trasmissioni televisive di spettacolo e intrattenimento


I sottoscritti,


PREMESSO che, secondo quanto riferito da fonti che gli interroganti ritengono attendibili, il direttore generale dell’Azienda sanitaria locale n. 8 avrebbe dichiarato, nel corso di una riunione di lavoro con alcuni medici, che in Consiglio regionale, mentre veniva discusso il Piano sanitario regionale 2005-2007, si tenevano talk show televisivi;

CONSIDERATO che i direttori generali delle Aziende sanitarie locali sono nominati dalla Giunta regionale e rispondono a essa del loro operato;

RAMMENTATO che l’art. 2, comma 1 della la L.R. 20 settembre 2006, n. 15, sancisce l’impegno della Regione a creare le condizioni per attrarre in Sardegna produzioni cinematografiche, audiovisive e televisive, operando per il tramite della Sardegna Film Commission;


CHIEDONO DI INTERROGARE

il Presidente della Regione e gli Assessori regionali alla Sanità e agli Spettacoli

affinché riferiscano

  • Se risponde a verità quanto dichiarato dal direttore generale dell’Azienda sanitaria locale n. 8;

  • Se risulta che la Sardegna Film Commission abbia stipulato accordi con società di produzione televisive al fine di produrre trasmissioni di spettacolo e intrattenimento ambientate nell’Aula consiliare;

  • Se il direttore generale dell’Azienda sanitaria locale n. 8 ricopre un ruolo attivo nelle produzioni televisive di cui sopra;

  • Se risulta che consiglieri e/o assessori regionali siano stati scritturati per ruoli da protagonista, figurante e/o comparsa in tali produzioni televisive;

  • Quando hanno avuto inizio le riprese televisive nell’Aula consiliare ed entro quale data si prevede siano portate a termine;

  • Per quale ragione non hanno ritenuto opportuno comunicare formalmente al Consiglio regionale l’inizio delle riprese;

  • Se ritengono indispensabile che la produzione delle trasmissioni debba avvenire durante le sedute consiliari;

  • Se ritengono opportuno sospendere i lavori del Consiglio regionale negli orari in cui l’Aula è utilizzata ai fini della produzione delle trasmissioni, onde non disturbare il lavoro delle troupe televisive;

  • Se ritengono che al Consiglio regionale debba essere corrisposto un congruo indennizzo per lo sfruttamento commerciale dell’Aula quale location per le produzioni di cui sopra.

Scatta la stagione degli espropri proletari: nessuno è al sicuro

Con l’esproprio dell’area di viale Sant’Avendrace in cui è aperto il cantiere dell’impresa Cocco, ha preso il via la stagione di espoliazioni annunciata ieri dal presidente Soru. D’ora in avanti, chiunque possieda un fabbricato in fase di realizzazione o magari già completato che per qualche ragione non va a genio al padrone della Sardegna, allora sarà giudicato fuorilegge ai sensi del Piano paesaggistico regionale e il fabbricato sarà espropriato. Di questo passo, non ci sarà da stupirsi se qualcuno si troverà privato della casa in cui abita da una vita a causa degli espropri proletari del governatore no global”: è il commento dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, all’annuncio fatto ieri dal Presidente della Regione, Renato Soru, e dall’Assessore regionale all’Ambiente, Ciccitto Morittu, in merito alle future azioni della Regione per perseguire le costruzioni ritenute non coerenti con il Piano paesaggistico regionale.

“Non solo il governatore pretende di espropriare edifici e terreni, ma minaccia di espropriare anche le competenze di altri organi dello Stato e della Regione: a che serve istituire quello che è stato definito come un ‘corpo regionale di polizia giudiziaria’, con il compito di verificare la coerenza dei fabbricati con il Ppr, se già esistono le strutture preposte a vigilare sull’abusivismo edilizio?”, proseguono Diana e Liori. “I poteri cui fanno riferimento Soru e Morittu, inoltre, sono già in capo alla Guardia forestale, visto che essi stessi l’hanno utilizzata per le loro azioni contro i cantieri nell’area di Tuvixeddu, quindi, con l’istituzione di un ‘corpo regionale di polizia giudiziaria’, la Regione starebbe scavalcando anche se stessa, oltre che lo Stato”.

“Preoccupa, infine”, concludono i due consiglieri, “venire a sapere che, per eseguire gli espropri, la Regione ‘non baderà a spese’. Evidentemente, i risultati che Soru è convinto di aver conseguito nel risanamento del bilancio regionale lo inducono a un’eccessiva fiducia: visto che ora le casse sono a posto, perché non dissestarle nuovamente per espropriare un po’ di terra ai sardi? Il futuro è un neofeudalesimo in cui tutto ciò che il popolo possiede, lo possiede per gentile concessione del governatore, che in qualsiasi momento può riprenderselo. E viste le molteplici interpretazioni cui si presta un Ppr scritto di proposito nel modo più vago possibile, la certezza del diritto sarà solo un ricordo”.

lunedì, gennaio 08, 2007

L’ex assessore Dessì mette a nudo la maggioranza

Non è certo un quadro edificante quello tracciato dall’ex Assessore regionale all’Ambiente, il quale dimostra una volta di più quanto poco la giunta di centrosinistra abbia a cuore la difesa dell’ambiente e quanto invece sia impegnata a tutelare gli interessi privati del presidente Soru e dei suoi amici palazzinari”: è il commento dell’on. Mario Diana, consigliere regionale di Alleanza Nazionale, all’intervista a Tonino Dessì pubblicata sulla Nuova Sardegna di oggi. “Persino la salute dei sardi è un dettaglio trascurabile, vista la leggerezza con cui è stata approvata la costruzione delle muraglie sotterranee intorno ai due stabilimenti Syndial di Macchiareddu e Porto Torres, salvo poi togliere sbrigativamente di scena l’unico che aveva avuto il coraggio di opporsi a un’opera definita ‘inutile e dannosa’”.

“E’ una maggioranza in cui chi mostra un minimo di buon senso e di capacità critica viene riallineato a suon di sms perentori, perché non ci deve essere alcun ostacolo alla frettolosa approvazione di tutto ciò che passa per la testa del governatore”, prosegue Diana. “Così, anche le norme con cui si è voluta dare l’apparenza di un integralismo ambientalista servono solo a rafforzare l’asservimento della Sardegna ai potentati immobiliari, mentre si continuano a chiudere entrambi gli occhi sul dilagare dell’abusivismo edilizio”.

“Non sono da salvare neppure i partiti: dal racconto di Dessì emerge infatti che le forze politiche, Ds in testa, lungi dall’essere succubi dello strapotere del leader, sono ben felici di accondiscendere alla sua volontà pur di sbarazzarsi facilmente di qualche presenza scomoda che si annida tra i loro stessi dirigenti”, conclude il consigliere di An. “Se è davvero questo il clima che regna nel centrosinistra, è molto meglio tornare subito alle urne piuttosto che condannare i sardi ad altri due anni e mezzo di simili umiliazioni, che certamente non meritano”.

giovedì, gennaio 04, 2007

Diossina a Macchiareddu e Porto Torres, ora non ci sono più alibi

La decisione del Tar del Lazio di sospendere la costruzione dei muri sotterranei di perimetrazione intorno agli stabilimenti Syndial di Macchiareddu e Porto Torres spazza via gli alibi della Giunta regionale, che ora non può più sottrarsi dal fornire al Consiglio ma soprattutto alle popolazioni delle zone limitrofe agli stabilimenti i necessari chiarimenti per quanto riguarda l’inquinamento da diossina che interessa le due aree”: è il commento dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, al pronunciamento dei magistrati amministrativi del Lazio riportato oggi dagli organi di informazione.

“Se è vero quanto sostiene il Tar, che non a caso coincide con la posizione assunta a suo tempo dall’ex Assessore regionale all’Ambiente, Tonino Dessì, allora è necessario cambiare radicalmente l’approccio verso il problema della bonifica delle aree inquinate di Macchiareddu e Porto Torres”, proseguono Liori e Diana. “Auspichiamo che l’esecutivo non si trinceri dietro qualche acrobazia verbale nel tentativo di dare nuove giustificazioni a un’opera inutile e dannosa ma che accetti di confrontarsi nelle sedi istituzionali, in maniera tale da approfondire la reale situazione di rischio per l’ambiente e per la popolazione rappresentata dalle forti concentrazioni di diossina – sostanza in grado di causare gravi danni all’organismo umano – e predisporre interventi di bonifica seri ed efficaci”.

“Alla ripresa dei lavori consiliari”, concludono i due consiglieri, “sarà depositata la mozione dei gruppi di centrodestra che fa seguito alla manifestazione che la federazione provinciale di Cagliari di Alleanza Nazionale, di concerto con la federazione regionale, ha tenuto lo scorso 29 novembre sotto il Palazzo di via Roma. Con la mozione si chiederà agli Assessori alla Sanità e all’Ambiente di riferire in Aula su quali sono i pericoli per la salute della popolazione e per la salvaguardia dell’ambiente e su quali misure la Giunta intende adottare per affrontare l’emergenza. Se l’esecutivo vuole dimostrare di avere a cuore la salute dei sardi, non potrà più sottrarsi al confronto”.

mercoledì, gennaio 03, 2007

Con i nuovi ticket, meglio ricchi e sani che poveri e malati

“‘Meglio poveri e sani che ricchi e malati’, recita un noto proverbio. D’ora in avanti, i sardi che non possono contare su un reddito da privilegiati dovranno davvero fare in modo di essere sani, visto che l’assistenza sanitaria pubblica sarà sempre più appannaggio esclusivo di chi può permettersi di spendere cifre tutt’altro che popolari”: è il commento dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, alla decisione assunta dalla Regione di applicare automaticamente nell’Isola il nuovo regime dei ticket sanitari previsto dalla finanziaria nazionale.

“Dopo il regalo fatto al governo Prodi accettando di sobbarcarsi per intero – unica Regione in Italia – il finanziamento del sistema sanitario, la giunta Soru dimostra ancora una volta quanto i proclami autonomistici del governatore mal si sposano con una realtà che vede il suo esecutivo quanto mai asservito alle imposizioni romane”, proseguono Diana e Liori. “La Sardegna si sarebbe potuta allineare a Toscana e Lombardia, che per ora non applicheranno il nuovo regime, se non addirittura alla Sicilia, che si appresta a impugnare la finanziaria nazionale. E invece no: per i sardi, gli aumenti sono già scattati, senza che l’assessora Dirindin abbia tenuto il minimo conto delle ragioni per cui nell’Isola si registra un così elevato ricorso ai presidi di pronto soccorso per i cosiddetti ‘codici bianchi’, le prestazioni ritenute non necessarie. La scarsa disponibilità di assistenza territoriale, soprattutto per quanto riguarda le urgenze, è all’origine delle interminabili code che si verificano in tutti i pronto soccorso sardi. E l’assessora piemontese che fa? Chiude le guardie mediche e aumenta i ticket, in modo tale da non lasciare possibilità di scelta: si deve pagare per forza”.

“A ciò va aggiunto l’ulteriore balzello relativo alle visite specialistiche: il ticket che aumenta di 10 Euro a ricetta e il limite di otto esami per ciascuna prescrizione costringeranno i medici a compilare, per le patologie più complesse, due ricette per volta, con l’aumento che salirà così a 20 Euro”, concludono i due consiglieri. “Grazie alle politiche sanitarie della giunta Soru, in Sardegna il proverbio appena citato dovrà lasciare spazio all’altrettanto nota parafrasi: ‘Meglio ricchi e sani che poveri e malati’”.