“Non è riuscita a rispettare neppure la legge di contabilità da essa stessa elaborata, la giunta Soru, nel mettere a punto il Programma regionale di sviluppo licenziato oggi, insieme all’intera manovra di bilancio, dalla Terza Commissione”: lo sottolineano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana (vicepresidente della Commissione Bilancio) e Antonello Liori. “Il governatore Renato Soru, Assessore al Bilancio ad interim, ha presentato uno scialbo documento di intenti, un libro dei sogni in cui mancano del tutto i progetti concreti. Forse è per questo che si è ben guardato dal consegnare alla Commissione, insieme al Prs, l’allegato tecnico contenente le schede di progetto con i relativi stanziamenti, come invece prevede la legge di contabilità approvata lo scorso anno per volere dello stesso Soru. Così, le enunciazioni elencate nel Programma non si traducono in progetti immediatamente realizzabili e il documento resta privo delle risorse necessarie a fare sì che non resti confinato sulla carta”.
“In tale ottica, appare più che comprensibile l’imbarazzo della maggioranza, la quale ha tenuto a precisare che il suo voto favorevole aveva natura puramente tecnica: la condivisione politica, infatti, non c’è neppure da parte degli stessi alleati del governatore”, proseguono e concludono Diana e Liori. “E’ l’ennesima dimostrazione dell’incapacità della Giunta, e di Soru in particolare, di elaborare un qualsivoglia progetto di sviluppo coerente per la Sardegna che non sia una semplice accozzaglia raffazzonata di frasi fatte e slogan velleitari e improvvisati che lasciano il tempo che trovano. Non solo, perché ancora una volta il centrosinistra dimostra quanto sia disunito e quanto poco condivida le proposte del proprio leader: l’approvazione ‘tecnica’ del Prs, con cui la maggioranza ha dato via libera al documento precisando però di non condividerne i contenuti, pesa come un macigno perché dimostra che a tenere unita la coalizione sono soltanto i diktat di Soru e il terrore di rinunciare ai posti di potere cui molti illustri rappresentanti dell’Unione dovranno dire addio nella prossima legislatura”.
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