martedì, dicembre 12, 2006

Ma l’Unesco sa che i siti minerari sono in vendita?

Apprezziamo l’iniziativa dell’Unesco, che in questi giorni ha mandato in Sardegna i suoi ispettori per vigilare sul rispetto degli accordi relativi alla tutela e alla valorizzazione dei siti minerari del Sulcis-Iglesiente, ma davanti ai primi commenti entusiastici viene spontaneo porsi una domanda: gli ispettori sono stati informati del fatto che la Giunta regionale sta vendendo ai privati i compendi di Masua, Ingurtosu e Monte Agruxiau e che si appresta a fare altrettanto per quelli del Medio Campidano?”: è il commento dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, alla visita che gli ispettori dell’Unesco stanno facendo in questi giorni presso alcune zone minerarie dell’Isola.

“Qualcuno farebbe bene ad avvisare gli ispettori i quali, oltre che sullo stato di conservazione e di valorizzazione delle ex miniere, farebbero bene a vigilare sulla legittimità del bando predisposto dall’esecutivo, su cui già pendono i primi ricorsi”, proseguono Diana e Liori. “Sarebbe molto interessante sapere cosa pensa l’Unesco al riguardo, ma dubitiamo che l’organismo mondiale, cui spetta il compito di vigilare su parti della Sardegna che sono state definite ‘patrimonio dell’umanità’, sia stato coinvolto dalla Giunta prima della pubblicazione del bando, così come non è stato coinvolto il Ministero dei Beni culturali, neppure per gli adempimenti di legge che avrebbero dovuto obbligatoriamente precedere l’avvio della procedura di cessione”.

“E siccome errare è umano e perseverare è diabolico, il governatore Renato Soru mette in vendita altri gioielli, questa volta nel territorio del Comune di Sant’Antioco: due aree prospicienti il mare in cui sarà possibile realizzare strutture ricettive per un totale di 80 mila metri cubi”, concludono i due consiglieri. “Se non altro, stavolta le bonifiche saranno a carico degli acquirenti, ma questa è una magra consolazione davanti all’ipocrita spettacolo di una Giunta che fa pubblico sfoggio di virtuosa inflessibilità ambientalista mentre vende sottobanco la Sardegna un tanto al chilo”.

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