mercoledì, gennaio 14, 2009

Blue tongue, la Regione potrebbe fare molto di più

Nonostante gli impegni sbandierati dagli Assessori alla Sanità, Nerina Dirindin, e all’Agricoltura, Francesco Foddis, subito dopo la diffusione delle notizie sul focolaio di blue tongue del sierotipo 8 rilevato in Gallura, è necessario sottolineare che se la Regione avesse agito per tempo si sarebbe potuta premunire nei confronti di eventi, come questo, assolutamente imprevedibili, evitando così danni devastanti al comparto zootecnico sardo”, dichiara il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Mario Diana.

“Innanzi tutto, la maggioranza di centrosinistra che governava la Regione avrebbe potuto accogliere gli emendamenti alle leggi finanziarie da me più volte presentati per l’istituzione di un fondo permanente per finanziare gli indennizzi agli allevatori per i danni causati dalle epizoozie”, spiega Diana. “Ciò avrebbe consentito interventi rapidi per garantire la sopravvivenza delle aziende danneggiate dalla malattia e soprattutto dai ripetuti blocchi della movimentazione del bestiame decretati in seguito alle scoperta di nuovi focolai o all’avvio delle campagne vaccinali”.

“E’ inoltre necessario, e dovrà essere uno dei problemi da affrontare con maggiore urgenza nella prossima legislatura, un maggiore impegno della Regione nel prevenire l’importazione di animali infetti da paesi in cui è consentita l’esportazione del bestiame contagiato”, conclude il consigliere. “Non basta scaricare sugli uffici del Ministero della Salute, cui spettano i controlli sanitari alle frontiere, la responsabilità del contagio: la Regione deve attivarsi presso il governo nazionale affinché sia decretato il blocco totale delle importazioni di bestiame dai paesi che consentono la vendita di animali infetti. Solo così si potrà evitare la comparsa di nuovi focolai e l’ingresso nell’Isola di sierotipi mai registrati prima, contro i quali le campagne vaccinali già attuate sono del tutto inutili”.

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