mercoledì, ottobre 25, 2006

Effetto domino sulla giunta Soru

E due: due assessori hanno osato dissentire dalle proposte del presidente Renato Soru ed entrambi hanno dovuto dire addio al loro posto in Giunta. Il caso vuole che si tratti proprio delle due personalità più forti emerse tra le file dell’esecutivo nella prima metà della legislatura: Tonino Dessì e Francesco Pigliaru, accomunati da un destino crudele. Chi osa opporsi al padrone delle ferriere perde il posto: è questo il nuovo sbandierato in campagna elettorale, quello che ha incantato il popolo della sinistra. Soru non tollera la presenza, intorno a sé, di teste pensanti, che vede come una minaccia per il suo disegno monocratico di accentramento del potere e di rimozione del dissenso. E non dimentichiamo Enrichetta Addis, che invece ha perso la poltrona per il motivo opposto: troppo forti i primi due, troppo debole lei. Politicamente, s’intende. Anche Pigliaru sarà rapidamente rimpiazzato e dimenticato, dal governatore e dai suoi sudditi, come è accaduto a Dessì e Addis?”: è il commento dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, alla notizia delle dimissioni dell’Assessore alla Programmazione e al Bilancio, Francesco Pigliaru.

“Chi sarà il prossimo? Con l’attenzione di tutti focalizzata sulle dimissioni a catena degli assessori”, proseguono i due consiglieri, “Soru ne approfitta per portare avanti il suo progetto di conquista del potere, asservendo la Giunta al terrore e facendosi approvare una serie di emendamenti alla legge statutaria finalizzati ad accelerare il processo di accentramento nelle sue mani di tutte le funzioni politiche e amministrative della Regione, mentre la maggioranza subisce in silenzio”.

“Davanti a un atteggiamento simile, occorre un sussulto di dignità da parte di tutto il Consiglio regionale”, concludono Diana e Liori. “Il progetto non può e non deve andare in porto: la Prima commissione e l’Aula devono impegnarsi per fermare questa pseudo-riforma che mira a donare al governatore poteri assoluti. E’ in gioco il senso dell’esistenza del Consiglio regionale: approvando le proposte di Soru, l’Assemblea si condannerà da sé a essere trasformata in un giocattolo nelle mani del governatore-padrone-demiurgo, e con se stessa condannerà anche tutta la Sardegna”.

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