giovedì, giugno 12, 2008

Azienda mista di Sassari, no a Zanaroli

Apprendiamo con una certa preoccupazione le indiscrezioni di stampa secondo cui dovrebbe essere l’emiliano Bruno Zanaroli il nuovo direttore generale dell’Azienda mista Ospedale-Università di Sassari”, dichiarano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori. “La preoccupazione non discende certo dalla provenienza geografica del manager, anche se continuiamo a chiederci per quali ragioni – o forse sarebbe meglio dire per quali interessi – per l’assunzione di dirigenti e primari nella sanità sarda si continui ad attingere dal medesimo bacino geografico ignorando le professionalità locali, ma dai precedenti professionali non certo positivi avuti da Zanaroli in terra sarda”.

“Nessuno ha dimenticato il periodo trascorso dal dirigente modenese alla guida della Asl di Sassari”, proseguono i due consiglieri, “conclusosi con una vera e propria sollevazione popolare e con le durissime prese di posizione dell’amministrazione provinciale e del consiglio comunale del capoluogo, cui hanno fatto seguito le dimissioni, accompagnate da giustificazioni ai limiti dell’incredibile. Non contenta dell’ignominiosa fine della sua prima avventura sassarese, l’Assessore alla Sanità, Nerina Dirindin, ha pensato bene di premiare Zanaroli con una consulenza da 10 mila euro al mese. Oggi, la Dirindin sarebbe pronta a rispedirlo a Sassari, dove evidentemente, secondo l’Assessore, non ha ancora fatto danni a sufficienza”.

“Siamo convinti che Zanaroli abbia già incassato dalla Regione una quantità di denaro ben più consistente della professionalità dimostrata”, concludono Diana e Liori, “e che pertanto, anziché affidargli nuovi incarichi, sia giunto il momento di dargli il benservito. E’ ora che nella sanità sarda si comincino a gestire con oculatezza le risorse finanziarie e a tagliare gli sprechi, a cominciare dalle laute prebende elargite dalla Dirindin alla pletora di consulenti, dirigenti e primari importati dal continente a spese e a danno dei sardi, intesi nell’un caso come contribuenti e nell’altro come utenti del sistema sanitario”.

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