mercoledì, giugno 11, 2008

Programma Ritornare A Casa, tempi inaccettabili per i malati terminali

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, hanno presentato un’interrogazione all’Assessore regionale alla Sanità, Nerina Dirindin, sul programma Ritornare A Casa, chiedendo l’istituzione di un percorso preferenziale per i progetti di assistenza rivolti ai malati terminali. Il lungo iter che caratterizza la predisposizione e l’approvazione dei progetti risulta infatti incompatibile con le loro condizioni di salute, tanto che si sono già verificati casi di pazienti deceduti mentre attendevano che le loro pratiche venissero esaminate.

Il programma sperimentale Ritornare A Casa, finalizzato a favorire il rientro in famiglia di persone ricoverate in strutture residenziali a carattere sociosanitario, è stato istituito con il maxicollegato alla finanziaria regionale per il 2006 e ha durata triennale. Le relative linee di indirizzo, adottate dalla Giunta regionale nell’ottobre dello stesso anno, hanno stabilito che il programma viene attuato per mezzo di progetti personalizzati che coinvolgono il malato, la famiglia, gli operatori socio-sanitari ed eventualmente le associazioni di volontariato. Nello scorso mese di febbraio, l’esecutivo ha stanziato ulteriori fondi per finanziare il programma, da utilizzare prioritariamente per i progetti rivolti a persone dimesse dalle strutture socio-assistenziali, affette da gravi patologie degenerative, malate terminali o che si trovano in grave stato di demenza.

Il percorso di predisposizione e finanziamento dei progetti è piuttosto complesso: ricevuta la domanda, il Comune di residenza dell’assistito ne dà comunicazione all’Asl competente e ha 30 giorni di tempo per predisporre il progetto, dopo di che ha altri 30 giorni per trasmetterlo all’Assessorato alla Sanità. Qualora entro 60 giorni dalla presentazione della domanda il progetto non fosse ancora pronto, la famiglia dell’assistito può rivolgersi direttamente all’Assessorato per accelerare i tempi. L’Assessorato, dal canto suo, ha 30 giorni di tempo per approvare o respingere il progetto, dopo di che il Comune ha ulteriori 30 giorni per comunicare all’Assessorato la data di partenza. Ma non basta, perché, si legge nell’interrogazione, “la realizzazione del progetto può richiedere l’esecuzione di importanti modifiche all’abitazione interessata, in particolare per la rimozione delle barriere architettoniche, e la fornitura, da parte dell’azienda sanitaria locale, di attrezzatura e personale specializzato, con ulteriore dilatazione dei tempi”.

Una tempistica che “non è compatibile con le condizioni di salute e con le aspettative di vita di persone malate in fase terminale”, tant’è che è già accaduto, nel Comune di Monserrato, che su tre domande riguardanti malati terminali presentate tra febbraio e marzo di quest’anno, tutte e tre non hanno ancora avuto risposta. Due dei tre pazienti sono deceduti ed il terzo, affetto da sclerosi laterale amiotrofica, è ancora in attesa. Ciò dimostra “l’inadeguatezza dell’attuale percorso di approvazione e attuazione dei progetti, eccessivamente lungo e farraginoso” e che “non prevede un reale coinvolgimento né della famiglia dell’assistito, né dell’amministrazione comunale interessata”.

Liori e Diana chiedono dunque alla Dirindin che la Giunta regionale si attivi per “rendere più rapide le procedure di elaborazione e valutazione dei progetti”, “prevedendo un maggiore coinvolgimento ed una più puntuale informazione dei proponenti e delle amministrazioni comunali interessate”, e per “stabilire un percorso preferenziale da applicare ai progetti relativi a malati in fase terminale, compatibilmente con le loro esigenze di assistenza e le loro aspettative di vita”.



INTERROGAZIONE LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sui tempi di attuazione del programma Ritornare A Casa


I sottoscritti,

PREMESSO che

  • L’art. 17, comma 1, della L.R. 11 maggio 2006, n. 4, ha istituito un programma sperimentale triennale denominato Ritornare A Casa, finalizzato “a favorire il rientro nella famiglia e nella comunità di appartenenza di persone attualmente inserite in strutture residenziali a carattere sociale e/o sanitario, superare la istituzionalizzazione e promuovere la permanenza nel proprio domicilio”;

  • Il programma è stato successivamente reso attuativo con l’approvazione delle relative linee di indirizzo, avvenuta con Del. n. 42/11 del 4 ottobre 2006;

  • Il programma viene attuato attraverso il finanziamento, da parte dell’Assessorato regionale alla Sanità, di progetti personalizzati che stabiliscono l’intesa assistenziale-terapeutica tra la persona interessata, la famiglia, gli operatori sociali e sanitari oltre che, eventualmente, gli organismi di solidarietà e di volontariato;

CONSIDERATO che

  • Con Del. n. 8/9 del 5 febbraio 2008, la Giunta regionale ha destinato al programma Ritornare A Casa ulteriori risorse pari a Euro 5.000.000, provenienti dal Fondo Regionale per la Non Autosufficienza ed aggiuntivi rispetto agli Euro 5.000.000 stanziati dalla L.R. n. 4/2006;

  • Tali risorse sono destinate prioritariamente al finanziamento di progetti rivolti a persone che:

a) sono state dimesse da strutture residenziali a carattere sociale e/o sanitario;

b) sono affette da gravi patologie degenerative, in particolare da sclerosi laterale amiotrofica (SLA);

c) si trovano nella fase terminale della loro vita;

d) si trovano in grave stato di demenza, ossia persone alle quali l’unità di valutazione territoriale (UVT) competente ha attribuito un punteggio non inferiore a 3 sulla base della scala CDR (clinical dementia rating scale);


SOTTOLINEATO che

  • L’iter procedurale per l’attivazione dei progetti personalizzati prevede i seguenti passaggi:

a) ricevuta la domanda di predisposizione del progetto personalizzato, il Comune ne dà comunicazione all’azienda sanitaria locale competente per territorio e all’amministrazione regionale;

b) entro 30 giorni dal ricevimento della domanda, il Comune attiva la procedura per la predisposizione del progetto, coinvolgendo tutti i soggetti, anche non istituzionali, che possono collaborare alla sua riuscita;

c) entro i 30 giorni successivi, il progetto viene trasmesso dal Comune al competente servizio della Direzione Generale delle Politiche Sociali;

d) qualora, nei 60 giorni successivi alla presentazione della domanda di predisposizione del progetto, il Comune non abbia ancora predisposto il progetto, l’interessato può rivolgersi direttamente all’Amministrazione regionale, la quale si attiva per accelerare la procedura e garantire una risposta adeguata;

e) il Servizio, entro 30 giorni dal ricevimento del progetto personalizzato, valutati i contenuti del documento e verificato il rispetto dei requisiti, determina l’ammissione al finanziamento o esprime un rifiuto motivato;

f) ricevuta la comunicazione di concessione del finanziamento, il Comune comunica al Servizio, entro 30 giorni, la data di avvio del progetto;

  • La realizzazione del progetto può richiedere l’esecuzione di importanti modifiche all’abitazione interessata, in particolare per la rimozione delle barriere architettoniche, e la fornitura, da parte dell’azienda sanitaria locale, di attrezzatura e personale specializzato, con ulteriore dilatazione dei tempi;

  • Come si può facilmente evincere, la tempistica testé riportata non è compatibile con le condizioni di salute e con le aspettative di vita di persone malate in fase terminale;

VERIFICATO che

  • E’ accaduto nel Comune di Monserrato che, su tre domande presentate da malati terminali nel periodo tra febbraio e marzo scorsi, nessuna abbia ancora avuto risposta;

  • Due dei tre richiedenti sono nel frattempo deceduti, senza poter usufruire delle opportunità offerte dal progetto;

  • Il terzo richiedente è affetto da SLA e dovrebbe pertanto usufruire delle risorse stanziate con la delibera approvata dall’esecutivo regionale nello scorso mese di febbraio;

VALUTATO che

  • Quanto accaduto a Monserrato dimostra l’inadeguatezza dell’attuale percorso di approvazione e attuazione dei progetti, eccessivamente lungo e farraginoso;

  • Il percorso di approvazione dei progetti non prevede un reale coinvolgimento né della famiglia dell’assistito, né dell’amministrazione comunale interessata, le quali, una volta presentato il progetto, non hanno alcun dialogo con l’Amministrazione regionale e si trovano ad attendere per un tempo insostenibile che la loro proposta venga finanziata o respinta;


CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale alla Sanità

affinché riferisca

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di rendere più rapide le procedure di elaborazione e valutazione dei progetti relativi al programma Ritornare A Casa, prevedendo un maggiore coinvolgimento ed una più puntuale informazione dei proponenti e delle amministrazioni comunali interessate, non soltanto nella fase di elaborazione ma anche in quella di valutazione;

  • Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di stabilire un percorso preferenziale da applicare ai progetti relativi a malati in fase terminale, compatibilmente con le loro esigenze di assistenza e le loro aspettative di vita.

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