(Nota dell'ufficio stampa del Consiglio regionale)
CAGLIARI, 27 giugno 2007 – I consiglieri di Alleanza Nazionale Mario Diana e Antonello Liori hanno convocato stamani una conferenza stampa, per chiedere l’immediata sospensione del Piano di eradicazione delle pesti suine, disposto il 16 maggio 2007, con decreto n. 11277/9. “È un decreto inattuabile per diversi aspetti, – ha spiegato Diana – . Nell’ art. 35 della legge, ad esempio, si impone un divieto di caccia nelle zone infette, ma non è chiaro quale sia esattamente l’attività venatoria vietata”. Un altro articolo del decreto contestato dai due consiglieri regionali è il 32, in cui si impone ai cacciatori di prelevare campioni di sangue e milza da tutti i suini selvatici abbattuti durante la stagione venatoria e di consegnarli al Servizio Veterinario delle Aziende sanitarie locali competenti. Secondo Diana e Liori i prelievi dovrebbero essere fatti da un personale competente e delegato dalla Regione, non dai cacciatori.
“La Spagna è l’unica nazione che è riuscita a superare con successo il problema di questa malattia endemica, diffusa in tutto il Mediterraneo –, ha aggiunto Liori – . Da questo settore si potrebbe ricavare una importante fonte di guadagno per l’isola e in particolare per quelle popolazioni che su questo comparto nel passato basavano la loro economia e che, anche a causa delle restrizioni alle esportazioni, adesso si trovano in difficoltà. Devono essere rispettate delle regole – ha concluso Liori – Queste leggi mortificano l’allevamento e creano solo difficoltà. La nostra proposta mira a superare la crisi del comparto e a legare i giovani al proprio territorio ”. (lu.sa).
INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sul Piano di eradicazione delle pesti suine
I sottoscritti,
PREMESSO che
Con decreto n. 11277/9 del 16 maggio 2007, l’Assessore regionale alla Sanità ha disposto l’attuazione del Piano di eradicazione delle pesti suine nella Regione Sardegna;
Tale Piano contiene norme eccessivamente restrittive e di difficile, se non impossibile, attuazione da parte dei cacciatori;
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Il Piano inoltre si concentra esclusivamente sugli aspetti di natura repressiva e sanitaria, trascurando la prevenzione e la diffusione tra cacciatori e allevatori delle buone pratiche che, attraverso un atteggiamento più consapevole, possono portare all’eradicazione delle epizoozie con minori disagi per la popolazione;
CONSIDERATO che
L’art. 32, comma 2, del decreto di cui sopra impone ai cacciatori di prelevare campioni di sangue e milza da tutti i suini selvatici abbattuti durante la stagione venatoria nei microareali soggetti a campionamento e di recapitarli al più presto al Servizio Veterinario delle Aziende sanitarie locali competenti;
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I cacciatori non sono soggetti autorizzabili al prelievo di campioni sanitari, che deve essere effettuato da personale appositamente istruito e delegato dalla Regione;
VALUTATO che
L’art. 35, comma 2, lettera a) del decreto impone, nelle zone “infette sul selvatico”, un generico “divieto di caccia”;
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Una dizione tanto generica rischia di impedire l’attività venatoria di ogni genere, compresa quella nei confronti di categorie animali, come l’avifauna, immuni dal contagio delle pesti suine;
VERIFICATO che
Al divieto di cui all’art. 35, comma 2, lettera a) sono previste deroghe, sulla base di accorgimenti estremamente restrittivi;
L’art. 35, comma 2, lettera a), punto 1, consente ai soli cacciatori residenti nei Comuni nei quali insiste la zona infetta di svolgere l’attività venatoria in tale zona;
Una simile restrizione non appare utile ai fini della riduzione dei rischi di contagio verso l’esterno e costituisce un’ingiusta e inutile limitazione all’attività venatoria;
I successivi punti 3 e 4 impongono che le carni dei suini abbattuti vengano stoccate a cura dei cacciatori in celle frigorifere appositamente dedicate, custodite da responsabili autorizzati in locali chiusi a chiave;
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Tale imposizione appare assurdamente costosa e non necessaria per ridurre i rischi di contagio;
CHIEDONO DI INTERROGARE
l’Assessore regionale alla Sanità
affinché riferisca
Se le misure eccessivamente restrittive adottate nei confronti dell’attività venatoria hanno la finalità politica di disincentivare tale tipo di attività, anche alla luce delle numerose altre disposizioni assunte in materia dall’Amministrazione regionale in carica che sembrano rafforzare tale ipotesi;
Quali misure intende adottare al fine di ritirare il decreto n. 11277/9 del 16 maggio 2007, eventualmente adottando un nuovo Piano per l’eradicazione delle pesti suine che preveda norme più ragionevoli nei confronti dell’attività venatoria;
Se risponde a verità che l’Assessorato alla Sanità ha avuto notizia del ritrovamento di suini ferali morti a causa della peste suina e se ha provveduto a darne comunicazione tempestiva ai Comuni e alle Asl competenti;
Quali misure intende adottare al fine di sottoporre all’adozione della Giunta regionale un disegno di legge per il rilancio del comparto suinicolo, dato atto che in questo momento, ancor più che nei periodi precedenti, non si rendono necessarie norme di tipo restrittivo o sanitario ma disposizioni votate alla prevenzione e all’incentivazione di pratiche virtuose nell’allevamento e nell’attività venatoria.
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