venerdì, giugno 01, 2007

Ecco le politiche attive per il lavoro di Soru: 6 mila posti da cavia umana

Dal momento che i sardi non possono essere un popolo di camerieri, il presidente Soru ha trovato per loro un’occupazione alternativa: la cavia umana. Finalmente è stato alzato il velo sotto cui era tenuta nascosta Fase Uno, la società fondata dalla Regione per assistere la sperimentazione farmaceutica e il deposito dei nuovi brevetti, ma non si tratta di una bella sorpresa. Fase Uno, infatti, farà sperimentazione clinica su un bacino di 5-6 mila volontari sardi, che avranno l’onore di testare sul loro corpo se le nuove molecole guariscono le malattie e, soprattutto, se hanno effetti collaterali letali”: è quanto dichiarano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, dopo aver letto il Piano strategico e il Programma di attività di Fase Uno srl, società fondata dalla Regione nei mesi scorsi.

“In realtà, non sono veri e propri posti di lavoro: trattandosi di volontari, non percepiranno un centesimo, se non la soddisfazione di mettere a repentaglio la propria salute per amore della scienza”, proseguono i due consiglieri. “Per loro, infatti, non è previsto alcuno stanziamento. Del resto, partendo con i 3.885.000 euro stanziati dalla Regione, considerato che 85 mila euro serviranno per remunerare il comitato scientifico che governerà la società, che 3 milioni serviranno per finanziare un ‘bando di selezione per agenti diagnostici e terapeutici’, che 200 mila serviranno per ‘affittare’ un reparto dell’ospedale Brotzu con il relativo personale e che il resto se ne andrà in spese di gestione e investimenti in attrezzature mediche, è chiaro che per le 5-6 mila cavie non avanzerà nulla”.

“Nulla dagli investimenti e nulla dai ricavi: quelli di Fase Uno saranno modesti, ammesso che ve ne siano, e saranno interamente reinvestiti in altre ricerche, mentre i miliardi li faranno le aziende farmaceutiche che depositeranno i brevetti e produrranno i nuovi farmaci in esclusiva, vendendoli a caro prezzo”, concludono Liori e Diana. “E non dimentichiamo Shardna, la società di ricerche biotech del presidente Soru, che certamente guarderà con molto interesse il progetto (ma di questo avremo modo di parlare più diffusamente nei prossimi giorni). In tutto questo, per i sardi ci sarà solo da rischiare la salute, e magari anche la vita, gratis, per amore della scienza. E di un governatore che non li vuole camerieri”.

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