I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, hanno presentato una nuova interrogazione in merito ai trapianti di fegato saltati all’ospedale Brotzu di Cagliari. Il documento fa seguito a uno analogo depositato alla fine di marzo, cui l’Assessora regionale alla Sanità, Nerina Dirindin, ha dato una risposta che i due consiglieri definiscono “del tutto insoddisfacente”, dal momento che non ha preso in considerazione le richieste di rimuovere dall’incarico il dott. Fausto Zamboni, primario del Centro trapianti del Brotzu, e di chiudere temporaneamente il Centro stesso fino al ripristino delle condizioni di funzionamento ottimali.
L’interrogazione prende le mosse da quanto accaduto il 12 giugno, quando il Centro trapianti ha rifiutato il quarto intervento nell’arco degli ultimi nove mesi, in questo caso “a causa della mancanza del quantitativo di sangue trasfusionale necessario”, mentre nelle precedenti occasioni era stata “l’impossibilità di formare l’equipe specialistica”, dovuta alla “carente dotazione di personale” e alla sua “cattiva gestione”, a causare l’annullamento degli interventi già programmati.
Liori e Diana ricordano che “il trapianto è un intervento chirurgico complesso che viene sempre eseguito con procedura d’urgenza e che richiede scelte difficili”, e che “perdere un’occasione di trapianto può avere esiti fatali per il paziente”. La situazione in cui versa il Centro trapianti del Brotzu non è “ideale” per il suo corretto funzionamento: “L’equipe è sfaldata a causa dei continui contrasti tra il primario, dott. Fausto Zamboni, e il personale medico e paramedico” e sovente viene a mancare “il personale necessario per poter assicurare il regolare svolgimento dell’attività di trapianto”.
“La carenza di personale non è un evento che si verifica all’improvviso”, proseguono i due consiglieri. Inoltre, per far fronte alla carenza di sangue trasfusionale che si è verificata in occasione del trapianto programmato per il 12 giugno “non è giunta alcuna richiesta di sangue al centro trasfusionale dell’ospedale Sirai di Carbonia, il quale risulta in possesso di scorte in eccedenza” e comunque “la programmazione del fabbisogno di sangue trasfusionale deve necessariamente tenere conto del possibile verificarsi di episodi di emergenza, anche concomitanti”. Ciò ha fatto sì “che un potenziale ricevente abbia perso il suo turno per l’intervento di trapianto, il che comporterà un’attesa di durata indefinita, con conseguenti ripercussioni sia sotto il profilo fisico che sotto quello psicologico e un concreto pericolo di morte, data la gravità del male da cui è affetto”.
Liori e Diana passano poi a sottolineare quanto accaduto all’Asl n. 1 di Sassari, il cui direttore generale, dott. Bruno Zanaroli, “ha annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di rimettere il mandato entro la fine del corrente mese, con sei mesi di anticipo rispetto alla scadenza del contratto, preso atto del fallimento della propria gestione e in seguito all’approvazione unanime, da parte del Consiglio comunale di Sassari, di un ordine del giorno nel quale viene sottolineata la pessima situazione in cui versa l’Azienda”. Tutto ciò dimostra “il fallimento della politica dell’Assessore regionale alla Sanità, basata sull’affidamento dei posti di maggior potere nella sanità sarda a manager provenienti dal continente, sulla base di presunte e mai dimostrate maggiori competenza e rettitudine”.
Perciò, i due consiglieri chiedono all’Assessora di “rimuovere immediatamente” Zamboni dall’incarico di primario del reparto di chirurgia generale del Brotzu, di “chiudere temporaneamente il Centro trapianti” e di “presentare un dettagliato esposto” alla Procura della Repubblica di Cagliari su quanto accaduto, ipotizzando il reato di “interruzione di pubblico servizio”. Infine, Liori e Diana chiedono alla Dirindin “se intende assumersi la responsabilità politica della situazione insostenibile in cui versa la sanità sarda, alla luce dei casi esposti in premessa e di un livello generale dei servizi indegno di un paese civile, e trarne le debite conseguenze anche per quanto concerne la prosecuzione del proprio mandato assessoriale”.
INTERROGAZIONE LIORI – DIANA, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione in cui versa il Centro trapianti di fegato dell’ospedale Brotzu e sulle relative responsabilità politiche
I sottoscritti,
PREMESSO che
Il 12 giugno u.s., il Centro trapianti dell’Ospedale Brotzu non è stato in grado di eseguire un trapianto di fegato, nonostante la disponibilità dell’organo e del ricevente, a causa della mancanza del quantitativo di sangue trasfusionale necessario a permettere l’esecuzione dell’intervento;
Si tratta del quarto trapianto di fegato rifiutato dal nosocomio cagliaritano negli ultimi nove mesi;
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I precedenti rifiuti sono stati determinati principalmente dall’impossibilità di formare l’equipe specialistica necessaria per eseguire gli interventi, a causa della carente dotazione di personale e della sua cattiva gestione;
CONSIDERATO che
Il trapianto è un intervento chirurgico complesso che viene sempre eseguito con procedura d’urgenza e che richiede scelte difficili, perché in lista d’attesa ci sono tanti pazienti che attendono una soluzione per mali irreversibili;
La posizione di un paziente nella lista d’attesa dipende anche dallo stato di salute del paziente stesso, ma può capitare che un paziente posizionato in cima alla lista, che versa in gravissime condizioni, si trovi a dover attendere più di un paziente meno grave per ragioni di ricevibilità dell’organo disponibile;
Ne consegue che perdere un’occasione di trapianto può avere esiti fatali per il paziente;
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Ne consegue inoltre che l’accuratezza nell’organizzazione e nella coesione dell’equipe sono di fondamentale importanza per il funzionamento di un Centro trapianti;
VERIFICATO che
La situazione in cui versa il Centro trapianti di fegato del Brotzu non ricalca minimamente quella testé descritta come ideale per il corretto funzionamento del Centro: l’equipe è sfaldata a causa dei continui contrasti tra il primario, dott. Fausto Zamboni, e il personale medico e paramedico, e sia l’articolazione dei turni di lavoro che i rapporti conflittuali tra il primario e i suoi collaboratori fanno sì che venga sovente a mancare il personale necessario per poter assicurare il regolare svolgimento dell’attività di trapianto;
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A tutt’oggi, non risulta che sia stato assunto alcun provvedimento, né da parte del primario, né da parte dei dirigenti cui dovrebbe spettare il compito di coordinare l’attività dei diversi reparti dell’ospedale, finalizzato al superamento della situazione attuale;
SOTTOLINEATO che
La carenza di personale non è un evento che si verifica all’improvviso e qualunque dirigente dotato di un minimo di buon senso provvede per tempo a operare le necessarie sostituzioni, anche per mezzo dell’acquisto di prestazioni interne o in mobilità;
Per quanto concerne la carenza di sangue trasfusionale verificatasi il 12 giugno u.s., invece, l’ufficio stampa dell’azienda Brotzu ha riferito agli organi di informazione che è stata determinata dall’imprevedibile necessità, occorsa due giorni prima, di una grande quantità di sangue per il soccorso a un paziente in immediato pericolo di vita;
Tale spiegazione non può essere ritenuta soddisfacente, dal momento che la programmazione del fabbisogno di sangue trasfusionale deve necessariamente tenere conto del possibile verificarsi di episodi di emergenza, anche concomitanti;
A quanto si apprende dalla stampa, dall’ospedale Brotzu non è giunta alcuna richiesta di sangue al centro trasfusionale dell’ospedale Sirai di Carbonia, il quale risulta in possesso di scorte in eccedenza;
Considerata la distanza tra Carbonia e Cagliari, il centro trasfusionale dell’ospedale Sirai sarebbe stato in grado di far arrivare al Brotzu il sangue necessario per l’esecuzione del trapianto in un tempo stimabile in 40 minuti, sufficiente a fare sì che l’intervento non venisse rifiutato;
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I fatti verificatisi il 12 giugno u.s. hanno fatto sì che un potenziale ricevente abbia perso il suo turno per l’intervento di trapianto, il che comporterà un’attesa di durata indefinita, con conseguenti ripercussioni sia sotto il profilo fisico che sotto quello psicologico e un concreto pericolo di morte, data la gravità del male da cui è affetto;
VALUTATO che
Relativamente alla gravissima situazione in cui versa il centro trapianti di fegato dell’ospedale Brotzu, gli scriventi hanno presentato un’interrogazione il 28 marzo u.s., alla quale l’Assessore regionale alla Sanità ha dato una risposta del tutto insoddisfacente;
Nessuna misura è stata adottata dalla Giunta regionale per ottemperare alle richieste, avanzate dagli scriventi, di rimuovere dall’incarico il dott. Zamboni e di chiudere temporaneamente il Centro trapianti fino al ripristino delle sue condizioni di funzionamento ottimali;
Il direttore generale dell’Azienda sanitaria locale n. 1, dott. Bruno Zanaroli, ha annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di rimettere il mandato entro la fine del corrente mese, con sei mesi di anticipo rispetto alla scadenza del contratto, preso atto del fallimento della propria gestione e in seguito all’approvazione unanime, da parte del Consiglio comunale di Sassari, di un ordine del giorno nel quale viene sottolineata la pessima situazione in cui versa l’Azienda;
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Le dimissioni del dott. Zanaroli e i frequenti trapianti rifiutati dal reparto diretto dal dott. Zamboni dimostrano il fallimento della politica dell’Assessore regionale alla Sanità, basata sull’affidamento dei posti di maggior potere nella sanità sarda a manager provenienti dal continente, sulla base di presunte e mai dimostrate maggiori competenza e rettitudine;
CHIEDONO DI INTERROGARE
l’Assessore regionale alla Sanità
affinché riferisca
Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di rimuovere immediatamente il dott. Fausto Zamboni dall’incarico di primario del reparto di chirurgia generale dell’ospedale Brotzu;
Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di chiudere temporaneamente il Centro trapianti e affinché i pazienti siano iscritti nelle liste d’attesa di altri Centri, fino a quando non saranno poste in essere tutte le condizioni necessarie al suo corretto funzionamento, impegnandosi contestualmente a fare sì che tale chiusura abbia la più breve durata possibile;
Quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di presentare alla Procura della Repubblica di Cagliari un dettagliato esposto sui fatti accaduti il 12 giugno u.s. presso il Centro trapianti di fegato dell’ospedale Brotzu, in merito alla possibilità che sia stato commesso il reato di interruzione di pubblico servizio;
Se intende assumersi la responsabilità politica della situazione insostenibile in cui versa la sanità sarda, alla luce dei casi esposti in premessa e di un livello generale dei servizi indegno di un paese civile, e trarne le debite conseguenze anche per quanto concerne la prosecuzione del proprio mandato assessoriale.
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