venerdì, giugno 15, 2007

Trapianti e bugie, la Dirindin non può restare un minuto di più

Il Consiglio regionale deve esprimersi sulle gravissime affermazioni fatte ieri dall’assessora Dirindin in merito al trapianto di fegato rifiutato il 12 giugno dal Centro trapianti dell’ospedale Brotzu poiché non era disponibile il quantitativo di sangue trasfusionale necessario all’esecuzione dell’intervento. Quanto dichiarato dall’Assessora in conferenza stampa è non solo lesivo della reputazione e della professionalità dei medici del Centro trasfusionale dell’ospedale Sirai di Carbonia, ma anche totalmente falso. Per questo, e per il gravissimo stato in cui versa la sanità sarda, frutto delle scelte fallimentari che stanno alla base di episodi come i quattro trapianti di fegato rifiutati dal Brotzu negli ultimi nove mesi, la Dirindin deve dimettersi subito, spontaneamente o dietro invito dell’Assemblea”: lo dichiarano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, a seguito della conferenza stampa convocata ieri dall’Assessora regionale alla Sanità, Nerina Dirindin, relativamente all’ennesimo trapianto di fegato rifiutato dal Centro trapianti del Brotzu.

“Quanto sostenuto in conferenza stampa dall’Assessora, relativamente alla disponibilità di sangue in eccesso presso il Centro trasfusionale del Sirai, è semplicemente allucinante”, proseguono i due consiglieri. “La Dirindin ha trattato da bugiardi i medici dell’ospedale di Carbonia per cercare maldestramente di coprire le manchevolezze che si sono verificate al Brotzu. Non solo il Sirai avrebbe potuto fornire il sangue necessario per il trapianto, ma avrebbero potuto farlo anche i Centri trasfusionali delle altre Asl, come quello del Nostra Signora di Bonaria di San Gavino, più vicino persino del Sirai. Eppure, dal Brotzu non risulta sia stata fatta nessuna chiamata per accertare la disponibilità di sangue presso i Centri trasfusionali più vicini, da cui in meno di 40 minuti sarebbero potute giungere a Cagliari le sacche necessarie per portare a termine l’intervento”.

“Ciò che è accaduto il 12 giugno è la prova tangibile del fallimento delle politiche della Dirindin. Ma non basta, perché l’Assessora ha pensato bene di peggiorare la situazione denigrando con insulti gratuiti la professionalità dei medici sardi”, concludono Liori e Diana. “Auspichiamo che anche la maggioranza voglia guardare in faccia la realtà e prendere atto di una situazione che non è più sostenibile, invitando l’Assessora a tornarsene in Piemonte, dove forse potrà fare meno danni di quelli che sta facendo in Sardegna”.

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