giovedì, settembre 20, 2007

L’assessore Dadea confonde il referendum sulla statutaria con le primarie per il Pd

Stigmatizziamo vivamente l’intervento fatto dall’Assessore alle Riforme, Massimo Dadea, al convegno sulla legge statutaria che si è tenuto oggi pomeriggio nella sede cagliaritana del Banco di Sardegna”, dichiarano i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori. “Presente Renato Soru, l’Assessore si è sentito in dovere di ‘dare una mano’ alla sua campagna elettorale per le primarie del Partito Democratico, fornendo informazioni false sui contenuti della legge statutaria in un goffo tentativo di condizionare la campagna referendaria a tutto vantaggio del governatore”.

“Secondo il messaggio che Dadea ha cercato di veicolare, è necessario votare sì al referendum se si vuole salvare il presidenzialismo”, proseguono i due consiglieri. “Non c’è niente di più falso: la legge statutaria non porta alcuna modifica nella forma di governo della Regione, che oggi è presidenzialista e lo resterà sia che la statutaria entri in vigore, sia che i cittadini decidano di bocciarla. Se rispedire al mittente la legge statutaria avesse voluto dire rinunciare al presidenzialismo, saremmo stati i primi sostenitori del sì. Ma così non è: che si voti sì o che si voti no, il presidenzialismo resterà comunque. La vittoria del sì, però, porterà a un intollerabile squilibrio di potere a vantaggio unico ed esclusivo del governatore, e a una normativa sul conflitto di interessi che consentirà a Soru o a chi per lui di continuare a mischiare affari pubblici e privati con assoluta disinvoltura”.

“La missione di Dadea è chiara: difendere il governatore e la sua immagine di paladino del presidenzialismo e del rinnovamento contro la vecchia nomenclatura rappresentata dal suo principale avversario nella corsa alla leadership del Pd”, concludono Diana e Liori. “A noi, di tutto ciò, non importa nulla. A noi, e ai sardi tutti, importa solo che non entri in vigore una legge statutaria che farà fare un balzo all’indietro alla Regione, riducendo gli spazi di democrazia e insabbiando i conflitti di interessi e le speculazioni”.

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