martedì, marzo 27, 2007

Il ridicolo balletto degli interim assessoriali

Apprendiamo con sconcerto dell’intenzione del presidente Soru di cedere all’assessore Dadea l’interim dell’Assessorato alla Programmazione per il tempo necessario a traghettare la finanziaria attraverso l’iter consiliare”: è la reazione dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, alla notizia riportata dalle agenzie di stampa, secondo cui il Presidente della Regione e Assessore alla Programmazione ad interim, Renato Soru, intenderebbe cedere per un periodo di tempo limitato tale interim all’Assessore alle Riforme, Massimo Dadea. “Ciò dimostra prima di tutto una cosa: la manovra di bilancio è tale che il Presidente, dopo essersi dato tanto da fare per auto-attribuirsi il potere di scriverla, non ha il coraggio di venire a difenderla di persona in Consiglio”.

“Ma c’è di più: con questa azione, Soru mette già in pratica i principi sanciti dalla ‘sua’ legge statutaria, appena approvata e non ancora sottoposta al referendum confermativo, e pertanto non ancora in vigore”, proseguono Diana e Liori. “Da semplici collaboratori del presidente, infatti, gli assessori sono stati ulteriormente retrocessi a suoi dipendenti, a ragazzini delle commissioni cui affidare il ‘lavoro sporco’ che lui non intende sobbarcarsi. Il tutto, senza nessun rispetto per le persone che siedono nella sua Giunta, tra le quali certamente l’assessore Dadea spicca per levatura politica, oltre che per meriti personali. E’ una manovra umiliante per chi la subisce e profondamente rattristante per chi, come noi, si trova costretto ad assistervi”.

“Intanto, il presidente ha pensato bene di prendersi da Dadea, almeno per un’oretta, l’interim delle Riforme”, concludono i due consiglieri. “Chissà, lo avrà fatto magari per alleggerirgli il lavoro, vista la maratona che lo attende sulla finanziaria; fatto sta che appare del tutto incomprensibile la ragione per cui sia stato lo stesso Soru, questa mattina, a convocare una conferenza stampa per sbandierare la sua soddisfazione per l’approvazione della legge statutaria. Certo, noi non abbiamo mai avuto alcun dubbio sul fatto che quella approvata dall’Aula sia la ‘sua’ legge statutaria, pensata a uso e consumo della sua persona, ma la scelta di non coinvolgere minimamente la maggioranza, che pure ha dovuto ingoiare tanti bocconi amari durante l’esame della legge, non è che l’ennesima dimostrazione di dove può arrivare la crescente concezione che Soru ha di sé quale padre padrone della politica sarda”.

Cagliari, 9 marzo 2007

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