martedì, marzo 27, 2007

Sant’Elia, vincoli finti per nascondere il flop della vertenza sulle servitù militari

L’iniziativa del soprintendente Scarpellini è un’inutile operazione di facciata che, attraverso il tentativo di apporre ulteriori vincoli su aree già vincolate poiché soggette a servitù militari, dimostra una volta di più lo schiacciamento della Soprintendenza regionale per i Beni culturali sulle posizioni del presidente Soru”: è il commento dei consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, all’intenzione, annunciata dal direttore regionale per i Beni culturali e Paesaggistici della Sardegna, Paolo Scarpellini, di sottoporre alla Commissione regionale per il Paesaggio la dichiarazione di notevole interesse pubblico per l’area di Sant’Elia e della Sella del Diavolo.

“Quello di Scarpellini è un integralismo ambientalista totalmente finto, perché mira a porre nuovi vincoli su quelli che già esistono, lasciando di fatto le cose come stanno”, proseguono Diana e Liori. “La verità è che si sta cercando di stendere un velo pietoso sul fallimento della sbandierata vertenza sulle servitù militari intavolata dal governatore, che finora è riuscito a ottenere soltanto la restituzione di ruderi privi di qualsivoglia valore storico, architettonico o paesaggistico. Le Forze armate non hanno la benché minima intenzione di cedere le servitù che rivestono ancora una funzione strategica: lo dimostra il fatto che i terreni di La Maddalena e Santo Stefano, dopo il previsto abbandono della U.S. Navy, non torneranno alla Regione ma resteranno di pertinenza del demanio militare”.

“Soru farebbe bene ad ammettere il fallimento della lotta che ha intrapreso contro i mulini a vento e a dedicarsi a cose più concrete”, concludono i due consiglieri. “Le classifiche sulla competitività delle Regioni mostrano una Sardegna ancora ferma al palo, è ora che la Regione pensi a programmare lo sviluppo dell’Isola nel prossimo futuro, anziché disperdere le proprie energie in battaglie perse in partenza o nello studio di vincoli, tasse e quant’altro ha l’effetto di deprimere ulteriormente la già stagnante economia sarda”.

Cagliari, 13 marzo 2007

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